Rivedere, come mi capita in questi giorni, Diego e parlare di Roma é tutt'uno. Anche se poi la memoria difetta a entrambi, per cui, ad esempio, ricordiamo perfettamente di avere assistito circa vent'anni fa in un'afosa notte estiva all'aperto di un bar di Trastevere ad un colorito dialogo, quasi degno di Petrolini, tra tre simpatici emuli di Petrolini (o di Gigi Proietti: fate voi!), ma non sappiamo oggi riportarne nemmeno mezza battuta. Ne avevo pure già fatto piccolo riferimento in un commento ad un vivace post di Aldo @il monticiano.
E in affiatata e consapevole compagnia si apprezzano meglio le situazioni brillanti.
E in affiatata e consapevole compagnia si apprezzano meglio le situazioni brillanti.
A Trastevere abitavano anche le gentili persone che, casualmente incontrate ad un convegno, ci invitarono ad una simpatica cena all'aperto dalle parti del Gianicolo, cui feci già cenno altra volta.
Ed allora l'altro giorno sono stato io a sottolineare meglio a Diego che in quelle occasioni avevamo avuto la ventura di parlare, con chi li aveva conosciuti o frequentati o ne era stretto parente, di due figure di grande statura civile. Angelo Oliva, che potrei definire di Vallecrosia e su cui ho già riportato sul blog parole di Giorgio Napolitano, più chiare di mille discorsi. Girolamo Li Causi, strenuo avversario di Cosa Nostra, che era solito passare le vacanze estive dalle mie parti, a Perinaldo e di cui mi spiace adesso non avere chiesto più notizie a suo tempo ai vecchi compagni del paese. Ma questo apre un capitolo a parte, che non so se sono capace e degno di affrontare.
Vorrei giungere ora ad aspetti più frivoli. Già sto pubblicando alquanto a casaccio fotografie di Roma, sia di famiglia che di amici. Quindi, non strettamente legate ai luoghi più precisi di cui ho parlato.
L'ultima, però, mi riporta sempre approssimativamente ad un'altra presenza comune con Diego nella Città Eterna. In quel caso era stato per una manifestazione, di cui avevamo anche qualche immagine di gruppo che - tanto per cambiare! - non sono riuscito a rintracciare. C'era anche Alfredo Moreschi, il cui solo pensiero mi indurrebbe ad aprire altre parentesi e, magari, in tema di cortei riprendere a parlare di Milano. Il fatto é che, tornando a quella giornata di ottobre del 1991 - credo! - da cui sono partito, siccome la nostra comitiva andò a mangiare in un posto più o meno a sinistra nell'ultimo scatto, qualche mio fugace commento sui monumenti mi fece guadagnare dal salace, appunto, Alfredo, per la prima volta - come negli anni successivi da parte di altri colleghi, ma, ahimé per loro, in tono serio e convinto! - l'epiteto di... esperto di storia e di arte romane. Ma, forse, se ci ripenso, anche Alfredo non scherzava. Con grande soddisfazione, comunque, di Diego, sempre sensibile alle botte di vita. Perché Diego, di cui mi riprometto di dire di più e di citare, soprattutto se pesco fotografie adeguate, altre similari esperienze condotte insieme, a margine di impegni ufficiali, anche in Costa Azzurra, é la simpatia fatta persona. E, dato che lui é fatto così, proprio con lui ho vissuto significativi momenti, che adesso ci siamo ripromessi non tanto di rinverdire, ma di rinnovare! Anche dispensatore di saggi consigli, che, peraltro, non sempre ho seguito. Gli devo, poi, perché, quando eravamo così presi dalle cose ufficiali, non é che avevamo agio di discettare proprio di tutto, come gli ho preannunciato, riferire con comodo altre cose - parte delle mie solite storie, insomma! - del presente stampo e, se possibile, presentargli altre persone, con le quali suonare sulle stesse corde del calore umano e di una certa nostra storia progressista. C'era un altro caro amico - come Diego, del Dianese: finalmente l'ho specificato! -, frequentato in provincia, meno propenso alle trasferte: per cui, ancora, "Diego, vorrei che tu, Pierluigi, ed io..."