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mercoledì 28 marzo 2012

La Pérouse

Fonte: Wikipedia

Faccio inizio da questa battaglia navale, detta dei Santi, sviluppatasi nelle Antille dal 9 al 12 aprile 1782 durante la Guerra di Indipendenza degli Stati Uniti, per procedere a qualche accenno su La Pérouse. E, in parallelo, ad altri navigatori della seconda metà del Settecento. Perché tanti esploratori di quel periodo, francesi e britannici, si erano ritrovati su quei mari a combattere in quel conflitto, come già prima nella Guerra dei Sette Anni.
Di La Pérouse Jules Verne scrisse anche: "Durante l'ultima guerra egli era stato incaricato della delicatissima questione di distruggere gli stabilimenti della compagnia inglese nella baia di Hudson, ed egli si era disimpegnato dell'incarico da militare consumato, da abile marinaio, da uomo che sa conciliare i sentimenti dell'umanità con le esigenze del dovere professionale."

Fonte: Wikipedia

Nella riproduzionedel dipinto, di cui sopra, viene fissato il momento dell'incarico ufficiale conferito a questo navigatore da Luigi XVI per la sua ultima missione per i mari del mondo, particolarmente voluta come risposta alle grandi avventure di James Cook.
La Pérouse fece levare le ancore da Brest il 1° agosto 1785.

Fonte: Wikipedia

Come in tanti viaggi per oceani dell'epoca i rischi erano all'ordine del giorno. La precedente stampa attesta un sinistro occorso a un gruppo della spedizione sulla costa nord-americana - tra attuali Alaska e Canada - che si affaccia sul Pacifico. La Pérouse - scrisse ancora Verne - aveva eretto un monumento su cui si leggeva la seguente iscrizione, di evidente imitazione classica: "All'ingresso del porto sono periti ventun coraggiosi marinai. Chiunque voi siate, unite le vostre lagrime alle nostre."

Fonte: Wikipedia

A Mauna, nelle Isole Samoa, fu massacrata la piccola squadra sbarcata in cerca di rifornimenti alimentari e soprattutto di acqua, squadra condotta dal secondo di quella spedizione, il capitano Paul Fleuriot de Langle, che era anche uno scienziato. De Langle volle scendere a terra, nonostante il parere contrario di La Pérouse, il quale aveva acconsentito malvolentieri, e provocò gratuitamente la reazione esiziale degli indigeni. Allo stesso modo di quanto aveva fatto, nel determinare la propria uccisione, Cook, che almeno aveva l'alibi morale di un pessimo stato di salute.

Nell'ultima lettera, spedita da Botany Bay, Australia, a febbraio 1788, La Pérouse asseriva: "Risalirò alle Isole degli Amici e farò assolutamente tutto ciò che mi é ordinato dalle mie istruzioni relativamente alla parte meridionale della Nuova Caledonia, all'isola Santa Cruz di Mendana, alla costa del sud della terra degli Arsacidi di Surville e alla terra della Luisiade di Boungaville ...".

Jean François de Galaup, Conte de La Pérouse, nato presso Albi nel 1741, e le sue due navi del periplo intorno al mondo, l'Astrolabe e la Boussole, sembrarono di lì a poco svanite nel nulla. Ormai scoppiata in Francia la Rivoluzione, fu proprio l'Assemblea Nazionale nel febbraio 1791 a ingiungere al re di armare una spedizione di soccorso, che fallì lo scopo: durante la medesima perirono addirittura i due comandanti, Entrecasteaux e Kermadec. Solo trent'anni dopo si giunse alla conclusione, perché vi si trovarono effetti personali dei marinai, che La Pérouse e i suoi uomini fossero periti a Vanikoro, nelle Salomone.

Aggiungo che dell'itinerario noto di La Pérouse sussistono tracce documentarie sul Web, così come vi si ribadisce che fu di sensibilità illuministica. Sono rimaste copie dei suoi giornali di bordo, rimandati per tempo in Francia, molto interessanti. Li lesse Jules Verne, che ne trascrisse importanti notizie e affermazioni. Ne produco, in conclusione, almeno due: nella Kamciatka La Pérouse fece porre sulla tomba di Delisle de la Croyère, che era morto nel 1741 di ritorno da una spedizione condotta per conto dello zar, una lastra di rame incisa e rese il medesimo omaggio al capitano Clerke, il secondo di Cook, cui, alla morte, succedette nel comando.


lunedì 30 gennaio 2012

Bouvet, Kerguelen, Crozet


La piccola isola di Bouvet, scoperta il 1 gennaio 1739, si trova ad una distanza di circa 1600 chilometri dall'Antartico.


Lo fu ad opera di Jean Baptiste Charles Bouvet de Lozier - da cui prese il nome -, che comandava le navi francesi Aigle e Marie, e che pensò, senza procedere tuttavia ad una circumnavigazione, di essere arrivato a quella che noi oggi definiamo Antartide.

Jules Verne in suo libro, dedicato a molte esplorazioni compiute soprattutto nel '700, dopo aver descritto le prove tremende affrontate da quei marinai alle prese con inaspettate temperature polari, sottolineò che Bouvet "ebbe la gloria di dare un esempio al grande esploratore inglese James Cook".


Eccola la rotta che portò Cook verso l'Antartico, ma é, appunto del 1772-74.


Questa mappa, che si può definire dell'Oceano Indiano, é del 1753. Come si può notare, le conoscenze geografiche non erano all'epoca molto precise. Ma i viaggi di esplorazione per mare iniziavano proprio in quel periodo ad avere carattere scientifico. La carta in questione fu redatta dal cartografo e navigatore francese Jean-Baptiste d'Après de Mannevillette (1707-1780), che utilizzò a fondo un nuovo strumento, ideato dall'astronomo britannico John Hadley, per calcolare sia latitudine che longitudine con il metodo delle distanze lunari. Se ricordo bene, erano quelli gli anni in cui si cercava di risolvere con urgenza il problema della longitudine.


Qui sopra il ritratto di Yves Joseph de Kerguelen de Trémarec, che scoprì nel 1772 le Isole della Desolazione, cui lo stesso Cook in onore del francese volle, invece, dare il nome di Kerguelen.


Qui sopra uno scorcio della penisola Rallier du Baty, nella più grande delle Kerguelen, che sono situate a 4.800 chilometri dall'Australia (ad est) e circa 2.000 dall'Antartide (a sud).
Marc-Joseph Marion du Fresne scoprì nel 1772 le Isole Crozet (dal nome del suo comandante in seconda, in quanto a lui era già stata intitolata l'Isola Marion) che sono collocate ad una latitudine compresa tra 45°95' e 46°50' S e una longitudine compresa tra 50°33' e 52°58' E nell'Oceano Indiano meridionale.

Con quelle deviazioni delle rotte di grandi viaggi di esplorazione via mare ci si stava avvicinando all'Antartide.