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domenica 3 aprile 2011

In collina


Era un po' che dovevo andare a trovare questo amico di vecchia data, che ora abita quasi nel bosco. Già salendo mi sono rifatto gli occhi ...


Una volta arrivato lo spettacolo della natura l'ho visto anche in questo modo.


Mentre si parlava, lentamente saliva la nebbia. O  quello che era.


Sarà che di tardo pomeriggio non é usuale salire in collina, ma non mi era mai capitato di vedere da altezza così media una tale leggera cortina avvolgere la nostra zona e la Costa Azzurra. Per B. E. e per la sua gentile consorte, che vi abitano, il fenomeno é proprio di questo periodo, invero.



Per emozione e/o insipienza mi sono lasciato scappare inquadrature ancora più significative. Ma l'emozione era anche per le tante belle storie che ci siamo raccontati. Sulle une e sulle altre avrò, però, occasione di tornare, credo.


Già, il bosco é proprio lì.


Sì, ero nel territorio di Seborga (IM). Se si vuole in quello... dell'omonimo Principato.


lunedì 28 marzo 2011

Varie

Realdo (IM) - Foto Moreschi
Questo post risente di un certo spirito giocherellone che un po' rimane a frequentare anche brevemente certi socialnetwork, dove il perdere tempo può venire definito pittorescamente in tutt'altro modo. Volevo titolarlo ghostwriters, perché tra fotografie e spunti e licenze di varie copiature che mi arrivano potrei vivere di rendita campando sulle spalle di altri.
La Corsica all'alba, ripresa dalla collina di Montenero di Bordighera - Foto di Giulio Rigotti
Prima di andare oltre, devo specificare nell'ordine che una volta di più in questa occasione pubblico scatti di amici, che non é facile fotografare la Corsica, che dalle mie parti si discetta di continuo se si vede (di solito all'alba, come nell'immagine qui sopra) sul serio l'isola o un suo riflesso, che, comunque, la stagione per vederla al meglio, fatte debite eccezioni, é appena passata.
Panorama ripreso da Monte Bignone, Sanremo (IM)
La fotografia messa qui sopra me l'ha fornita un amico giornalista, che vuole rimanere anonimo e che di sicuro farà un salto sulla sedia se legge come vado a proseguire il discorso. Anche se risparmio tutti i ragionamenti compiuti in ristretta cerchia su cosa si veda o su cosa non si veda all'estremo orizzonte di tale frutto della sua fatica.

E' che oggi ho visto, anche su dei blog, anzi, forse solo su dei blog, se non divampare una polemica, certo una qualche discussione sullo stato di salute dei blog in Italia, che sarebbero stati superati come interesse, non solo di pubblico, da strumenti quali Twitter e Facebook. Anche con tanta ironia. Non riporto i titoli accattivanti che ho letto per evitare sin troppo facili gigionerie.

Ma, ironia del caso, ho anche leggiucchiato quello che nella mia impudenza posso definire un manuale del bravo blogger.

Ora, io stavo già meditando di fare, in quanto blogger, qualche ammenda con i miei lettori, ma, se dovessi seguire quella specie di protocollo solo a metà, sarei già squalificato in partenza.

Insomma, qualche scusa pubblica per certe mie approssimazioni, per non dire altro, prima o poi le farò. Per favore, però, con calma!



domenica 27 marzo 2011

Treni!


Ho sempre avuto, forse perché appartengo ad una famiglia di ferrovieri, un rapporto particolare, ancorché discontinuo, con i treni.

E da anni mi è capitato in buona sorte di abitare vista mare, passeggiata, Costa Azzurra (dall'altra parte!), strada ferrata, stazione e ... altro ancora.

Per dire, proprio poco fa ho visto transitare il trenino a trazione diesel (alla faccia dell'ecologia, insomma!) che via tunnel del Col di Tenda e Ventimiglia prosegue sino a Taggia, passando per Vallecrosia, Bordighera e Sanremo. Quello di cui per il passaggio in Val Roja ha parlato Rumiz in un suo bel viaggio-reportage di qualche anno fa.
La stazione di Sanremo, settembre 1956
Su quel trenino, quando facevo il pendolare ancorché di breve tragitto, ero infine, dai tempi in cui da bambino mi era già capitato, tornato a fianco di un macchinista per guardarmi con angolo visuale diverso i pochi scorci panoramici che rimangono dopo l'avvenuto spostamento a monte della ferrovia tra San Lorenzo al Mare ed Ospedaletti: il tutto ha consentito la realizzazione di una bella pista ciclo-pedonale di circa ventiquattro chilometri, dalla manutenzione un po' trascurata, anche perché non facile.

Ma chi, viaggiando su un particolare mezzo adibito solo a quello che oggi chiamano Regionale, ha l'accortezza di prendere posto sulla prima carrozza, potrebbe avere l'occasione di buttare un po' l'occhio, se la porta di comunicazione con la cabina è rimasta aperta, sulla diversa prospettiva dei ferrovieri...



mercoledì 23 marzo 2011

Dalla Sardegna con simpatia

Con Roland, ormai adottato dalla Sardegna, dovevamo vederci quando, tra Natale e Capodanno scorsi,  venne in Riviera, ma la cosa non si fece per un mio improvviso impegno.
Maschere realizzate da Angelo Denti di Otzana, amico di Roland
Ieri con un messaggio gli ho chiesto se potevo mettere la sua fotografia in un album un po' goliardico che ho approntato su Facebook.


Mi ha risposto di disporre come volevo delle sue immagini. Come si vede ne sto subito approfittando.
Alghero,  Porto
Pensare che ci siamo ritrovati dopo anni via Facebook.
S. Maria di Tergu (SS)
Il bello é che così mi sono accorto che ha anche delle fotografie della Francia, sua terra natale, in particolare di Marsiglia, città che mi fa sempre venire in mente delle storie da raccontare. Povero Roland, quanto abuserò delle sue fatiche!
Pozzo Sacro di Santa Cristina (OR)

Con Roland a fine anno eravamo rimasti d'accordo che ci saremmo finalmente salutati di persona la prima volta di un suo ritorno dalle mie parti.
Sassari, Cattedrale di San Nicola
L'occasione dovrebbe essere prossima per via di un suo impegno primaverile a Montecarlo. Spero di non avere altri inconvenienti. Oltrettutto potrei trovare migliori spunti  per illustrare meglio le cose interessanti che fa Roland.



lunedì 21 marzo 2011

Scorci dal mare



C'ho pensato un po', ma alla fine non ho resistito alla tentazione di pubblicare ancora qualche fotografia, scelta tra quelle che mi inviano in questo periodo amici e conoscenti. In questo caso,  le ho selezionate come per fare una carrellata, non completa, di Ventimiglia da est ad ovest.

Rimane intatto, credo, l'aspetto curioso e simpatico di una divulgazione tra persone del posto di immagini, divulgazione che mi trova coinvolto e che é un po' cresciuta a cascata.

E mi sono state promesse altre fotografie.

Il fatto é che sarebbe un peccato a questo punto se non tentassi almeno in parte di tradurle in altre storie da raccontare.

Foto: Marcello Pignone di Ventimiglia (IM)

Quest'ultima immagine coglie, invece, la coda di un capodoglio al largo della spiaggia, ad un di presso, delle Calandre di Ventimiglia. Credo si tratti di un evento più unico che raro, perché anche se la zona é situata al margine, più o meno, nord-occidentale del santuario dei cetacei del Tirreno, non é così facile imbattersi da vicino in un cetaceo così grande. Neppure - come confermatomi da addetti del settore - a bordo delle motonavi che  fanno servizio di whale-watching.



sabato 12 marzo 2011

Incontri

Non vado a corredare le righe che seguono con fotografie che possano avere attinenza con le bellezze turistiche delle mie parti, anche per non essere monotono, ma metto solo qualche immagine di tipo più ordinario, comunque abbastanza pertinenti il discorso. Anche se la tentazione di ripensarci mi verrebbe, dopo che proprio l'altro giorno mi si é rallegrato il cuore vedendo casualmente quanti bei giovani (presumo studenti) uscissero dall'area del Teatro Romano in zona Nervia di Ventimiglia (IM).

Mentre preparavo un post, mi raggiungeva sul portatile una chiamata di D., con cui sono sì in contatto telefonico, ma che non vedevo da due anni, chiamata con la quale mi diceva di essere in zona per il disbrigo di affari urgenti. Ne conseguiva la possibilità di passare insieme un'oretta di amabile discussione con la conseguenza pressoché inevitabile di rivisitare tante situazioni curiose indotte da pregresse esperienze comuni fatte in Riviera, in Costa Azzurra, in Val Roia. Mi stanno ora pervenendo da lui, man mano che le recupera dal suo archivio, immagini di quelle esperienze, perché le mie le avevo massacrate, mentre é grande in me la tentazione di riesumare alcune di quelle storie. Faccio, intanto, grazia di immancabili foto ricordo scattate nell'occasione e della strana malia che prende tanti abitanti di Milano, come lui, ma anche occasionali visitatori come il sottoscritto, per cui si gira nel capoluogo lombardo come turisti per caso alla ricerca degli immancabili angoli reconditi ed inusuali.

M., invece, incontrato in modo inatteso, mi ridimensiona un po' la portata di certe vicende di pescatori, cui ho già accennato altra volta, ma mi lascia invero qualche dubbio, non solo perché sostiene di essere stato assente nelle occasioni in cui si tramandavano quelle storie, ma soprattutto perchè mi dice che, terminata la raccolta della mimosa, adesso é per lui, insieme ad altri, stagione di pesca al pescespada, il che non é esattamente passatempo per principianti. L'invito a partecipare intanto l'ho declinato, mentre spero di mantenere la promessa (ne faccio tante di questo genere da quando ho buon tempo!) di andarlo presto a trovare.

Parlando di pesca, invece, l'altra mattina S. mi raccontava che il giorno prima sulla battigia della spiaggia davanti al capanno di Vallecrosia (IM), pure da lui condiviso, il suo amico arrivando vedeva, incredulo, un bel tonnetto agitarsi a vuoto: il tempo di decidersi se bagnarsi o meno prima di tentare di prenderlo ed un'onda si riportava in acqua quell'incauto cacciatore di minuscole prede, che non aveva calcolato la portata degli scherzi che onde anche non molto grandi possono combinare ad abitanti del mare non certo dei più piccoli.

E., mentre volge al termine una nostra bella chiaccherata, fa scivolare nel discorso un significativo riferimento alla dimensione umana e professionale di un medico a suo tempo molto noto nella nostra zona, figura degna ed insigne della Resistenza e della Ricostruzione. E non solo. Incuriosito, approfondisco in famiglia per venire a sapere del modo pittoresco con cui, svegliato in piena notte, quel medico mandò mio padre da Nervia di Ventimiglia (IM) a Bordighera (IM) piuttosto alla ricerca, anch'essa alquanto bizzarra, della levatrice per l'assistenza alla nascita del primogenito, cioé del sottoscritto, perché tanto la madre ad una recente visita l'aveva già trovata ben sana.


Di quel medico ha tracciato, invero, un preciso e pregnante ritratto l'amico Carlo nel suo recente libro, da cui io ho già tratto due episodi dei tempi dell'ultima guerra, che mi sono sembrati importanti. Carlo lo vedo abbastanza spesso, ma non gli avevo chiesto il permesso per quella mia operazione. Del resto, quando l'ho finalmente informato, mi ha risposto con l'immancabile, da me già immaginata, figurativa scrollata di spalle. Solo che, volendogli almeno fornire un estratto di quanto da me scritto, dimentico di averne già una copia in tasca, rimasi inteso di farglielo avere tramite una comune conoscenza, perché lui abita in una zona non servita da Internet. Il fatto è che, rivedendoci in  una recente degna occasione in cui Carlo dispiegava il suo impegno (uno dei tanti che ha!) di dirigente dell'A.N.P.I., l'intermediario (anche lui rappresentante dei partigiani) si scusava con me di non avere fatto la commissione, mentre lui non si ricordava neppure più della vicenda. La mia speranza è che adesso non ci si perda di vista per il promesso giro da fare assieme per la ricerca di certe vecchie fotografie e di certi vecchi documenti.


venerdì 4 marzo 2011

Storie nostrane

Camporosso (IM): Frantoio dello Sfrollo

Dalle mie parti, da Bordighera (IM) al confine, compreso l'entroterra, vale a dire in questa zona, detta Intemelia in onore di un'antica tribù dei Liguri, la Storia non é passata certo leggera, forse per la lunghissima funzione di limite politico-amministrativo, risalente di sicuro all'età romana. Tanti autori ne hanno parlato, tante persone oggi ne scrivono, sul posto, con affetto e competenza affidandosi a diversi mezzi di comunicazione. Ed anche l'arte figurativa, la letteratura e la poesia hanno trovato qui  feconda ispirazione, soprattutto per il paesaggio. Sempre più mi appassiona la materia e sempre più penso che sia interessante farne talora almeno qualche accenno, anche nella consapevolezza che qualcosa di analogo sussiste indubbiamente in tante altre situazioni geografiche del nostro Bel Paese, apparentemente trascurate dai Grandi Annali.
Charles Garnier: Bordighera (IM), Chiesa di Terrasanta, part.

Alpi Marittime francesi, Valle delle Meraviglie, part. (Foto di Alfredo Moreschi di Sanremo)
Un grande evento, abbastanza noto, fu il turismo d'elite inglese dell'800 che ha fatto conoscere le due Riviere (compresa quella nizzarda) un po' ovunque, creando altresì in loco fattori di intensa vita culturale: basti rammentare che la scoperta e la prima valorizzazione delle testimonianze preistoriche della Valle delle Meraviglie venne effettuata da un figlio di Albione, che aveva base all'epoca a Bordighera, e, tra gli artisti che allora da noi trovarono ispirazione o, comunque, lasciarono decisi segni, almeno Claude Monet e Charles Garnier.
Ventimiglia (IM) - la medievale Porta Canarda (Foto di Alfredo Moreschi di Sanremo)
Rivado, invero, con il pensiero allo stupore giovanile di quando rinvenivo nei libri di testo, in anticipo sulle lezioni, tracce locali in grandi autori, da Tacito che in "Vita di Agricola" attesta in territorio ventimigliese la morte della madre del condottiero ad opera degli scherani di Otone, a Dante con il suo ricorso al paragone della costa scoscesa tra Lerici e Turbia (l'attuale La Turbie davanti agli occhi qui da noi ogni giorno se solo si alza lo sguardo), a Foscolo che nell'"Ortis" compie una descrizione veritiera, ancorché romantica della Val Roja.
Sanremo tanti tanti anni fa (Archivio di Giulio Rigotti di Bordighera)
Ma già mi attraggono, con alquanto spudorato ardire, altre vicende ed altre situazioni, che conosco meno bene, localizzate nel resto della provincia di Imperia. E mi viene da rendere un informale omaggio ad Italo Calvino, altresì cantore di una Sanremo che fu, perché da giorni in costanza di conversazioni  e letture mi tornano alla mente vive testimonianze, che lo riguardano, ascoltate molto tempo fa da suoi compagni d'arme della Resistenza.