Nella via principale di Sanremo, Corso Matteotti, sorge il Palazzo
Borea d’Olmo, che prende il nome da una famiglia di origini venete,
prima marchesi d’Olmo sotto i Savoia, baroni con Napoleone e duchi
durante il regno unito. Ad uno di questi personaggi si ispirò Italo
Calvino per il suo “Il Barone Rampante”.
Il Palazzo Borea d’Olmo di Sanremo, benché di origini medievali,
costituisce una grande testimonianza di architettura barocca nella
Liguria Occidentale. Possiede la facciata di chiaro gusto barocco
definita da portali del ’700, quello centrale sormontato da una statua
di Madonna dell’artista fiorentino Giovanni Angelo Montorsoli, allievo
di Michelangelo, e quello di via Cavour, dove troviamo un Giovanni
Battista del medesimo artista. Nell’atrio alla “genovese”
dell’architetto Gio Antonio Ricca (1713) è collocato lo stemma della
famiglia Borea d’Olmo.
Questo sontuoso edificio fu un poco come la REGGIA INFORMALE della
città di Sanremo: qui dato l’altissimo prestigio sociale degli
aristocratici proprietari vennero scanditi tutti i momenti più eccezionali della STORIA DI SANREMO. Per
commemorare la STORIA DI SANREMO ma anche queste glorie della illustre
CASATA una sequela di nobili scrittori di siffatta famiglia registrarono
tutti i dati, locali e non, del succedersi degli eventi attraverso ben 7
secoli di storia e tale mole di informazioni utilissime le concentrarono in un’opera di straordinaria importanza documentaria che è appunto il MANOSCRITTO BOREA,
che fu trascritto da Guido Orazio Borea d’Olmo per i tipi dell’Istituto
internazionale di Studi Liguri nel XV volume (anno 1970) della “Collana
Storico-Archeologica della Liguria Occidentale” con il titolo de Il Manoscritto Borea – Cronache di Sanremo e della Liguria Occidentale.
A questo link la digitalizzazione del "Manoscritto Borea"