Le cronache dei giornali e delle testate web in provincia di Imperia
ogni tanto si occupano di vecchie storie di spionaggio, ambientate da
queste parti di ponente di Liguria, in genere riferite agli anni della
seconda guerra mondiale.
Di recente la presentazione di un
libro dedicato a taluni risvolti italiani dell'ultimo conflitto avrebbe
svelato la presenza a Bordighera di un agente italiano facente capo al
servizio segreto francese, la cui rete nel 1942 sarebbe stata
smantellata.
Ci sono opere dedicate al SIM (Servizio Segreto Militare
Italiano) di quel periodo ed alla figura del suo capo di allora, Cesare
Amé, che rammentano - così come almeno un memoriale di Amé stesso - una
positiva azione di controspionaggio condotta in Tolone con l'ausilio
della potente antenna radio di Sanremo, che era stata utile per
intercettare i radiomessaggi inviati al nemico - compresi i partigiani
del maquis, con i quali e con i cui "complici" non si può fare a meno di
simpatizzare -, un'azione che non riuscì, tuttavia, a portare
all'arresto del sottufficiale della Regia Marina che aveva "lavorato"
per i francesi, dileguatosi in Riviera.
Esiste poi, presso
IsrecIm,
IstitutoStorico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, una piccola memoria - rintracciata dallo storico locale Giorgio
Caudano - di fine 1945, in cui un partigiano, forse una partigiana, dal nome di battaglia di
Carmelita, intese indicare in Renato
Brunati,
che abitava prima di essere arrestato a Bordighera, martire
antifascista fucilato al Turchino, un agente del Deuxième Bureau: se
tale aspetto risultasse confermato - cosa quasi impossibile ormai -
aggiungerebbe caso mai altro onore alla figura di Brunati, che si
sarebbe trovato in ottima compagnia, come quella, ad esempio, più famosa
di Adriano Olivetti, che i contatti per concretare la sua congiura
antifascista li cercò, invece, con i britannici del Soe, ma per il
tramite di uomini dell'Oss americano.
Risulta, invero, difficile
ritrovare nei libri di storia e nei documenti più correnti tracce di
spionaggio classico in Bordighera, mentre abbondano informazioni
relative alla presenza di militari e agenti nazisti, in qualche caso già
prima dell'8 settembre 1943.
Come avviene con taluni fascicoli
statunitensi, per lo più desecretati dalla CIA intorno al 2007, anche se
un po' tutti indugiano, come nel caso già evidenziato di Karl
Weilbacher, su attività comuni, in qualche caso di criminalità minore, contrabbando, ecc.
Fioravante
Martinoia di Vallecrosia a marzo 1944 venne assunto come autista dal
comando SD (servizio di sicurezza delle SS) di Sanremo, dietro
raccomandazione di una signora tedesca abitante a Bordighera: Martinoia,
nonostante i suoi ripetuti dinieghi, proprio per via delle sue mansioni
ebbe parte attiva in diverse operazioni di repressione contro i
partigiani.
Il già citato Weilbacher lavorava per un'azienda di
esportazione di fiori con sede a Bordighera quando nel 1940 conobbe
Werner Vohringer, un collaboratore dell’Abwehr (servizio segreto
militare tedesco): ebbe con quest'ultimo diversi successivi contatti di
carattere non ben precisato. Già nel 1934 o nel 1935 un agente della
filiale di Sanremo di una compagnia di assicurazioni aveva chiesto a
Weilbacher informazioni su alcuni stranieri presenti a Sanremo e di lì a
breve gli procurava un incontro con il suo "capo", incontro che avvenne
in un albergo situato davanti alla stazione ferroviaria di Bordighera,
allo scopo di aiutarlo (non viene svelato per quale organizzazione o
corpo dello stato fascista agisse il "capo". L'OVRA? La polizia? I
carabinieri? I servizi segreti?) a scoprire una organizzazione che nella
città dei fiori operava per l'annessione dell'Alto Adige all'Austria.
Weilbacher avrebbe dato delle informazioni su alcuni individui, ma pochi
giorni dopo, senza subire noie, si defilò da un compito che non
gradiva.
Un altro documento americano si dedica ai fratelli Asiani,
Alberto (nato nel 1905) ed Augusto (nato nel 1906), che abitavano a
Bordighera, allo stesso indirizzo del padre, Lodovico, della madre,
Teresa Sassi, e della sorella, Angela, di 42 anni. Un'altra sorella,
Maria, di 43 anni, risultava sposata con l'avvocato Gino Vota: entrambi
residenti a Bordighera. Viene riportato anche il nome del figlio di
Augusto, Cristiano, indicato come vedovo. Conobbero, tra l'altro,
Weilbacher e Vohringer. A maggio o giugno 1945 vennero arrestati a
Bordighera dai carabinieri perché due lettere anonime li accusavano di
pregressa collaborazione con i tedeschi: tenuti in stato di fermo per 25
giorni, furono infine rilasciati perché le accuse loro mosse vennero
ritenute infondate. I fratelli Asiani, sospettati di collaborazione
attiva con i tedeschi a Montecarlo e in Liguria, vennero segnalati come
persone già a contatto con Olga Meier in Henneman, "agente SD che causò
l'incendio di Molini di Triora e la morte di diversi partigiani in
provincia di Imperia". E Olga Meier aveva aiutato "in modo
disinteressato" Angela Asiani a recuperare dei beni sequestrati a
Bordighera alla famiglia ad aprile 1944 da agenti SS di stanza ad
Imperia e riconsegnati presso la Casa dello Studente di Genova. "Verso
aprile 1944, addetti delle SS di Imperia, si recarono a casa degli
Asiani chiedendo dei due soggetti. Essendo questi già a Montecarlo, essi
perquisirono la casa ed asportarono vino, liquori, commestibili vari,
vestiti ecc. Il tutto per circa un milione e mezzo di valore. Saputo il
fatto i due fratelli sono venuti a Bordighera per vedere cosa era
successo e qui conobbero la suddita tedesca Henneman", così recita la
parte in italiano del documento americano. Che aggiunge qualche pagina
dopo: "La Henneman venne a Genova e si recò alla Casa dello Studente
unitamente alla sorella. Qui esse parlarono con un ufficiale tedesco, il
quale disse che era stato un sopruso e che la roba tolta sarebbe stata
restituita. Dopo 15 giorni la sorella Angela, come era rimasta
d'accordo, ritornò alla Casa dello Studente ed ebbe in restituzione un
baule, che però non conteneva che alcuni smoking ed altre cose varie,
rappresentanti una minima parte di quello che era stato asportato. La
Hennemann per questo suo intervento non chiese nulla, né da allora ella
ebbe altri rapporti con i fratelli Asiani". Alberto ed Augusto erano
stati poi imprigionati in un campo di internamento di Nizza all'arrivo
(fine agosto 1944) delle forze armate alleate in Costa Azzurra: a
Bordighera erano tornati clandestinamente e ritrovarono i genitori e la
sorella Angela, ma incapparono nella trafila che portò ai loro
interrogatori. Ripercorrere le vicende di questi due fratelli
rappresenterebbe uno spaccato non secondario di vita vissuta ai tempi di
guerra, anche perché la loro permanenza a Bordighera non fu di lunga
durata: i genitori erano rientrati in Italia dall'estero nel 1939,
quando i due figli maschi lavoravano ancora al Casinò di Venezia, un
lavoro perso con lo scoppio della guerra. Con gli Asiani vengono
riportati altri nominativi di persone abitanti a Bordighera, ma senza
particolari comunicazioni in proposito. Angela Asiani era nata a
Bordighera nel 1903, ma all'età di dieci anni si era trasferita a
Montecarlo con i genitori, che nel Principato avevano aperto un negozio
di vini e liquori, dove sino al 1930 avevano collaborato anche i
fratelli maschi. Nel 1939 il negozio, non rendendo più, venne chiuso e
Angela con i genitori raggiunse Alberto ed Augusto a Venezia, dove
lavoravano al Casinò mercé una segnalazione di un certo Spadoni che
avevano conosciuto a Monaco Principato. Sempre Spadoni mise i suoi buoni
uffici per evitare che a fine 1943, ormai rientrati a Bordighera, la
Kommandatur inviasse i fratelli Asiani maschi in Germania per il lavoro
forzato. Ci si sofferma ancora su Angela Asiani perché dalla vicenda del
suo recupero parziale dei beni di famiglia sottratti (nei relativi
incartamenti si afferma che non se conoscono i motivi o per lo meno così
affermano alcune donne chiamate in causa) si evincono i nomi di alcune
donne, appunto - ad esempio, il nome della proprietaria della villa dove
stavano in affitto gli Asiani, signora Ferrari - e si apprende che una
di queste per il richiamato buon fine aveva procurato ad Angela un
incontro a Sanremo "con un tale Reiter", di cui ben si sa, invece, che
era il responsabile del locale ufficio SD, ufficio che si occupava
principalmente di repressione delle bande partigiane e dei reati di
natura politica e di repressione del mercato nero.
Ernest
Schifferegger, già italiano altoatesino, il quale in occasione del
referendum del 1939 aveva optato, come tutti i membri della sua numerosa
famiglia, per la nazionalità tedesca, poi SS (già presente a Roma e
partecipe della strage delle Fosse Ardeatine), interprete, segnalava che
un certo Boccabella di Bordighera era diventato collaboratore delle SS
di Imperia e di Sanremo dopo essere stato incarcerato per rapina a mano
armata. Boccabella accompagnò Reiter ed una sua squadra a Bordighera a
cercare benzina nascosta in un garage e ad indagare su liquori detenuti
da un privato, infine ritenuti, tuttavia, di legittima proprietà. Si
procedette, invece, al sequestro di un deposito di carburante celato a
Seborga, paese dell'immediato entroterra di Bordighera. Può anche essere che dagli indagati venissero più facilmente ammesse colpe per reati comuni anche per sviare l'attenzione degli inquisitori dalla ricerca di imputazioni più gravi.
Alcune carte
rinvenute da Paolo Bianchi di Sanremo presso l'Archivio di Stato di
Genova, attinenti processi presso le CAS, Corti d'Assise Straordinarie
del dopoguerra, deputate all'epurazione del fascismo, aggiungono
tasselli a questo mosaico.