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venerdì 20 luglio 2012

Riviera nature notes



La Mortola di Ventimiglia (IM), più precisamente in primo piano un sentiero nei pressi dei Giardini Hanbury, in una fotografia la cui data ultima si può presumere dal fatto che, insieme ad altre che qui pubblico con selezione molto soggettiva (e tecnica di riprodizione molto approssimativa...), correda Riviera nature notes / a popular account of the more striking plants and animals of the Riviera and the Maritime Alps di George Edward Comerford Casey.


Edito nel 1903 da Bernard Quaritch a Londra.


L'autore conobbe Hanbury, creatore di quei Giardini, così come viene riferito nel suo libro.

A questa sorta di manuale di botanica (e non solo) ho già fatto, invero, riferimento, in altra occasione.
 



È significativo che l'autore affermi di avere soggiornato in quella che noi oggi chiamiamo Costa Azzurra già prima dell'annessione di Nizza alla Francia, perché, in rapporto al momento di pubblicazione del suo lavoro, si conferma la sua constatazione in loco della trasformazione del paesaggio.


Nel suo libro compare ancora il nome italiano di Lantosca, anziché l'attuale Lantosque (sulla Vésubie): un'altra piccola curiosità.

Non sono in grado di esprimere pareri sulla parte scientifica - la maggiore - del suo trattato. Di sicuro ci sono diverse, singolari digressioni di ordine storico: ad esempio sulla definizione di portogallo che riscontra sul posto per l'arancia, termine che Casey riteneva tipicamente britannico.
 
 
A me interessava darne sommariamente conto, ma ancor più pubblicare inconsuete - ritengo - immagini d'epoca di siti a me vicini nello spazio e da me quasi tutti ben frequentati, quasi a fissarmi nella memoria come erano un tempo.


Come nel caso di La Roquette-sur-Siagne, paesino che mi riporta con il pensiero a generose e modeste persone conosciute anni addietro. Ma questo é un altro discorso.



venerdì 27 aprile 2012

Verso Nizza

Villefranche-sur-Mer, di cui qui ho fatto vedere un'antica stampa.
 Anzi, più precisamente, un segmento di Cap-Ferrat, che chiude a levante la baia di Villefranche.

Non che passando in auto sulla Moyenne Corniche si possa notare proprio così bene, ma di sicuro si scorge per intero la punta di Cap-Ferrat. Per chi andava di fretta a Nizza tanti anni fa - capitava spesso anche a me - prima del completamento dell'autostrada quello era il tragitto più abituale. E si cominciava a pensare di essere quasi arrivati.
 Lo stesso discorso vale per il centro abitato di Villefranche-sur-Mer.
La vecchia fortezza fatta erigere dai Duchi di Savoia, che i francesi chiamano Cittadella, occorre proprio avvicinarla. Anche sulla Basse Corniche (o Bord de la Mer), se non ci si ferma e se non si trova un buon - raro! - punto di osservazione, non risulta molto visibile.
Dopo poco si comincia a intravvedere Nizza.
Questa una parte della discesa di quel tragitto verso il capoluogo della Costa Azzurra.
Per noi di questa zona di ex-frontiera questa strada, anche negli altri tratti, é foriera di tanti ricordi, soprattutto curiosi. Ma non é su questo che mi viene ora da soffermarmi.

Gli ultimi due scorci sono stati fotografati sotto l'egida di un cartello che indica Belvedere. Il fatto é che ormai tutto é recintato. Trovare gli angoli visuali migliori comporta fare qualche acrobazia.

Anche in precedenza. Per non parlare poi dell'Italia, per lo meno della costa della provincia di Imperia, dove, tuttavia, viene risparmiata in genere la presa in giro di quell'accattivante promessa.
E gli abitanti di quelle case là sopra potranno pure godersi liberamente una bella vista - quella non concessa in quella zona ai tutisti - di Nizza, ma rumore e gas di scarico delle automobili ce li hanno garantiti ad oltranza!



sabato 3 marzo 2012

Altre tavole del Borgonio nel Theatrum Sabaudiae

Fonte: gravures-nice.org
La Turbie in una tavola del Theatrum Sabaudiae, edito nel 1682. Sorvolo su questa località e sul monumento voluto anche qui da Augusto per celebrare il soggiogamento a Roma dei popoli dell'arco alpino. E sulla nota terzina di Dante "Tra Lerice e Turbia...". Per chi sa guardare, il Trofeo, del resto affacciato sul Mare Tirreno e, oggi, sul Principato di Monaco, é di norma visibile dalla zona costiera e da certe alture dell'ultimo lembo di Ponente Ligure. Dove é nato anche il disegnatore di questa icona, e di quelle che qui seguono, Giovanni Tomaso Borgonio.

Fonte: gravures-nice.org
Villefranche-sur-Mer, la Villafranca del Ducato di Savoia, é, invece, celata alla vista diretta dalla nostra Riviera da Cap Ferrat.

Fonte: gravures-nice.org
Villars-sur-Var, nei dintorni di Nizza, oggi un paesino di 646 abitanti. 

La mia scelta di queste immagini create dal Borgonio non é, per motivi di reperibilità, del tutto casuale. Altre ne avevo già pubblicate in altre occasioni.

Il Borgonio nacque nel 1628 a Perinaldo (IM), borgo natio del grande astronomo Gian Domenico Cassini (1625-1712). Mi piace pensare che si siano conosciuti, ma non ho certo rinvenuto tracce documentali in proposito. 
Il Borgonio dalla carriera militare - del resto il padre fu capitano nel castello di Dolceacqua - passò al servizio diretto del Duca di Savoia Carlo Emanuele II. Calligrafo e miniaturista, nonché "blasonatore", ebbe intensa attività grafica e cartografica: le sue tavole nel Theatrum vanno, credo, a sottolineare tutte queste sue arti. Scrisse e disegnò molto, stese - e dovette fare alla bisogna molti viaggi faticosi - altre carte del Ducato, famose a lungo in tutta Europa. Ebbe molti onori, ma visse e morì in miseria.
E il Theatrum - solo in parte dovuto al Borgonio - é il monumento della complessiva politica celebrativa del Ducato di Savoia in età barocca. Un esemplare fu mandato a tutte le corti europee per coltivare il prestigio di uno stato minuscolo: 140 lastre di rame erano servite - anche se ancora oggi si intuisce qualcosa del vero stato geografico dei luoghi - per trasformare e abbellire siti e insediamenti, anche piccoli centri rurali, resi più grandi che nella realtà.