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martedì 2 gennaio 2024

Ma chi erano, poi, i fratelli Lazaridès?

Fonte: Alessandro Dall'Aglio, op. cit. infra

Il ferroviere rimase molto stupito nel controllare il biglietto a Lucien Lazaridès, con il quale aveva frequentato (nel 1931-1932) un anno di scuola elementare francese nel corso della sua breve, molto breve permanenza a Le Cannet in qualità di figlio di emigrante. Riconoscersi da adulti dopo oltre vent'anni non è cosa di tutti i giorni.

Ma Lucien (nato ad Atene) aveva un fratello - Jean, soprannome Apo -,  anche questi probabilmente frequentato da quel conduttore nel lontano trascorso in Costa Azzurra. 

Due fratelli entrambi ciclisti professionisti di discreta fama, più accentuata - va da sè - nel Nizzardo, avendo anche partecipato a diverse edizioni del Tour de France. E Lucien, quando rivide il vecchio compagno di scuola, era probabilmente ancora in carriera.

Il ferroviere aveva raccontato in famiglia, ad amici e conoscenti che uno - Apo (Jean) - dei due fratelli aveva vinto un Tour de France, uno non ufficiale, quello del 1946: il Web - e non solo - consente oggi di appurare tranquillamente che si trattava di giusta informazione.

Di queste vicende si trova riscontro in una tesi di laurea, quella di Alessandro Dall'Aglio (Emigrazione italiana e sport a Nizza nel secondo dopoguerra. 1945-1960, Università degli Studi di Parma, Anno Accademico 2002-2003), un documento che pur passando in rassegna nello specifico ciclisti di origine italiana, non poteva non dedicarsi ai Lazaridès, registrando, altresì, gli entusiasmi locali dell'epoca. Ad esempio: "Alla Marsiglia-Monaco, il 30 giugno 1946, vince Jean Lazaridès, corridore dell’ES Cannes, figlio di immigrati greci trasferitisi nel 1922 a Marsiglia [...] A fine luglio si corre la Monaco-Parigi, gara a cinque tappe organizzata da «Le Parisien Libéré» e «Nice Matin». Il quotidiano nizzardo si ostina a nobilitare questa corsa col titolo di Tour de France e, talvolta, più onestamente, di mini Tour de France. Questa corsa in realtà non viene mai inserita negli annali del Tour. Semplicemente riproduce il vero Tour, ma in forma molto ridotta. I ciclisti vengono comunque convocati per nazionalità [...] Per la Costa Azzurra le cose non andranno comunque male, visto che a Parigi leader della classifica finale sarà, a sorpresa, Lazaridès".
 
Adriano Maini

mercoledì 12 dicembre 2012

Le Cannet





















Pierre-Auguste Renoir dipinse questa veduta di Le Cannet nel 1898 circa. Così recita Wikipaintings, cui ho attinto per questa, e per le altre immagini che qui seguono.



























Pierre Bonnard ("Veduta di Le Cannet, Tetti") nel 1941-1942 la ammirò, o immaginò, come qui sopra. In piena guerra, dunque. Si potrebbero fare tante riflessioni in proposito. Si aggiravano in clandestinità, ad esempio, in Costa Azzurra diversi esponenti antifascisti italiani. Forse cercavano di stare lontani da questa zona. Troppo vicina a Grasse. Dove al locale Tribunale, come ai tempi de "I miserabili" di Hugo, si passava subito, se arrestati.

Ci sono tanti ricordi di famiglia per me a Le Cannet. Ne ho già accennato. Rispetto alla data di questo quadro di Bonnard sono antecedenti di pochi anni. E', allora, più o meno questa, la cittadina che hanno visto i miei. Ci sono angoli che corrispondono a tanti loro racconti. Bei giardini ne ho visti anch'io. Di italiani là immigrati, tanto per ribadire un certo tema. Molti a fare i giardinieri, se ricordo bene. Ma é un po' di tempo che, anche se vicina, non mi ci reco.


























Questa é una veduta di Le Cannet dallo studio dell'artista. Sempre di Bonnard, ma del 1945.

Mi sono imbattuto per caso in questo e nel precedente dipinto di Bonnard. L'occasione mi ha dettato queste scarne note. Sono partito nell'occasione con un quadro di Renoir, che ha dedicato - ho scoperto - diversi lavori a Le Cannet.

























E questo é un giardino a Cannes di Edouard Vuillard. 1901. Tanto per stare sul saliente botanico. Ma anche per dire che Le Cannet e Cannes sono molto prossime. 

Luoghi, questi, come quelli ad arrivare sino alla frontiera con l'Italia, o come quelli più a ponente dell'Esterel, ancora belli, nonostante il tanto cemento sparso, al giorno d'oggi. Insomma, tanti siti della Costa Azzurra immortalati - come ben noto - da grandi artisti francesi e da altri di adozione transalpina. Io mi sono qui dedicato a qualcosa di parziale, molto parziale.