Giovedì mattina a Sanremo (IM) si tiene la conferenza "Impossibile sfuggire": la Shoah a Nizza e in Riviera", di cui sono relatori Jean Louis Panicacci e Paolo Veziano.
Nel pomeriggio della stessa giornata a Ventimiglia (IM) si svolge l'incontro pubblico "Il dramma della Shoah e la deportazione in Provincia di Imperia", nel quale sarà ancora conferenziere Paolo Veziano.
Stralcio dalla presentazione ufficiale di quest'ultimo evento:
"Nell’affrontare il tema della Shoah, Paolo Veziano intende superare l’approccio storiografico, senza limitarsi a offrire una visione numerica dello sterminio, ma riportando alla dimensione di persona ciascuno dei 6 milioni di ebrei, vittime della persecuzione.
In un cammino a ritroso, lo storico parte quindi dalla ricostruzione dei luoghi teatro della pianificazione dei campi di sterminio nazisti, per giungere fino alle drammatiche vicende di persecuzione consumate in provincia di Imperia. A testimonianza di come la fatalità e pochi istanti possano cambiare il destino di una vita, il ricordo si concentra sulla vicenda della famiglia Bassi, nota in città per l’attività commerciale e per le opere benefiche. Arrestati dalla polizia italiana, padre e figlio sono stati deportati ad Auschwitz, da dove non hanno più fatto ritorno. La madre, casualmente scampata all’arresto, ha invece trovato protezione presso il parroco, avendo salva la vita.
Soltanto di recente, una lapide commemorativa posta dalla pubblica amministrazione nel cimitero israelitico della Foce, a Sanremo, ha permesso di inserire ufficialmente la vicenda nella memoria collettiva della città.
Il percorso di ricostruzione e di recupero della memoria è necessario per comprendere la complessità dell’essere umano e i meccanismi dietro cui si celano i comportamenti umani, spesso imprevedibili e che fanno di ognuno di noi un potenziale persecutore o un eroe."
Il percorso di ricostruzione e di recupero della memoria è necessario per comprendere la complessità dell’essere umano e i meccanismi dietro cui si celano i comportamenti umani, spesso imprevedibili e che fanno di ognuno di noi un potenziale persecutore o un eroe."
Ho atteso il comunicato ufficiale per dare notizia della seconda iniziativa, di cui, a differenza della prima, già sapevo, quale piccolo, personale, contributo alla Giornata della Memoria. Non dovrei aggiungere altro, perché si commentano da sole come alto valore di testimonianza attiva. Da modesto cronista, ho accennato talora a queste pagine di storia tragicamente vissute in provincia di Imperia, che invece hanno trovato chi degnamente e compiutamente ha saputo riscriverle per consegnarle a ricordo imperituro.
Ho avuto il piacere di rivedere Paolo Veziano in occasione della recente presentazione a Vallecrosia del libro (a questa data ancora solo in francese) "L'occupazione italiana del sud-est della Francia", del professore, per l'appunto, Panicacci, opera che affronta anch'essa alcuni drammatici aspetti della persecuzione degli ebrei, avvenuti a cavallo della lunga frontiera alpina tra Italia e Francia.
37 commenti:
Lodevoli iniziative, di queste cose non se ne parla mai abbastanza. Un periodo buio e doloroso della nostra storia, che non deve mai essere dimenticato.
Non dimentichiamo rom, scinti e disabili che durante quel periodo sono stati barbaramente uccisi e di cui non se ne parla proprio.
Ciao e buon pomeriggio Adriano
La Memoria in tutti i sensi ci può salvare.
un saluto
Ricordare ricordare ricordare.
La mente umana ha questo dono, dobbiamo sfruttarlo per stampare nel cielo questi avvenimenti, che sono la vergogna, che deve essere incancellabile, del genere umano.
Di tutto il genere umano: di chi ha agito, di chi ha taciuto, di chi ha negato e tutt'ora nega.
Ricordare e fissare nella mente,finchè simili vergogne non succedono più.Saluti a presto
Nel rispetto di tutti i morti dell'olocausto, lasciami dire che i primi a scordarsi quelle stragi sono stati i discendenti delle vittime che hanno fatto e stanno facendo su un altro popolo la stessa cosa un olocausto.
Utilissima iniziativa! L'obiettivo è umanamente il più necessario in questo momento di 'estrema estraneità' alle problematiche inerenti la razza e qualsiasi forma di omofobia purtroppo attualissime! :(
Importante ricordare, ma tutti e con la stessa dignità. Utile e importante in un periodo in cui stiamo scivolando pericolasamente indietro
Bellissima iniziativa e molto interessante.
E' importante tener vivo il ricordo di quei terribili giorni.
Oggi più che mai diventa necessario ricordare gli orrori del passato.
Ciao Adriano,
Lara
mi piace il fatto che l'incontro sia meno statistico e più concentrato sulle persone. Perché quando si parla di numeri la gente non si rende tanto conto della tragedia. Quando si parla di una famiglia e della sua storia, invece, si riesce a entrare nei cuori delle persone, a farle immedesimare e, quindi, a farle ragionare sui fatti, non sulle chiacchiere.
Direi che il commento di Turista di Mestiere è veramente azzeccato!
Io credo che però, le ragioni profonde di questa barbarie, siano ancora sconosciute e noi siamo ancora troppo vicini per avere una prospettiva giusta.
Sara
Ieri è andata in onda sul canale Rai Storia la prima puntata ed oggi la seconda, proprio sulla tragica storia degli ebrei. Hanno fatto cenno ai campi di concentramento in Francia dove erano stati segregati numerosi ebrei italiani.
Sono concorde in tutto e soprattutto non dimenticare grazie alla memoria storica.
Ma vorrei chiedere, a chi partecipa a queste commemorazioni, ripeto giustissime, una parola per i Palestinesi.
Lorenzo
Io che ho visto un rastrellamento tedesco avevo sette anni, ma allora bisognava crescere in fretta, ricordo dopo il terrore di familiari, la paura che li portassero in Germania, già allora fra la gente si sapeva quello che aspettava a chi veniva fatto salire sul treno. Raccontare a volte si viene guardati con sufficenza anche perchè la storia recente viene lasciata alla sensibilità di singoli insegnanti.
ciao caro Adriano,
anche io concordo con il Turista, e concordo sul fatto che è importante non dimenticare, perchè non capiti ancora, anche se, con grande rammarico, dobbiamo registrare ancora molti episodi che , pur con sfaccettature diverse, sono molto simili e continuano a capitare nel mondo.
La speranza comunque non muore mai.
Chi visita il museo dell'olocausto di Washington riceve, prima di entrare negli ambienti destinati a ricreare quei momenti della storia , una sorta di documento di identità con la foto, le generalità e la storia di uno dei deportati nei campi di concentramento. E' un modo di accostarsi alla shoa semplice ed efficace. E' la spersonalizzazione a determinare spesso un approccio sterile e vuotamente retorico a qualsiasi dramma collettivo. Ti abbraccio, Adriano caro!
Purtroppo non ci sarò. Paolo, come sai, è un carissimo amico del mio paese, e Jean Louis Panicacci l'ho conosciuto parecchio tempo fa e son sempre contento di rivederlo. Due specialisti appassionati della materia.
Eì indispensabile parlarne...specialmente in questo periodo dove sembra che si stiano facendo dei passi "all'indietro"
Guaiiii se si dovesse tornare a quel modo dipensare (già si sentono accenni)
ciaoo Adriano
Quello che spaventa è la facilità con cui alcuni tentano di negare la memoria, anche con testimoni ancora vivi fra noi. E quando non ce ne saranno più?
Poi è ovvio che di sterminii da non dimenticare ve ne siano pure altri, collettivi e non (per rimanere a quel periodo storico, basta aggiungere i triangoli rosa, ma anche tanti che pretendevano di pensarla liberamente a modo loro...)
Uomini,donne,bambini "spenti,accesi" come candele, orribile impossibile dimenticare
L'iniziativa si farà di mattina perché, immagino, si possa permettere alle scuole di partecipare.
Mi auguro che gli insegnanti possano aiutare i ragazzi a capire e recepire bene il senso dell'iniziativa.
In bocca al lupo, prof!
E' importantissimo non dimenticare, fare in modo che si sappia, che anche i giovanissimi comprendano che atrocità simili non debbono più essere commesse..
Un post all'altezza di un vero cronista, ben spiegato e come sempre coinvolgente.
La memoria è il ponte del presente tra passato al futuro.
Grazie per avermi fatto scoprire il tuo blog.
E' bene ed è giusto ricordare lo sterminio degli Ebrei, affinché non si ripeta questo orrore. Ma concordo e vorrei evidenziare quello che dice I am "Non dimentichiamo rom, scinti e disabili che durante quel periodo sono stati barbaramente uccisi e di cui non se ne parla proprio". Così come non si parla di tutti gli altri popoli che anche oggi sono sottoposti a violenze di ogni tipo. Capisco che quello contro gli Ebrei è stato un "fenomeno" travolgente se non altro per il numero delle vittime coinvolte e non solo. Ma tutti gli altri non meritano un ricordo? Solo gli Ebrei? Perché?
Quanto c'è da fare, sul piano educativo.Per ricordare e per ricondurre ai giorni nostri , per rendere attuale e d allargare ciò che da questo ricordo deriva: la necessità di vigilare . Vigilare perchè questa idea di superiortà e prevaricazione serpeggia e si insinua nella vita quotidiana. E non va identificata solo con il passato e con la terribile Shoah.
Domani è una giornata importante per la memoria di quanto è accaduto e di riflessione a che non si debba più ripetere.
ciao..è sempre utile parlare di questo delicato argomento... mia figlia qualche anno fa è andata ad Auschwitz con la scuola..ed è rimasta molto colpita...ciao..luigina
No, non possiamo e non dobbiamo dimenticare!
Ho intenzione di scrivere un articolo sulla memoria. Perché la memoria pone domande che richiamano all'oggi. Come dici Marco Paolini, non si tratta di "archeologia" si tratta di attualità.
Oggi un ...autorevole quotidiano ha pubblicato un articolo che potrebbe interessarti.
In Costa Azzurra, durante l'occupazione italiana gli ebrei si integrano perfettamente; organizzano partite di calcio, la sera ballano insieme, le donne imparano le canzoni italiane e i maschi sfidano i nostri in incontri di boxe.
Cosa ne pensa Paolo Veziano di questo articolo? sarei proprio curioso di saperlo!
Ciao Adriano. Ho ascoltato oggi, su una TV privata, l'intervista ad una sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti che provava a spiegare quanto fosse importante la "memoria" di quell'epoca, da tramandare ai posteri.
Giustificava questa importanza, con una paura che mi ha provocato un brutto brivido: una volta scomparsi anche i sopravvissuti, lei temeva che i tentativi, già manifestati da più parti, di "revisionare" quel periodo storico, avrebbero avuto la meglio sui fatti realmente accaduti e la Storia, in un prossimo futuro, sarebbe stata stravolta.
In particolare, indicava come possibili cause, la decadenza della cultura e certe forze politiche che, in Europa, sembrano voler cancellare quel periodo dai ricordi.
Credo sia importante, oltre questa giornata, che singolarmente venga approfondita la conoscenza di quel periodo, non solo dai libri "di scuola" ma con le tante letture che è possibile fare, grazie a libri scritti dai testimoni "diretti".
Io, l'ho fatto appassionandomi ai racconti di Primo Levi, da "se questo è un uomo" a "la chiave a stella", da "se non ora quando" a tanti altri attraverso i quali ho percepito anche la dimensione di quella tragedia, sull'individuo.
Solamente in questo modo, credo sarà possibile scongiurare i pericoli espressi dall'intervistata (di cui non ricordo il nome)
Ciao e buona serata a te.
Mi sono piaciuti i commenti di tutti, ma mi trovo molto vicino a quanto ha detto lo zio, e cioè dal ribrezzo per chi ancora si ostina a non voler ricordare, nonostante i testimoni grazie al cielo vivi siano ancora sotto i nostri occhi!
Grande testimonianza Adriano, e grande iniziativa! Grazie anche a te del bellissimo post, un abbraccio
Come ho scritto altrove, ricordare è un nostro dovere. Bell'iniziativa! :)
quante mostruosita' è stato capace di compiere l'uomo...
non si deve dimenticare mai..
ciao adrianoooo!!
ti auguro un buon fine settimana..
fede :)
dare un nome a ciascuno dei morti è un modo per fare uscire i drammi personali dalla statistiche e dalle cifre, e rendere le testimonianze ancora più drammatiche. Il caso vuole che anch'io adesso scriva, come il caso vuole che molti in Italia scrivano su questo e su altri blog. Molti di noi potrebbero essere mai nati se la progenie non si fosse sottratta, per cause spesso fortuite, agli stessi italiani di diversa memoria. Gli ebrei hanno certamente pagato il maggior numero di vittime, ma presi ad uno ad uno, letti i nomi dei morti uno ad uno, quelle circostanze hanno sempre dimensioni troppo grandi per sopportarne l'efferatezza, qualsiasi nome, o etnia, o religione, o diversità si stia considerando. Penso all'incredulità e allo sgomento che ho provato entrando, per caso e per passatempo, nel cimitero di Redipuglia. Continuo a credere che prima di ricordare, purtroppo, solo dei genocidi (qualsiasi genocidio) occorra evitare che la gente continui a patire la fame, altrimenti tutto rischia sempre di diventare solo asterisco sul calendario, ed esposizione mediatica per raccogliere consensi elettorali.
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