Pagine

Visualizzazione post con etichetta USA. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta USA. Mostra tutti i post

martedì 25 ottobre 2011

Nuova Amsterdam ed altro ancora


E' abbastanza noto il fatto che l'attuale New York, per lo meno a livello dell'isola di Manhattan, sia stata fondata con il nome di Nuova Amsterdam dagli Olandesi. Opera di Johannes Vingsboons del 1664, anno in cui la cittadina venne conquistata dagli inglesi, il dipinto di cui sopra è, dunque, un'immagine d'epoca.

 I nativi cedettero quelle terre proprio per un pugno di perline.


La sede di Amsterdam della Compagnia Olandese delle Indie Occidentali, artefice di quell'avventura, meno fortunata, direi, di quella che trafficava con l'Oriente.


Non rammentavo che poco lontano, più o meno in quel torno di tempo, lungo il fiume Delaware ci fosse anche una Nuova Svezia. C'erano anche dei finlandesi. Anche in alcune spedizioni nordamericane dei francesi nel 1600 c'erano - particolare curioso - degli stranieri, come liguri e piemontesi. E la Compagnia Olandese delle Indie Occidentali, che mise fine a quell'esperienza scandinava, non ebbe, come si è già visto, da gioire ancora a lungo.


Peter Stuyvesant, qui sopra nel ritratto di Hendrick Couturier, visse per l'appunto quell'epilogo in qualità di ultimo governatore della Nuova Olanda.


Ricordavo male - o così me ne è risultato da ricerche sul Web - per quanto attiene la presenza coloniale danese in Nord America nel 1600. L'isola di St John - oggi degli U.S.A. - fu sì, insieme ad altre, di quel Regno, ma, ubicata com'è nel Mare dei Caraibi, non è esattamente in tema.

In ogni caso, si trattava di paesi piccoli, o spopolati, come la Svezia, che, più che sul teatro nordamericano - si veda il caso Olanda - esercitarono anche loro, sull'esempio di nazioni più grandi e forse più famose, con feroce determinazione conquiste più o meno durature su lontane terre. 

Anche con aspri passaggi di questo segno si è arrivati all'età contemporanea.



mercoledì 28 settembre 2011

Prodromi di guerre indiane

Le rovine di un antico pueblo nello Utah


I conquistadores spagnoli una volta conquistato l'impero azteco rivolsero subito le loro feroci attenzioni, attirati dal mito di El Dorado, a nord, incontrando altre popolazioni indigene.


Ho già fatto cenno altra volta al periglioso periplo terrestre di Coronado (ritratto qui sopra) del 1540/1542: é quasi inutile aggiungere che anche i nativi di quelle terre conobbero subito la crudele determinazione degli europei.
Fonte: eveydayhdr.com

Il Montezuma's Pass, al confine tra Arizona e Messico, inserito, con una strana e ormai datata collaborazione tra quest'ultimo paese e gli USA, in una sorta di area museale all'aperto, The Coronado National Memorial, commemorativa di quella spedizione, può ben rappresentare luoghi geografici, attraversati  - con presumibile indifferenza alla loro bellezza - da quegli avventurieri spietati.


Più a nord altri europei tentavano intanto le loro fortune scellerate. Erano comunque viaggi molto onerosi, ma, nonostante l'accurata - per i tempi - organizzazione, spesso gli indiani soccorsero sventurati ormai alla mercé delle forze della natura. Subito ne ebbero in cambio malattie sconosciute e per loro mortali, importate dal Vecchio Continente.


Gli inglesi dapprima dalle parti di St. John, nel Labrador.

Jamestown, 1622

Ma poco dopo, come le storie di Raleigh e di Pocahontas tramandano, anche più a sud, in Virginia.

Al pari dei loro rivali transalpini, di cui dirò meglio in altra occasione, la loro iconografia ha contemplato solo le ribellioni dei nativi, dipingendole, va da sè, a fosche tinte: i massacri - e a tutto il 1600 si è solo agli inizi di sistematiche campagne di sterminio - delle popolazioni locali del Nord America aspetteranno a lungo un loro Bartolomeo de Las Casas e raramente troveranno un pittore o un disegnatore in grado di commemorarli.