Nel parlare di nuovo di Ponte San Luigi di Ventimiglia, qui sopra inquadrato, come dirò dopo, in un contesto ambientale leggermente più ampio, al di là dell'impertinenza, argomento centrale cui pervengo subito, che voglio realizzare, mi sono venute in mente altre debite considerazioni, che accennerò successivamente.
In questa carta di metà 1700 del Vinzoni, ripresa da Cultura-Barocca, si può notare com'era la zona, ben qualificata come posto di frontiera del Dominio di Genova.
Nel commento a questa immagine vado a compiere la preannunciata irriverenza: mi permetto di vedervi, senza il suffragio di alcun esperto, i ruderi della Cappella di San Luigi di cui alla mappa mentovata, perché a tanto vuole arrivare la mia fantasia.
Sulla torre non ci possono essere dubbi, invece. Corrisponde a quella disegnata dal grande topografo.
Ma qui cominciano le mie divagazioni sul tema. Ne metto alcune alla rinfusa. Oggi il mastio é pertinenza dell'antica Villa Voronoff, dal nome di un personaggio storico, uno scienziato alquanto originale, di cui ha parlato anche Nico Orengo. I Balzi della carta antica sono i Balzi Rossi con le grotte preistoriche, famose in tutto il mondo. Il Passo della Morte, dei contrabbandieri e degli esuli, a dominare la via alta del vecchio confine, corrispondente grosso modo al tracciato già sorvegliato dai militi della Superba con modalità e dentro vicende che meritano capitoli a parte. Paragrafi dolorosi della seconda guerra mondiale e della lotta partigiana.
Un ascensore poi demolito.
Un Casinò. Dei ristoranti. Spariti da più tempo ancora. A quest'ultimo proposito non ho resistito di recente alla tentazione di fare il saputello, rispondendo ad un quesito sollevato in seno ad un newsgroup locale, che chiedeva quale romanzo francese avesse ambientazione in Grimaldi (altro nome evocativo). Tale é infatti il nome della frazione ventimigliese in questione, ma per combinazione a "Le parfum de la dame en noir"di Gaston Leroux, i cui personaggi si muovono anche in quelle sale da gioco, io avevo già fatto breve riferimento qui l'anno scorso.
Riannodo, dopo aver tentato di focalizzare meglio nella demarcazione attuale tra Italia e Francia la più abituale strada costiera, detta di Ponte San Lodovico, e provo a sintetizzare i fili sparsi di un discorso, che ho lasciato comunque incompleto, nel sottolineare che tra Grimaldi, Ponte San Luigi, Balzi Rossi e Garavan di Mentone, sussiste invero un singolare microcosmo.
Anche se ho trascurato le rocce sul mare, leggermente più a levante.
O il centro storico di Grimaldi.