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sabato 6 luglio 2013

Curiosando tra cartoline e francobolli d'epoca

Mi sembra quasi d'obbligo iniziare con una Vienna ancora Belle Époque una mia personale rivisitazione di vecchie cartoline.
A quel tempo anche Tersatto, frazione di Fiume, era nell'Impero Austro-Ungarico.
Introduco a questo punto un aspetto, cui non avevo sinora prestato attenzione: in partenza da questa località e, penso, per la Croazia di allora, i francobolli, se leggo bene, erano della Posta Magiara.
Sono andato a ritroso su quanto avevo già pubblicato in rapporto a immagini d'epoca, per cui, circa Parenzo, Istria,  trovo un annullo più ricorrente.
Granada, Alhambra.

Per illustrare questo francobollo spagnolo, vidimato nel 1927.



















Francobolli argentini di oltre un secolo fa'. Sul retro di una cartolina di Buenos Aires - o una similare -, già pubblicata qui da me.
Singolarità per singolarità, metto in evidenza anche un timbro statunitense del 1908.
Somalia. Uebi Scebeli. Tralascio, nell'occasione, ogni riferimento alla storia di questo tormentato paese.


Ma sul retro di questa cartolina compare questo francobollo del 1938, che attesta che l'Italia fascista riservava a questa sua colonia il presunto onore dell'autonomia postale.















Dalla medesima mi é venuta l'idea di curiosare tra documenti di questo genere per compiere questo breve excursus, cui non avevo ancora pensato, perché forse mi erano rimasti troppo impressi nella mente i francobolli apposti a fianco o sulle immagini stesse di tante cartoline d'epoca.




venerdì 14 giugno 2013

Ventimiglia, non solo città di frontiera

Non ho ancora compiuto ricerche in proposito, né ho chiesto lumi all'amico che me l'ha consegnata, ma ho proprio difficoltà a collocare in qualche punto di Ventimiglia (IM) questa vecchia immagine: forse, nell'atrio della precedente stazione ferroviaria.







Questa.










Perché in oggi - ma da ben prima dell'ultima guerra - l'edificio in questione appare così.

Scomparsa, invece, la fontana, bella, a prescindere dalla simbologia di infausto regime: forse sarebbe bastato rimuovere quei segni, sempre che il monumento - supposizione non riportata neppure da altro amico, ad opera del quale   avevo già visto copia di questa cartolina e che ne ha messo in rilievo la pregevole fattura - non sia andato distrutto nei bombardamenti del detto conflitto, che gravarono pesantemente su quella zona di Ventimiglia, che aveva presentato una serie di eleganti esercizi pubblici, eretti, soprattutto, penso, in rapporto alle modalità - comportanti lunghe fermate a terra (come evocato specificamente da "Il conformista" di Bertolucci, tratto dall'omonimo romanzo di Moravia) una volta discesi necessariamente a terra da un treno da o per la Francia per controlli passaporti e dogana - di viaggio di quei tempi, connesse a quella che era a pieno titolo una stazione ferroviaria internazionale.

Una fotografia singolare di Marina S. Giuseppe.










La frontiera con Mentone.













Il raffronto con lo stato attuale lo compio, attingendo con improvvisazione a quanto avevo già in archivio, in modo parziale, tentando, altresì, di significare che, mentre in oggi la strada per la Francia, per Mentone in prima istanza, detta di Ponte S. Lodovico, scorre pressoché litoranea per chilometri, sino ai primi anni '60 si accedeva alla Francia solo per il soprastante Ponte S. Luigi, da cui si scendeva, come tuttora si scende, al mare. In fondo al secondo scorcio qui pubblicato, iniziano i Balzi Rossi, sopra i quali per secoli la Repubblica di Genova tenne il suo rastrello confinario.

 
Il Caffé Ligure mi è sempre, benché scomparso da tempo, rimasto indelebile nella memoria, ma questo è un aspetto di storia del costume che, per il taglio che ha assunto questo post, preferisco eventualmente rinviare ad altra occasione. In proposito, comunque, Gianfranco Raimondo, appena vista questa fotografia, è andato subito a rievocare, attingendo a sue fonti, i fasti pressoché da Belle Epoque del Caffé Ligure.

Qui sopra uno spicchio (a destra del torrente), molto orientale, di Nervia, quartiere est di Ventimiglia.

In modo approssimativo lo si può comparare con questo scatto d'antan, la cui datazione, nonostante la nota di accompagnamento, mi appare incerta: reputo di portarla a ben prima dell'ultima guerra, sia per la tipologia delle automobili, sia per il fatto che sul finire degli anni '50 erano ancora visibili macerie lasciate dai bombardamenti aerei.

Ringrazio per queste immagini d'epoca Adriano M., che conosco da quando si era bambini a Nervia, appunto, al quale sono tributario di altre cartoline del genere e a cui, come gli avevo preannunciato, volevo dedicare un ritrattino scherzoso, che avrebbe accomunato anche Gianfranco: il rilievo dei documenti che mi ha consegnato mi impone di andare sul brillante un'altra volta...


mercoledì 15 maggio 2013

Fuori sacco























Ancora uno scorcio di Borghetto San Nicolò, Frazione di Bordighera (IM), in uno scatto datato, fatto senza molte pretese, che qui pubblico per sottolineare una tra le diverse cose simpatiche che mi sono capitate nella grande piazza virtuale del Web: un sodale di giochi dell'infanzia in quel di Nervia, Frazione, invece, di Ventimiglia, perso di vista più o meno da quel periodo, ma in corrispondenza con me da almeno due anni a questa parte, mi ringrazia per le foto da me pubblicate su Borghetto San Nicolò, asserendo essere il suo borgo natio, dal che, nella corrispondenza intercorsa, sono derivate varie memorie spicciole, con varie ricadute di carattere locale e personale.

"Fuori sacco" è un'espressione da me appresa, negli anni che furono, in relazione alla trasmissione - allorquando non sussisteva l'attuale tecnologia - di un articolo di giornale (creato ancora con una battitura più o meno affrettata dei tasti di una macchina da scrivere direttamente su di un foglio di carta, in genere già predisposto con misteriosi segni di misurazione!) all'ultimo istante, fuori del contenitore già predisposto sul carro ferroviario della posta, dunque. Il concetto, per estensione, l'ho sentito spesso usare in seguito per l'aggiunta in extremis di punti all'ordine del giorno di riunioni professionali specializzate.

"Fuori sacco" in un mio tentativo di celia circa le distrazioni e le conseguenti improvvise modifiche, che mi vengono da arrecare alla stesura dei post.























Pubblicando questa fotografia di una grotta, di rilievo nella preistoria dei Balzi Rossi - di cui ho parlato, ad esempio, qui - in Frazione Grimaldi - zona mare - di Ventimiglia, un commento mi ha fatto notare che trattasi di "A Barma Grande", cioé la grande caverna... Ho trovato l'episodio simpatico. Nel contempo mi sono rammentato che su Blogger non avevo mai mostrato neppure l'ombra di tali cavità...
























Vengo proprio oggi gratificato, insieme ad altre, di questa cartolina d'epoca di Vallecrosia, inviatami, in quanto noto il mio interesse per immagini "vintage".























Ed in Vallecrosia, incorporata ed attorniata da altri edifici, è situata anche una vecchia cappella, alla quale non avevo mai fatto caso e di cui non so ancora nulla. Pubblico questa fotografia, perché di fronte ad una costruzione veramente preziosa dal punto di vista storico in vicina località sono stato apostrofato per i miei ripetuti scatti: l'episodio mi ha confermato la persistenza di una diffusa fobia, da me percepita già da altri segni, per immagini "carpite" su suolo pubblico, perché foriere di possibili furti nelle case.

Fonte: Archivio Ligure della Scrittura Popolare (storia.dafist.unige.it)
Fanti della Divisione Cosseria, 89° Reggimento Fanteria, 3° Battaglione, 9^ Compagnia in esercitazione a Cima Marta, Alpi Marittime, nel 1941.
Avendo la ventura di avere reperito fotografie analoghe  - dell'89° avevo fatto degli accenni qui -, pensavo di seguire con un sollecito post alcuni spostamenti in guerra del capitano, la cui famiglia regalò le pertinenti immagini al richiamato Archivio.

Notizie - come quelle che oggi riferisco -, pervenutemi "fuori sacco", mi hanno fatto rimandare l'appuntamento...


martedì 29 gennaio 2013

Cartoline d'epoca...

Parenzo, oggi Poreč, Istria, Croazia. Cartolina spedita nel 1901, quando quel territorio era ancora sotto l'impero austriaco.

Un'immagine di Trieste del medesimo periodo.

Aiguille de Bionnasay (sul Web questo nome lo trovo scritto oggi con due enne), Monte Bianco. 4.052 metri, in ogni caso. Una fotografia quasi d'epoca come le prime due. Non facile a realizzarsi, insomma.


Santa Margherita Ligure. Anche questa - come si potrà notare - "viaggiata" nel 1901.


Tunisia, Gafsa. Oasi. Gli anni di riferimento sono, più o meno, gli stessi.


Saint-Raphael.



Tram a Nizza in Piazza Massena, ai primi del 1900. Da qualche anno quel mezzo pubblico é di nuovo in funzione nella città e in quel sito in particolare.


venerdì 4 gennaio 2013

L'Angst a Bordighera


Ieri mi si é offerta in modo del tutto casuale la possibilità di riprodurre immagini d'epoca dell'Hotel Angst di Bordighera, a lungo uno dei vanti della città. Ne appaiono diverse sul Web. Per la prima volta ne tocco alcune in veste originale. Man mano che le esamino tramonta in me, tanto le trovo interessanti, l'impulso di trattare il tema con il tono - inizialmente ispiratomi anche dal ricadere per l'ennesima volta in un discorso relativo a cartoline e a Bordighera - della celia, tono che eventualmente potrò tentare di adottare altra volta.









Mi é stato fornito in visione anche un depliant in lingua russa di quella magnifica struttura turistica, di tutta evidenza antecedente alla prima guerra mondiale.










Opuscolo che si apre con note illustrative di Bordighera, tra le quali non poteva mancare una fotografia della Chiesetta di S. Ampelio.









Ho selezionato qualche pagina.



















Sono immagini che, credo, non hanno necessità di particolari commenti.














Si tratta - ripeto - di cartoline e di una sorta di catalogo originali.













Sono, tuttavia, in possesso da tempo di pubblicazioni abbastanza recenti, cui potrei attingere per provare a sintetizzare i fasti lontani dell'Angst.
Preferisco che parlino da sole le immagini che qui pubblico.










Che portano, soprattutto, alla Belle Epoque, quando nella sottostante Via Romana sostavano eleganti carrozze a cavallo per servire i clienti di quel superbo esercizio. E con tutta probabilità un anello di ferro ancora infisso nel muro di una villetta là vicino riporta con il pensiero ai tempi lontani di aitanti quadrupedi legati in attesa di prendere servizio.



























Ma oggi l'Angst é nelle condizioni riscontrabili in questa fotografia. 
Adibito durante l'ultimo conflitto ad ospitare famiglie sfollate in genere dalla costa, non più lontana di qualche centinaio di metri, ma maggiormente colpita dai bombardamenti via mare, non riprese in seguito l'attività, per avviarsi ad inesorabile degrado.

Quando ho fatto gli scatti circa il presente stato dell'arte pensavo a un mio uso personale, tanti sono i ricordi, confusi, di famiglia, anche intesa in senso largo, che mi affollano la mente. Non essendomi documentato in merito, riferisco con il condizionale, tanto é fallace la mia memoria, che probabilmente l'albergo, come, ad esempio il vicino Continentale, durante la fase finale dell'ultima guerra ha visto la presenza di un distaccamento o di ufficiali tedeschi, il che potrebbe spiegare gli evidenti segni degli eventi bellici.
Bloccata per decenni per vincoli prettamente turistici l'aspirazione di proprietà, credo, succedutesi nel tempo, di realizzare una ristrutturazione a residence, una volta sbloccata la situazione qualche anno fa' con il solito squillante annuncio tipico dei grandi investimenti immobiliari, appena avviati dei lavori nel parco, questi si sono presto interrotti senza, per quanto ne sappia io, spiegazioni ufficiali, anche se penso possano avere anche influito parte delle vicende che hanno portato allo scioglimento - per infiltrazioni mafiose - del consiglio comunale di Bordighera.
In ogni caso, mi spiace vedere nel degrado un edificio una volta così imponente, anche se nato per soddisfare le esigenze di ricche persone. Il che mi fa, inoltre, tralasciare il ricordo dell'unica escursione abusiva colà condotta, poco più che adolescente, con compagni di giochi di quella lontana estate. Mi pare che "angst" in tedesco voglia dire paura: forse ci fu qualcosa di profetico nel cognome del proprietario eponimo dell'albergo.

P.S.
Ringrazio tutti degli auguri di Buon Anno, che contraccambio di cuore ed estendo a chi non fossi riuscito, in queste mie giornate di latitanza, a salutare!



lunedì 10 dicembre 2012

Tornando a parlare di Bordighera






















Per chi non é di Bordighera il nome di questa strada della città delle palme, comunque Via Vittorio Veneto, non ha di certo importanza. 
Solo che, questa immagine datata, donatami, al pari di quella analoga che segue, dall'amico Giulio Rigotti, mi consente di effettuare qualche cenno e qualche considerazione del tutto personali.

In questa fotografia d'antan si possono notare già in secondo piano la Chiesa Anglicana, oggi Centro Polivalente, e più ancora in fondo la torretta di Villa Etelinda, immortalata a suo tempo da Claude Monet. Una parte dei grandi alberghi della Via Romana, oggi tutti residences, che connotarono l'epoca d'oro del turismo di elite di Bordighera, non hanno, credo, necessità di specifiche indicazioni.























Questo scatto della scorsa estate, che riguarda in modo molto approssimativo la stessa strada, mi fornisce il destro per una piccola nota: in molti casi sarebbe opportuno, per fare comparazioni adeguate, salire su qualche edificio, cosa che, nonostante le mie conoscenze, non mi pare ancora il caso di fare.























Via V. Veneto ripresa a suo tempo dall'angolazione opposta. Nell'angolo a sinistra in alto, il campanile e la Chiesa di Terrasanta, progettata e finanziata da Charles Garnier, che non fece in tempo a vedere finita questa sua opera, dovuta al suo grande e testimoniato amore per Bordighera. Trascurando altri particolari, indico inoltre al centro gli storici campi da tennis e sulla destra, circondata da alberi, ancora la Chiesa Anglicana.























Questa fotografia, che confronta in maniera molto parziale lo stato attuale con quella precedente d'epoca, la metto quasi per provocazione, a significare che, per fare una sovrapposizione accurata, sarebbe necessario entrare nella stessa struttura - già Hotel progettato da Charles Garnier - da cui venne scattata quella in bianco e nero. Ho cercato l'inquadratura ottimale, girando in collina, ma non ci sono riuscito.
Intanto a sinistra si può notare, di colore bianco, il teatro, "Victoria Hall" - la cui destinazione d'uso, va da sé, è stata cambiata da tempo -, fatto costruire, al pari di altri significativi edifici, da ricchi turisti inglesi d'epoca.

In fondo a questa strada a sinistra sussiste - anche in questo caso non più tale - il primo albergo che a fine XIX secolo accolse i primi sudditi della Regina Vittoria, attirati in Riviera dalle romantiche vicende de "Il dottor Antonio" di Giovanni Ruffini.


mercoledì 28 novembre 2012

Si può fare dell'ironia su cartoline e stampe d'epoca?

Fonte: eBay
Vedo alquanta ironia (e, spero, anche autoironia) nel fatto di trovare su eBay questa cartolina di Camporosso (IM) del 1907.












Fonte: eBay
E quest'altra per lo stesso borgo del medesimo anno.

Autoironia perché di Camporosso ho scritto da poco su Blogger in termini leggeri ed anche con qualche travisamento; perché sulle cartoline datate o d'epoca potrei, esagerando, andare avanti a lungo; perché, a tutti gli effetti, sul Web continuo a cercare riproduzioni di stampe e di dipinti sulla Riviera intesa in senso largo, ma scopro poco.
Fonte: eBay



























Arma di Taggia e zona in una stampa del 1885.

Ironia, perché, come sin qui da eBay, utilizzo immagini in partenza pubblicate - in versioni certo non ottimali - per vendere, talvolta a caro prezzo, gli originali sottostanti; perché ormai ho imparato che, per compiere queste operazioni commerciali, quasi sempre le pagine delle icone vengono strappate da libri che, rispettati nella loro completezza, avrebbero quantomeno un valore storico enorme; perché  in tante case - compresa la mia e in questo momento me ne rammarico: un vecchio regalo di qualche antiquario? - sono esposte, debitamente incorniciate, opere del genere.

Fonte: eBay






































Presumo la stessa fattispecie per l'Arco di Santa Croce ad Alassio (SV), 1901.

Tra l'altro, aggiungendo ironia ad ironia, eBay potrebbe anche avere da ridire su di un utilizzo del suo materiale come  quello fatto da me.


Fonte: gravures-nice.org

 Verso il Colle di Tenda, 1837-1845.

Tratto da "Corografia fisica", afferma semplicemente il sito in questione, ma si tratta, più estesamente, di "Corografia fisica, storica e statistica dell' Italia e delle sue isole corredata di un atlante di mappe geografiche e topografiche", cui forse ho già accennato in qualche precededente occasione.  Tralascio lavori, colà utilizzati, come "Travels through the Maritime Alps", "Nice et ses environs, 1812", o "Viaggio romantico-pittorico", che pur dovrebbero avere riferimenti in proposito, ma devo registrare che "Corografia fisica" non ha dato occasione sinora nel nostro Paese di realizzare occasioni iconografiche digitalizzate, come quella che i nizzardi in parola hanno adempiuto per il loro territorio.

Tant'é...