Ventimiglia (IM): un treno regionale francese in partenza dalla stazione ferroviaria |
Ventimiglia presenta - si può dire da
sempre - una stazione ferroviaria internazionale, dalla quale a lungo
presero servizio tanti "cheminots", i quali, pertanto, dimorarono anche
nella città di frontiera. Poco prima dello scoppio della seconda guerra
mondiale un cameriere, ancora ragazzo, venne interrogato dai militi
fascisti per tentare di incastrare un ferroviere francese, presunto (a
ragione!) autore o regista dei continui lanci di volantini antifascisti e
pacifisti lungo i binari ed altrove, ma quegli sostenne, suscitando
l'ilarità degli inquisitori in camicie nere, che in quella casa si
recava perché amante della moglie del vero indagato: in ogni caso gli
sgherri del regime riuscirono a fare espellere da Ventimiglia quel
macchinista.
Racconta Sergio Marcenaro, all’epoca giovane (classe 1931) staffetta partigiana della SAP
di Vallecrosia, della necessaria complicata procedura clandestina messa
in piedi dal fratello Pietro Gerolamo (Gireu), importante protagonista
del distaccamento Gruppo Sbarchi
Vallecrosia e, logicamente, alla macchia con i garibaldini, prima per
contattarlo di persona in una baracca al di là del torrente di fronte al
cimitero della località in questione, successivamente, una volta
debitamente ragguagliato sui pericoli che avrebbe corso e, quindi,
"ingaggiato", per potersi spostare in zona da un contatto all'altro per
recare messaggi ogni volta a lui recapitati da persona diversa e da lui
distribuiti pedalando con passione su di una vecchia bicicletta nella
cui canna celava, come tanti protagonisti (un nome per tutti, Gino
Bartali, "Giusto tra le Nazioni") di simili missioni della Resistenza, i
dispacci che gli erano stati affidati.
Un
altro anziano (era sui 16 anni il 25 aprile 1945), anch'egli già
staffetta partigiana, ma a Sanremo, solo di recente si è concesso a
rievocare con alcuni interlocutori momenti dell'epoca della Resistenza:
in precedenza in pratica non lo aveva mai fatto, neppure nel suo recente
libro di memorie relative ad intense vicende politiche e sindacali,
dipanate nell'arco di oltre settant'anni. In queste occasioni non si è
certo fatto guidare dal "politicamente corretto". Richiesto di parlare
di un brigatista nero della città dei fiori, fucilato all'indomani della
Liberazione, lo definisce un losco figuro già prima della guerra, un
boss della zona di Sanremo dove la famiglia aveva il negozio di legna e
di carbone da ardere, con familiari altri fascisti molto impegnati. Fu
suo compagno di malefatte - ruberie di vario tipo - un emiliano, un
"gobbo", che gestiva una pensione davanti alla Chiesa Russa e che si
salvò fingendosi in extremis antifascista. Quel "figuro" aveva come
complice anche una donna sorda (sembra a questo punto di entrare in una
"Corte dei Miracoli") e manovrava a suo piacimento, sempre durante il
periodo della Repubblica di Salò, altri colleghi miliziani. In ogni caso
dalle richiamate conversazioni non sono emersi addebiti circa
rastrellamenti e uccisioni di patrioti, il che è quanto sperava e spera
tuttora un nipote del citato personaggio, anche se sarà sempre più
difficile con il passare del tempo fare piena luce sui comportamenti del
nonno materno.
Un
documento - oggi desecretato - della CIA con data 6 dicembre 1951 è
incentrato in sostanza sui rapporti tra i comunisti italiani e quelli
francesi a cavallo della frontiera tra ponente ligure e Costa Azzurra.
Tra gli altri aspetti in due pagine sottolinea attività di espatrio
clandestino - ma non aggiunge di antifascisti spagnoli perseguitati dal
regime franchista -, mette in rilievo il ruolo avuto in merito da Libero
Alborno
di Ventimiglia, indica altri collaboratori di quest'ultimo, delinea una
presunta organizzazione paramilitare in provincia di Imperia di cui
sarebbe stato a capo Nino Siccardi
(Curto), già comandante della I^ Zona Operativa Liguria delle forze
partigiane: se non che lo stesso rapporto appunta per i due anni
precedenti continui imbarchi di Siccardi come macchinista su navi
mercantili lasciando da ultimo un gustoso quadretto che suona più o meno
come segue: "Siccardi porta con sé numerose copie della rivista
comunista 'Vie Nuove" che distribuisce ai nativi nei porti africani".
Adriano Maini