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martedì 10 giugno 2025

Un comizio stranamente ben riuscito ad Airole

 

Airole (IM): uno scorcio della Piazza antistante la Parrocchia

In quella vigilia di Natale il vescovo di Ventimiglia si affacciava sulla soglia della Cattedrale per intrattenersi brevemente in amabile conversare con il capogruppo comunista in consiglio comunale, che si era accompagnato sin là con i militanti del suo partito, che distribuivano a chi usciva dalla Messa volantini che chiedevano la cessazione dei bombardamenti aerei statunitensi sul Vietnam del Nord.

Il torrente Bevera a Torri

Nel corso della campagna elettorale del 1972 il sindaco democristiano di Ventimiglia si avvicinava, tra lo stupore evidente di molti compaesani, per dare un saluto cordiale, un vero e proprio benvenuto - e proprio a metà del ponticello sul torrente -, al segretario della Federazione Provinciale comunista, che era in procinto di essere eletto deputato e che stava per tenere un comizio in quella piccola frazione di Val Bevera.

Vallecrosia (IM): la Via Aurelia

Sicuramente immaginava cosa sarebbe successo, ma un uomo della sinistra democristiana di Ventimiglia, impegnato nella redazione della pubblicazione di cattolici del dissenso "La Goccia", su questo blog menzionata in precedenza, avutane notizia, non si peritò di accompagnarsi, avendoli invitati, a due giovani comunisti per assistere nel salone di un Istituto religioso di Vallecrosia alla prolusione elettorale di una deputatessa piuttosto conservatrice di Genova, la cui caratteristica aveva suscitato una certa considerazione nel personaggio, tanto è vero che dei due suoi amici il segretario della Sezione comunista di Ventimiglia Centro nel successivo dibattito, che forse senza il suo intervento non ci sarebbe neanche stato, prese a subissare di domande e considerazioni politicamente aggressive la povera signorina. Quest'ultima anni dopo - ironia della storia! - sarebbe approdata ai banchi progressisti del Consiglio Regionale della Liguria.

San Biagio della Cima (IM): uno scorcio

L'onorevole Gino Napolitano, già famoso comandante partigiano, proprio in quel periodo ogni tanto rammentava ai suoi interlocutori gli anni in cui i comizi comunisti nell'entroterra della provincia di Imperia erano praticamente tenuti nel vuoto, tutt'al più con qualche rara persona che orecchiava da dietro le imposte, come gli era capitato in un'occasione a San Biagio della Cima quando doveva parlare insieme alla moglie di Alessandro Natta.

L'idea partì da due ex partigiani del "Gruppo Sbarchi di Vallecrosia", Achille Lamberti (Andrea) e Pietro Marcenaro (Gireu), e venne lanciata in una riunione del direttivo comunista locale di Sezione, ma quando si svolse a gennaio 1973 la Marcia Ventimiglia-Bordighera per la Pace in Vietnam la preparazione e lo svolgimento risultarono ampiamente unitari.
Si è ormai persa la memoria di varie tappe decisionali ed organizzative, ma rimangono fuori dubbio che a guidare (e a metterci) l'automobile per gli annunci tramite altoparlante fu l'esponente già citato della sinistra democristiana e che a tenere l'unico discorso, conclusivo, della manifestazione si volle il Presidente Provinciale A.C.L.I.

In occasione del suo comizio a difesa della legge sul divorzio ad Airole, durante la campagna referendaria del 1974, fu grande lo stupore del giovane funzionario comunista a trovarsi da un momento all'altro la piazza completamente gremita, ma, finito l'intervento, l'arcano gli venne svelato sotto forma di interruzione dello svolgimento di un'importante celebrazione religiosa, che aveva in ogni caso convogliato i partecipanti su quel sito. Mentre parlava, qualche dubbio all'oratore era pur già venuto, perché si sentiva continuamente osservato con sorriso ironico da una sua ex insegnante delle Superiori, donna notoriamente molto devota e non certo di sinistra. Non sapeva due cose all'epoca il nostro: che l'episodio in qualche modo sarebbe stato sottolineato da Lorenzo Rossi nel suo Airole 500 anni. La storia di un paese nella cronaca di cinque secoli (Comune di Airole,  1998) - e questo non poteva certo indovinarlo! - e che la sua professoressa era cugina della laica e molto aperta Lorenza Trucchi, grande figura di critica d'arte e di giornalista.

Pompeiana (IM)

Al reduce di quell'episodio accaduto in Val Roia sarebbe ancora capitato di incontrare un largo pubblico per un'arringa della campagna elettorale del 1976, ma questa volta un po' più lontano dalla zona intemelia, precisamente a Pompeiana: non ebbe, tuttavia, notizie di processioni e fatti similari come veicoli promozionali, né potè fornirsi una spiegazione basata solo sul vento in poppa di quell'anno per il Partito Comunista, perché in tanti altri paeselli le affluenze rimasero modeste.

Adriano Maini

giovedì 20 marzo 2025

Il marciatore... marciava

 







Al giorno d'oggi si assiste - solo a fare qualche esempio di tipo nostrano nel settore dei passatempi e della cura dei corpi - ad un gran novero di persone di ogni età che praticano il cosiddetto footing, che si danno al ciclismo amatoriale o che affollano le piscine che ormai ci sono un po' dappertutto: in gran parte in abbigliamenti adeguati, se non di gran classe, di discreta evidenza.
 
Camporosso (IM): uno scorcio dell'ex Piazza d'Armi

Ancora qualche decennio fa chi per motivi agonistici - vale a dire chi era tra i pochi che erano stati avviati ad una qualche pratica di atletica - faceva qualche corsa individuale di allenamento partendo da casa sua veniva, invece, considerato come un eccentrico. Probabilmente per questi motivi un discreto marciatore, già riserva azzurra alle Olimpiadi di Roma del 1960, preferiva all'inizio scendere sino a Piazza d'Armi di Camporosso Mare dal suo paesello di Val Nervia per inanellare giri e giri della sua specialità, anche se poi doveva fare questo nelle stradine della zona non presentando - al netto delle pallonate che fioccavano dappertutto - quel campo di calcio in genere selvaggiamente affollato non si dice una qualche forma di pista perimetrale, ma neppure lo spazio adeguato per muoversi lungo i lati: con il passare del tempo, tuttavia, quel futuro attivista della Caritas, potendo contare - forse per emulazione - sulla dedizione al suo sport di un giovane compaesano si dava a procedere con metodo in siffatta compagnia ai margini di quella pericolosa strada provinciale.
In tema di vestiario ed articoli connessi, non si può fare a meno di rammentare che nei mitici (solo per la musica?) anni Sessanta agli allievi degli Istituti superiori della zona di Ventimiglia, selezionati per i campionati studenteschi provinciali, poteva capitare in sorte di ritrovarsi ad usare scarpette - quasi mai delle misure giuste - in cuoio con qualche chiodino traballante o ad indossare canottiere da gara molto stinte. 
 
Ventimiglia (IM): la palestra ex G.I.L.

Le selezioni locali avevano luogo con ragazzi che portavano - va da sè! - proprie scarpette da ginnastica sul ghiaino del cortile - oggi parcheggio pubblico - della palestra ex G.I.L. della città di confine. Per non dire della confusione, se non di colori, perlomeno di tipi di magliette e di pantaloncini: un aspetto ancora più allegro in occasione delle partite di pallavolo quando, tuttavia, la rete divisoria aiutava lo scarso pubblico presente a capire un po' degli avvenimenti.


Qualcosa del genere capitava anche alle selezioni allievi e juniores della Ventimigliese Calcio: una sorta di gemellaggio con il Torino di Serie A prevedeva il regalo di indumenti usati da quest'ultimo sodalizio alla Ventimigliese, ma i ripetuti lavaggi probabilmente avevano prodotto dei risultati non desiderati, tanto è vero che esiste almeno una fotografia che attesta magliette molto strette addirittura per i corpi ancora acerbi di teenagers, al punto che un malcapitato poteva esibire all'obiettivo una bella striscia di pancia nuda con tanto di vigoroso ombelico.
C'é da dire, però, che sui campi da tennis a quei tempi tutti giocavano vestiti rigorosamente di bianco.


Ci sono adesso più strutture: di recente anche piccole aree pubbliche di fitness.
Ma queste sono solo alcune pennellate di carattere locale.
 
Adriano Maini

sabato 6 aprile 2013

Qualche giorno fa' a Ventimiglia...























Qualche giorno fa girando per Ventimiglia (IM) in attesa di vedere Gianfranco, di cui conosco, come ho già riferito, abitudini e orari di passeggiata, mi sono messo, approfittando di uno dei rari pomeriggi di sole di questo periodo, a scattare qualche fotografia.
Sono tornato anche a Marina San Giuseppe, soggetto del mio ultimo post. Mi sono deciso a riprendere per la prima volta il Monumento ai Marinai. Il pensiero per forza di cose mi é andato ai 50.000 italiani - tanti i ventimigliesi - caduti in mare nell'ultima guerra. Ed alla nota tragedia della corazzata Roma in cui perì anche il giovane, cui é intitolata la locale Associazione Marinai, che era intimo della mia famiglia.























Ritornando in centro, passando per la passerella pedonale, incontro di nuovo Vito.























Lo avevo già fotografato, quasi per celia, davanti al Municipio.
Vito, ormai anch'egli pensionato, é molto impegnato in lodevoli attività di carattere profondamente sociale.
Mi ha confermato nell'occasione che nella immagine della vecchia Marcia della Pace, di cui ho già parlato, compare proprio lui... e mi suggerisce scorribande fotografiche sulle colline in sponda sinistra orografica del Roia...























Sempre in quella Piazza mi era capitato poc'anzi di compiere con E. un excursus, da me invero sollecitato, su antiche torri e ville delle colline, nonché su sottese vicende storiche, con una parte del discorso proiettato - per connessioni inestricabili in poche righe - su Giuseppe Biancheri, il ventimigliese che fu a lungo Presidente della Camera nei primi Parlamenti del Regno d'Italia.























Infine, è stata la volta di scambiare qualche parola con Gianfranco Raimondo. Ho constatato che mi segue con regolarità - e con tanta indulgenza, dato che spesso lo tiro in ballo! - sul blog, per cui abbiamo potuto sorridere insieme delle nostre dimenticanze sui corridori ciclisti dei nostri luoghi - o almeno su di uno! - di anteguerra. Parlando, gli ho riscontrato a voce le impressioni, suggestive, che qualche persona mi ha comunicato circa alcuni suoi racconti, in particolare sulle Pasquette d'antan a Ventimiglia, che, benché all'epoca fossi molto piccolo, ben ricordo, anche perché ne posseggo qualche documentazione fotografica. Il dialogo con Gianfranco offre sempre alla mia attenzione una grande varietà di temi da sviluppare e da divulgare...




giovedì 19 gennaio 2012

Quella Ventimiglia pacifista!


Qui sopra si può vedere uno scorcio della Marcia per la Pace in Vietnam Ventimiglia-Bordighera del gennaio 1973.
La fotografia mi è stata mandata da N., cui ho già fatto più volte riferimento. Era a suo tempo comparsa nelle pagine locali di diversi giornali, ma non l'avevo più vista.

Credo, siano opportune alcune considerazioni di carattere sociale, morale e civile. Quella manifestazione - a noi e ad altri amici cara anche per l'impegno profuso per la sua buona riuscita -, come mi ricordava appunto N. (che poi in Vietnam c'è stato: e mi ha inviato anche uno scatto che lo ritrae insieme al fratello su un carro armato americano, cimelio di quel conflitto), fu molto partecipata in termini quasi unici per la nostra zona.

Non fu di parte. I numeri stessi delle presenze lo attestano. Ma c'è di più, come cercherò di aggiungere tra breve. Intendo prima rammentare che la proposta venne fatta da esponenti di quel vecchio "Gruppo Sbarchi Vallecrosia" della Resistenza dalla grande apertura mentale. E venne subito caldeggiata da diverse associazioni, anche cattoliche: le ACLI, ad esempio.

Ventimiglia, e tanti suoi degni abitanti per meglio dire, anticipavo poc'anzi. Giorni prima, il volantinaggio della notte della vigilia di Natale per chiedere la cessazione dei bombardamenti aerei USA sulle popolazioni civili del Nord Vietnam destava palpabile - ed anche istituzionale - commozione soprattutto all'uscita della Messa dalla Cattedrale.

C'erano già stati diversi altri fatti di piena comprensione umana, non solo verso il dramma del Vietnam, quasi in ideale collegamento con insigni figure del passato, quali quelle dei pescatori della zona che contribuirono (come ha ben documentato Paolo Veziano in "Ombre di confine") a salvare verso la Francia tanti ebrei.

Certo. Ci sono state, dopo l'infame guerra di Indocina, altre guerre ingiuste. E nel Sud-Est asiatico libertà e diritti sono conquiste ancora tutte da inverare.

Ma è anche scemata di molto, ritengo, l'attenzione verso i fatti del mondo, con il paradosso che ora il mondo è sempre più vicino a noi.