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sabato 23 agosto 2025

Il battello francese ha urtato contro le rocce che si prolungano in mare da Capo Mortola

 




Viene proprio da affermare che per un lungo periodo, nel secondo dopoguerra, non avessero molta fortuna le imbarcazioni francesi che si fossero trovate a passare davanti al confine con la Liguria.
Si è qui già detto di almeno un affondamento davanti a Bordighera e di un arenamento di fine anni Ottanta contro un alta riva di Mortola di natanti transalpini.
Un articolo de "La Nuova Stampa" di giovedì 20 agosto 1953 ha tramandato a pagina 6 un singolare episodio con titolo "Un battello con 300 passeggeri s'incaglia davanti a Ventimiglia" e con catenaccio "Nessun danno alle persone. La nave liberata dopo lunghi sforzi".
Bisogna avviarsi subito nella lettura, però, per capire meglio quella pregressa situazione: "Mentre stava navigando lungo la costa diretto a Sanremo, il grosso battello a motore francese «Gallus I», che trisettimanalmente compie il percorso Nizza-Sanremo trasportando turisti, ha urtato contro le rocce che si prolungano in mare da Capo Mortola".
Balza subito agli occhi, in effetti, che la costa di Mortola non sia mai stata molto propizia agli accostamenti.
Il giornale, prima di addentrarsi nel resoconto dell'articolata sequela di soccorsi, fornisce almeno un'altra notizia di rilievo, quando rimarca che quel giorno a bordo c'erano oltre trecento persone, turisti che in tale veste e con tale mezzo solo con grandi sforzi di fantasia organizzativa e promozionale oggi si potrebbero assicurare alla Riviera dei Fiori.

Mentone vista da Ponte San Luigi

Nizza

Risultano anche un po' bizzarri altri dettagli riferiti in cronaca: il condizionale applicato alla probabile causa dell'incidente consistente in un avvicinamento a duecento metri dalla costa; i tentativi del comandante di procedere al disincaglio; l'arrivo da Mentone di panfili e di barche da pesca con cui, intanto, venivano trasbordati a terra i passeggeri, "mentre giungevano da Nizza, Monaco e Sanremo le vedette della dogana"; il timore di un colpo di vento che potesse far capovolgere il Gallus I; l'arrivo da Nizza, per concretare un organico disimpegno, dei battelli gemelli Gallus II e Gallus II; il fallimento di questa operazione, ma, infine, "solo stasera verso le 19 un grosso rimorchiatore partito da Savona, aiutato da un rimorchiatore minore sopraggiunto dalla Francia, è finalmente riuscito a disincagliare il Gallus I, che è stato ricondotto a Nizza [...] Una simile avventura era toccata in tempo di guerra a un bastimento tedesco, che non potè essere riportato in rotta e fu fatto saltare dalla marina da guerra germanica" (e quest'ultima parte sembra proprio presa da una tipica storia di Arturo Viale).





Quella di Capo Mortola è una zona marina con diversi aspetti di pregio e con qualche vincolo non ben precisato, se al profano sembra strano che tanti natanti, tutti di sicuro più fortunati e più attrezzati in senso moderno del Gallus I, abbiano per lungo tempo gettato le ancore o si siano ormeggiati a boe in quelle acque.

Ventimiglia (IM): Villa Hanbury

Pare, tuttavia, che l'area di tutela ai sensi della Legge Regionale 31/2000, che fa esplicito riferimento ai Giardini Hanbury, superba cornice del tratto di mare qui individuato, abbia finalmente trovato un rigoso regolamento attuativo, inteso a proteggere soprattutto la prateria di Posidonia oceanica. Tra i documenti significativi che si sono occupati di Capo Mortola si può, inoltre, menzionare "Biostratigrafia a macroforaminiferi della sezione stratigrafica di Capo Mortola (IM)", tesi di laurea magistrale (Università degli Studi di Genova) del 2022 di Simone Crobu.
 





E pensare che tra bagnanti, visitatori, persone che amano passeggiare, l'usanza più diffusa è sempre stata quella di ammirare da Punta Mortola non solo il mare, ma anche gli scorci circostanti di panorama.
Adriano Maini

domenica 27 aprile 2025

Prendevano il sole su quel battello incagliato

 

Bordighera (IM): un tratto di litorale in regione Arziglia

Si tramanda come da un bastimento affondato poco al largo di Bordighera alla vigilia del secondo conflitto mondiale defluisse a riva un incredibile numero di casse di legno contenenti arance, con le quali si appagarono di vitamine decine e decine di famiglie locali, e che sino a non molto tempo fa un contenitore di tal fatta - materiale invero pregiato - venisse conservato in una casa di Arziglia.

Si racconta ancora che davanti proprio alla zona Arziglia, più o meno negli Sessanta, causa incendio, venisse inghiottito dai flutti un battello francese, di quelli ai quali in oggi nessuna autorità competente consentirebbe non si dice il bordeggiare ma neppure l'ancoraggio: anche in quella circostanza vennero sospinti verso la battigia molti oggetti, compresi tanti libri, ma non così "utili" come nella prima citata congiuntura.


Viene da aggiungere che "torna a galla" la vicenda della piccola nave - pure questa francese e pure questa della categoria "carrette del pelago" - incagliata a Mortola di Ventimiglia, perché un amabile interlocutore si è ricordato di essere salito almeno una volta su quella tolda in legno, prima che il mare completasse la sua opera di distruzione, e di avervi scorto in un altro periodo non molto lontano persone distese là sopra a prendere il sole.
Non ci si può esimere, pertanto, di mostrare un maldestro "ritaglio" del video realizzato nell'occasione di un'intervista fatta a Francesco Biamonti da studenti del Liceo "Angelico Aprosio" di Ventimiglia, un'immagine che documenta quello che tanti abitanti del ponente ligure, ancorché cronisti o scrittori, non erano mai riusciti a vedere.

Nel corso del tempo sono stati man mano smatellati i residui di bunker disseminati lungo il litorale tra Bordighera e la frontiera, compreso quanto era servito di supporto alla mitragliera tedesca di "Muru Russu" a Latte di Ventimiglia, più volte citata da Arturo Viale nei suoi racconti, ma qualche fotografia, pur fatta per altri scopi, ne conserva in qualche modo la reminiscenza.

Pescatori per diletto, ma capaci, bisbigliavano qualche anno fa di misteriosi relitti davanti alla costa nei pressi del confine con la Francia.

C'é talora da chiedersi quanto di vero e quanto di inventato ci sia nelle rievocazioni di tante spoglie custodite e di tante costruzioni sommerse in mare davanti alla zona intemelia, ma in ogni caso tante affabulazioni pur sempre affascinano, come per la pregressa insistenza di ex-ragazzini degli anni Trenta a riferire di loro tuffi davanti a Nervia di Ventimiglia per ammirare ruderi di case ormai sprofondate.

Adriano Maini