Capita che nella conversazione
con un ex "vitellone" venga rievocata la figura di un fotografo che il
famoso locale "Il Pirata" di Cap Martin lo frequentava, invece, per
motivi professionali su probabile incarico della sua nota ditta di
Bordighera, per cui emerge la curiosità di ricordarne il nome: quello
proprio, Dario, come già messo in evidenza, in qualche modo con il
passaparola riesce ad essere rammentato, ma non accade così tuttora per
il cognome, neanche sentito almeno un componente della famiglia di
quello studio ormai chiuso da tempo. Senonché, sempre con il sistema più
collaudato, inaspettatamente, un "bordigotto" verace fornisce uno
scatto d'epoca dove Dario resta inquadrato a destra per chi guarda.
Si era fatto cenno, in tema di Battaglia di Fiori di Ventimiglia, alla gestazione ed agli albori della compagnia
di Bordighera "I Galli del Villaggio" e si ritrova su un portale locale
una particolare menzione del loro carro "Don Chisciotte" del 1963, qui
sopra visibile al passaggio da Nervia.
Ma anche la zona Nervia
di Ventimiglia, alla quale si è fatto su questo blog riferimento
diverse volte, aveva avuto una sua compagnia di carristi, "Cheli de
Nervia", per cui è d'uopo pubblicare l'immagine di almeno una loro
fatica: nel caso il carro del 1969, ultimo anno, prima di una lunga
interruzione, delle edizioni più ricordate della Battaglia.
Ci si avventura in un racconto, come l'ultimo, già abbastanza lungo e si vuole - solo a fornire qualche esempio - rinviare - ma almeno per una vicenda lì per lì ci si dimentica - ad altra occasione che...
...
i quattro ragazzotti tratteggiati all'inizio di quella serie di piccole
storie quattro anni dopo - agosto 1968, perché prima c'erano gli esami
di maturità - fecero un discreto viaggio in autostop, con tappe varie e
significative su cui eventualmente tornare un'altra volta. Partirono
dividendosi in due piccoli gruppi dalle parti del vecchio passaggio a
livello di Via Tenda di Ventimiglia - una zona che da lontano oggi
appare coperta dalla locale sopraelevata - con l'obiettivo di portarsi
prima di tutto in provincia di Cuneo. Due di loro, gli stessi che in
Svizzera per tornare prima a casa salutarono i compagni che proseguirono
per la Germania, seppero in seguito, con loro vergogna, che le loro
madri si erano appostate di nascosto per appurare se la loro discendenza
sarebbe stata capace di iniziare quel cimento. In verità Pietro
Tartamella era un veterano dei viaggi in autostop e l'amico che lo
accompagnò sino in fondo nell'esperienza qui menzionata in occasione
della sua recente prematura scomparsa, dedicandogli nobili e forti
parole, ha voluto rimarcare quella lontana estate
...
la villetta in riva al mare, odorosa di salsedine, tutta vetri e forse
con tanto legno, dove per pochi anni aveva abitato il compagno di
Ginnasio e di prima Liceo, afflitto da epilessia, non solo scompare in
mezzo ai palazzi, ma è stata anche radicalmente trasformata: sono
rimasti i pitosfori!
Qualcuno di recente ha scorto nel video di una conversazione di Francesco Biamonti, condotta all'aperto con studenti del Liceo Scientifico di Ventimiglia, quel relitto
di nave, appoggiato alla falesia a ovest della Pineta della città di
confine, ormai smembrato ed inghiottito dai flutti, perché costruito in
gran parte in legno, ma anche dimenticato in maniera incredibile dagli
indigeni.
Adriano Maini