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lunedì 7 novembre 2011

Vallecrosia Alta


Vallecrosia Alta é il Centro Storico di Vallecrosia, in provincia di Imperia, che é situata in riva al mare, da cui la prima dista un paio di chilometri. Proseguendo nell'altra direzione lungo la Valle del torrente Verbone si incontrano San Biagio della Cima e Soldano, poi, più in alto, quasi a chiudere (ci sono diramazioni viarie di collina e di montagna), Perinaldo, ad una vista aguzza leggermente visibile nella fotografia soprastante.



Mi sembra, personalmente, un borgo tenuto bene, molto bene. 
Ma non é questo il punto che intendo sottolineare, ma un altro, abbastanza, credo, paradigmatico.
Vallecrosia Alta, ma anche la stessa Vallecrosia dei Piani, per la quale avevo già in precedenza accennato la millenaria vicenda del sito che oggi ospita la Chiesa di San Rocco, presenta una storia molto complessa, ricca di avvenimenti e di giacimenti culturali, difficile, a diversità di tanti altri temi, da riscontrare appieno, penso (qualche tentativo l'ho pur compiuto), sul Web.
Seleziono, allora, in merito da Cultura-Barocca, sito molto articolato e specializzato cui ho già fatto riferimento in altre occasioni, almeno un accenno in collegamento qui.


Aggiungo un altro esempio, trattato in modo molto veloce. Nella chiesa preesistente alla Parrocchiale (di Sant'Antonio Abate), qui sopra raffigurata parzialmente, predicò Bernardo di Chiaravalle. Lo fece anche altrove nel Ponente Ligure, lasciando ampia risonanza, riscontrabile in toponimi e in edifici sacri a lui dedicati, ma a Vallecrosia Alta l'esistenza di una chiesa, discosta dal paese e a lui intitolata, portò a lungo pensare che il Santo di Chiaravalle avesse fatto sentire la sua voce carismatica nel santuario eretto, invece, appositamente dopo il suo passaggio.


 Ed eccola, la Chiesa di San Bernardo.


C'é molto altro, dunque, nella storia di questo borgo. Ed anche del suo comune. Solo che in questo caso - vado a ripetermi - un lettore curioso difficilmente troverà ampia documentazione da consultare. In questo consiste - sempre a mio modesto avviso - la singolarità dell'argomento. Proverò, pertanto, a tornare sul tema.


Chiudo, però, scattata da Vallecrosia Alta, con un'inquadratura di San Biagio della Cima, paese di Francesco Biamonti, che di queste terre, trasfigurate nei nomi, ha saputo scrivere nei suoi romanzi con autentica vena artistica.



mercoledì 1 giugno 2011

Antichi boschi sacri


Con la sequenza di fotografie che qui si possono vedere cerco di dare un'idea approssimativa dell'ubicazione, a partire dalle spalle di e da Bordighera per proseguire a semicerchio verso l'Alta Val Nervia, della maggior parte del "sistema" di acque e boschi (i luci) sacri, che in genere i Romani, dopo la loro conquista, cercarono di ascrivere al loro sincretismo religioso.

 
L'immagine soprastante abbraccia virtualmente la maggior parte di una pineta che ancora sussisteva verso il termine del Medio Evo. Ed anche in questo punto c'erano acque sacre, come un po' lungo tutto il citato tragitto. Una mappa portava ancora di recente l'indicazione di Regione Luco per una porzione di territorio qui sopra seminascosta dall'ulivo.


Qui sopra, più da vicino l'aspetto attuale di gran parte della Regione Luco.

Vallecrosia


















Foce del torrente Nervia


















Camporosso
Dolceacqua
Isolabona
Castelvittorio e la zona di Lago Pigo
Il Toraggio

Ci sono, anche, per così dire, deviazioni dal percorso, che forse é più a forma di semisfera: ma per maggiori specifiche potrei sempre tornare sull'argomento. Lascio infine completare il tragitto con uno sguardo all'orizzonte montuoso, percorso lungo il quale ci furono altre piante ed altre acque venerate, fornendo qui un link ad un aspetto della complessa tematica, suscettibile, ripeto, di analisi più dettagliate, soprattutto in ordine al passaggio dal paganesimo al cristianesimo.


All'inizio, più o meno, del percorso da me tratteggiato, un po' prima di svoltare lungo il torrente Nervia, si situa l'antica Chiesa di San Rocco a Vallecrosia, che si ritiene sorga sul luogo topico per eccellenza dell'antichissimo culto, successivamente dedicato ad un tempietto di Apollo.


Ed infatti si é conservata, posizionata all'interno, una stele dedicata a questo dio.

Va da sé che i collegamenti che ho indicato sono tali solo per chi volesse saperne di più, mentre, in effetti, cercavo di comunicare l'emozione per vicende storiche che in gran parte ho scoperto solo di recente.






sabato 12 marzo 2011

Incontri

Non vado a corredare le righe che seguono con fotografie che possano avere attinenza con le bellezze turistiche delle mie parti, anche per non essere monotono, ma metto solo qualche immagine di tipo più ordinario, comunque abbastanza pertinenti il discorso. Anche se la tentazione di ripensarci mi verrebbe, dopo che proprio l'altro giorno mi si é rallegrato il cuore vedendo casualmente quanti bei giovani (presumo studenti) uscissero dall'area del Teatro Romano in zona Nervia di Ventimiglia (IM).

Mentre preparavo un post, mi raggiungeva sul portatile una chiamata di D., con cui sono sì in contatto telefonico, ma che non vedevo da due anni, chiamata con la quale mi diceva di essere in zona per il disbrigo di affari urgenti. Ne conseguiva la possibilità di passare insieme un'oretta di amabile discussione con la conseguenza pressoché inevitabile di rivisitare tante situazioni curiose indotte da pregresse esperienze comuni fatte in Riviera, in Costa Azzurra, in Val Roia. Mi stanno ora pervenendo da lui, man mano che le recupera dal suo archivio, immagini di quelle esperienze, perché le mie le avevo massacrate, mentre é grande in me la tentazione di riesumare alcune di quelle storie. Faccio, intanto, grazia di immancabili foto ricordo scattate nell'occasione e della strana malia che prende tanti abitanti di Milano, come lui, ma anche occasionali visitatori come il sottoscritto, per cui si gira nel capoluogo lombardo come turisti per caso alla ricerca degli immancabili angoli reconditi ed inusuali.

M., invece, incontrato in modo inatteso, mi ridimensiona un po' la portata di certe vicende di pescatori, cui ho già accennato altra volta, ma mi lascia invero qualche dubbio, non solo perché sostiene di essere stato assente nelle occasioni in cui si tramandavano quelle storie, ma soprattutto perchè mi dice che, terminata la raccolta della mimosa, adesso é per lui, insieme ad altri, stagione di pesca al pescespada, il che non é esattamente passatempo per principianti. L'invito a partecipare intanto l'ho declinato, mentre spero di mantenere la promessa (ne faccio tante di questo genere da quando ho buon tempo!) di andarlo presto a trovare.

Parlando di pesca, invece, l'altra mattina S. mi raccontava che il giorno prima sulla battigia della spiaggia davanti al capanno di Vallecrosia (IM), pure da lui condiviso, il suo amico arrivando vedeva, incredulo, un bel tonnetto agitarsi a vuoto: il tempo di decidersi se bagnarsi o meno prima di tentare di prenderlo ed un'onda si riportava in acqua quell'incauto cacciatore di minuscole prede, che non aveva calcolato la portata degli scherzi che onde anche non molto grandi possono combinare ad abitanti del mare non certo dei più piccoli.

E., mentre volge al termine una nostra bella chiaccherata, fa scivolare nel discorso un significativo riferimento alla dimensione umana e professionale di un medico a suo tempo molto noto nella nostra zona, figura degna ed insigne della Resistenza e della Ricostruzione. E non solo. Incuriosito, approfondisco in famiglia per venire a sapere del modo pittoresco con cui, svegliato in piena notte, quel medico mandò mio padre da Nervia di Ventimiglia (IM) a Bordighera (IM) piuttosto alla ricerca, anch'essa alquanto bizzarra, della levatrice per l'assistenza alla nascita del primogenito, cioé del sottoscritto, perché tanto la madre ad una recente visita l'aveva già trovata ben sana.


Di quel medico ha tracciato, invero, un preciso e pregnante ritratto l'amico Carlo nel suo recente libro, da cui io ho già tratto due episodi dei tempi dell'ultima guerra, che mi sono sembrati importanti. Carlo lo vedo abbastanza spesso, ma non gli avevo chiesto il permesso per quella mia operazione. Del resto, quando l'ho finalmente informato, mi ha risposto con l'immancabile, da me già immaginata, figurativa scrollata di spalle. Solo che, volendogli almeno fornire un estratto di quanto da me scritto, dimentico di averne già una copia in tasca, rimasi inteso di farglielo avere tramite una comune conoscenza, perché lui abita in una zona non servita da Internet. Il fatto è che, rivedendoci in  una recente degna occasione in cui Carlo dispiegava il suo impegno (uno dei tanti che ha!) di dirigente dell'A.N.P.I., l'intermediario (anche lui rappresentante dei partigiani) si scusava con me di non avere fatto la commissione, mentre lui non si ricordava neppure più della vicenda. La mia speranza è che adesso non ci si perda di vista per il promesso giro da fare assieme per la ricerca di certe vecchie fotografie e di certi vecchi documenti.