Monumento di Cabeza de Vaca a Houston |
Già il nome, Cabeza de Vaca (1507-1559), é tutto un programma. E proprio a questo personaggio dovevano capitare in sorte avventure straordinarie.
Vittima di un naufragio più o meno all'altezza dell'attuale Florida, impiegò otto anni, dal 1528 al 1536, di volta in volta incontrando in un turbine di varie vicende altri dispersi o altri conquistadores, prima di riuscire a mettere piede a Città del Messico.
Mi sono imbattuto in Álvar Núñez, come si chiamava al secolo, leggendo un relativamente vecchio romanzo storico, dedicato - va da sè - al Texas. Qualche tempo fa ho poi rinvenuto una recensione su un libro dedicato all'argomento.
Fu il primo europeo ad incontrare nativi indiani dislocati lungo il tragitto delle sue peripezie. Già dall'inciso dedicatogli da quell'opera che ho citato poc'anzi emerge un'implicita presa d'atto dell'umanità e della curiosità di tante popolazioni che aiutarono il nostro eroe. Cabeza, in una sua relazione alla casa Reale Spagnola, la quale - in tutta coerenza con la ferocia praticata nelle Americhe - non ne tenne conto, suggerì velatamente rispetto per gli indigeni.
Ma questi ultimi aspetti li ho scoperti sul Web, sul quale ho anche appreso che in Messico hanno realizzato un film sul suo "periplo". E tante altre notizie.
Targa commemorativa dedicata a Cabeza de Vaca per la scoperta delle cascate del fiume Iguazú |
Anche nelle sue successive spedizioni fu coerente con i suoi assunti umanitari. Imprigionato una prima volta per le sue proteste contro lo schiavismo praticato dai suoi connazionali, dal Paraguay venne infine fatto ritornare in Spagna, per vedersi (nel 1545) assegnato ad un esilio di otto anni in Algeria. Potè morire nella sua terra natale. Mi sono reso conto che nei territori dove é passato oggi però esiste giusta memoria delle sue azioni.
Cabeza de Vaca é il titolo che meritò un suo antenato, Pedro de Vera, che utilizzò il teschio di una mucca per segnalare un passaggio alle truppe spagnole nella guerra contro i Mori.
Interessante. Imparo sempre qualcosa da te. :-)))))))))))). Sile
RispondiEliminaNon sapevo nulla di Cabeza de Vaca: un personaggio da approfondire.Andrò a novembre in Argentina proprio alle cascate dell' Iguazù e ne seguirò le tracce.Grazie , come sempre, Adriano, sei prezioso di informazioni e di curiosità
RispondiEliminaCaro Adriano, i tuoi post sono sempre molto interessanti, questo Cabeza de Vaca non sapevo che fosse esistito, vedi quanto fortunato a essere tuo amico e seguire nei tuoi post posso ancora tanto da imparare.
RispondiEliminaBuona serata.
Tomaso
un po' di conoscenza per la nostra cabeza
RispondiEliminagrazie
Come insegnante, non sei niente male Adriano...anzi...
RispondiEliminaciao..grazie per questi bel racconto storico..davvero interessante....ciao...luigina
RispondiEliminaCabeza de Vaca è un soprannome che non mi suona nuovo nelle orecchie ma se ti dovessi spiegare il perché non te lo saprei dire.
RispondiEliminaQuello che a me sembra di capire leggendo il tuo interessante post è che deve essere stato una specie di Robinson Crusoe e un esploratore di quei tempi.
Comunque un bel personaggio, non c'è che dire.
Storia affascinante!!Un caro saluto e buon fine settimana.
RispondiEliminaGrazie Adriano, ammetto che fino a pochi secondi fa non sapevo chi fosse Cabeza de Vaca e soprattutto che ci fosse stato almeno un europeo capace di vedere i nativi come esseri umani e non come merce da schiacciare, scacciare o uccidere...
RispondiEliminaBuona giornata!
Uao! Che storia interessante... Ma allora come si chiamava davvero, de Vera?
RispondiEliminaGrande perle di storia.Saluti a presto
RispondiEliminaSai che hai ragione: ce ne ha parlato la brava guida che aabbiamo avuto a Iguazù. Una mente "moderna" e una voce isolata in quel clima di supremazia "bianca".
RispondiEliminaBuona domenica Adriano.
Non lo conoscevo Adriano, ma dalla tua descrizione fu veramente una "mosca bianca", una persona che non ebbe niente da condividere con i metodi utilizzati dai "conquistadores" verso le popolazioni indigene di qui luoghi...
RispondiEliminaGrazie per questa proposta di cultura!
Un caro saluto, buona domenica.
I tuoi post sono sempre di grande interesse e grazie a te apprendo tante cose che mi erano ignote.
RispondiEliminaBuongiorno Adriano, bella storia davveero
RispondiEliminaCiao Adriano, da tempo conduco qualche ricerca (certo non al tuo livello) sui nativi americani, ma di questo personaggio non avevo mai sentito parlare. Un grande che ha saputo rispettare "i vinti".
RispondiEliminaGrazie di cuore!
Lara
Nemmeno io avevo mai sentito parlare di questo personaggio...un vero esempio di coraggio nel perseguire i propri ideali di rispetto e uguaglianza, pagandone di persona le conseguenze...un eroe!
RispondiEliminache bella storia, è una bella vicneda degna di nota, meriterebbe molto di più, perchè i spagnoli nei confronti delle popolazioni indigene furono molto crudeli
RispondiEliminache piglio che ha questo tipo, perlomeno così l'hanno ritratto
RispondiEliminaSono daccordo con zefirina, oggi sono in via di estinzione. Grazie sempre per la cultura e l'approfondimento.
RispondiEliminaPassano i secoli, e di persone come questo Álvar Núñez purtroppo c'è sempre tanto tanto bisogno.
RispondiEliminaGrazie Adriano che me lo hai fatto conoscere.
Stavo già urlando vendetta al dominatore occidentale! Grazie per le delucidazioni Andriano :)
RispondiEliminaNon lo conoscevo, Adriano! Molto interessante, grazie!
RispondiEliminaCabeza de Vaca non lo conoscevo. molto interessante questo post!
RispondiEliminahai fatto delle ottime ricerche.... è vissuto in un periodo storico particolarmente ricco di spunti e di anneddoti rilevanti
ho dimenticato di augurarti buon inizio settimana
RispondiElimina^_____________^
Interessantissimo! ;)
RispondiEliminaAltra pagina che non mi era nota e dire che "insediamenti dei popoli latino americani" non è materia che ignoro...grazie della bella pagina e il personaggio è positivissimo ;-))
RispondiEliminaBuona serata Adriano