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Mentone: la storica zona di tanti acquisti da parte di abitanti del ponente ligure |
Le locomotive a vapore francesi,
dirette o di ritorno dalla stazione di Ventimiglia, rappresentarono con i
loro buffi pennacchi ancora a lungo, nel secondo dopoguerra, uno
spettacolo d'altri tempi.
Abitava
in una sua casetta, posta sulla Basse Corniche tra le due gallerie in
uscita di ponente da Cap d'Ail ed affacciata sulla sottostante romantica
caletta, l'italiano che, di nascita nel contado parmense, faceva
visitare - assenti i proprietari - a certi suoi parenti la bella e
spaziosa villa di cui era custode nelle vicinanze, in Costa Azzurra.
Negli
anni Sessanta le vendemmie nel Var erano molto frequentate come
stagionali da vivaci ragazzotti del ponente ligure, la cui vena estrosa
non era quasi mai apprezzata dai conduttori dei fondi.
Il
vice sindaco comunista di quel paesello - si fa per dire! - quasi al
confine con il dipartimento del Var, piuttosto piccolo di statura, la
simpatia fatta persona, ortolano, presenziava a riunioni da lui stesso
organizzate di italiani colà emigrati, nonostante il fatto che all'alba,
per procurarsi da vivere, dovesse essere già al mercato all'ingrosso di
Nizza, che non trovava certo dietro l'angolo di casa. E riusciva anche
ad organizzare, in nome di un gemellaggio sui generis, una tavolata per
gli affamati Pionieri (sorta di boy scout di sinistra) di
Ventimiglia e taluni loro accompagnatori, i quali avevano riempito un
intero pullman, in cui risuonavano, sia all'andata, ma ancor più al
ritorno, fragorosi canti indotti anche da pizzicate corde di chitarra.
Attivisti
comunisti che, se si doveva passare da quelle parti, forse anche dopo
aver fatto qualche deviazione, non mancavano di indicare ai loro ospiti
la villa dove aveva abitato Picasso.
Almeno
un cameriere - se non anche i suoi colleghi, ma a quel Capodanno
l'ambiente era molto affollato - non sapeva in quel locale abbastanza
famoso sul lato di levante di Cap Martin cosa fosse un "Irish Coffee".
Dopo
"Italia Mundial" gli immigrati italiani a Nizza erano più interessati a
frequentare i circoli di tifosi di squadre di calcio del Bel Paese che
ad ascoltare i discorsi di connazionali, dirigenti di associazioni
dedite ai problemi dell'emigrazione, in trasferta per tentare di tessere
reti di solidarietà sociale o per propaganda politica. Questo, anche
nel proletario quartiere di L'Ariane.
Sempre negli anni Ottanta allegri compagnoni della zona di Latte di Ventimiglia, in parte gli stessi delle scanzonate esperienze
vissute con Nico Orengo, avevano preso l'abitudine di scendere verso il
mezzogiorno di domenica a Mentone - non lontano dalla frontiera - per
degustare i particolari aperitivi transalpini, pernod e quant'altro: i
più impegnati a comprarsi qualche giornale in lingua.
L'assessore
della Provincia di Imperia rientrava in treno, insieme ad un membro
della delegazione che si era recata alla Chambre de métiers di
Saint-Laurent-du-Var, lasciando ad altri l'auto di servizio, assodato
che per un secondo mezzo, di consulenti di settore, si era dovuto -
appena arrivati nella località - far intervenire un carro attrezzi.
Un
console d'Italia a Nizza aveva molto apprezzato le bottiglie di
squisito vino Rossese di Dolceacqua che erano state acquisite alla
bisogna da una famiglia, la quale avrebbe di sicuro preferito non
procedere a quel sacrificio della propria scarsa produzione.
Si
potevano incontrare immigrati italiani che, nonostante i tanti impegni
politici profusi nel dipartimento delle Alpi Marittime, non avevano
avuto l'accortezza di misurare per tempo la quantità e la qualità dei
loro contributi pensionistici.
Professionisti,
italiani ormai trasferitisi in Costa Azzurra, e francesi, in genere tra
di loro concorrenti, facevano a gara, mentre ci si avvicinava al
Duemila, per organizzare cene professionali ed altri piccoli eventi di
promozione commerciale, da cui i partecipanti - beninteso, poco o tanto
paganti - ricavavano, invero, ben poco. Affascinante, a suo modo, il
fallimento dell'operazione B.B.S., sorta di piattaforma telematica
transfrontaliera per piccoli affari, architettata nel menzionato
ambiente.
Rimane sovente più
simpatica oggi la presenza di pensionati italiani del ceto medio, che
nel Nizzardo hanno preso dimora stabile o tengono un'abitazione per le
vacanze.
Adriano Maini