Vallecrosia (IM): la zona del rio Rattaconigli, al confine con Bordighera, teatro di molte operazioni del Gruppo Sbarchi |
La conferenza di venerdì 10 maggio 2024 a Sanremo, di presentazione del libro di Giorgio Caudano (con Paolo Veziano), Dietro le linee nemiche. La guerra delle spie al confine italo-francese 1944-1945 (Regione Liguria - Consiglio Regionale, IsrecIm, Fusta editore, 2024), introdotta con un breve cenno alla figura del capitano Gino Punzi, ha focalizzato le complesse vicende - tristemente esemplari - di tre esponenti dei servizi segreti tedeschi di stanza nella città dei fiori, il Gruppo Sbarchi di Vallecrosia, i SIM (Servizio Informazioni Militare) dei partigiani del ponente ligure, l'avidità di spie e delatori, ma il lavoro in questione è di sicuro molto più esauriente.
Il milite della GNR G.B. Cotta, in permesso a Libri, Val Roia, aveva proceduto - come testimoniato in seguito dal maresciallo di finanza Efisio Loi
e da due guardie, al fermo con sevizie di due ufficiali inglesi,
arrivati da quelle parti perché fuggiti dal campo di concentramento di
Fontanellato (PR) e trasferiti per tappe successive sino ad Imperia: con
ogni probabilità i due britannici furono tra le tante persone scomparse
nel nulla in quel tragico periodo, mentre al Cotta, imputato di altri
reati, spettò un premio di 500 lire.
Alipio
Amalberti era zio di Pietro Gerolamo Marcenaro, uno dei responsabili
del Gruppo Sbarchi Vallecrosia, e fu in contatto con il gruppo di
patrioti animato da Lina Meiffret
e da Renato Brunati. A danno di Amalberti nel corso della perquisizione
fattagli in casa a Vallecrosia il 24 maggio 1944 Giovanni Gallerini,
altro milite della GNR, si impossessò "reato commesso con altri... di un
marengo d'oro, di 2.950 lire in denaro, di una penna stilografica, di
un orologio da tasca in metallo, marca Roscof, convertendo il frutto in
proprio profitto". Gallerini partecipò a diversi altri misfatti compiuti
dai fascisti repubblichini, ma qui adesso occorre sottolineare che
condusse entro pochi giorni (il 5 giugno 1944) dal suo furto alla
fucilazione in Badalucco Alipio Amalberti ed altri tre giovani
partigiani, dopo averli seviziati, così come percosse brutalmente
Meiffret (anzi, con lei fu particolarmente efferato) e Brunati in
carcere ad Oneglia. Gallerini ebbe anche a che fare con il maggiore
Enrico Rossi, arrestato dalla Guardia Nazionale Repubblicana il 5 giugno 1944 insieme
al tenente Alfonso Testaverde ed al tenente Angelo Bellabarba perché
tutti ritenuti complici di Meiffret e Brunati, mentre a quella data
Brunati era già stato fucilato al Turchino.
Il Gallerini risulta condannato all'ergastolo dalla Corte di
Cassazione, ma non è dato sapere cosa gli successe dopo, se cioè, come
quasi sempre, non vide ben presto ampiamente scontata la sua pena.
Si
è fatto sin qui ampio riferimento a dispositivi di sentenze della Corte
d'Assise Straordinaria di Sanremo (presidente Vincenzo Montulli), nelle
copie di Paolo Bianchi di Sanremo di documenti depositati presso
l'Archivio di Stato di Genova: è d'uopo aggiungere che colpisce in
queste carte il notevole spazio dedicato a risibili motivazioni
giuridiche, veri e propri esercizi da azzeccagarbugli.
Finita la guerra il padre di Bellabarba si rivolse tra gli altri (Emilio Biancheri e Tommaso Frontero
di Bordighera) anche a Pietro Marcenaro per ottenere la certificazione
di patriota del figlio, deceduto a Monaco di Baviera appena liberato dal
lager.
Il 21
luglio 1945 il Gruppo Sbarchi, invero, la SAP di Vallecrosia, ed il CLN,
sempre di Vallecrosia, a firma rispettivamente di Achille Lamberti (Andrea) e di Annibale Vedovati - come da attestazione conservata da Arturo Viale
- annoverava tra i suoi collaboratori anche il tenente Mario Pecollo,
che in precedenza aveva militato tra i partigiani autonomi del maggiore
Enrico Martini (Mauri).
Adriano Maini