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martedì 10 maggio 2011

Sulla Nervia Romana

Quando da bambino o ancora da ragazzo passavo sul Cavalcavia di Nervia, frazione orientale di Ventimiglia, l'antica Ventimiglia Romana, non sapevo che i massi evidenziati nella soprastante fotografia erano componenti in pietra de la Turbie dell'antico lastricato della Via Romana Iulia Augusta, appositamente collocati come in un museo all'aperto.

Ricordo, però, quando nella prima casa bianca a sinistra venne rinvenuto un mosaico romano, che fu poi sempre, come lo é adesso, malamente visibile dalla rampa del ponte. Ma la ricostruzione virtuale di una Domus Romana che qui allego, non compie riferimento al contenitore di quell'impianto musivo, bensì ad altro edificio più a ponente che ospitava anche un ... lupanare.


Sul Teatro Romano ho rinvenuto da poco nuove - per me - informazioni in materia, ma penso sia anche interessante rivederne, insieme alla zona nervina, le vicende posteriori alle prime invasioni barbariche, quando fu adibito al nuovo culto cristiano. 

La città medievale, che qui sopra si può scorgere parzialmente ripresa proprio dalle vicinanze di quel Teatro, crebbe e il conseguente abbandono insediativo della piana di Nervia avvenne più lentamente di quanto avessi mai supposto prima in base alle informazioni che avevo avute.

Dal lato sud del Cavalcavia si possono ammirare quegli scavi. Ma é anche interessante sapere come si sia persa memoria nei secoli dell'antica città romana, sì che ai primi rinvenimenti lo stupore popolare fu grande: quasi una storia nella storia più grande.

L'argomentazione in materia sarebbe, invero, molto più vasta, con almeno un capitolo a parte che riguarda la foce del torrente Nervia, ma mi riservo di tornarvi in altra occasione.

Mi preme comunicare che la Villa della madre di Agricola, cui il genero Tacito dedicò quell'opera che forse più si ricorda perché tramandò la memoria della regina Boadicea e della sua eroica lotta contro gli invasori romani della Britannia, che quella Villa, dove quella donna trovò la morte ai tempi delle guerre civili che terminarono con l'insediamento di Vespasiano, doveva trovarsi nella zona più ad occidente ancora di Ventimiglia: quella città romana, pur piccola per noi moderni, aveva un territorio vasto da amministrare. Riporto quanto ho prima scritto non fosse altro che ho appena letto un giallo storico, scritto da una professoressa americana, che non solo colloca Agricola tra i protagonisti quale governatore Oltre Manica, ma che un minimo di riferimento a quell'avvenimento lo produce: quando si dicono le combinazioni!

Intanto, anche le colline sovrastanti o visibili da Nervia presentano altri reperti ed altre vicende meritevoli di narrazione.
E sono tanti gli altri aspetti della storia locale che devo ancora finire di scoprire.




lunedì 18 aprile 2011

Un po' di appunti


Credo di avere già accennato in precedenza al fatto che mi sia sempre aggradato raccontare ed ascoltare aneddoti e descrizioni di situazioni, tutti significativi, - storie, insomma -, con la pretesa di uscire da banalità e luoghi comuni per un approccio diverso, se non alla Storia, al piano del costume sociale. Con questo spirito penso di essermi ritrovato sul blog. Insomma, per la serie "mi piace scrivere per me stesso".

E colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta gli estensori dei commenti ai miei post, perché un po' tutti hanno contribuito in un modo o nell'altro a farmi riaffiorare alla mente spezzoni di vita vera, vista od intesa, con cui continuo ad alimentare la mia presenza sul Web. Con altri contenuti non saprei affrontare il mezzo, perché troppo uso da sempre a discutere vis à vis argomenti più impegnativi o più privati.

Senonché già con il blog mi sta talora capitando, per modo di dire, di ripassare - come si sarà inteso - fattispecie particolari con amici e conoscenti, con cui non riesco - sono i casi della vita! - ad avere se non saltuarie frequentazioni. Ancor più con altri usi di Internet, già qui discussi. Proprio stamane ho rivisto una cara coppia di coniugi  con cui da tempo ormai ero più solo in contatto ... digitale. Con altri le cose sono più composte, tipo vedersi più spesso e scambiarsi email. Di base sempre fotografie, guarda caso. Molte private, invero. Il tutto mi rafforza l'intendimento di affrontare, ma anche di udire, altre storie. Magari più corpose delle mie.

Qualche esempio.


Nella foto qui sopra si può notare il cortile della storica palestra di Ventimiglia, dove per decenni, anche dal lontano centro storico, ragazzini ed allievi di avviamento, medie inferiori ed istituti superiori della città di confine svolgevano le loro lezioni di educazione fisica. Prima che ogni scuola se ne dotasse in autonomia. Messa da me su Facebook un'immagine d'anteguerra di questo edificio, in diversi commenti é emersa la memoria di quanto ho appena evidenziato, ma ancora altro. Dopo di che ho rinverdito altre testimonianze, che prima o poi cercherò di illustrare.


Un particolare degli scavi a Nervia di Albintimilium, la Ventimiglia Romana, con annesso scorcio di Antiquarium, mi fa pensare che sempre via Web abbia avuto una certa ripresa di contatti, probabilmente a breve da parte mia foriera, stante la competente collaborazione dell'amico interlocutore, di articoli ben più interessanti di quelli che sinora abbia scritto.


Vedere, come ho già postato altra volta, in attesa di demolizione la casa dove per più di settant'anni almeno un componente del lato materno della mia famiglia ha vissuto in Bordighera, ebbene questo sì mi suscita un po' di nostalgia, perché questa mi può venire solo se penso a quando ero bambino: ed in quel sito da piccolo ci sono stato veramente tanto. Mi consola che nell'attuale abbandono la natura faccia il suo corso con quel prosperare di arbusti. Ma tra rivedere amici dell'adolescenza che abitano ancora lì vicino e farmi, anche in altre occasioni, casualmente tornare alla mente persone e fatti in qualche maniera lì o lì intorno riconducibili, mi porterà prima o poi ad altri discorsi.

Insomma, ho steso una serie un po' così di appunti, che forse non riuscirò ad utilizzare, per ringraziare i miei gentili lettori in modo irrituale, irrituale perché é sempre troppo forte in me la tentazione di fare l'anticonformista.