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sabato 25 febbraio 2012

Alcuni viaggiatori e Marmocchi, geografo e patriota

Fonte: Wikipedia
Ghazni in Afghanistan nel periodo in cui la vide Burnes

Con questa premessa torno molto brevemente, va da sè, su alcuni viaggiatori e geografi di circa due secoli fa, quelli, per lo meno, di cui ho trovato iconografia e su cui in genere mi sono già soffermato in precedenza. E, poichè, insieme ad altri, furono fatti conoscere in Italia da Francesco Costantino Marmocchi, di quest'ultimo cerco di segnalare il ruolo importante ricoperto in tale campo.

Fonte: Cultura Barocca
L'opera curata dal geografo Marmocchi tra il 1840 e il 1847, cui ho già accennato in altre occasioni, incorpora inoltre - e l'immagine di cui sopra ne fa parte integrante - un resoconto di Francis Rawdon Chesney, generale e esploratore inglese, che fu a lungo in Africa del Nord e in Medio Oriente e che nel 1830 redasse un rapporto sulla fattibilità di quello che poi sarebbe stato il Canale di Suez.

Fonte: africamaat.com


Del Volney si può qui sopra notare un'edizione francese di una sua fatica diversa da quella relativa agli Stati Uniti d'America.

Fonte: Wikipedia
E qui un ritratto di questo studioso.

Fonte: Cultura Barocca
Marcellus aveva, logicamente, visto anche le Piramidi: fu il primo a scriverne in modo significativo.

Fonte: Cultura Barocca
 E, in Egitto, non solo quelle.

Fonte: Cultura Barocca
Questa stampa raffigura l'Amazzonia. Con il che, trascurando altri viaggiatori, come il Lafond, di cui pur ho già parlato, anche per la difficoltà - fatta eccezione per Cultura-Barocca - a trovare sul Web fotografie adeguate, aggiungo qualche cenno sul Marmocchi. Che, mi preme sottolinearlo subito, in quella sorta di enciclopedia di geografia, di esplorazioni e di storia, infine, da lui curata (più compiutamente definita, infatti, Raccolta di viaggi dalla scoperta del Nuovo Continente fino ai dì nostri) diede "prova di una singolare e anticipatrice attenzione per le culture precolombiane, soffermandosi nelle prefazioni e nelle note a riflettere sul grado di civiltà raggiunto da quelle popolazioni prima dell’arrivo degli Europei". E tutta questa materia merita senz'altro un capitolo a parte!

Fonte: Cultura Barocca


Questa é una delle tante carte, curate da Francesco Costantino Marmocchi (nato a Poggibonsi nel 1805), del  quale occorre ancora dire che fu un patriota e che é sepolto a Genova, dove morì ancora giovane nel 1858, lasciando incompiuti il Dizionario di geografia universale (I-II, Torino 1858-62) e la Descrizione geografica, cartografica e storica dell’Impero anglo-indiano, uscita a dispense a Torino a partire dal 1857 (continuata da G. Flecchia). 

Altre sue opere, riportate come esempio non completo e desunto da Wikipedia: Il regno animale descritto secondo le osservazioni de’ più celebri naturalisti, Siena, 1829; Quadro della natura del barone Alessandro de Humboldt. Prima edizione italiana fatta sulle migliori oltramontane, rivista, annotata e corredata di carte geografiche e profilari, Siena, 1834; Corso di geografia storica antica, del Medioevo e moderna in 25 studi divisi in 100 lezioni, Firenze, 1845-47; Rapporto sulla riforma della guardia civica in Toscana, Firenze, 1848; Geografia d’Italia, Bastia, 1850; Corso di geografia commerciale, Genova, 1854-57. 

Che marcano con le sedi di singola edizione anche la sua vita da esule politico e le tappe del suo peregrinare.



martedì 7 febbraio 2012

Gabriel Lafond de Lurcy, ammirato da de Lamartine


Nel primo quarto del XIX secolo in Europa l'Isola di Guam veniva vista come nell'immagine di cui sopra.

Da questa parto per tracciare qualche cenno della vita veramente avventurosa del capitano, armatore, esploratore, uomo politico, ed altro ancora, soprattutto scrittore, Gabriel Lafond de Lurcy (1802-1876), che, persa da adolescente l'occasione - per sua fortuna, aggiungerei! - di essere cadetto alla corte di Murat a Napoli, si ritrovò, invece, da marinaio a fare diverse volte il giro del mondo. Ma queste, e quelle che seguono, sono solo piccole note. La sua fu una esistenza molto densa, quasi impossibile da riassumere. E sul Web si hanno su di lui notizie quasi esclusivamente in lingua spagnola (compresa la nascita anticipata al 1801 e gli altri due nomi di Lafond, che lascio, in onore alle fonti, in Pedro Maria).

Anticipo ancora. A lui Alphonse de Lamartine dedicò il seguente pensiero, che da solo vale - ritengo - più di innumerevoli commenti: "Amo appassionatamente i viaggi, sono la filosofia che cammina. I vostri m'hanno istruito e dilettato: voi vedete, sentite e dipingete; come non seguirvi a traverso il mondo?"


Manila, Filippine.

Le stampe che ho rinvenuto in riferimento ai viaggi di Lafond riguardano, invero, l'Oriente. Ebbe esperienze forse ancora più notevoli in America Spagnola, di cui scrisse la storia, soprattutto dell'allora recente emancipazione dal vecchio impero europeo. Così come si dedicò ai viaggi di esplorazione di altri importanti personaggi, ad esempio, James Cook.


Lo Stretto della Sonda.

Nel 1818 Lafond era a Nantes, allievo della marina mercantile. 
Nel 1919 aveva già navigato a Célebes, Molucche e Filippine.
Fu a Valparaiso nel 1822, coinvolto in un terribile terremoto che fece affondare venticinque navi, compresa "L'Aurora" di cui era giovane comandante, ma di cui riuscì a salvare l'equipaggio.


Macao.

Scrisse Lafond che, fatto naufragio (non l'unico nella sua carriera!) nel 1831, partito dalle Isole Marianne per le Filippine, nel viaggio sulla baleniera "Royalist" conobbe la moglie del capitano, che era la figlia del capo legnaiuolo del Bounty,  il quale a sua volta aveva accompagnato Bligh e gli altri uomini a lui rimasti fedeli nella pericolosa rotta su semplice scialuppa sino a Macao. Dalla donna Lafond apprese molti particolari sulla celebre vicenda, compresi successivi aspetti afferenti i ribelli. E ce li ha tramandati.


Interno di Tahiti.

Nel 1839 Lafond conobbe vicino a Parigi José Francisco de San Martín, l'eroe dell'indipendenza del Perù, Libertador anche lui come Simon Bolivar. L'occasione era per lui preziosa in funzione della sua fatica letteraria per avere dati su quelle battaglie di emancipazione dalla Spagna, ma ne sortì anche una "Carta Lafond", di cui si discute ancora oggi circa l'autenticità di un incontro segreto - mi sembra di capire riferito in un passo del Lafond - tra San Martìn e Bolivar a Guayaquil del 1823.
Nel 1849 Lafond  andò in Costa Rica, di cui fu dal 1857 al 1860 Ambasciatore in Francia. Aveva anche cercato, d'intesa con le autorità locali, da cui aveva ottenuto una concessione, di formare, senza riuscire a trovare i capitali necessari, per cui dovette desistere, una compagnia per la realizzazione di un canale tra Atlantico e Pacifico, quindi, ben prima di quello di Panama. In quel paese ebbe anche altri onori ed é tuttora ben ricordato.



In base alla sua esperienza, Lafond diede molti consigli di carattere commerciale e imprenditoriale, tipo tentare la caccia delle balene al largo della Nuova Zelanda, ma anche di natura colonialista, e fu in collegamento con diverse società geografiche del tempo.
Lafond scrisse, tra le altre, due opere dedicate a viaggi intorno al mondo, una del 1839 (dalla cui edizione italiana inserita in quella sorta di grande Enciclopedia di Viaggi e Esplorazioni curata, come ho già menzionato altre volte, dal geografo Marmocchi per l'editore Giachetti di Prato intorno al 1844, derivano le immagini qui visibili, per come ne ho trovato fotografie in Cultura-Barocca), l'altra del 1845, "Carte dell'America Centrale", "Le Isole Marchesi e le colonie della Francia", "Studi sull'America Spagnola".

lunedì 16 gennaio 2012

Il Visconte di Marcellus

Fonte: Wikipedia

Il Visconte di Marcellus (1795-1861) é soprattutto noto per avere assicurato alla Francia la Venere di Milo, scoperta nel 1820. Già questa vicenda meriterebbe molti approfondimenti.


Visitò la zona di Troia, che, come ben noto, era ancora da scavare. Esplorò archeologicamente le isole dell'Egeo.


Alessandria in Egitto per un viaggiatore francese dell'epoca non era forse una novità.


Gerusalemme la vide così.


Baalbek.


Ellesponto. 

Marcellus fu amico intimo di Chateaubriand. Scrisse di altri luoghi ancora, specie del Medio Oriente.


Siccome le immagini (esclusa la prima che é di Wikipedia) qui accluse derivano (ad opera di Cultura-Barocca) dalla più volte da me citata monumentale opera (1843/1844) dell'editore Giachetti di Prato, sono andato a riportare almeno una delle interessanti carte che il geografo Marmocchi, curatore di quei tomi, aveva nell'occasione realizzato.


lunedì 19 dicembre 2011

Un viaggio in Medio Oriente del 1830/31

Ecco Gerusalemme in un'immagine edita in Italia nel 1844, a corredo del "Viaggio in Siria e in Palestina di Giovanni Robinson", contenuto nel Tomo XIII della "Raccolta di Viaggi" curata da Francesco Costantino Marmocchi per l'editore/tipografo Giachetti di Prato. Anche le illustrazioni che seguono appartengono allo stesso repertorio, cui ho già attinto per l'Afghanistan visitato in quel lontano periodo dal Burnes.
La Moschea di Omar a Gerusalemme. Il Robinson sostiene di essere stato a Gerusalemme nell'agosto 1830. 

Non sono riuscito a trovare notizie circa questo viaggiatore sul Web. Si trova molto, invece, sul Marmocchi, che non conoscevo e che medito di rivisitare perché figura molto interessante di geografo. Nel caso in esame, credo abbia curato un lavoro uscito pressoché a dispense, comunque, all'epoca, dispendiose.

Il 25 agosto, sempre del 1830, il Robinson si mette in viaggio per Betlemme.
 
A Beirut dovrebbe essere arrivato il 20 settembre.
A Damasco e dintorni il Robinson si dedica da fine ottobre ai primi di dicembre.
Ha così occasione di vedere anche Palmira. Anche se qui sopra ho inteso riportare solo una strada che conduceva a quegli illustri reperti.
Che sono qui, invece.
 
Il 23 marzo 1831 il Robinson riparte da Aleppo, dove ha trascorso i mesi invernali, per Antiochia.

Il suo resoconto mi sembra molto accurato, come era, credo, per tutti gli scrittori di viaggi in quel torno di tempo di due secoli fa. Per lui, come per gli altri, meriterebbe compiere qualche sintesi ed operare qualche stralcio significativo.

La digitalizzazione é stata compiuta da Cultura-Barocca, un sito che si dimostra una volta di più molto interessante.