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lunedì 30 aprile 2012

Tram, cavalli e ...

Sì a Ventimiglia (IM) c'era una volta il tram. Se ricordo bene sino all'immediato secondo dopoguerra. Il capolinea era a Bordighera.
Ma le immagini, in questa occasione fornitemi, già digitalizzate, da un vecchio amico di famiglia, possono suggerire diverse riflessioni e ricordi. Per dire, quest'ultima porta a pensare che ai tempi del Liceo, alla nostra epoca posizionato in un edificio tuttora esistente, ancorché ristrutturato, celato alla sinistra - per chi guarda - di quel mezzo pubblico, non me li immaginavo proprio quei binari là davanti!
Si sono già scorti dei cavalli. Eccone altri in Piazza della Stazione Ferroviaria (più formalmente, da tanti anni, Piazza Cesare Battisti).
 
 Cartoline e fotografie d'antan sono molto divulgate - qui mi ripeto - sui socialnetwork e sui blog.
Vado anche, credo, a reiterare il concetto che anche così si documenta la storia. E per il singolo é logico un maggiore interesse per i luoghi che conosce meglio. O gli evocano maggiori memorie.
Ad esempio, quando ero bambino quest'angolo di Ventimiglia era più o meno ancora come si vede nell'ultima immagine. Ho fatto in tempo a vederlo. Ho anche scatti di famiglia che lo attestano.
Tanti altri fattori in qualche modo qui evocati, tuttavia, conducono ad altre trame di racconti!


venerdì 27 aprile 2012

Verso Nizza

Villefranche-sur-Mer, di cui qui ho fatto vedere un'antica stampa.
 Anzi, più precisamente, un segmento di Cap-Ferrat, che chiude a levante la baia di Villefranche.

Non che passando in auto sulla Moyenne Corniche si possa notare proprio così bene, ma di sicuro si scorge per intero la punta di Cap-Ferrat. Per chi andava di fretta a Nizza tanti anni fa - capitava spesso anche a me - prima del completamento dell'autostrada quello era il tragitto più abituale. E si cominciava a pensare di essere quasi arrivati.
 Lo stesso discorso vale per il centro abitato di Villefranche-sur-Mer.
La vecchia fortezza fatta erigere dai Duchi di Savoia, che i francesi chiamano Cittadella, occorre proprio avvicinarla. Anche sulla Basse Corniche (o Bord de la Mer), se non ci si ferma e se non si trova un buon - raro! - punto di osservazione, non risulta molto visibile.
Dopo poco si comincia a intravvedere Nizza.
Questa una parte della discesa di quel tragitto verso il capoluogo della Costa Azzurra.
Per noi di questa zona di ex-frontiera questa strada, anche negli altri tratti, é foriera di tanti ricordi, soprattutto curiosi. Ma non é su questo che mi viene ora da soffermarmi.

Gli ultimi due scorci sono stati fotografati sotto l'egida di un cartello che indica Belvedere. Il fatto é che ormai tutto é recintato. Trovare gli angoli visuali migliori comporta fare qualche acrobazia.

Anche in precedenza. Per non parlare poi dell'Italia, per lo meno della costa della provincia di Imperia, dove, tuttavia, viene risparmiata in genere la presa in giro di quell'accattivante promessa.
E gli abitanti di quelle case là sopra potranno pure godersi liberamente una bella vista - quella non concessa in quella zona ai tutisti - di Nizza, ma rumore e gas di scarico delle automobili ce li hanno garantiti ad oltranza!



domenica 22 aprile 2012

Rose rosse e ...

Appena arrivato ieri a tarda mattina lassù mi hanno detto di andare a vedere le rose coltivate in serra dal padrone di casa. Sono quasi tutti floricoltori o commercianti del settore. Qualcuno in pensione. Esperti, dunque. Sostengono che è raro vederne di così grandi. Mi è stato rivolto un caldo invito a fotografarle.

Forse l'immagine che precede è stata l'ultima che sono riuscito a realizzare. Poi sino a sera belle discussioni. Da ultimo molto revival con l'ottimo anfitrione, che non mi lasciava più venire via, e con il bravo cuoco, che, quando vuole, i colpi in cucina non li perde ancora.

Si era a Villatella, frazione di Ventimiglia (IM), sotto il Grammondo (1.378 metri d'altezza). Veramente, la campagna in questione è un po' più in alto e a sud, rispetto al paese, e da lì si vede, invece, una propaggine della più meridionale Cima Longoira.

Eccola qui!

Uno scorcio della Val Bevera nell'inquadratura che precede. Pur pensando di essere in ritardo, qualche fotografia all'andata ero riuscita a farla!

Per dire, questa è l'unica immagine che ho ricavato ieri della zona di Latte (a sinistra in alto per chi guarda, piccolo, Castel d'Appio), dove risiedono la maggior parte dei commensali.

Non abbiamo più parlato delle rose, però ...


  

giovedì 19 aprile 2012

Hennepin

Fonte: Wikipedia
Negli Stati Uniti d'America, paese di storia recente, si intende spesso conservare la memoria di questo passato, com'é nel caso della fotografia che si può vedere qui sopra e che ritrae la statua di Frate Hennepin a Minneapolis, Minnesota.

A Hennepin viene attribuita la prima mappa a nome Louisiana, altresì ritenuta la prima carta geografica dei Grandi Laghi del Nord America. Ancora lungi da poter essere considerata un documento scientifico, invero. 

Louis de Hennepin, Carta Della Nuova Francia e Della Luigiana Nuovamente Scoperta, 1683 - Fonte: raremaps.com

Hennepin cercò anche di passare per l'inventore del termine Louisiana, che viene comunemente attribuito a La Salle.
Mappa dal lavoro di Hennepin del 1698 - Fonte: Wikipedia
Invero, Hennepin fu il primo europeo a descrivere le Cascate del Niagara.
Con La Salle compì dei viaggi di esplorazione. Essendo arrivato nel 1675 a Fort Frontenac (oggi Kingston, Ontario) ed essendo diventato nel 1678 cappellano di La Salle, nel 1679 partecipò alla prima spedizione in battello sui Grandi Laghi, al termine della quale venne costruito Fort Crèvecoeur, attuale Peoria, in Illinois.
Fonte: usa-decouverte.com
Subito dopo La Salle mandò Hennepin e altri due religiosi a esplorare il corso superiore del Mississippi. Scesi verso il grande fiume passando per le acque dell'Illinois e fatto in tempo a scoprire le Cascate di St. Anthony presso l'odierna Minneapolis, i tre uomini furono catturati dai Sioux, ma abbastanza presto furono riscattati da Sieur Duluth.

File:Bierstadt Albert The Falls of St. Anthony.jpg
Le cascate di St. Anthony in un dipinto di fine '800 di Albert Bierstadt (Fonte: Wikipedia)

Una volta liberato, Hennepin tornò in Francia, dove diede alle stampe la sua "Descrizione della Louisiana", di cui qui si possono notare immagini di alcune pagine della quasi contemporanea edizione olandese.
Louis Hennepin, nato nel 1640, morto probabilmente nel 1701, si autodefiniva fiammingo. Nel 1690 fu espulso per ignote ragioni dalla Francia per ordine di Luigi XIV. In un suo successivo libro si attribuì falsamente il merito di avere preceduto La Salle nell'esplorazione del Mississippi sino alla foce.

Fonte: Wikipedia
Ma in quest'ultimo suo lavoro (Londra, 1698) compaiono - disegnate per la prima volta - le Cascate del Niagara!



lunedì 16 aprile 2012

Alcuni seguiti


Qui sopra la Piazza (della Libertà) del Municipio di Ventimiglia in una cartolina decisamente datata, che ho rilevato dall'amico Edoardo Racco, che ha pure una fotografia della sua classe di Camporosso Mare con stampigliata la scritta Radio Squadra, ma che non ricorda più a quale proposito tale dicitura compaia. E che mi ha fornito diverse immagini d'epoca di cui mi sono già avvalso altre volte.

Ho fatto questa premessa per dire che alla fine almeno una persona che si ricordava di Radio Squadra a Ventimiglia (argomento da me affrontato in precedente occasione) l'ho trovata. Più grande di me passava da quelle parti e vide l'affollamento relativo. Mi ha anche aggiunto che in occasione di una trasmissione televisiva dedicata al compianto Renato Taliani, già nerbo di Radio Squadra, vide anche una fotografia che ritraeva quella piazza con quell'avvenimento. Non solo lui, ma altri, come nei commenti a quel mio post, mi hanno detto di fare ricerche nelle teche della RAI. Ma il punto curioso per me era vedere chi si ricordava in loco di quella puntata che coinvolse alunni delle elementari della città di confine.

E sull'evento "Radio Squadra" una fotografia (che posto qui di seguito!) salta fuori solo adesso, 21 gennaio 2018, grazie all'amica Piera Lenzi! Per cui posso anche pubblicare la notizia di stampa, che, da sola, non avrebbe reso il senso della manifestazione.




Con Valter Pettorossi si allarga la schiera degli amici, che mi allungano gentilmente fotografie.
Spero solo che Valter mi mandi direttamente al più presto un'immagine datata - da solo non riesco a rinvenirla! - con la quale potrei parlare di lontani episodi curiosi che, narrati a viva voce, da sempre suscitano attenzione.

venerdì 13 aprile 2012

Il Madagascar di B.F. Leguével de Lacombe

 


Quelle, che precedono, sono tavole dal viaggio in Madagascar di B.F. Leguével de Lacombe, riprese - come da digitalizzazione di Cultura Barocca - dal XVII volume della grande silloge ("Raccolta di viaggi dalla scoperta nel Nuovo Continente fino a' dì nostri"), realizzata dal geografo italiano Francesco Costantino Marmocchi per i tipi dell'editore Giachetti di Prato (1844).

Quasi per inciso faccio notare che Radama I divenne re del Madagascar nel 1810, estendendo all'intera isola il reame di Merina. Gli successe nel 1828 Ravanola I.

B.F. Leguével de Lacombe, francese, viaggiò per otto anni, dal 1823 al 1830, visitando la costa orientale dell'Africa, il Madagascar e alcune delle Isole Comore. Descrisse popolazione, economia e cultura del  Madagascar - cui andò a premettere un lungo saggio sulla storia e sulla geografia della grande isola, realizzato dall'antesignano etnografo, nonché linguista, francese Eugène de Froberville - in un'opera in due libri, tradotta, appunto, in italiano nel 1844.


Questa, come le immagini che seguono, é tratta da un sito, Biblioteca Digital Mundial, che offre un'incomparabile rassegna di libri e di illustrazioni - datati - di geografia, di viaggi, di storia. Si tratta, come si potrà notare, dell'originale della fatica di B.F. Leguével de Lacombe.


Dal sito medesimo mi sembra di avere inteso che quella lontana edizione, curata in Italia dal Marmocchi, rappresenti tuttora l'unica traduzione in lingua diversa dal francese, condotta sul testo base, testo base al quale probabilmente non é seguita alcuna riedizione.


E' pur vero che gli studiosi conducono ricerche anche in polverosi archivi. E che dalla loro produzione derivano informazioni su precedenti autori. Questo caso, quello di B.F. Leguével de Lacombe, mi sembra tuttavia emblematico del fatto che non solo in Italia, ma anche all'estero, si vada a mancare troppo spesso l'occasione di ristampare o di procedere a qualche sorta di antologia di libri pur ancora importanti sul piano della documentazione.


lunedì 9 aprile 2012

A Ventimiglia c'era un Reggimento


Prima della guerra era di stanza a Ventimiglia un Reggimento di Fanteria, l'89°. Del resto la città di confine era a quel tempo, come già nel passato, attorniata da varie fortificazioni e caserme.
Ma di quel Reggimento alcune persone cercano per motivi familiari di ricostruire la storia, anche per istituire in Ventimiglia una mostra permanente di relative immagini e documentazioni.

Mi sembra di avere capito che in questa fotografia sia rimasto fissato un attimo della partenza per il fronte russo.







 
L'immagine che precede é quasi sicuramente riferita all'Ucraina.
L'idea appassionata della ricerca in questione nasce proprio dal nipote di un tenente morto durante l'infausta campagna dell'Armir.
Il Reggimento, come tutto il Corpo di spedizione italiano, ebbe ingenti perdite. Il medico sanitario, dottor Castellano, fece in tempo a diventare figura di spicco della Resistenza ad Imperia: al suo operato in Russia é stato dedicato un libro.
Il Reggimento, a conflitto ancora in corso, non rientrò più in Ventimiglia. I suoi soldati, trattenuti in Piemonte, come tanti altri reduci della tragica ritirata dal fronte orientale in varie località, furono quasi tutti internati - aspetto generale ben noto - dopo l'8 settembre 1943 dai tedeschi: pochi riuscirono a sfuggire in tempo alla cattura.
Questa fotografia riporta alla città di confine. Nello sfondo si può notare uno scorcio panoramico caratteristico di Ventimiglia.
La caserma, quella che qui si vede, come già nei primi due scatti, caserma "Gallardi", era - é - più lontana da quella spiaggia: e rappresenta un ingarbugliato capitolo a parte di ordine sociale il suo uso a civile abitazione dal dopoguerra ad oggi. 
Ho compiuto qualche scarno accenno alla storia di quel Reggimento - storia, ripeto, che altri cercano di completare -, perché penso rappresenti ancora un significativo monito di pace.


martedì 3 aprile 2012

L'"intrepido", l'avventura continua ...


Qualche settimana fa N. vede che su questo blog avevo scritto di quel vecchio fumetto, "intrepido", e mi manda qualche immagine (qui sopra la copertina del numero 15 dell'11 aprile 1961) da copie di quel giornalino.
Insomma, rinverdisco, di fatto, anche a lui, sopite passioni dell'infanzia, di cui per la detta coincidenza parliamo solo ora (tra l'altro mi capita anche con altre persone). Mi corregge anche - nella email di accompagnamento - le date di sparizione dei mitici personaggi di quando eravamo bambini.


Mi aggiunge anche qualche pagina del n° 1 del lontano 1935, quando "intrepido" aveva protagonisti diversi da quelli che appassionarono la mia generazione.


Ecco qui la copertina di "intrepido" del 10 ottobre 1963. Ce l'avevo in casa da tempo, ma me ne sono ricordato da poco. Eppure avevo già dedicato almeno due puntate a quel fumetto.


Qui la puntata di "Buffalo Bill" di quell'ottobre 1963. E c'é ancora "Chiomadoro". Non rinvengo più "Liberty Kid" e "Roland Eagle". Sul termine anticipato delle avventure de "Il cavaliere ideale" sussiste tra i miei interlocutori, invece, pacifico consenso. Insomma, devo avere fatto - le altre volte in cui ne ho scritto - confusione di date sulle modalità di cambiamento di contenuti di "intrepido".


Sempre nel 1963 é già presente un nuovo protagonista, Junior. Di questo ho ricevuto mesi addietro direttamente per email un nostalgico ritratto compiuto da un lettore. Così come, sempre sul tema "intrepido", mi sono pervenuti nel frattempo altri commenti. Mi ero ripromesso di pubblicarli in un nuovo post...