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mercoledì 19 giugno 2013

Qualcosa su Sanremo

Un ponte antico sulla strada di Verezzo, frazione nell'entroterra di Sanremo (IM). La città dei fiori presenta anche questi aspetti.
Un po' lontano dal mare si ha ancora un'idea di come erano una volta le colline.
Per paradosso,  spostarsi in autostrada aiuta ad orientarsi e ad avere stimoli in tale geografia.
In pieno centro da pochi anni la realizzazione di opere, che hanno tentato di imbrigliare il ripetersi di esondazioni del torrente, ha consentito di riportare alla luce reperti secolari dello scalo marittimo.
Poco più a ovest del precedente punto - in mezzo, il vecchio porto - il Forte di Santa Tecla, eretto a metà XVIII secolo dal governo della ormai morente Serenissima Repubblica di Genova per vigilare meglio sui sanremesi, di cui aveva appena domato una rivolta. Un edificio che è stato, poi, sino a non molto tempo fa un carcere.
Dall'altro lato, la costruzione è già interessata in questo periodo da lavori - la cui recinzione di cantiere al momento copre alla vista il Monumento alla Resistenza dello scultore Renzo Orvieto, che fu egli stesso partigiano - che dovrebbero, come da lunga attesa, consentirne l'attivazione quale prestigiosa struttura culturale.
In questa immagine - si è sempre a ridosso del centro urbano - a sinistra la sede scolastica, che ospitava allora - come ricordato da una lapide - il Liceo frequentato da Italo Calvino. Dietro, e a fianco, inizia il centro storico vero e proprio, la Pigna.
Da non dimenticare, inoltre, la presenza quirite a Sanremo. Ho selezionato, in proposito, una fotografia della Villa Romana di Bussana, a levante: sullo sfondo la collina, su cui si scorge il Santuario della Madonna della Guardia, che porta al Poggio, più noto, forse, per la corsa ciclistica Milano-Sanremo.

Ci sono - ci sarebbero - tante cose, a mio modesto avviso, da dire su Sanremo, insomma. Questo è un saggio molto modesto. Avendovi lavorato, come già accennai in questo blog, per tanti anni, me ne deriva, dopo discreta meditazione, una strana voglia di dare a Sanremo una sorta di ideale compensazione, anche per il fatto di averla lungamente vista con altri occhi, quelli della stringente attualità, quindi, trascurata, quantomeno, per le sue radici: un intendimento probabilmente velleitario, il mio.
E dovevo dedicare anche un pensiero ad una delle mie jacarande preferite della Riviera, anche se ieri non l'ho trovata fiorita al meglio, non fosse altro che è pur sempre a Sanremo che ho imparato ad apprezzare queste splendide piante...


mercoledì 23 gennaio 2013

Antonio Rubino e il Morgana di Sanremo

Ripensandoci, una fotografia decente del Morgana di Sanremo ce l'ho, per cui la pubblico, in modo da dare ora una estemporanea risposta ad un recente commento di @DIANA.BRUNA.

Non così estemporanea come l'ho pensata in un primo momento, suscettibile di diverse divagazioni.

Perché mi è tornato in mente che qualche anno fa avevo visto nella stazione ferroviaria della città dei fiori una bella ristampa del manifesto promozionale dedicato al Morgana (i vecchi omonimi Bagni, per la precisione) da Antonio Rubino, nato a Sanremo nel 1880 e morto nel 1964 a Baiardo, paesino (con importanti vestigia del terremoto del 1887) su in montagna a pochi chilometri dietro Sanremo. 
 
Fonte: fumetti.org
Antonio Rubino è, invero, noto soprattutto per essere stato uno dei più importanti autori del "Corriere dei Piccoli" dei primi anni (ma torna a collaborare a questa testata nel 1955 e, per quello che vale, ricordo bene sue strisce per averle lette in tempo reale)  e direttore di "Topolino" dal 1935 al 1940.
















 Riporto qui il link di Google Libri dov'è possibile visionare l'immagine cui ho già fatto cenno, che in quel contesto perde molto del fascino della riproduzione, immagine che mi colpì anche per il taglio secondo me moderno (nel 1922!), lasciandomi intuire la bellezza dell'originale. Mi sono accinto a questa soluzione perché non ho rinvenuto sul Web altre copie di quella icona.

Già questo fattore mi ha comportato di sorvolare sul fatto di compiere una sorta di pubblicità per un esercizio ancora in funzione con denominazione solo integrata (ma i Bagni dovrebbero ancora chiamarsi semplicemente Morgana). Ma il collegamento in questione mette, inoltre, in evidenza, che  dal 1991 è diventato monumento nazionale: del resto, balza evidente agli occhi non dal mio scatto, ma dalle fotografie di quel link, lo stile inconfondibile di un'epoca, quello, per non dire del Ventennio, alla Piacentini.

Aveva una  bella mano, insomma, Antonio Rubino. Anche una bella fantasia. Aggiungo per chi non si addentrasse nel mentovato link esterno che il nome Morgana l'aveva scelto lui, per una costruzione antecedente (come quella pubblicità) in loco a quella attuale. 

Fonte: sanremonews.it

Nel secondo dopoguerra Rubino si dedicò anche al cinema di animazione, per "Il paese dei ranocchi" e "Crescendo rossiniano". Scrisse libri e poesie. Fu anche pittore. Fu un personaggio importante, insomma, discretamente ricordato, a differenza di altri uomini degni di queste parti, nella nostra provincia. Del resto, a parte quello che cercavo io in primis, sul Web su di lui c'è abbastanza.
Personalmente ritengo superbi i suoi lavori pubblicitari, anche se il suo stile liberty, che a un certo punto perse i favori del pubblico anche nel campo delle strisce (non uso il termine fumetti perché, se non vado errato, Rubino non abbandonò mai nei suoi disegni per i ragazzi il sistema delle didascalie) a rigor di termini potrebbe apparire da tempo desueto.




domenica 27 maggio 2012

Qualcosa su una Sanremo d'antan



Sì, anche a Sanremo c'era il tram. Nè poteva essere diversamente, dato il rilievo turistico della cittadina. Visto che il trolley c'era a quei tempi anche più a Ponente. La soprastante immagine risale al 1915. L'ho "carpita", al pari delle seguenti d'antan, a un vecchio compagno di scuola.



Il fatto curioso, a titolo personale, é che in fondo a quella strada, quale si vede oggi, ho lavorato per più di vent'anni.



Dall'altra parte, a poche decine di metri dal precedente punto, in direzione Francia, Piazza Colombo.
Che nello scatto, faccio per dire, di maggiore attualità, lascia intravvedere anche un'ala del Teatro Ariston.
Tutto questo per sottolineare che in genere a chi non é di queste parti può risultare più usuale abbinare il nome della Città dei Fiori al Festival della Canzone. Il quale nel suo ormai lungo scorrere ha avuto anche qualche merito. Non é materia, tuttavia, da affrontare senza specifica preparazione.


Altro saliente turistico (o presunto tale!) di Sanremo, negli anni, é il Casinò (di rilievo, quantomeno, per l'anno di costruzione: 1905): ulteriore tema che lascio a sè stante.

Con questa immagine, che rapprenta uno scorcio dell'ex Forte di Santa Tecla sfiora un momento della storia di Sanremo.





Che presenta tanti aspetti.


Ivi compresi gli scavi dell'antica, romana, Villa Matutia. Solo a fare un esempio.


Tornando a considerazioni più correnti, ecco lo stato attuale del Porto Vecchio.



Lo stesso approdo anni fa.



Risulta usuale spostarsi a Sanremo, che dista quindici chilometri circa da Bordighera, poco di più da Ventimiglia, per il disbrigo di faccende. La contemporaneità del rinvenimento di cartoline d'epoca mi ha dettato intanto queste brevi note. Mentre da tempo meditavo di affrontare temi in merito più importanti, per i quali mi ero già dotato di un certo corredo di immagini. A parte la necessità di comprendere meglio quanto sostenuto da specialisti (specie di quelli che, meritevoli, come mi é stato messo in evidenza in un recente commento, compulsano con fatica polverosi archivi), mi rendo conto una volta di più che una cittadina come questa offre molteplici spunti di narrazione. Un risvolto tanto più singolare per me che dalla lunga permanenza di carattere professionale in Sanremo non avevo tratto in tempo reale tanta curiosità. Il che mi riporta per eventuali riprese in parola su un piano strettamente di costume sociale, tutt'al più di elementare divulgazione di carattere storico.


martedì 22 maggio 2012

Curiosando nel Web e... dintorni

Nell'arco di poco tempo, direi di poco più di una giornata, sul Web ho visto, invero, cose interessanti, ma anche, per alcuni aspetti, singolari.

Da un suo commento, apprendo che un mio conoscente é pro-nipote della persona che in Ventimiglia aiutò il patriota e romanziere Giovanni Ruffini nella sua fuga verso la salvezza in Francia: sull'inquadramento della vicenda qualcosa io avevo appena accennato qui.

Capito per caso su una sorta di dibattito su Twitter tra quelli che presumo siano dei giovanotti di Nizza. O, comunque, a modo loro interessati al capoluogo delle Alpi Marittime. Se riesco minimamente a rendere le forme dirette del "dialogo", i punti toccati che mi rammento sono i seguenti: I Nizzardi non sono né francesi né italiani. No, i nizzardi sono di origine italiana. Nizza si é liberata della Provenza già nel 1388. La Provenza si ferma al fiume Varo (ad ovest di Nizza: n.d.r.). Garibaldi era nizzardo. Sì, ma ha fatto l'Italia. Pepin (sarebbe Garibaldi: n.d.r.) ... 
A modo loro, appunto...

Rinvengo di continuo fotografie e cartoline d'antan, concernenti un po' tutto l'arco del Ponente Ligure. Nella pubblicazione di immagini di questo tipo mi sono ripromesso, per ovvii motivi, una pausa. Ma se non fosse sufficiente il Web, la realtà circostante sembra congiurare anch'essa. Non più tardi di questo pomeriggio in un pubblico esercizio scorgo istantanee storiche che, per la nostra zona, sono di assoluto rilievo: e magari queste, che meritano più di altre, sarà difficile che possa averle in formato digitale. Uscendo, incontro un amico che dice di avere visto scatti d'epoca postati da me ...

Sbircio un locale portale on line e vengo a sapere che le richieste di collaborazione per le ricognizioni da effettuare in loco da parte del cartografo (il colonnello!) Matteo Vinzoni fecero conflagrare la sommossa di Sanremo del 1753, subito duramente repressa dalla Serenissima Repubblica di Genova. Chiedo lumi all'autore di Cultura-Barocca. Ne ottengo in risposta che la menzione dell'episodio in questione me la sono smarrita io nel mare magnum della documentazione di quel sito.

E, ancora, su Cultura-Barocca vado a conoscere la, sinora inedita per me, straordinaria figura di un gesuita portoghese, molto celebre nel suo tempo, il Seicento, già confessore di Maria Cristina di Svezia: difensore di ebrei e di indios. Si tratta di Antonio Vieira. Forse vale la pena che mi diffonda un po' altra volta sul suo operato. Intanto, a questo link sussiste una bibliografia molto completa di questo personaggio.



martedì 29 novembre 2011

Matteo Vinzoni, cartografo

Mappa di Matteo Vinzoni raffigurante Savona e la fortezza del Priamar.

Mappa raffigurante il borgo di Levanto del cartografo Matteo Vinzoni (1773). Da questa data accertata si può risalire al periodo di attività di questo funzionario della Serenissima Repubblica di Genova.

Porto Maurizio (oggi parte di Imperia).

Sanremo.

Sin qui, immagini che ho ripreso da Wikipedia (Wikimedia).

Da soudan.it
 La zona di Bordighera.

Da fortedellannunziata.it
Ventimiglia.

Ci sarebbero molte cose da dire sulla bravura di questo topografo, al quale sono state dedicate in questa Regione alcune pubblicazioni. E pensare che fu attivo quando il Dominio di Genova era ormai avviato a inevitabile declino!
Sono temi importanti, che meritano, penso, attenzione. Uno stralcio significativo su questi aspetti si può trovare, comunque, qui su Cultura-Barocca.
Rimane intatto, credo, il fascino, ad un tempo arcano e moderno, di quelle carte di Matteo Vinzoni.



sabato 11 giugno 2011

Jacarande...


E pensare che la mia passione per le jacarande iniziò non molti anni fa, dopo avere visto casualmente quelle che oggi mi sembrano due piante, quelle della fotografia qui sopra, piazzate tra i due porti di Sanremo, con le radici quasi lambite dal mare, all'epoca molto, ma molto striminzite.

A pochi metri dalle prime, dall'altra parte della strada, ce n'è una maestosa, che sta quasi ad indicare la pista ciclo-pedonale che si snoda per metà provincia di Imperia sul vecchio tracciato della ferrovia. Ma per accorgermi della sua fioritura ho fatto passare ancora qualche anno, il che introduce il probabile assioma, che poi riprendo, per cui questi alberi d'importazione, se non rifulgono di quel colore, come spesso può loro capitare, vengono quasi inevitabilmente confusi con altri più noti, come quelli del pepe o del finto pepe, più noti dalle nostre parti. Aggiungo che tutte queste informazioni le ho apprese dal mio grande amico fotografo di cui ho spesso parlato.

Questa, che orna il Giardino Monet di Bordighera, mi diede lo spunto per fare i  miei primi passi da blogger. Come ennesima precisazione sul tema, aggiungo che quest'anno stavo per perdermene la fioritura - e così di tante altre - sia perché mi sembra anticipata rispetto all'anno scorso, sia perché, fatte debite eccezioni, tanti alberi non sono posizionati lungo i miei abituali tragitti.

Infatti, la mia attenzione nella settimana che si conclude è stata in primis richiamata da questa jacaranda che é all'angolo del Mercato Coperto di Bordighera.


Un giorno fotografai una jacaranda in un tratto della Via Aurelia sito tra Bordighera ed Ospedaletti (IM). Si era colà appena fermata una signora in motocicletta per fare con il telefonino la mia stessa operazione. Aveva visto casualmente quella pianta e non ne conosceva il nome, che chiese invece a me. La mia modesta conclusione sul punto è che, non fiorendo dalle nostre parti tutte ogni anno e non sempre nello stesso periodo, possano passare inosservate anche agli occhi degli appassionati di botanica, come mi è capitato di riscontrare ancora di recente.

Non potevo non documentarne una di Mentone, abbastanza prossima alla vecchia frontiera, che, tuttavia, al pari di quelle vicine, mi sembra da anni stenti ad esplodere di bellezza, mentre in quella città hanno addirittura intitolato una via alle jacarande, che là spiccano soprattutto in lontananza dall'alto delle colline.

Altura per altura, ne presento allora una, ritratta in una giornata di scarsa luminosità, di Latte, zona ovest di Ventimiglia.

Ed ecco quella di cui qui ho già parlato di recente, quella abbandonata che vedo più spesso, ma che stava per trarmi in inganno perché pensavo stesse fiorendo lentamente, per cui stavo ancora aspettando di andare a cercarne altre: invece, no, anche quest'anno ha fatto quello che ha potuto, mentre quello in basso, se non erro, è glicine. E nel vicino vivaio a farle ideale compagnia una ancor giovane, credo, pianta. Ma questa é solo una modesta selezione di jacarande di questo lembo di Riviera ...