Leggendo queste prime avventure di Mickey Mouse ci troviamo immersi in un’America rurale, appena subito dopo il grande crollo del 1929. E del New Deal, della voglia di reagire e di vivere con ottimismo, Topolino, insieme ai Tre Porcellini, sarà un simbolo e un protagonista.
È un’America semplice, povera, proletaria e contadina.
Topolino è simpatico e onesto ma anche monellesco, con singolari (ma non casuali) analogie con il Chaplin di quegli stessi anni, con cui condivide persino certe scelte tematiche, dalla vita nel circo all’incontro di boxe.
Il dover procedere striscia per striscia porta naturalmente all’invenzione di nuovi ritmi e di particolari tecniche narrative (bellissimi i sunti delle vicende precedenti, naturalmente immessi nella vignetta per facilitare la comprensione al lettore del giornale, e che ora, leggendo la storia nel suo insieme, mantengono un loro valore di commento fuori campo, quasi un effetto eco).
L’autore principe di queste storie a fumetti è Floyd Gottfredson, nato nello Utah nel 1905: feritosi gravemente ad un braccio in un incidente di caccia all’età di undici anni, è costretto ad una lunga convalescenza.
Racconta: “Ero iscritto ai Lone Scouts. Avevano una rivista a tiratura nazionale, e mio zio scrisse loro raccontando del mio incidente, e chiedendo agli altri membri di scrivermi. Bambini di tutto lo stato presero a spedirmi lettere e regali, tra cui 42 libri di Horatio Alger. Da allora gravitai tra libri d’avventura e storie poliziesche”.
Gottfredson sarà coadiuvato da vari collaboratori, fra cui Al Taliaferro. Ma è lui il grande artefice di questa saga topolinesca. Non subito, però. Per i primi mesi l’autore delle sceneggiature è Walt Disney: e qui, come in una sorta di appendice, verso la fine del volume, viene ripubblicato quello che è il primo fumetto disneyano in assoluto, noto come Topolino nell’isola misteriosa, scritto appunto da Disney e con i disegni di Ub Iwerks prima, di Win Smith poi. Disney sarà ancora l’autore (sino al 17 maggio del 1930) delle prime strisce di Topolino nella valle infernale, l’avventura in cui, ad un certo punto, fa il suo esordio Gottfredson. Una storia, questa, dove si fondono i toni del melodramma e dell’epica, dove si miscelano i generi del western e dell’horror, con felici commistioni a cui il fumetto e il cinema ci avrebbero poi abituati.
Ma in tutte queste prime pagine, ed è una delle emozioni che si possono provare leggendole, assistiamo alla genesi del mondo disneyano, con il suo realismo ironico, la fusione fra comico e drammatico, le invenzioni fantastiche. E certi personaggi veri, palpabili: dal boxeur Ruffo Ratto a Felice detto il bel gagà.
Il tutto è corredato da schede introduttive per ogni storia, divagazioni critiche, documenti d’epoca (copertine, disegni promozionali, strisce apocrife, articoli di giornale). Alcuni di questi reperti sono curiosi e di grande importanza: basti citare una striscia scritta e disegnata da Disney nel 1920 circa, Mr. George’s Wife, oppure la riproduzione di alcuni disegni originali di Gottfredson per la Valle infernale, dove si nota quanto gli schizzi a matita fossero più dinamici ed eleganti rispetto alla successiva e un po’ goffa inchiostrazione.
Detto tutto il bene che abbiamo detto su questa pubblicazione, facciamo un piccolo appunto. Nuoce il politically correct affiorante qui e là come un’ossessione: “Tenete conto, a ogni modo, che le stelle Disney non approvano più certe abitudini malsane - ad esempio, il fumo - come facevano occasionalmente in questi pezzi d’annata”, “Non è possibile giustificare del tutto dei clichè prodotti in un’epoca meno illuminata dell’attuale”, “Infine, notate come nei primi anni Trenta anche un personaggio celebre come Topolino potesse essere di cattivo esempio”… Ma pazienza. Tanto sappiamo tutti che Disney era molto più cattivo di come poi lo avrebbero voluto - e lui stesso si sarebbe voluto - dipingere.
Walt Disney presenta Topolino nella valle infernale di Floyd Gottfredson (titolo originale: Walt Disney’s Mickey Mouse: “Race to Death Valley”), a cura di David Gerstein, Gary Groth, Fabio Gadducci, Rizzoli Lizard (RCS Libri su licenza Disney), Milano 2012
Marco Innocenti, Topolino in una raccolta, IL REGESTO (Bollettino bibliografico dell’Accademia della Pigna - Piccola Biblioteca di Piazza del Capitolo), Sanremo (IM), anno VI, n° 4 (24), ottobre-dicembre 2015
[ tra gli altri lavori di Marco Innocenti: Verdi prati erbosi, lepómene editore, 2021; Libro degli Haikai inadeguati, lepómene editore, 2020; Elogio del Sgt. Tibbs, Edizioni del Rondolino, 2020; Flugblätter (#3. 54 pezzi dispersi e dispersivi), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2019; articoli in Sanremo e l'Europa. L'immagine della città tra Otto e Novecento. Catalogo della mostra (Sanremo, 19 luglio-9 settembre 2018), Scalpendi, 2018; Flugblätter (#2. 39 pezzi più o meno d'occasione), Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2018; Sanguineti didatta e conversatore, Lo Studiolo, Sanremo (IM), 2016; Enzo Maiolino, Non sono un pittore che urla. Conversazioni con Marco Innocenti, Ventimiglia, Philobiblon, 2014; Sull'arte retorica di Silvio Berlusconi (con uno scritto di Sandro Bajini), Editore Casabianca, Sanremo (IM), 2010; articolo in I raccomandati/Los recomendados/Les récommendés/Highly recommended N. 10 - 11/2013; Prosopografie, lepómene editore, 2009; Flugblätter (#1. 49 pezzi facili), lepómene editore, 2008; con Loretta Marchi e Stefano Verdino, Marinaresca la mia favola. Renzo Laurano e Sanremo dagli anni Venti al Club Tenco. Saggi, documenti, immagini, De Ferrari, 2006]