Joseph Conrad - Fonte: Wikipedia |
Leggendo dell'ultima fatica di Mario Vargas Llosa ieri su " la Repubblica" in un articolo nientemeno intitolato "Perché Conrad aveva torto" mi sono venute in mente alcune riflessioni, che vado ad esprimere qui di seguito in modo incompleto e approssimativo.
La prima riguarda il neo Premio Nobel, le cui opere, invero, conosco poco, ma reputo che solo dal brano da "Il sogno del Celta" selezionato dal giornale per l'occasione si evinca, a mio modesto parere, già la statura di un autore capace di una prosa maestosa per stile, contenuti, erudizione ed autentica, ancorché doverosamente rattenuta, passione.
Non é, pero, di questo che intendo precisamente parlare, perché é ben lungi da me, una volta di più, l'idea di cimentarmi in critiche letterarie.
Trovo affascinante e degno di considerazione - su questo vorrei dilungarmi un po' - l'intreccio della trama del romanzo, per come si percepisce da una presentazione siffatta, con suggestioni e richiami che ne possono derivare.
Intanto, ho rinvenuto indiretta conferma di una presenza attiva di Conrad nel cuore dell'Africa Nera, del Congo storicamente inteso, per essere più precisi, in un'avventura, bruscamente interrotta per non essere complice di barbarie inaudite, determinante per la successiva composizione di "Cuore di tenebra". Avevo già letto di quella sua esperienza in un libro, robusto per notizie e sensazioni, "Tenebre sul Congo", di un autore italiano, Luigi Guarnieri, che in quel suo lavoro seppe armoniosamente fondere diversi elementi, spaziando, oltretutto, per diversi decenni di storia coloniale e per una cospicua fascia territoriale dell'Africa dall'Atlantico all'Oceano Indiano.
Arrivando per lo meno al dunque del personaggio di Vargas Llosa, qualora qualcuno non avesse letto l'articolo in questione, specifico che si tratta di un diplomatico britannico, Roger Casement. Casement, tuttavia, era soprattutto un irlandese che, terminati i suoi impegni all'estero, si trovò coinvolto nelle lotte irredentiste della sua patria, di cui, per ovvii motivi, non dico di più, come per il resto della sua attività. Di qui il "Celta" del titolo in parola, di qui, per lo meno nella ricostruzione di Vargas Llosa, sue considerazioni verso Conrad, di cui auspica ad un certo punto una presa di posizione favorevole, se non alla sua scarcerazione, alla salvezza della propria vita minacciata (1916) in Inghilterra di pena capitale.
Roger Casement - Fonte: Wikipedia |
Solo questi aspetti, appena da me riassunti, valgono, credo, il massimo di attenzione da parte di un lettore moderno che ami la storia.
Casement, che aveva fondato l'Associazione per la riforma del Congo, dopo che erano cadute nel vuoto le denunce della missione britannica di cui aveva fatto parte circa le vessazioni compiute laggiù contro i nativi dai belgi, in Vargas Llosa - non so nella realtà - introduce in un dialogo a distanza con Conrad elementi di responsabilità anche di esponenti africani, un tema che ho visto riprendere a distanza di decenni nell'attuale temperie di quel tormentato Continente. Il romanziere anglo-polacco batteva, invece, di più il tasto sull'imbarbarimento provocato dai conquistatori europei.
Fonte: Wikipedia |
Pietro Savorgnan di Brazzà in una celebre fotografia di Félix Nadar - Fonte: Wikipedia |
Ci sono stati, dunque, nel pieno delle conquiste coloniali, europei coscienziosi, che pur poco poterono fare: a questo novero penso vada ascritto il Brazzà, che operò per la Francia con i cui governanti dovette presto scontrarsi con conseguente abbandono degli incarichi in Africa Equatoriale. Alla luce del volume del Guarnieri dovrei aggiungere tra le persone che almeno qualcosa di positivo cercarono di fare in quei frangenti anche i Comboniani ed un altro nostro connazionale, Gaetano Casati, che spero sul serio abbia scontato, scontrandosi, come già Brazzà, con Stanley e cercando di "redimere" Emin Pascià, la pecca di avere partecipato in gioventù alla repressione del brigantaggio meridionale.
Gaetano Casati - Fonte: Wikipedia |
Tutti personaggi, quelli che ho citato, che non solo, magari sporadicamente, incrociarono i loro destini, ma che nel bene e nel male hanno vissuto vite degne di essere immortalate in romanzi. E si può aggiungere tra gli italiani che ebbero un forte ruolo in quelle vicende ormai consegnate agli annali, più ancora che Bottego, Romolo Gessi.
26 commenti:
Pensa che meraviglia essere a quei tempi. Partivi e esploravi l'Africa. A piedi!
Non son capace a togliere lo sbarramento , sai come si fa?
e non funge neanche l'account google, così posto come anonimo...
Enrico
Complimenti Adriano!
Hai mai pensato di pubblicare queste tue riflessioni storiche?
Te lo consiglio vivamente!
Complimenti caro Adriano, ci porti nella storia.
Grazie di condividere con noi queste storiche vicende.
Buona serata caro amico.
Tomaso
Ciao Adriano,ltre che trovare molto interessanti le tue riflessioni, condivido in pieno il tuo pensiero sulla bellezza selvaggia della natura africana.
Buona serata
Si squarceranno mai le tenebre sull'Africa ?
Cristiana
Eppure se dovessi scommettere su un continente capace di sorprenderci nei prossimi anni, direi senza dubbio: Africa.
Può succedere che interessi politici ed economici vengano considerati gli agenti esclusivi di certi fenomeni. Determinate strategie spesso hanno successo per il concorso di una serie di circostanze in cui gioca un ruolo il fattore umano. Non conosco abbastanza l'argomento, quindi non entro nel merito. Ti lascio qui solo una considerazione d'ordine generale. Ciao!
Il colonialismo europeo oltre che a creare guai ha fatto anche numerose vittime, e su questo non ci piove.
Vivendo a Bruxelles si impara necessariamente qualcosa sul Congo che era proprietà personale del re Leopoldo II.Per fotuna, al contrario che in Italia, qui sanno fare autocritica e i documentari sulle atrocità belghe commesse in Congo(compreso) l'assassinio di Lumumba)le ho viste alla televisione in prima serata.
Grazie tante per i tuoi post che informano, ci parlano, senza esse pretenziosi
Io credo che il colonialismo sia stato un ciclone distruttivo in tutti i Paesi dove gli Europei si sono accaniti con atrocità di vario genere contro una popolazione inerme o comunque senza possibilità di una valida difesa.
Il genocidio non è solo l'Olocausto.
anche nei paesi coloniali hanno vissuto tirsti vicende e non se ne parla. Gli stati europei non sono indenni da queste colpe.
ciaoo Adriano
Ciao Adriano, piacere di conoscerti!
Hai un blog molto interessante, la Storia in particolare mi ha sempre affascinato e tu sai esporre in modo molto approfondito.
Un caro saluto, buona serata!
P.S. Arrivo dal blog di Gianna-Stella.
Adriano, mi hai fatto venire la voglia di rileggere "cuore di tenebra" che avevo letto tanti anni fa. Oggi siamo ancora dentro il cuore di tenebra, quando guardiamo all'Africa; un continente enorme che non riesce a sfamare i suoi figli per via delle guerre e delle rapine.
ciao
Fors non siamo strutturati per concepire l'Africa: o la rifiutiamo sommariamente, o ne restiamo catturati.
Vite degne d'essere immortalate in romanzi ma anche e soprattutto degne di luce e divulgazione storica. Penso anche solo ai libri di testoper le scuole...manco la Resistenza c'è più. Figurati il Colonialismo, il cosiddetto Brigantaggio.... E alla via così!
caro Adriano,
è da un pò che te lo dico... tu dovresti scrivere.. ti riesce talmente bene!
complimenti Adriano, un caro saluto
Cuore di tenebra l'ho letto in inglese e pensa che ne hanno tratto il film Apocalipse Now. Ciao Adriano.
Una dei peggiori eventi storici è il colonialismo.Ti faccio i complimenti per questo post,che fa riflettere .Saluti a presto
Su Conrad e Vargas Llosa avevo appena letto un articolo sulle pagine culturali di un grande giornale. Questo tuo è leggermente più interessante...
Un post interessantissimo. Grazie Adriano!
Ciao,
Lara
Interessante come sempre e aggiungo... ora uno cosa potrebbe andare ad eslporare?
E si, anche a me sta venendo voglia di rileggere "cuore di tenebra".
Riflettendo sulla parte finale del tuo splendido post mi sono chiesta:
Ma qualcuno rammenta che la vita, la scrittura, la medicina...sono fiorite in Africa?
Il colonialismo ha sempre avuto come fine lo sfruttamento delle risorse locali, con tutti i mezzi, compresa la sopraffazione, nel secolo scorso si chiamavano colonie, oggi le chiamano "missioni umanitarie".
Buona serata Adriano ;-))
ciao Adriano
mi hanno appassionata queste tue note storiche... solitamente quando leggo un libro non cerco mai di recuperare nuove informazioni, anche per mancanza di tempo, ma è bello che tu lo faccia
buon weekend ^_______^
un post molto interessante.Credo che il colonialismo sia una brutta pagina di storia,di cui non si parla abbastanza,buona domenica
Africa, grande, bellissimo, generoso, paese, ampiamente violentato, sopraffatto dalle civiltà cosiddette evolute. Bel post Caro Adriano
Io la definirei cupidigia bianca. Oggi la chiamerei Armata BrancaleOnu.
Buona settimana.
Grazie.
Paolo
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