C'é una foto che ricorda un Ventimiglia Expò del maggio 1996 nella città di confine, dove ci trovammo a testare il Web insieme in pubblico io per la mia esperienza professionale corrente e i giovanotti responsabili del secondo (in ordine cronologico) Internet provider della nostra provincia: ancora pochi mesi prima di quella data vigevano solo cose come telnet, ping, finger, ftp ed altre di cui non ricordo più il nome e le telefonate di accesso andavano fatte, nel nostro caso, addirittura a Roma.
Per motivi di lavoro e per la mia grande curiosità, andai a testare rapidamente, tra i primi, credo, in Italia, le varie novità offerte dal Web, salvo ritrarmene presto, una volta indirizzata l'attività di pertinenza su binari consueti, non senza riportarmene l'impressione che di smanettoni ce ne erano tuttavia tanti in giro, per lo più appesi a parole come netiquette e moderazione.
Sbrigando direttamente tali faccende per motivi professionali per diversi anni, il mio accesso privato per lungo tempo é stato di occasionale curiosità. Poi, con il pensionamento, ma non subito, quasi inopinatamente mi sono ritrovato, prima ancora che su Blogger, su microblogging e socialnetwork, che in precedenza mi facevano sorridere al solo accenno del nome. Credo che, una volta di più nella trama complessa delle usanze umane, sia più importante per cosa si utilizza un mezzo. Dal canto mio, confesso che nutro una certa passionaccia a vedere e linkare fotografie di panorami selvaggi, di opere d'arte figurativa, di monumenti. Oltre che, nel bel mezzo di tanti altri fattori, per la diffusa rinvenibile antologia di citazioni letterarie e di poesia. A tutto questo non é detto che non attinga presto per Blogger. E poi commenti, ripresa di contatti con conoscenti ed amici, a volte già da me qui citati: siccome il mezzo giova, se appunto, ben adoperato, non rinvengo intorno a me nostalgie di sorta, bensì interessi culturali e di vita. E la rapidità di comunicazione non é certo un guaio! La fotografia in questione - anche se l'esempio adotto è banale -, di cui non sospettavo neanche l'esistenza, non veniva forse alla ribalta se il detentore non avesse ritenuto opportuno poche settimane or sono inserirla in un certo archivio pubblico riferito al suo curriculum.
In questo quadro - il gioco delle casualità, a quanto pare, continua! - proprio oggi ho rinvenuto una citazione da Camilleri, abbastanza pertinente:
Scrivo perché non so fare altro.
Scrivo perché dopo posso dedicare i libri ai miei nipoti.
Scrivo perché così mi ricordo di tutte le persone che ho amato.
Scrivo perché mi piace raccontarmi storie.
Scrivo perché mi piace raccontare storie.
Scrivo perché alla fine posso prendermi la mia birra.
Scrivo per restituire qualcosa di tutto quello che ho letto.”
Andrea Camilleri, Ecco perchè scrivo
L'importante, secondo me, come per tante cose della vita, é non prendersi troppo sul serio!