Pagine

Visualizzazione post con etichetta Collabassa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Collabassa. Mostra tutti i post

domenica 28 luglio 2013

Airole

Airole (IM), in Val Roia. Un sito scarsamente abitato al volgere del Mille, ma avviato a divenire un borgo, come Villa o colonia di Ventimiglia, Capitanato della Repubblica di Genova, solo verso la fine del XV secolo.
Risale solo al 1700 - se ho letto bene questa parte di una pubblicazione di cui dirò più avanti - un ponte, più volte ricostruito, posto sul fiume Roia, sotto il paese, non lontano dall'incrocio della rotabile per la Frazione Collabassa con la vecchia statale, ma visibile dalla nuova.
Ho affrontato diversi argomenti con il mio gentile interlocutore già nella piazza principale. Anzi, sono riuscito a portare il discorso anche su aneddoti che mi riguardano. Quello che ho appreso da una successiva, rapida lettura del suo libro é che, in un caso, esiste una fotografia che dovrebbe riferirsi ad una parte del folto gruppo di fedeli della festività mariana, che tutti insieme si trovarono costretti, per mera combinazione, prima di riprendere la loro attività, ad assistere ad un mio comizio a favore del divorzio in quel lontano 1974. Si é, inoltre, parlato di pallone elastico, uno sport cui ho assistito, invero, ben poche volte, ma che mi affascina per tanti racconti di vecchia passione popolare del nostro entroterra, che spesso assumeva contorni pittoreschi.
Tralascio subito tanti ricordi - su cui, però, vorrei prima o poi tornare - di carattere personale che per Airole, come per altri centri della mia zona, mi vengono spontanei alla memoria, per fare, infine, il nome del mio ospite, Lorenzo Rossi, e sottolineare il titolo della sua fatica in questione, edita dal Comune, "Airole 500 anni - la storia di un paese nella cronaca di cinque secoli".
Dalla conversazione avuta, mi ero immaginato che il sito istituzionale ne presentasse qualche stralcio, ma, se ho guardato bene, così non é.
Si tratta di un lavoro che merita, a mio parere, attenzione. Ne indico a campione - anche perché sinora ho solo scorto rapidamete il volume - alcuni temi, che possono suscitare un minimo di interesse al di fuori di quella Valle. 
A partire dalla premessa, che parla di un borgo a lungo afflitto da fame e miseria. 
Sono esempi significativi, credo, aspetti quali la civiltà materiale di un borgo agricolo al volgere verso l'età moderna; il passaggio di truppe per le guerre di 1600 e 1700, in particolare quelle conseguenti alla Rivoluzione Francese; il sospetto che un abitante del posto potesse essere un Barbetto (vale a dire appartenente a quella sorta di guerriglia sanfedista scatenatasi a favore del Re di Sardegna soprattutto nel Nizzardo contro gli armati transalpini); la relazione di un parroco sui festeggiamenti resi a Ventimiglia a Pio VII di ritorno dall'esilio cui l'aveva costretto Napoleone; la costruzione della strada statale e della ferrovia Ventimiglia-Cuneo (e i treni in questo momento, con la motivazione della scarsa utenza, non fermano più ad Airole!); l'esodo degli abitanti, comminato - come per altri paeselli vicini - a tappe forzate di marcia verso il Col di Tenda dal comando tedesco durante l'ultima guerra, perché non ci fossero contatti della popolazione con i partigiani.
Si tratta di una mole impressionante di informazioni, desunte da Rossi con passione in diversi archivi - per fortuna tanta documentazione si é salvata nel tempo! -, non tutte affidate alla detta pubblicazione. 
Mi sembra giusto darne una prima succinta notizia, ma anche provare in seguito a focalizzare alcuni punti.


martedì 16 aprile 2013

Tra Bevera e Torri























Scorre tra la seminascosta - a sinistra - Varase, alla quale dedicai tempo fa un piccolo ritratto, e Porra, Frazioni di Ventimiglia (IM), il fiume Roia ancora a qualche chilometro dalla foce.























Poco dopo il precedente punto, prima, dunque, del suo arrivo al mare, riceve il torrente Bevera, di cui riporto un'immagine relativa al tratto terminale.

 Succede a Bevera, frazione di Ventimiglia. Qui sopra l'antico Oratorio.























Compaiono qua e là nel territorio interessato da questo discorso ruderi dimenticati.























Per questa malandata costruzione, sita a Torri, altra frazione di Ventimiglia, dove cerco di pervenire con il mio itinerario, uno studioso formula l'ipotesi di antica cappella viaria.























Sussiste, invece, documentazione sicura che attesta in quella zona l'incrocio di antiche vie commerciali, battute da viandanti e pellegrini, lontano dalla costa, a lungo, comunque, pericolosa per scorrerie varie, costa su cui l'antica viabilità romana verrà ristabilita, dopo iniziale impulso di Napoleone che riuscì a completarla solo nell'attuale territorio francese, poco meno di due secoli fa'.
E poco lungi si trova il Gramondo, dove partigiani italiani e francesi vennero sconfitti, combattendo uniti: i superstiti vennero torturati selvaggiamente e, poi, massacrati a Sospel.























A Torri, snodo essenziale, perché il Bevera e la sua valle sono già ben lontane dalla sorgente, di quelle vecchie strade, la furia nazifascista colpì spietatamente civili inermi.























Andando idealmente a ritroso, per lunghi tratti, se non per tutto il percorso, tramite sentieri ormai impervi, si passa sotto Collabassa di Airole (IM) - qui un ponte medievale, non ben visibile dall'alto -   e a fianco di Olivetta, centro di Olivetta San Michele (IM), dove si costeggiano altre sue case sparse, per arrivare a Sospel, che nella storia, più che per la bella tavola dell'Atlante dei Savoia di fine Seicento o per i Templari e simili aspetti, deve rimanere come monito contro la ferocia dell'uomo.























Ma all'inizio di questa escursione, nelle vicinanze della confluenza del Bevera con il Roia, appaiono segni di trascuratezza, insiti in un malinteso senso del progresso, ancora più evidenti, come tema a parte, a sud e a levante di questo sito.