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domenica 29 settembre 2024

Calvino non poteva non essere riconosciuto

Ospedaletti (IM): Villa Cicalina

A Villa Cicalina a Capo Nero di Ospedaletti Elsa De Giorgi e Italo Calvino vissero, a metà anni Cinquanta, un intenso periodo estivo nell'arco di una relazione che non si alimentò solo di passione (Elsa De Giorgi, Ho visto partire il tuo treno: "Sono con te, tutto il resto mi è estraneo e indifferente... Il nostro amore scorre ancora accidentato e tutto rapide e anse come un torrente, e forse è in questa sua natura, nella natura accidentata e sassosa del terreno che attraversa la sua vera natura, la prova vera della sua forza: ma è di quei torrenti che si sa che diventeranno fiumi che traverseranno pianure e regioni che nutriranno mari"), ma anche corroborò la vena artistica dello scrittore nato a Cuba che prese ispirazione dall'amata per diverse figure femminili delle sue opere dell'epoca. 

Della signora, già famosa attrice del cinema, è d'uopo anticipare che era ormai vocata a intensi impegni in teatro, ma ancora lontana (come invece per lei sarà decenni dopo) ad essere se non musa, sodale di diversi intellettuali, tra cui, ad esempio, Carmelo Bene, ed a fare rifulgere la sua intelligenza in altri memoriali che non fossero "I Coetanei" (la cui pubblicazione fu occasione galeotta per farle conoscere Calvino), lavori nei quali tornerà sulle singolari vicende del marito, Sandro Contini Bonacossi, protagonista a pieno titolo della Resistenza, ma anche co-erede di uno straordinario patrimonio artistico, la cui dissoluzione venne indagata con occhio lucido, dopo la sua tragica scomparsa, dalla moglie. 

Per giunta spicca in quel lontano frangente un singolare aneddoto.

Un giovane fotografo di Sanremo, destinato di lì a breve a diventare apprezzato e famoso - seguendo le orme del padre e di un nonno - , era stato convocato in quella casetta per scattare immagini di manufatti artistici realizzati dall'ex diva dei "telefoni bianchi": fece brevemente capolino da dietro una tenda Calvino, vero ligure dal carattere schivo, sì, ma che non poteva non essere riconosciuto da un abitante della città dei fiori, oltrettutto amico di tanti amici dell'ex partigiano Santiago.

Adriano Maini