A destra, Cesare Menarini in Spagna. Fonte: AICVAS |
Giuseppe Mosca in Spagna. Fonte: AICVAS |
Di Cesare Menarini e di Giuseppe Mosca e della loro militanza come volontari delle Brigate Internazionali a difesa della Repubblica Spagnola si potevano rinvenire un tempo ampie citazioni non solo nel classico libro di Luigi Longo, ma anche in uno di Giorgio Amendola. Con l'avvento del Web si possono trovare su di loro ancora più notizie, come si riporta più avanti.
Menarini e Mosca hanno avuto la singolarità di avere vissuto a Vallecrosia; Mosca più a lungo, prima di tornare a Biella, sua zona natale; Menarini, invece, per tanti anni rimase nel ponente ligure, prima a Sanremo, poi, come detto a Vallecrosia, infine a Ventimiglia.
Certo, nella Guerra Civile di Spagna furono una quarantina i combattenti antifascisti imperiesi, arruolati nelle Brigate Internazionali. Non ebbero, tuttavia, la notorietà di Menarini e di Mosca, a loro volta meno ricordati in provincia di Imperia rispetto a Lorenzo Musso (Sumi), che durante la lotta di Liberazione divenne Commissario Politico al Comando Operativo della I^ Zona Operativa Liguria, ma soprattutto a fronte di Giuseppe Vittorio Guglielmo (Vittò, Ivano), comandante della II^ gloriosa Divisione Garibaldi "Felice Cascione" e neppure in riguardo di Carlo Farini (Simon), anch'egli già in Spagna, vice comandante del Comando militare unificato ligure, in precedenza comandante della I^ Zona e della II^ Operativa Liguria, il quale in provincia di Imperia durante la Resistenza ci era arrivato, per così dire, da emigrato.
Menarini Cesare di Pietro e Malagoli Maria, 5/10/1907, Città del Lussemburgo. Autista,
comunista. Cittadino italiano nato in Lussemburgo, nel 1915 rientra a
San Felice sul Panaro insieme alla famiglia, originaria del Modenese. Il
13 gennaio 1923 espatria con regolare passaporto in Francia,
raggiungendo il padre, emigrato per lavoro l'anno precedente. Si
stabilisce prima a Homécourt, nel dipartimento della Meurthe e Mosella,
fino al 1926, poi a Le Plessis-Trévise, nel dipartimento della Valle
della Marna, nella regione dell'Ile-de-France, dove nel 1926 entra nella
Federazione giovanile del Partito comunista francese e poco dopo nei
Gruppi di lingua italiana del PCF. Nel 1928 si trasferisce a Le
Blanc-Mesnil, nel dipartimento della Senna-Saint-Denis, sempre nella
regione dell'Ile-de-France, dove svolge un'intensa attività
antifascista tra l'emigrazione italiana fino all'ottobre 1936, quando
decide di partire per difendere la Spagna repubblicana e si imbarca dal
porto di Marsiglia sulla nave "Ciudad de Barcelona”. Sbarcato ad
Alicante, raggiunge in treno Albacete, dove è arruolato nel battaglione
Garibaldi, 1. compagnia, per poi passare alla 2. e alla 3. compagnia. A
novembre combatte a Cerro de los Angeles e a Casa de Campo, dove il 20
novembre è ferito da una pallottola alla spalla sinistra. Dopo il
ricovero negli ospedali di Madrid e di Valencia, nel gennaio 1937 torna
al fronte e combatte alla Città Universitaria, a Puente de Segovia, a
Carabanchel, ad Arganda, sul Jarama, a Morata de Tajuna e a Guadalajara.
Passato alla Brigata Garibaldi, il 31 maggio 1937 è promosso sergente e
combatte a Huesca, a Brunete e in Catalogna. In seguito è al servizio
della Delegazione della Brigate Internazionali a Valencia e poi, dal
settembre 1937 al giugno 1938, alla Censura militare delle Brigate
Internazionali, a Godella, in provincia di Valencia, e a Barcellona, nel
quartiere di Sarrià. Il 10 novembre 1937 è promosso tenente e si reca
alla base di Quintanar de la Republica, che lascia il 19 novembre per
tornare in servizio. Nel febbraio 1938 è ferito al lato destro della
testa da una scheggia durante un bombardamento aereo su Valencia ed è
ricoverato all'ospedale militare cittadino. Il 4 aprile 1938 è promosso
ancora e raggiunge il grado di capitano. In agosto si frattura il piede
destro a causa di un bombardamento aereo su Barcellona ed è ricoverato
in ospedale. Il 20 agosto 1938 esce dalla Spagna per infermità e
rientra nella sua abitazione a Le Blanc-Mesnil. Il 24 agosto gli viene
tolto il gesso al piede all'ospedale di Versailles. Guarito, riprende il
lavoro di operaio edile. Nel 1940 è responsabile del Partito comunista
per il settore Parigi-Nord (Le Bourget, Le Blanc-Mesnil, Aubervilliers,
Drouot, Bobignye e altri comuni) e durante il periodo dell'occupazione
tedesca organizza un gruppo antinazista clandestino che distribuisce il
bollettino ciclostilato "La Voce degli Italiani" e materiale di
propaganda francese. Nel settembre 1940, la sua casa è perquisita dalla
polizia, ma riesce a sfuggire l'arresto e viene ospitato per alcuni mesi
da compagni di partito. Nell'agosto 1941 il Centro estero del Pcd'I lo
invia in Italia con materiale di propaganda comunista nascosto in un
baule con doppio fondo. Dopo un primo periodo presso dei parenti a
Mirandola, il 7 marzo 1942 sposa Anna Polloni e si trasferisce a San
Felice, dove lavora nel magazzino per l'ammasso della canapa, da dove
diffonde materiale di propaganda comunista. Entrato nella Resistenza con
il nome di battaglia "Andrea", è commissario politico di brigata della
Divisione Modena Armando. Riconosciuto partigiano combattente dal 1
ottobre 1943 al 31 maggio 1945 (dal 1 ottobre 1943 al 24 febbraio 1944
con il grado di sergente maggiore, dal 16 marzo 1944 al 31 maggio 1945
con il grado di maggiore). Dal 1945 al 1948 è sindaco di San Felice sul
Panaro. Successivamente impiegato comunale all'ufficio delle imposte di
consumo, nel 1956 è licenziato per attività sindacale e decide di
tornare a lavorare all'estero, in Svizzera, Germania e Francia. Nel 1962
si stabilisce a Sanremo, poi si sposta a Vallecrosia e infine a
Ventimiglia, dove muore l'11 aprile 2002.
Eventi a cui ha preso parte [nella guerra civile spagnola]:
Battaglia di Cerro de los angeles (Cerro Rojo)
Battaglia di Casa de campo
Battaglia della Città universitaria di Madrid
Battaglia di Arganda del Rey
Battaglia del Jarama
Battaglia di Morata de Tajuña
Battaglia di Guadalajara
Battaglia di Huesca
Battaglia di Brunete
Annotazioni:
Secondo il "Dizionario storico dell'antifascismo modenese", vol. 2:
"Biografie", nell'estate 1941 il gruppo antinazista organizzato da
Menarini in Francia fu incorporato nel Front National clandestino. Istituto Nazionale Ferruccio Parri
Mosca, Giuseppe
Di Giovanni e di Aurelia Cristianelli. Nato l'11 gennaio 1903 a
Cossato, residente a Chiavazza (Biella) fin dall'infanzia, fonditore.
Iscrittosi alla Camera del lavoro e successivamente alla gioventù
comunista, fu un militante molto attivo. Costretto, dopo ripetuti
scontri con i fascisti, alla vita clandestina, il 27 novembre 1927 fu
arrestato a Torino con l'accusa di appartenenza al Partito comunista e
diffusione di stampa sovversiva nelle fabbriche della città: deferito al
Tribunale speciale, fu assolto in istruttoria il 6 luglio 1928 per
insufficienza di prove. In seguito resse l'organizzazione del partito
nel Biellese. In procinto d'essere arrestato, in seguito alla scoperta
di un gruppo clandestino operante nel basso Biellese e nel Vercellese,
cui aveva fornito materiale e direttive, nel novembre 1932 riuscì ad
espatriare illegalmente in Francia, dove si stabilì a Villeurbanne. Fu
iscritto nella "Rubrica di frontiera". Nel marzo 1934, in seguito ad
indagini dell'Ovra che portarono all'arresto, in Piemonte e Lombardia,
di ventisei comunisti, tra cui alcuni biellesi, fu denunciato al
Tribunale speciale, in stato di latitanza, per attività comunista. Il 19
novembre 1936 si arruolò nel battaglione "Garibaldi". Combatté a
Boadilla del Monte, Mirabueno, Arganda, Guadalajara, dove rimase ferito.
Rientrato nella formazione, nel frattempo trasformatasi in brigata, fu
inquadrato nella 2a compagnia del 2o battaglione, con il grado di
sergente. Combatté ancora a Huesca, Brunete, Farlete, Belchite, Fuentes
de Ebro, Caspe e, promosso tenente nell'aprile del 1938, in Estremadura e
sul fronte dell'Ebro. Tornato in Francia nel febbraio del 1939, fu
internato a Saint Cyprien, Gurs e Vernet d'Ariège. Rimpatriato il 23
settembre 1941 e tradotto, in stato di arresto, a Vercelli, il 19
novembre fu condannato a cinque anni di confino. Inviato a Ventotene
(Lt), fu liberato dopo la caduta del fascismo. Partecipò alla Resistenza
nella brigata Sap biellese "Graziola" come commissario di battaglione.
Riportò una ferita. Dopo la Liberazione svolse attività sindacale nella
Fiom e politica nella Federazione comunista di Biella. Morì il 18 luglio
1992 a Biella. Fonti: Acs, Cpc, fascicolo personale; Acs, Confinati politici,
fascicolo personale; Acs, Ps aaggrr, cat. K1b-45; Apci, I comunisti
italiani nella guerra di Spagna, b. 7, vari elenchi; Anello Poma,
Antifascisti piemontesi...; Quaderno Aicvas n. 7. Biografato anche
nell'Enciclopedia dell'Antifascismo e della Resistenza e citato anche
in: I comunisti biellesi nella lotta contro il fascismo; Giacomo
Calandrone, La Spagna brucia; La Resistenza nel Biellese; Quaderno
Aicvas n. 2; Quaderno Aicvas n. 3; 60 anni di vita della Federazione
biellese e valsesiana del Pci... Si veda inoltre Autobiografia di una
guerra civile. Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli