Si è aperto già per questa ultima stagione a Camporosso nella zona a mare un campeggio di
quelli come una volta, di quelli con le tende portate da casa, insomma,
come quelli già esistenti negli anni Cinquanta e Sessanta sulle due
sponde, dunque, anche su quella di Ventimiglia, della foce del torrente Nervia.
A
Nervia di Ventimiglia Vico del Pino prendeva il nome da un maestoso
albero, che cadde, tuttavia sotto la furia di una tromba d’aria nei
primi anni Sessanta: si collocava più o meno all'angolo con Via Nervia
ed un muro nell'estate del 2018 portava ancora sotto forma di squarcio
la traccia di quel crollo: la recizione nel frattempo è stata
ristrutturata.
| Le scuole di Nervia |
| L'edificio, prima Ospedale, poi, sino a qualche anno fa presidio ASL, che negli anni Cinquanta ospitava le scuole elementari di Nervia |
Avanzando
di poche decine di metri a ponente ci si imbatte nel plesso scolastico
costruito nel 1960, dove venne spostato il ciclo delle elementari, prima
ospitato al piano terra dell'ex clinica Isnardi - poi a lungo ospedale -
e fu aggiunta una sezione di medie inferiori.
Nel campetto posto alla foce del fiume Roia a Ventimiglia si svolgevano, come di certo nell'estate del 1951, tornei di calcio, si facevano talora - con rischio di incendiare i pini dei limitrofi Giardini Pubblici - i fuochi d'artificio per la Festa patronale di San Secondo, si vide nel 1967 anche una gara di dama vivente, ma soprattutto si consentì a lungo (di sicuro ancora nel 2010) una destinazione d'uso a parcheggio per automobili: utilizzi oggi inibiti per motivi di sicurezza.
Diverse
persone affermano che il 1970 fu l'anno di più intense frequentazioni
culturali, sociali e politiche presso il Bar Irene di Ventimiglia,
quello che vedeva l'abituale presenza - in orari diversi, notturno di
sicuro per il primo! - di Francesco Biamonti, di Lorenzo Muratore, di Elio Lanteri, di Lorenzo Trucchi, di dirigenti, di attivisti e di utenti dell'antistante Camera del Lavoro.
Dalla stazione ferroviaria di Vallecrosia, adesso fermata incustodita nella singola giornata per un treno
in direzione Genova e per uno di ritorno, quando la produzione
floricola del ponente era diversa e più florida, partivano comunque per
il nord Europa carri merci colmi di variopinti prodotti della terra.
In località Cabane di Bordighera sono scomparsi due casolari di antica bellezza, ancora presenti nei primi anni Sessanta, per fare posto a nuove costruzioni in terreni che due famiglie coltivavano in affitto.
Al confine con i Piani di Borghetto, ma più di recente, è stata demolita - per dare più volumetria ad un nuovo edificio - una casa in pietra, che insisteva sull'attuale Via Giulio Cesare, dove iniziò a metà anni Trenta il decollo per un'attività di successo una stirpe di bravi gelatieri, tuttora attivi a Bordighera con la loro antica insegna. Dietro resistono ancora i ruderi di un pozzo (noria!) cui si attingeva a trazione animale, l'ultimo di una discreta schiera diffusa nelle vicinanze. Più verso il mare, rispetto a quel punto, svolse ai tempi le sue funzioni anche un macello in legno.
Adriano Maini




