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giovedì 25 ottobre 2012

Königssee, e non solo, in cartoline d'epoca

Romanshorn, in Svizzera Orientale, Cantone di Turgovia, sul lago di Costanza. Questa volta una data, su una mia cartolina d'epoca, c'é, inequivocabile: 1905. 
Credo confermi il periodo approssimativo con cui ho  contrassegnato quelle da me sinora pubblicate.




Königssee, scritto da noi anche Konigsee. Non ho capito bene se per tale si intenda "lago del re" o "re dei laghi". Ma questo é un mio limite personale. Il nome, in ogni caso, non dovrebbe avere a che vedere con la monarchia, quanto con i Kuno, antichi nobili della zona.






Situato ai piedi delle Alpi di Berchtesgaden nel comune di Schönau am Königssee, a sud di Berchtesgaden e della città di Salisburgo, il Königssee è il terzo lago più profondo della Germania. Baviera, insomma, in un angolo che si incunea nell'Austria.






Già,  Berchtesgaden, dove c'era il cosiddetto nido d'aquila di Hitler.
Non basta, purtroppo.  Anche in luoghi così incantevoli i nazisti fecero sfoggio della loro ferocia criminale. 
Ad esempio, nel 1944 un sottocampo del campo di concentramento di Dachau si trovava nelle vicinanze. E Heinrich Himmler aveva a Schönau una residenza costruita  per la sua amante Edvige Potthast.

Tornando al tema strettamente geografico, ecco - alla luce del precededente riferimento - una Salisburgo d'antan, ritratta in bianco e nero.








Mi sono, infine, detto che, a concludere questo piccolo tour, non stonava uno scatto antiquario di Vienna.













domenica 7 ottobre 2012

Quasi una pausa

Salisburgo.
Succede che in casa l'archivio di cartoline d'epoca, di cui ho già parlato qui, vada a riservare altre sorprese.
La Chiesa di San Sepolcro a Milano

Quelle che segue é una discreta divagazione. 
Mi sono imbattuto per caso, come d'abitudine, dato che non sono uno spettatore assiduo, nelle prime immagini de "Il commissario Nardone" televisivo. Colpito dall'iniziale riferimento alla fine della seconda guerra mondiale, ci ho messo un po' a capire che si parlava di un poliziotto famoso in tutta Italia quando ero bambino. Solo che, del tutto banalmente, ho subito ripensato al luogo di culto di questa fotografia. San Sepolcro evoca in modo lugubre gli esordi del movimento fascista. Di fronte esiste un palazzo medievale, oltrettutto deturpato nel triste ventennio per fare spazio ad una struttura del fascio. Oggi ospita un commissariato di polizia, dal che deriva che é proibito ad un privato cittadino inquadrare con uno scatto quel monumento!

Il Velodromo Vigorelli a Milano

Un episodio dello sceneggiato in questione me lo ha fatto tornare in mente. E' ora che torni a Nardone. Quello di fantasia. E quello vero. Del primo aggiungo che, preso dalla curiosità, ne ho seguito sinora tutte le vicende: la storia si conclude a giorni, per cui, facendone cenno adesso, non ho proprio reso pubblicità. Del commissario, che riempiva sul serio le cronache dei giornali in quegli anni come si é sottolineato nel telefilm, mi é rimasto nitido il ricordo dell'arresto della cosiddetta Banda di Via Osoppo, da lui organizzato. Non vado a ripercorrere l'atmosfera di quei tempi, che, pur ancora scolaro, per vari motivi, non ultime le mie allora non rare - come ho già narrato - presenze a Milano, meriterebbe, invero, ulteriori approfondimenti. Metto in evidenza che, con l'occasione di questa serie televisiva, qualcosa in più sul Web su Nardone é stato scritto. Mi ha, allora, un po' consolato il fatto che qualcuno asserisca che il commissario, pur arrestandoli, fosse per lo meno dubbioso della colpevolezza di Fenaroli e Ghiani, rispettivamente mandante ed esecutore, per la magistratura, dell'omicidio della moglie del primo, all'epoca clamoroso, ma da più parti oggi ascritto ai soliti servizi segreti deviati. Non credo proprio  che lo sceneggiato arriverà ad aggredire questo nodo...