Inizio con un'immagine antica (da Archivio Moreschi di Sanremo) di Porto Maurizio di Imperia, perché lì - dove mi sono presentato una volta di più, come aggiungerò in seguito, senza apparecchio fotografico - avevo appuntamento con riri e nicola, persone - cosa già nota! - affabili e simpatiche per andare poi a trovare insieme nella, che sul calore umano non é seconda a nessuno, che mi deve mandare la sua email se vuole vedere una certa mia fotografia con... Claudio Villa e che devo anche ringraziare per avermi presentato persona con cui l'impetuoso revival di brillanti episodi imperiesi ha subito uno stop solo per logici motivi di tempo.
Mentre con N. il giorno dopo ed un altro ancora, nonostante tutto, ci siamo trovati proiettati, magari con l'animosità dei ragazzi che fummo, più sul passato prossimo e sul presente. E la mia labile memoria non ha ancora perfezionato con il contributo di N. dettagli di episodi e di uomini, che sarebbe giusto ricordare.
Devo, però, sottolineare che, mentre mi accingevo a stilare queste note, mi sono ritrovato alcune email di N. con allegate dovizia di fotografie d'antan, forse utili per futuri miei excursus.
Ma anche una, che non pubblico, che mi ritrae sul Trofeo di Augusto a La Turbie dove, inopinatamente, in quanto nelle intenzioni altre erano le nostre mete, ci siamo ritrovati a fare i turisti per caso.
Anche a salire (N. dixit!) sulla sommità del monumento, nella parte accessibile al pubblico, perché protetta e sorvegliata.
E a girare per le viuzze, ottimamente tenute - N. me lo rimarcava ogni due passi - del sottostante borgo antico. E a riportare - almeno io! - centinaia di immagini a casa.
Non conto più, ad esempio, da quante angolature ho ripreso Mont Agel. E nella foga, soprattutto del discorrere, i risultati lasciano pure a desiderare.
Il Principato di Monaco. Dove lavorava a suo tempo G., altro amico - una sorta di... nostro agente segreto in Norvegia, come accennai già una volta - di cui con N. - e che egli ha rivisto (tanto per cambiare!) più spesso di me - abbiamo a lungo parlato, ma che, per ironia della sorte, si fa vivo per telefono da Ventimiglia appena N. é ripartito per Milano: lo incontrerò di persona oggi, ma, intanto, il vecchio trio non si ricompone ancora.
Nella zona di ponente di Ventimiglia, di cui mi limito a pubblicare una vecchia immagine di Ponte S. Luigi (sempre da Archivio Moreschi di Sanremo), io e N. avevamo girovagato qualche giorno più addietro ancora, senza, però, portarci addietro macchine fotografiche. Così sono rimasto stupito quando ho sentito da lui, che il mondo lo ha viaggiato (a memoria ricordo Namibia, Eritrea, Vietnam, Nuova Caledonia), parlare a quella data ora del giorno per i miei - e i suoi vecchi - luoghi di "luce di Singapore". Al che mi sono sentito alquanto confortato per la mia passione per certi scorci - quelli che si sono salvati dal cemento! - di questa zona rivierasca. E per la nostra visita estemporanea a La Turbie siamo allora arrivati, come già ampiamente evidenziato, opportunamente attrezzati.
Insomma, mi sono buttato - vista la selezione affrettata tra le tante cose (molte, invero, qui ininfluenti, perché private) che mi sono successe in queste giornate e che hanno contribuito a rendermi un po' latitante sul blog - con un titolo con cui cerco di fare lo spiritoso rispetto agli immortali versi di Dante, che, come si nota, a La Turbie, anche se ormai francese, non hanno di sicuro dimenticato.