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venerdì 9 marzo 2012

Guerra di secessione americana: fotografie


La guerra di secessione (guerra civile) negli Stati Uniti d'America iniziò, come noto, con i colpi di cannone sparati dai confederati (sudisti) contro Forte Sumter, vicino a Charleston, oggi South Carolina, nell'aprile del 1861. Gli unionisti (sudisti) vi rientrarono solo il 22 febbraio 1865.

Da bambino, come ho già accennato altra volta, vidi su un rotocalco una sorta di storia illustrata di questo conflitto, che fu grande banco di prova - non il primo: nel ritrarre gli effetti della ferocia umana rammento quanto già fatto prima durante la guerra di Crimea - per gli artisti della relativamente nuova arte fotografica.


La nave unionista Essex, trasformata e rinforzata, partecipò a molte azioni lungo il Mississippi.



La corazzata (spero che il termine sia giusto) unionista Monitor fu appositamente costruita e si battè contro la Virginia confederata (adattamento della Merrimack) nello scontro di Hampton Roads nel marzo 1862.



 La guerra si stava facendo sempre più moderna e spaventosa.


Nel 1861 in un accampamento nordista potevano esserci scene così.


 

L'utilizzo delle strade ferrate fu fondamentale: nettamente avvantaggiati erano i nordisti.


Un gruppo di schiavi fuggiaschi o appena liberati.


Anche soldati afro-americani tra i nordisti, come ben si sa.


Prigionieri sudisti.


Un accampamento confederato vicino a Petersburg, Virginia, ormai preso dagli unionisti.


Il campo di prigionia confederato di Andersonville in Georgia nell'agosto 1864: le fonti ufficiali affermano che vi morirono in brutali condizioni dai 13.000 ai 45.000 soldati nordisti. Ma anche l'Unione diede larga prova di spietatezza.

Ho selezionato, dunque, immagini relative a quello spaventoso conflitto, rinvenute su theatlantic.com. Ho tralasciato di sicuro quelle più crude.

Molto é stato scritto su quella guerra, che fu soprattutto un orribile bagno di sangue: 617.000 i morti ufficialmente censiti, 359.000 per il Nord, 258.00 per il Sud. Molto é stato scritto anche in Italia. E molte notizie in merito si trovano sul Web. Anche in termini di analisi, lo ripeto, dell'uso di nuovi strumenti bellici o dell'influenza esercitata dalla riflessione su pregressi conflitti europei, soprattutto dell'epoca di Napoleone. Lungi da me la tentazione di andare oltre i fugaci cenni che precedono, oltrettutto incompleti. Né di sfiorare argomenti, pur connessi, quali la distruzione del Sud degli Stati Uniti, le successive guerre di sterminio dei nativi, il Ku Klux Klan, il razzismo persistente, l'affermazione di un capitalismo su cui si versano ancora oggi fiumi di inchiostro.



sabato 7 gennaio 2012

Volney


Anche questa immagine, che mostra le Cascate del Niagara, fa parte della grande opera dedicata a viaggi, curata dal geografo Marmocchi per l'editore Giachetti di Prato intorno al 1844. In questo caso, il riferimento puntuale é al "Tableau du climat et du sol des Etats-Unis" (1803) del Volney, che ebbe gran successo anche in Italia.


Qui sopra, la raffigurazione del lavoro agricolo di alcuni coloni.

Constantin-François Chassebœuf de La Giraudais, Conte di Volney, detto Volney, (Craon, Anjou 1757 - Parigi 1820), considerato precursore di etnologi, antropologi e sociologi del XX secolo, che ebbe intensa vita pubblica (fu anche imprigionato durante la Rivoluzione Francese) conoscendo molti importanti personaggi dell'epoca, il suo viaggio nella nuova nazione nordamericana lo fece in tre anni a partire dal 1795.


Questa stampa mi sembra, invero, ancora lontana dal realismo dei pittori "classici" del Far-West.

Il Volney era già stato a lungo all'estero. "Viaggio in Siria e in Egitto negli anni 1783, 1784 e 1785" é, infatti, un suo libro importante, edito in Francia già nel 1785. Nel 1791, memore di quel tour, scrisse "Le rovine, ovvero meditazioni sulle rivoluzioni degli imperi". Affermò che tra le rovine di Palmira, come già lo Scipione di Polibio tra quelle di Cartagine, si era posto quesiti fondamentali sui destini delle città, che vennero più tardi in qualche modo ripresi da Hegel, che nelle Lezioni sulla storia della filosofia si chiese quale fosse il senso di quel “mattatoio” che è la storia. E una dedica a questo basilare interrogativo verrà poi fatta nel suo resoconto dal Marcellus, altro viaggiatore francese del Medio Oriente, dell'Egeo, della Grecia.

Un personaggio certo non comune, Volney.

La digitalizzazione delle presenti icone é di Cultura-Barocca