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mercoledì 28 novembre 2012

Si può fare dell'ironia su cartoline e stampe d'epoca?

Fonte: eBay
Vedo alquanta ironia (e, spero, anche autoironia) nel fatto di trovare su eBay questa cartolina di Camporosso (IM) del 1907.












Fonte: eBay
E quest'altra per lo stesso borgo del medesimo anno.

Autoironia perché di Camporosso ho scritto da poco su Blogger in termini leggeri ed anche con qualche travisamento; perché sulle cartoline datate o d'epoca potrei, esagerando, andare avanti a lungo; perché, a tutti gli effetti, sul Web continuo a cercare riproduzioni di stampe e di dipinti sulla Riviera intesa in senso largo, ma scopro poco.
Fonte: eBay



























Arma di Taggia e zona in una stampa del 1885.

Ironia, perché, come sin qui da eBay, utilizzo immagini in partenza pubblicate - in versioni certo non ottimali - per vendere, talvolta a caro prezzo, gli originali sottostanti; perché ormai ho imparato che, per compiere queste operazioni commerciali, quasi sempre le pagine delle icone vengono strappate da libri che, rispettati nella loro completezza, avrebbero quantomeno un valore storico enorme; perché  in tante case - compresa la mia e in questo momento me ne rammarico: un vecchio regalo di qualche antiquario? - sono esposte, debitamente incorniciate, opere del genere.

Fonte: eBay






































Presumo la stessa fattispecie per l'Arco di Santa Croce ad Alassio (SV), 1901.

Tra l'altro, aggiungendo ironia ad ironia, eBay potrebbe anche avere da ridire su di un utilizzo del suo materiale come  quello fatto da me.


Fonte: gravures-nice.org

 Verso il Colle di Tenda, 1837-1845.

Tratto da "Corografia fisica", afferma semplicemente il sito in questione, ma si tratta, più estesamente, di "Corografia fisica, storica e statistica dell' Italia e delle sue isole corredata di un atlante di mappe geografiche e topografiche", cui forse ho già accennato in qualche precededente occasione.  Tralascio lavori, colà utilizzati, come "Travels through the Maritime Alps", "Nice et ses environs, 1812", o "Viaggio romantico-pittorico", che pur dovrebbero avere riferimenti in proposito, ma devo registrare che "Corografia fisica" non ha dato occasione sinora nel nostro Paese di realizzare occasioni iconografiche digitalizzate, come quella che i nizzardi in parola hanno adempiuto per il loro territorio.

Tant'é...



sabato 17 novembre 2012

Una specie di giro del mondo in cartoline d'epoca

Londra in una cartolina d'epoca, che a suo tempo, come si noterà, era stata - al pari delle altre che seguono -  spedita ("viaggiata" si dice in gergo, come qualcuno mi ha sostenuto), tanto da poterne ricavare agevolmente la data, 1905.

Forse ci sono sin troppe cose da osservare su queste icone: spero di non esagerare.



Intanto, l'abitudine di scrivere sull'immagine, perché il retro era ufficialmente destinato all'indirizzo del destinatario, anche se non sempre ci si atteneva a questa specie di disposizione.

Non era di sicuro il caso del mittente di questo cartoncino pubblicitario, ma a me viene da pensare a tante tristi storie di emigrazione italiana, ancora diffuse in quegli anni; e a "Titanic" di Francesco De Gregori.

















Con New York, passaggio obbligato di tanti nostri connazionali, ci si sposta al 1908.

















Buenos Aires.




















Ancora la capitale argentina, in modo da appurare la data, 1905.
Ed io compio una divagazione su Borges che si lamentava che gli immigrati genovesi avessero snaturato il tango, rendendolo, come da mia arbitraria sintesi, una musica dolciastra, per cui non amava Carlos Gardel, a me, invece, molto caro, benché tardivamente scoperto.




La Grande Muraglia Cinese. Già dal francobollo si evince che esisteva ancora l'Impero. Non opero digressioni su questo grande paese. Del resto, avevo in merito già qui mutuato altre note di vita vissuta.








Singapore.
Aprendo un'altra parentesi di costume, aggiungo che non so se a questa data Somerset Maugham era già all'Hotel Raffles, orgoglio dell'imperialismo britannico, per apprezzarne cucina e bar di eccelsa qualità e trovare spunti per tante sue trame narrative. Di sicuro, non ancora Ernest Hemingway, troppo giovane.


Questa cartolina da Aden (il destinatario in tutti i casi é sempre la medesima persona, un veterinario, che cambia talora residenza; il mittente in questa occasione, di tutta evidenza, lo stesso di Singapore) non può non fare andare con la mente al razzismo tipico del colonialismo: ho altra documentazione in merito, ancora più tristemente significativa, che mi riprometto prima o poi di pubblicare.

Concludo, sottolineando che queste cartoline (tutte antecedenti la prima guerra mondiale, dunque) fanno parte di un'altra recente scoperta casalinga.













mercoledì 31 ottobre 2012

Se le cartoline d'antan sono di Bordighera

Si nota bene Villa Garnier in questa datata cartolina delle regioni di levante di Bordighera, speditami, al pari delle altre che seguono, poco fa' dall'amico Giulio Rigotti.










Da più di cinquant'anni in quella zona, prospiciente Arziglia, spicca il porto turistico.
Il Paese Alto, centro storico di Bordighera.










Piccolo spostamento a ponente.

Sottolineo a questo punto le motivazioni che stanno sotto a questa mia premura di pubblicare una parziale selezione delle immagini di Giulio. La prima sta nel fatto che gli ho annullato, causa miei vari impegni, diverse volte la presa in consegna del materiale, che dovevo essere, invece, io a passare allo scanner. L'altra riposa sulla soddisfazione di notare la diffusa passione per scatti che ripercorrono in qualche modo la storia dei nostri luoghi.

Questa é un'inquadratura spostata ancora più verso la Francia, che si scorge sullo sfondo, dopo gli abitati di Vallecrosia, Camporosso (Mare), Ventimiglia.









Anche qui, un minimo di comparazione tra passato e presente.

E della città di confine, alla luce di quanto affermato sopra, mi viene naturale, allora, fare vedere il tripudio, ancorché in bianco e nero, dei fiori del mercato coperto di tanti anni fa'.












giovedì 25 ottobre 2012

Königssee, e non solo, in cartoline d'epoca

Romanshorn, in Svizzera Orientale, Cantone di Turgovia, sul lago di Costanza. Questa volta una data, su una mia cartolina d'epoca, c'é, inequivocabile: 1905. 
Credo confermi il periodo approssimativo con cui ho  contrassegnato quelle da me sinora pubblicate.




Königssee, scritto da noi anche Konigsee. Non ho capito bene se per tale si intenda "lago del re" o "re dei laghi". Ma questo é un mio limite personale. Il nome, in ogni caso, non dovrebbe avere a che vedere con la monarchia, quanto con i Kuno, antichi nobili della zona.






Situato ai piedi delle Alpi di Berchtesgaden nel comune di Schönau am Königssee, a sud di Berchtesgaden e della città di Salisburgo, il Königssee è il terzo lago più profondo della Germania. Baviera, insomma, in un angolo che si incunea nell'Austria.






Già,  Berchtesgaden, dove c'era il cosiddetto nido d'aquila di Hitler.
Non basta, purtroppo.  Anche in luoghi così incantevoli i nazisti fecero sfoggio della loro ferocia criminale. 
Ad esempio, nel 1944 un sottocampo del campo di concentramento di Dachau si trovava nelle vicinanze. E Heinrich Himmler aveva a Schönau una residenza costruita  per la sua amante Edvige Potthast.

Tornando al tema strettamente geografico, ecco - alla luce del precededente riferimento - una Salisburgo d'antan, ritratta in bianco e nero.








Mi sono, infine, detto che, a concludere questo piccolo tour, non stonava uno scatto antiquario di Vienna.













domenica 7 ottobre 2012

Quasi una pausa

Salisburgo.
Succede che in casa l'archivio di cartoline d'epoca, di cui ho già parlato qui, vada a riservare altre sorprese.
La Chiesa di San Sepolcro a Milano

Quelle che segue é una discreta divagazione. 
Mi sono imbattuto per caso, come d'abitudine, dato che non sono uno spettatore assiduo, nelle prime immagini de "Il commissario Nardone" televisivo. Colpito dall'iniziale riferimento alla fine della seconda guerra mondiale, ci ho messo un po' a capire che si parlava di un poliziotto famoso in tutta Italia quando ero bambino. Solo che, del tutto banalmente, ho subito ripensato al luogo di culto di questa fotografia. San Sepolcro evoca in modo lugubre gli esordi del movimento fascista. Di fronte esiste un palazzo medievale, oltrettutto deturpato nel triste ventennio per fare spazio ad una struttura del fascio. Oggi ospita un commissariato di polizia, dal che deriva che é proibito ad un privato cittadino inquadrare con uno scatto quel monumento!

Il Velodromo Vigorelli a Milano

Un episodio dello sceneggiato in questione me lo ha fatto tornare in mente. E' ora che torni a Nardone. Quello di fantasia. E quello vero. Del primo aggiungo che, preso dalla curiosità, ne ho seguito sinora tutte le vicende: la storia si conclude a giorni, per cui, facendone cenno adesso, non ho proprio reso pubblicità. Del commissario, che riempiva sul serio le cronache dei giornali in quegli anni come si é sottolineato nel telefilm, mi é rimasto nitido il ricordo dell'arresto della cosiddetta Banda di Via Osoppo, da lui organizzato. Non vado a ripercorrere l'atmosfera di quei tempi, che, pur ancora scolaro, per vari motivi, non ultime le mie allora non rare - come ho già narrato - presenze a Milano, meriterebbe, invero, ulteriori approfondimenti. Metto in evidenza che, con l'occasione di questa serie televisiva, qualcosa in più sul Web su Nardone é stato scritto. Mi ha, allora, un po' consolato il fatto che qualcuno asserisca che il commissario, pur arrestandoli, fosse per lo meno dubbioso della colpevolezza di Fenaroli e Ghiani, rispettivamente mandante ed esecutore, per la magistratura, dell'omicidio della moglie del primo, all'epoca clamoroso, ma da più parti oggi ascritto ai soliti servizi segreti deviati. Non credo proprio  che lo sceneggiato arriverà ad aggredire questo nodo...

lunedì 1 ottobre 2012

Sciaffusa in cartoline d'epoca


Sul Web ho cercato la conferma che Rheinfall o Cascate del Reno siano quelle come da tradizione definite di Sciaffusa (o Scaffhausen), Svizzera, alla quale sono vicine. Ma più precisamente situate a Neuhausen am Rheinfall. Ben note già agli antichi Romani. Rinvenendo questa ed altre relative cartoline d'epoca, qualche dubbio il nome Rheinfall me lo aveva creato.


 
Mi pare che al romanticismo della natura il colore di queste vecchie cartoline aggiunga ancora qualcosa.







Sciaffusa, invece, é questa.

domenica 23 settembre 2012

Scorci di Mediterraneo in cartoline d'epoca


Il porto di Malta in una cartolina di oltre un secolo fa' (in mio possesso, come quelle che seguono). I marinai delle navi militari italiane che colà si consegnarono agli alleati dopo l'8 settembre 1943 avranno visto i segni della guerra, invece. C'erano, tra gli altri, mio padre, mio zio, diverse persone che ho conosciuto.




Sfax in Tunisia. Tristemente nota oggi per tante tragedie dell'emigrazione. Più di cento anni fa' erano gli italiani a emigrare colà. I governi della Destra storica erano arrivati ad un pelo dal fare la guerra alla Francia per impiantare una colonia in Tunisia. 

Se non ricordo male, qualche anno addietro avvenne un tentativo di collaborazione economica tra la zona di Sfax e la provincia di Imperia, se non la Liguria. Non so che fine abbia fatto.

 Tunisi.












 Biserta, a nord-ovest di Tunisi.


 


 St. Raphael, Costa Azzurra.


Quel padiglione sul mare a Nizza non c'é più da lungo tempo, ma in tanti affermano di avere visto immagini simili a questa. Io stesso ne avevo già una, reperita dall'Archivio Moreschi di Sanremo.






Non so se l'avvenimento in questione, ormai tramontato, si svolgeva anche sulla Promenade, vale a dire sulla passeggiata a mare, ma la Battaglia dei Fiori di Nizza, credo ormai dimenticata, differente per la tipologia dei carri, me la vedo co-ispiratrice di quella successiva di Ventimiglia.





Il Principato di Monaco: sullo sfondo, dopo Cap Martin, la parte più occidentale della Riviera dei Fiori.

Per terminare un parziale giro fotografico di questa parte di Mediterraneo.








domenica 16 settembre 2012

Cartoline vecchie di Tunisi che mi fanno divagare...


Tunisi più di un secolo fa'. Forse anche prima. Credo che la data approssimativa si intuisca visivamente dalle stesse caratteristiche tecniche di questa cartolina.
A me, a suo tempo, il periodo in esame era rimasto labilmente fissato nella memoria per parole dette nell'occasione della mia prima occhiata a immagini similari a questa, oggi in casa nostra. Ma anche perché a lungo mi era rimasto impresso il fatto di avere letto dei saluti, di logica riportanti a un preciso anno, su una di queste "carte postale".


Mahdia.
Solo che, una volta aperta la scatola dove sono contenute, mi sono accorto che di fotografie della Tunisia di quell'epoca ce ne sono veramente tante. E di Tunisi in particolare. Non le ho ancora viste tutte. Mi é rimasto alquanto sospeso il proposito di fare un piccolo excursus più che altro di carattere storico, corredato di alcuni di quegli scatti.



Se già la scoperta del quantitativo, l'ormai lontana causa - altra trama che sarebbe da narrare! - di quel dono e il vedere l'"ancient" Tunisi non mi avevano rievocato ricordi, Cartagine - qui sopra - mi riporta a quando a otto anni, fresco di studi alle elementari di storia romana, appresi da un'altra cartolina mandataci da un vicino di casa (colà in "congedo" - di cui oggi non so spiegarmi l'autorizzazione - temporaneo dalle ferrovie per un'esperienza da marconista su una nave mercantile, che a noi fratelli fruttò anche due tartarughine: altra vicenda) che la grande città punica era ben risorta dalle ceneri cui l'aveva condannata il Senato dell'Urbe.


St. Raphael in Costa Azzurra con la Tunisia c'entra poco. E' vero. Solo che nel piccolo archivio in parola ho ritrovato anche qualche vecchia cartolina di questa località. 
E per singolare coincidenza ho appena letto una testimonianza raccolta da Arturo Viale - alla quale devo pur dedicare qualche riga più attenta al più presto - che parla di tre giovani uomini di Ventimiglia che nel settembre 1944 si muovono in barca verso St. Raphael per provare a convincere gli alleati a non bombardare - e non mietere ulteriori vittime civili - l'estremo Ponente Ligure, perché sguarnito di acconce difese. Persone inascoltate - va da sé! - che hanno vissuto un'esperienza riportata con avvincente scrittura da Arturo. Uno di questi uomini l'ho conosciuto e, senza esserne mai stato intimo, posso confermarne la singolare e calda carica umana. Di un altro, che so deceduto poco dopo la guerra, ho conosciuto e conosco la famiglia in senso largo. Soprattutto, sino ai miei sei anni inoltrati, quando ci perdemmo di vista per il nostro trasloco, mi fu molto cara la madre, una figura di donna che non ho mai dimenticato e alla quale torniamo spesso in conversari con i miei.
Forse perché - e prendo a prestito, un po' rimodellandola, una recente frase di Eugenio Scalfari - era il periodo in cui si andava formando la parte istintuale del mio carattere, il che in parte almeno mi spiega la mia ricorrente tentazione di parlare di certi miei luoghi, di certi avvenimenti e di certi periodi. E a divagare...


E sempre per pura ... combinazione, tra quelle cartoline d'epoca, dato che qualche volta pur ne ho scritto, non dovevo ritrovarne, magari ritoccate come quella qui sopra, tre di Nizza?



giovedì 3 maggio 2012

Quel centro di Ventimiglia!


Non intendevo proprio tornare presto a parlare e fare vedere vecchie immagini del centro di Ventimiglia (IM). Solo che le riflessioni suscitate in me da diversi commenti, resi al mio più recente post sul tema, mi portano a spendere qualche parola in più sull'argomento.

Anzitutto, mi scuso per la non eccelsa qualità della fotografia relativa a quel crocevia com'é oggi, ma la mia fretta di comunicare é su altro.


Come si sarà notato, le strutture degli edifici in quella parte della città di confine sono rimaste pressoché immutate.


La volta precedente mi premeva sottolineare, invero, aspetti di civiltà materiale ormai scomparsi, in particolare tram e cavalli. Alcuni di questi sarebbero anche meritevoli di approfondimento. Qui, ad esempio, si possono scorgere automezzi di varie generazioni.

Una cosa curiosa - aggiungo - é la disinvoltura con cui le persone, fidandosi - incoscientemente, perché a mia memoria erano frequenti gli investimenti dei pedoni - dello scarso traffico dell'epoca, anche finita la seconda guerra mondiale, camminavano per le strade.

Quel

Valutando questo discorso mi sono accorto che, nel piccolo archivio di cartoline d'epoca che in vario modo - nella presente occasione devo in particolare ringraziare Edoardo Racco - ho realizzato, sussiste una discreta documentazione di altri esempi di vita pratica d'antan, che vorrei in seguito illustrare meglio.