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lunedì 16 maggio 2011

Imprimatur


Quando qualche giorno fa ho letto su "Il Fatto Quotidiano" la notizia del boicottaggio in Italia di "Imprimatur" e di altre successive opere della coppia dei suoi autori, quel romanzo me lo ero quasi dimenticato, di sicuro non ne ricordavo il titolo, pur avendolo letto con grande attenzione ed entusiasmo, anzi, con la sicurezza a me solita in casi come questo che lo avei presto riletto: il che non mi é ancora capitato di fare. Si tratta di un giallo storico ambientato a fine '600 a Roma, in piena età Barocca, dunque, intessuto con vera ispirazione dei giusti ingredienti dei due generi di riferimento, denso, considerato il periodo in esame, di personaggi, riferimenti e particolari interessanti, con poche concessioni - ma una molto significativa - alla fantasia: un bel libro, insomma, a mio modesto giudizio.

Non mancano, dirette o sottese, ma mai pedanti, riflessioni amare sul potere e sulla società, soprattutto in ordine alla Francia del Re Sole e al Papato: in riferimento a quest'ultimo una chiave di lettura in termini di attualizzazione spiegherebbe, a detta degli autori e di altri loro commentatori, la mancata ristampa e il subitaneo ritiro delle copie ancora in circolazione di quel volume e l'assoluta carenza di editori nazionali per i romanzi che ne sono seguiti.



Riprendo ora un sunto della vicenda dal Web: "Imprimatur è un romanzo storico ambientato nella Roma del 1683, nella settimana di settembre che coincise con la battaglia di Vienna tra le truppe cristiane e quelle turche. Rita Monaldi e Francesco Sorti, gli autori, sono all'esordio letterario. L'editore Mondadori, acquisisce il manoscritto e lo pubblica nel marzo del 2002. All'inizio il libro scala le classifiche ma a un certo punto l'editore sembra non crederci più. Il libro non viene più ristampato. Imprimatur sparisce dai cataloghi e dai siti di vendita usuali. Gli autori ottengono nuovamente i diritti. Vanno all'estero e cominciano a contattare gli editori più importanti. Il risultato è che ad oggi Imprimatur è stato stampato in almeno quarantacinque paesi e ha venduto più di un milione di copie nel mondo. Ma perché il romanzo era sparito dal novero delle "creature del creato"? Come mai non veniva più recensito? Come mai era sparito dai motori di ricerca librari su internet? Le risposte arrivano a fatica, tra silenzi e "no comment" d'ordinanza." 

Aggiungo ancora, ma su Internet di sicuro c'é ancora di più: "A causa della valanga di ordinazioni effettuate dopo la trasmissione televisiva “Complotti” (su la7 - n.dr.) l´edizione italiana di “Imprimatur” è andata esaurita. L´editore olandese l´ha ristampata e anche la seconda edizione è terminata dopo pochi giorni. La terza edizione è in vendita non solo presso la libreria online olandese e belga Proxis , ma anche presso la libreria on line Hoepli, che nel frattempo ha richiesto all´editore olandese di poter vendere in Italia IMPRIMATUR. Una vera novità, dato che finora tutte le librerie on line italiane si erano rifiutate di accettare il libro…" Insomma, la notizia giornalistica da cui sono partito non era del tutto uno scoop, ma se non altro ha l'indubbio pregio di tenere desto il dibattito.

Tra l'altro Wikipedia sostiene: "Imprimatur è il primo romanzo di una serie che dovrebbe essere formata da sette thriller storici, ognuno il seguito dell'altro. I titoli dei romanzi compongono una frase latina che racchiude in sé il senso dell'intera saga: "IMPRIMATUR SECRETUM VERITAS MISTERIUM UNICUM ... ...". "Si pubblichino tutti i segreti del mondo, ma la verità è sempre un mistero. Alla fine rimane solo...". I due titoli mancanti sono tenuti segreti dagli autori e verranno rivelati solo al momento della pubblicazione ... Poco dopo la pubblicazione il libro, edito da Mondadori, gli autori denunciarono un boicottaggio dalle case editrici italiane le quali, su presunta pressione vaticana, che non avrebbe gradito la pubblicazione di fatti storici riguardanti le trame di papa Innocenzo XI, ne evitarono la ri-pubblicazione nonostante il successo conseguito."

Ora di questo Papa qualcuno sostiene che avesse finanziato (o la sua famiglia di banchieri) l'insediamento degli Orange, protestanti, sul trono inglese: il che - pare! - non faccia onore ad un beato, proclamato tale solo nel 1956, anche se fu determinante per mandare soccorsi a quella capitale austriaca assediata dagli "infedeli".

Insomma, tutte queste cronache hanno la cadenza di un giallo con tutte le credenziali a posto. E pensare che  io il libro, se ben ci ripenso, ho avuto la fortuna di trovarlo in un negozio dove si mettono in commercio le rese invendute, mentre al pari di altri devo ben aspettare, a questo punto,  le edizioni italiane dei seguiti di quella prima fatica di Monaldi e Sorti, libri che all'estero stanno avendo anch'essi grande successo.