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lunedì 21 marzo 2011

Scorci dal mare



C'ho pensato un po', ma alla fine non ho resistito alla tentazione di pubblicare ancora qualche fotografia, scelta tra quelle che mi inviano in questo periodo amici e conoscenti. In questo caso,  le ho selezionate come per fare una carrellata, non completa, di Ventimiglia da est ad ovest.

Rimane intatto, credo, l'aspetto curioso e simpatico di una divulgazione tra persone del posto di immagini, divulgazione che mi trova coinvolto e che é un po' cresciuta a cascata.

E mi sono state promesse altre fotografie.

Il fatto é che sarebbe un peccato a questo punto se non tentassi almeno in parte di tradurle in altre storie da raccontare.

Foto: Marcello Pignone di Ventimiglia (IM)

Quest'ultima immagine coglie, invece, la coda di un capodoglio al largo della spiaggia, ad un di presso, delle Calandre di Ventimiglia. Credo si tratti di un evento più unico che raro, perché anche se la zona é situata al margine, più o meno, nord-occidentale del santuario dei cetacei del Tirreno, non é così facile imbattersi da vicino in un cetaceo così grande. Neppure - come confermatomi da addetti del settore - a bordo delle motonavi che  fanno servizio di whale-watching.



sabato 12 marzo 2011

Incontri

Non vado a corredare le righe che seguono con fotografie che possano avere attinenza con le bellezze turistiche delle mie parti, anche per non essere monotono, ma metto solo qualche immagine di tipo più ordinario, comunque abbastanza pertinenti il discorso. Anche se la tentazione di ripensarci mi verrebbe, dopo che proprio l'altro giorno mi si é rallegrato il cuore vedendo casualmente quanti bei giovani (presumo studenti) uscissero dall'area del Teatro Romano in zona Nervia di Ventimiglia (IM).

Mentre preparavo un post, mi raggiungeva sul portatile una chiamata di D., con cui sono sì in contatto telefonico, ma che non vedevo da due anni, chiamata con la quale mi diceva di essere in zona per il disbrigo di affari urgenti. Ne conseguiva la possibilità di passare insieme un'oretta di amabile discussione con la conseguenza pressoché inevitabile di rivisitare tante situazioni curiose indotte da pregresse esperienze comuni fatte in Riviera, in Costa Azzurra, in Val Roia. Mi stanno ora pervenendo da lui, man mano che le recupera dal suo archivio, immagini di quelle esperienze, perché le mie le avevo massacrate, mentre é grande in me la tentazione di riesumare alcune di quelle storie. Faccio, intanto, grazia di immancabili foto ricordo scattate nell'occasione e della strana malia che prende tanti abitanti di Milano, come lui, ma anche occasionali visitatori come il sottoscritto, per cui si gira nel capoluogo lombardo come turisti per caso alla ricerca degli immancabili angoli reconditi ed inusuali.

M., invece, incontrato in modo inatteso, mi ridimensiona un po' la portata di certe vicende di pescatori, cui ho già accennato altra volta, ma mi lascia invero qualche dubbio, non solo perché sostiene di essere stato assente nelle occasioni in cui si tramandavano quelle storie, ma soprattutto perchè mi dice che, terminata la raccolta della mimosa, adesso é per lui, insieme ad altri, stagione di pesca al pescespada, il che non é esattamente passatempo per principianti. L'invito a partecipare intanto l'ho declinato, mentre spero di mantenere la promessa (ne faccio tante di questo genere da quando ho buon tempo!) di andarlo presto a trovare.

Parlando di pesca, invece, l'altra mattina S. mi raccontava che il giorno prima sulla battigia della spiaggia davanti al capanno di Vallecrosia (IM), pure da lui condiviso, il suo amico arrivando vedeva, incredulo, un bel tonnetto agitarsi a vuoto: il tempo di decidersi se bagnarsi o meno prima di tentare di prenderlo ed un'onda si riportava in acqua quell'incauto cacciatore di minuscole prede, che non aveva calcolato la portata degli scherzi che onde anche non molto grandi possono combinare ad abitanti del mare non certo dei più piccoli.

E., mentre volge al termine una nostra bella chiaccherata, fa scivolare nel discorso un significativo riferimento alla dimensione umana e professionale di un medico a suo tempo molto noto nella nostra zona, figura degna ed insigne della Resistenza e della Ricostruzione. E non solo. Incuriosito, approfondisco in famiglia per venire a sapere del modo pittoresco con cui, svegliato in piena notte, quel medico mandò mio padre da Nervia di Ventimiglia (IM) a Bordighera (IM) piuttosto alla ricerca, anch'essa alquanto bizzarra, della levatrice per l'assistenza alla nascita del primogenito, cioé del sottoscritto, perché tanto la madre ad una recente visita l'aveva già trovata ben sana.


Di quel medico ha tracciato, invero, un preciso e pregnante ritratto l'amico Carlo nel suo recente libro, da cui io ho già tratto due episodi dei tempi dell'ultima guerra, che mi sono sembrati importanti. Carlo lo vedo abbastanza spesso, ma non gli avevo chiesto il permesso per quella mia operazione. Del resto, quando l'ho finalmente informato, mi ha risposto con l'immancabile, da me già immaginata, figurativa scrollata di spalle. Solo che, volendogli almeno fornire un estratto di quanto da me scritto, dimentico di averne già una copia in tasca, rimasi inteso di farglielo avere tramite una comune conoscenza, perché lui abita in una zona non servita da Internet. Il fatto è che, rivedendoci in  una recente degna occasione in cui Carlo dispiegava il suo impegno (uno dei tanti che ha!) di dirigente dell'A.N.P.I., l'intermediario (anche lui rappresentante dei partigiani) si scusava con me di non avere fatto la commissione, mentre lui non si ricordava neppure più della vicenda. La mia speranza è che adesso non ci si perda di vista per il promesso giro da fare assieme per la ricerca di certe vecchie fotografie e di certi vecchi documenti.


venerdì 4 marzo 2011

Storie nostrane

Camporosso (IM): Frantoio dello Sfrollo

Dalle mie parti, da Bordighera (IM) al confine, compreso l'entroterra, vale a dire in questa zona, detta Intemelia in onore di un'antica tribù dei Liguri, la Storia non é passata certo leggera, forse per la lunghissima funzione di limite politico-amministrativo, risalente di sicuro all'età romana. Tanti autori ne hanno parlato, tante persone oggi ne scrivono, sul posto, con affetto e competenza affidandosi a diversi mezzi di comunicazione. Ed anche l'arte figurativa, la letteratura e la poesia hanno trovato qui  feconda ispirazione, soprattutto per il paesaggio. Sempre più mi appassiona la materia e sempre più penso che sia interessante farne talora almeno qualche accenno, anche nella consapevolezza che qualcosa di analogo sussiste indubbiamente in tante altre situazioni geografiche del nostro Bel Paese, apparentemente trascurate dai Grandi Annali.
Charles Garnier: Bordighera (IM), Chiesa di Terrasanta, part.

Alpi Marittime francesi, Valle delle Meraviglie, part. (Foto di Alfredo Moreschi di Sanremo)
Un grande evento, abbastanza noto, fu il turismo d'elite inglese dell'800 che ha fatto conoscere le due Riviere (compresa quella nizzarda) un po' ovunque, creando altresì in loco fattori di intensa vita culturale: basti rammentare che la scoperta e la prima valorizzazione delle testimonianze preistoriche della Valle delle Meraviglie venne effettuata da un figlio di Albione, che aveva base all'epoca a Bordighera, e, tra gli artisti che allora da noi trovarono ispirazione o, comunque, lasciarono decisi segni, almeno Claude Monet e Charles Garnier.
Ventimiglia (IM) - la medievale Porta Canarda (Foto di Alfredo Moreschi di Sanremo)
Rivado, invero, con il pensiero allo stupore giovanile di quando rinvenivo nei libri di testo, in anticipo sulle lezioni, tracce locali in grandi autori, da Tacito che in "Vita di Agricola" attesta in territorio ventimigliese la morte della madre del condottiero ad opera degli scherani di Otone, a Dante con il suo ricorso al paragone della costa scoscesa tra Lerici e Turbia (l'attuale La Turbie davanti agli occhi qui da noi ogni giorno se solo si alza lo sguardo), a Foscolo che nell'"Ortis" compie una descrizione veritiera, ancorché romantica della Val Roja.
Sanremo tanti tanti anni fa (Archivio di Giulio Rigotti di Bordighera)
Ma già mi attraggono, con alquanto spudorato ardire, altre vicende ed altre situazioni, che conosco meno bene, localizzate nel resto della provincia di Imperia. E mi viene da rendere un informale omaggio ad Italo Calvino, altresì cantore di una Sanremo che fu, perché da giorni in costanza di conversazioni  e letture mi tornano alla mente vive testimonianze, che lo riguardano, ascoltate molto tempo fa da suoi compagni d'arme della Resistenza.



lunedì 28 febbraio 2011

Scrivere: qualche citazione

Trascrivo qui di seguito alcune belle frasi, rinvenute proprio in questi giorni sul Web. Forse nel significato c'é tra di loro una sottile dialettica, forse no. Di sicuro mi paiono incisive...

“[parlo] di quelle prime ore mattutine in cui tutti dormono, tranne i pescatori che prendono il largo; delle cicogne di cui tutta la città si accorge verso l’autunno, mentre passano sopra il Bosforo e le isole, in arrivo dai Balcani e dall’Europa per andare a sud…”
Orhan Pamuk

“Come ha detto qualcuno, le storie capitano solo a chi le sa raccontare.
Analogamente, forse, le esperienze si presentano solo a chi è capace di viverle.
Ma questo è un punto controverso, non ne sono sicuro.”
Paul Auster - Trilogia di New York

"Se hai una storia, non è difficile raccontarla."
Ernest Hemingway

“Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto.”
Italo Calvino

"La felicità dello scrittore è il pensiero che riesce a diventare completamente sentimento, è il sentimento che riesce a diventare completamente pensiero."
Thomas Mann

“E’ l’ignoto che abbiamo dentro: scrivere vuol dire questo. E’ questo o niente. La scrittura è l’ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere. Se si sapesse qualcosa di quello che si scriverà, prima di farlo, prima di scrivere, non si scriverebbe. Sarebbe inutile.”
Flannery O’Connor

martedì 22 febbraio 2011

Continua ...


Sì, molte cose che vado a raccontare mi stanno proprio capitando sulla passeggiata a mare di  Bordighera di cui ho parlato l'ultima volta, che darò d'ora innanzi spesso per scenografia scontata, ma di cui non avevo fornito la visuale lato Ventimiglia/Francia. Sopperisco subito con una fotografia "vintage", la cui presa di possesso chiarisco tra breve, e l'accompagno con un'altra, indubbiamente ... più recente, ma di modesta fattura tecnica, proveniente com'é dalla ... mia produzione.

Il fatto é che, viste su Facebook le fotografie dei pescatori locali risalenti al 1880 di cui ho già qui dato notizia, un amico si é subito premurato di dirmi che mi avrebbe mandato una serie di immagini anch'esse storiche, con annessa licenza di ampia pubblicazione. E così é subito stato.

Si era intanto convenuto che quelle fotografie di pescatori sono più uniche che rare.
Ventimiglia, Marina  San Giuseppe negli anni '20
Discorrendone qualche giorno dopo con un altro amico, ne ricevevo il caldo invito a pubblicare subito anche queste ultime, accompagnato dalle scherzosa considerazione che doveva essere un ventimigliese (il sottoscritto é pur sempre in ambito "bordigotto" considerato tale!) a svolgere un po' di spicciola divulgazione storica locale. Sorvolo su fugaci incontri, che hanno anche interrotto salutari corsette, e su scambi di email con corrispondenti lontani, relativi sempre all'argomento, per sottolineare che casualmente su quella passeggiata mi sono infine trovato a discorrere un'altra volta con il fotografo all'origine di tutta questa vicenda, che non abita esattamente dalle nostre parti, ma che, dopo avermi promesso altre immagini, mi ha finalmente concesso di citare il suo studio professionale: cosa che farò su qualche socialnetwork, a questo punto.
Ventimiglia, scorcio d'epoca dei Giardini Hanbury





Insomma, sempre più mi accorgo che mi intriga parlare di fatti curiosi e di persone simpatiche, quali tante si trovano ancora, e, certo, se possibile, anche di uomini dal vissuto significativo: a questo mi hanno portato e mi portano, credo, memorie passate e presenti attenzioni.

D'altronde, non si era proprio qui convenuto qualche tempo fa che scrivere (anche senza tante pretese) é già di per sé bello?
Una Bordighera d'antan ripresa da una collina della vicina Vallecrosia



venerdì 18 febbraio 2011

Passeggiando lungo il mare

Passeggiando lungo il mare, mi guardo ben bene intorno, ma incontro anche diverse persone con cui scambiare le tradizionali quattro parole. Il panorama verso la parte di confine di Ventimiglia e la Costa Azzurra é notevole ed invero anche in tutt'altra direzione le colline e le montagne, così come dal basso - non certo a dimensione intera - possono essere scorte,  conservano un certo loro fascino. Il tutto rappresenta un po' i miei luoghi, che cerco di vivere scevro da enfasi particolare, pur sapendo che molti artisti, grandi o minori non importa, li hanno a più riprese immortalati. Del resto, una volta di più mi viene da ripetere che ogni posto, se osservato attentamente, può suscitare trasporto verso la storia e la cultura.

Con buona visibilità, non però quella degli ultimi giorni, forieri di una pioggia poi infine arrivata, si possono infatti intravvedere alte cime delle Alpi Marittime che scorrono in lontananza. Il nuovo raccordo di pista pedonale tra Bordighera e, ad ovest, Vallecrosia, offre la possibilità di nuovi, ancorché striminziti scorci, a chi, come il sottoscritto, in oggi preferisce non staccarsi troppo da dove battono le onde.
La nuova passeggiata a mare Bordighera-Vallecrosia

La nuova strada (non ancora ben nota e, per una curiosa coincidenza, proprio l'altra sera ho salutato per telefono un vecchio "commilitone" di Ventimiglia dei tempi della vendemmia in Francia, in quel momento in visita ad un comune amico di Parma, dandogli nell'occasione ragguagli in merito) induce invero nuovi visitatori da tutta la zona, compresi gli abitanti di Bordighera, che hanno da tempo ed in genere ampiamente trascurato la loro vecchia bella passeggiata, quasi riservandola a quel certo congruo numero di turisti, i "foresti", per lo più pensionati, normalmente registrabile tutto l'anno. Di qui la possibilità, specie di domenica, di tanti scambi, non solo di saluti, ma anche di racconti che, inevitabilmente, traggono spunto e dal mare e dal panorama.

Mi risulta, poi, più congeniale seguire questo nuovo tragitto per sbrigare, se così si può dire, faccende di vario tipo. Ad esempio passare a salutare nel vicino comune amici nel circolo dove giocano a carte, prestazione cui da tempo mi sottraggo, perché pur amando lo scopone, la mia inveterata distrazione mi dissuade dal portare a sconfitta certa persone a me care o simpatiche. Ma può capitare che, di affabulazione in affabulazione, faccia perdere a qualcuno il turno al tavolo o ad altri di ritardarne il preventivato ritorno a casa.

Mentre me ne guadagno, io indigeno con abitudini pervicacemente da cittadino, tra le altre, nuove informazioni su quel paesaggio collinare e montuoso che mi sono riguardato colà pervenendo, ivi comprese nuove tacite indicazioni su limitrofi, ma impervi punti panoramici, che so già difficilmente andrò a salire.

O ne riporto altre notizie, che mi confermano quanto già sentito putacaso da altro conoscente proprio deambulando su quel pezzo di litoranea, circa i danni che la proliferazione dei cinghiali provoca nel nostro immediato entroterra, anche con la devastazione di vigne del pregiato vino Rossese e con il crollo di tanti secolari muri a secco, che forse nessuno é più in grado di ricostruire.

Ed ora, passeggiando comodamente lungo il mare, in poco più di mezz'ora mi ritrovo da casa alla  foce del torrente Nervia, confine orientale di Ventimiglia, ma soprattutto in quel punto oasi naturale che merita ben altra penna della mia per una degna descrizione. Nella zona circostante il sottoscritto, ed ancor più la famiglia, ha abitato a lungo, ma, fattore ancora più importante, si sono svolte vicende di rilievo storico, di cui la più nota, ma non l'unica, é attestata dagli scavi archeologici e dal teatro della Ventimiglia (IM) di epoca romana.

Foce del torrente Nervia


lunedì 7 febbraio 2011

Parlando con un amico


Qualche giorno fa, assistendo ad un'interessante conferenza pubblica in cui era relatore, ho incontrato dopo qualche mese un caro amico, ben più anziano (spero non me ne vorrà!) di me, con il quale ho avuto modo di conversare prima e dopo quell'appuntamento. Già avevo minacciato scherzosamente di fare riferimento a lui in qualche mio post, dato che nell'attesa dell'inizio dell'evento mi aveva tirato in ballo di fronte ad altri amici e conoscenti per via delle coloriture umoristiche con cui andavamo non molti anni fa a dipingere, ormai stanchi, nei viaggi di ritorno certi personaggi e certe situazioni visti per motivi professionali in Costa Azzurra. Ma forse subito non aveva afferrato il senso della mia battuta, tanto da rimanere dopo stupito a fronte di qualche accenno alle mie attuali incursioni su Internet, probabilmente perché si ricordava di un mio uso del Web solo per lavoro, che tra l'altro l'aveva trascinato ad una collaborazione attiva per molte operazioni.

Senonché mi è arrivata abbastanza presto via email da parte sua una discreta mole di documentazione, di cui, la parte più significativa consiste senza dubbio nelle fotografie di pescatori in Arziglia di Bordighera, ritratti nel 1880 dal grande fotografo Alfred Noack, il cui archivio era andato distrutto in un incendio poco tempo dopo la medesima ripresa: in questa occasione, avendone l'autorizzazione, ne pubblico due.

Con l'abbinamento oggettivo di considerazioni, che già gli conoscevo, da lui esposte in pubblico quel giorno sul valore della conservazione di testimonianze locali, con il tacito invito a far conoscere altro materiale da lui indicato ed anche fornito, quale la traduzione di rare pubblicazioni inglesi di fine '800 riguardanti la botanica delle due Riviere, le stimolazioni  a scrivere qualcosa su questa nostra zona di frontiera non mi possono certo venire meno, a fronte altresì del fatto che non passa giorno, potrei dire, in cui  non venga ad apprendere qualcosa di vicende, di curiosità, anche di aspetti geografici, tutti a mio parere significativi. Come se da queste parti liguri ci fosse una miniera non ancora completamente scavata dai tanti pur autorevoli autori, non ultimi alcuni egregi blogger. Ed io, incauto, mi ci avvio sempre più dentro.

Il mio amico, che pur cura ancora diversi siti a forte impronta culturale, ha colto oggi l'occasione di una email, dovuta a motivi tecnici, per sottolineare l'importanza della discussione viva con le persone come fattore prioritario, trovando oggettivamente in me una porta aperta. E' un aspetto, quest'ultimo, che merita altre considerazioni. Che cercherò altre volte di svolgere. Di sicuro, forse in conseguenza di pregresse esperienze sul campo, non amo molto parlare di politica, anche in senso largo, se non in un rapporto diretto con gli interlocutori, pensando oltrettutto che dovrebbero esserne protagonisti donne e uomini più giovani di me.
Ventimiglia, zona di Grimaldi

Panorama da Colle Melosa, Pigna (IM)