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mercoledì 31 ottobre 2012

Se le cartoline d'antan sono di Bordighera

Si nota bene Villa Garnier in questa datata cartolina delle regioni di levante di Bordighera, speditami, al pari delle altre che seguono, poco fa' dall'amico Giulio Rigotti.










Da più di cinquant'anni in quella zona, prospiciente Arziglia, spicca il porto turistico.
Il Paese Alto, centro storico di Bordighera.










Piccolo spostamento a ponente.

Sottolineo a questo punto le motivazioni che stanno sotto a questa mia premura di pubblicare una parziale selezione delle immagini di Giulio. La prima sta nel fatto che gli ho annullato, causa miei vari impegni, diverse volte la presa in consegna del materiale, che dovevo essere, invece, io a passare allo scanner. L'altra riposa sulla soddisfazione di notare la diffusa passione per scatti che ripercorrono in qualche modo la storia dei nostri luoghi.

Questa é un'inquadratura spostata ancora più verso la Francia, che si scorge sullo sfondo, dopo gli abitati di Vallecrosia, Camporosso (Mare), Ventimiglia.









Anche qui, un minimo di comparazione tra passato e presente.

E della città di confine, alla luce di quanto affermato sopra, mi viene naturale, allora, fare vedere il tripudio, ancorché in bianco e nero, dei fiori del mercato coperto di tanti anni fa'.












lunedì 29 ottobre 2012

Carte geografiche antiquarie




Le immagini, che precedono afferiscono un'opera del 1572, "L'isole più famose del mondo" (uscita a Venezia in tre volumi di 47 carte incise su rame da Gerolamo Porro, ampliato e riedito dopo quattro anni e ristampato più volte entro il 1686), di Tommaso Porcacchi, autore molto poliedrico (contribuì, tra l'altro, a editare gli ultimi cinque canti del "Furioso"): fanno parte - devo aggiungere - di una vera rarità bibliografica.

In questo caso credo sia da sottolineare l'attenzione posta anche in Italia alla geografia di luoghi lontani e esotici, non molto dopo l'avvio delle conquiste coloniali e dei viaggi di esplorazione europei.

Il Dominio di Terraferma della Repubblica di Genova e la città vista dal mare: lavoro di Johan Baptist Hormann (1664-1724).

Ho desunto informazioni e icone una volta di più da Cultura-Barocca.

Nell'occasione, volgo un riconoscente pensiero a quanti conservano, pur fra tanta incuria pubblica verso la cultura, libri e documenti preziosi, a quanti li consultano e studiano in ambienti in genere come minimo polverosi anche a fini divulgativi e non solo accademici, a quanti, soprattutto, digitalizzano, sempre in simile contesto, immagini, ritengo importanti perché antiquarie, come quelle che qui pubblico.



giovedì 25 ottobre 2012

Königssee, e non solo, in cartoline d'epoca

Romanshorn, in Svizzera Orientale, Cantone di Turgovia, sul lago di Costanza. Questa volta una data, su una mia cartolina d'epoca, c'é, inequivocabile: 1905. 
Credo confermi il periodo approssimativo con cui ho  contrassegnato quelle da me sinora pubblicate.




Königssee, scritto da noi anche Konigsee. Non ho capito bene se per tale si intenda "lago del re" o "re dei laghi". Ma questo é un mio limite personale. Il nome, in ogni caso, non dovrebbe avere a che vedere con la monarchia, quanto con i Kuno, antichi nobili della zona.






Situato ai piedi delle Alpi di Berchtesgaden nel comune di Schönau am Königssee, a sud di Berchtesgaden e della città di Salisburgo, il Königssee è il terzo lago più profondo della Germania. Baviera, insomma, in un angolo che si incunea nell'Austria.






Già,  Berchtesgaden, dove c'era il cosiddetto nido d'aquila di Hitler.
Non basta, purtroppo.  Anche in luoghi così incantevoli i nazisti fecero sfoggio della loro ferocia criminale. 
Ad esempio, nel 1944 un sottocampo del campo di concentramento di Dachau si trovava nelle vicinanze. E Heinrich Himmler aveva a Schönau una residenza costruita  per la sua amante Edvige Potthast.

Tornando al tema strettamente geografico, ecco - alla luce del precededente riferimento - una Salisburgo d'antan, ritratta in bianco e nero.








Mi sono, infine, detto che, a concludere questo piccolo tour, non stonava uno scatto antiquario di Vienna.













sabato 20 ottobre 2012

Quando io e Diego a Roma...

Rivedere, come mi capita in questi giorni, Diego e parlare di Roma é tutt'uno. Anche se poi la memoria difetta a entrambi, per cui, ad esempio, ricordiamo perfettamente di avere assistito circa vent'anni fa in un'afosa notte estiva all'aperto di un bar di Trastevere ad un colorito dialogo, quasi degno di Petrolini, tra tre simpatici emuli di Petrolini (o di Gigi Proietti: fate voi!), ma non sappiamo oggi riportarne nemmeno mezza battuta. Ne avevo pure già fatto piccolo riferimento in un commento ad un vivace post di Aldo @il monticiano.
E in affiatata e consapevole compagnia si apprezzano meglio le situazioni brillanti.

A Trastevere abitavano anche le gentili persone che, casualmente incontrate ad un convegno, ci invitarono ad una simpatica cena all'aperto dalle parti del Gianicolo, cui feci già cenno altra volta.










Ed allora l'altro giorno sono stato io a sottolineare meglio a Diego che in quelle occasioni avevamo avuto la ventura di parlare, con chi li aveva conosciuti o frequentati o ne era stretto parente, di due figure di grande statura civile. Angelo Oliva, che potrei definire di Vallecrosia e su cui ho già riportato sul blog parole di Giorgio Napolitano, più chiare di mille discorsi. Girolamo Li Causi, strenuo avversario di Cosa Nostra, che era solito passare le vacanze estive dalle mie parti, a Perinaldo e di cui mi spiace adesso non avere chiesto più notizie a suo tempo ai vecchi compagni del paese. Ma questo apre un capitolo a parte, che non so se sono capace e degno di affrontare.

Vorrei giungere ora ad aspetti più frivoli. Già sto pubblicando alquanto a casaccio fotografie di Roma, sia di famiglia che di amici. Quindi, non strettamente legate ai luoghi più precisi di cui ho parlato.
L'ultima, però, mi riporta sempre approssimativamente ad un'altra presenza comune con Diego nella Città Eterna. In quel caso era stato per una manifestazione, di cui avevamo anche qualche immagine di gruppo che - tanto per cambiare! - non sono riuscito a rintracciare. C'era anche Alfredo Moreschi, il cui solo pensiero mi indurrebbe ad aprire altre parentesi e, magari, in tema di cortei riprendere a parlare di Milano. Il fatto é che, tornando a quella giornata di ottobre del 1991 - credo! - da cui sono partito, siccome la nostra comitiva andò a mangiare in un posto più o meno a sinistra nell'ultimo scatto, qualche mio fugace commento sui monumenti mi fece guadagnare dal salace, appunto, Alfredo, per la prima volta - come negli anni successivi da parte di altri colleghi, ma, ahimé per loro, in tono serio e convinto! - l'epiteto di... esperto di storia e di arte romane. Ma, forse, se ci ripenso, anche Alfredo non scherzava. Con grande soddisfazione, comunque, di Diego, sempre sensibile alle botte di vita. Perché Diego, di cui mi riprometto di dire di più e di citare, soprattutto se pesco fotografie adeguate, altre similari esperienze condotte insieme, a margine di impegni ufficiali, anche in Costa Azzurra, é la simpatia fatta persona. E, dato che lui é fatto così, proprio con lui ho vissuto significativi momenti, che adesso ci siamo ripromessi non tanto di rinverdire, ma di rinnovare! Anche dispensatore di saggi consigli, che, peraltro, non sempre ho seguito. Gli devo, poi, perché, quando eravamo così presi dalle cose ufficiali, non é che avevamo agio di discettare proprio di tutto, come gli ho preannunciato, riferire con comodo altre cose - parte delle mie solite storie, insomma! - del presente stampo e, se possibile, presentargli altre persone, con le quali suonare sulle stesse corde del calore umano e di una certa nostra storia progressista. C'era un altro caro amico - come Diego, del Dianese: finalmente l'ho specificato! -, frequentato in provincia, meno propenso alle trasferte: per cui, ancora,  "Diego, vorrei che tu, Pierluigi, ed io..."

sabato 13 ottobre 2012

Milano, dicevo

Tra una cosa e l'altra, anche qualche inciampo... tecnico, negli ultimi giorni mi sono un po' perso, per cui quella, che in un primo tempo mi sembrava un'idea peregrina, a conti fatti potrebbe rappresentare la ripresa scherzosa di un discorso rimasto interrotto. Di nuovo qualcosa su Milano, allora. Iniziando da uno scorcio di Santa Maria delle Grazie, molto appagante dal punto di vista personale.








Brera.


















Al piano terra di Brera (riprendo un aspetto curioso cui ho accennato qui l'ultima volta) in un'aula-sala espositiva, invece, le fotografie le lasciano fare, anche in presenza di addetti presi dalla loro professione.

















In quel locale ci sono inoltre calchi di antiche opere greche, il che mi darebbe lo spunto - che vorrei tuttavia riprendere in altra occasione, per non ripetere troppo spesso esempi mirati sul capoluogo lombardo o sulla mia zona di residenza - per sviluppare un tema che mi é caro: quello di limitarmi a suggerire chiavi di ricerca e approfondimento che il lettore può effettuare in piena autonomia.












Ad esempio, memore di essere rimasto colpito dalla statua di questa immagine in un libro, dedicato al terribile condottiero in parola, solo intravvisto da bambino, ma che già allora avrei voluto leggere, sulle prime avrei detto, come spesso mi pare di avere letto, trattarsi del Napoleone del Canova. Invece, secondo Wikipedia é una copia da originale in marmo, scolpita dal grande e noto artista nel 1806, copia del 1811 in bronzo di tali fratelli Righetti.











domenica 7 ottobre 2012

Quasi una pausa

Salisburgo.
Succede che in casa l'archivio di cartoline d'epoca, di cui ho già parlato qui, vada a riservare altre sorprese.
La Chiesa di San Sepolcro a Milano

Quelle che segue é una discreta divagazione. 
Mi sono imbattuto per caso, come d'abitudine, dato che non sono uno spettatore assiduo, nelle prime immagini de "Il commissario Nardone" televisivo. Colpito dall'iniziale riferimento alla fine della seconda guerra mondiale, ci ho messo un po' a capire che si parlava di un poliziotto famoso in tutta Italia quando ero bambino. Solo che, del tutto banalmente, ho subito ripensato al luogo di culto di questa fotografia. San Sepolcro evoca in modo lugubre gli esordi del movimento fascista. Di fronte esiste un palazzo medievale, oltrettutto deturpato nel triste ventennio per fare spazio ad una struttura del fascio. Oggi ospita un commissariato di polizia, dal che deriva che é proibito ad un privato cittadino inquadrare con uno scatto quel monumento!

Il Velodromo Vigorelli a Milano

Un episodio dello sceneggiato in questione me lo ha fatto tornare in mente. E' ora che torni a Nardone. Quello di fantasia. E quello vero. Del primo aggiungo che, preso dalla curiosità, ne ho seguito sinora tutte le vicende: la storia si conclude a giorni, per cui, facendone cenno adesso, non ho proprio reso pubblicità. Del commissario, che riempiva sul serio le cronache dei giornali in quegli anni come si é sottolineato nel telefilm, mi é rimasto nitido il ricordo dell'arresto della cosiddetta Banda di Via Osoppo, da lui organizzato. Non vado a ripercorrere l'atmosfera di quei tempi, che, pur ancora scolaro, per vari motivi, non ultime le mie allora non rare - come ho già narrato - presenze a Milano, meriterebbe, invero, ulteriori approfondimenti. Metto in evidenza che, con l'occasione di questa serie televisiva, qualcosa in più sul Web su Nardone é stato scritto. Mi ha, allora, un po' consolato il fatto che qualcuno asserisca che il commissario, pur arrestandoli, fosse per lo meno dubbioso della colpevolezza di Fenaroli e Ghiani, rispettivamente mandante ed esecutore, per la magistratura, dell'omicidio della moglie del primo, all'epoca clamoroso, ma da più parti oggi ascritto ai soliti servizi segreti deviati. Non credo proprio  che lo sceneggiato arriverà ad aggredire questo nodo...

lunedì 1 ottobre 2012

Sciaffusa in cartoline d'epoca


Sul Web ho cercato la conferma che Rheinfall o Cascate del Reno siano quelle come da tradizione definite di Sciaffusa (o Scaffhausen), Svizzera, alla quale sono vicine. Ma più precisamente situate a Neuhausen am Rheinfall. Ben note già agli antichi Romani. Rinvenendo questa ed altre relative cartoline d'epoca, qualche dubbio il nome Rheinfall me lo aveva creato.


 
Mi pare che al romanticismo della natura il colore di queste vecchie cartoline aggiunga ancora qualcosa.







Sciaffusa, invece, é questa.

mercoledì 26 settembre 2012

Il primo "Atlante della Russia", 1745


Il primo "Atlante della Russia" fu pubblicato nel 1745 dalla Accademia delle Scienze di Pietroburgo. Vennero utilizzati allo scopo molti lavori del cartografo Ivan K. Kirilov.  Controverso, invece, il ruolo, dell'astronomo francese Joseph Nicolas de L'Isle, incoraggiato a diventare astronomo da Gian Domenico Cassini, del quale ultimo si commemorano in questi giorni i trecento anni della morte. Di De L'Isle, dicevo: per alcuni storici é dubbio che abbia collaborato alla stesura di questo Atlante, mentre sembra assodato che venne chiamato a dirigere una scuola di astronomia, annessa alla mentovata Accademia. In ogni caso, qui, David Rumsey Map Collection, dove ho tratto le immagini di questo post, sussistono altre informazioni.


Una parte del corso del Volga, 1745.
Tralascio un minimo di approfondimento sull'Atlante in questione, perché una volta di più mi trovo affascinato da antiche mappe.


La zona del Caspio nel 1728. Ecco, sottolineo solo questo aspetto, cioé, quello di carte stese negli anni per confluire infine nell'opera in parola.


Siberia, 1745. Sullo studio della geografia di questa enorme regione ci sono storie affascinanti, anche successive a questo periodo. Continua, però, a prevalere in me, ora, il lato della mera ammirazione estetica.


San Pietroburgo, 1737.


San Pietroburgo, 1741.


Mosca, 1739.



Una legenda di questo Atlante.



domenica 23 settembre 2012

Scorci di Mediterraneo in cartoline d'epoca


Il porto di Malta in una cartolina di oltre un secolo fa' (in mio possesso, come quelle che seguono). I marinai delle navi militari italiane che colà si consegnarono agli alleati dopo l'8 settembre 1943 avranno visto i segni della guerra, invece. C'erano, tra gli altri, mio padre, mio zio, diverse persone che ho conosciuto.




Sfax in Tunisia. Tristemente nota oggi per tante tragedie dell'emigrazione. Più di cento anni fa' erano gli italiani a emigrare colà. I governi della Destra storica erano arrivati ad un pelo dal fare la guerra alla Francia per impiantare una colonia in Tunisia. 

Se non ricordo male, qualche anno addietro avvenne un tentativo di collaborazione economica tra la zona di Sfax e la provincia di Imperia, se non la Liguria. Non so che fine abbia fatto.

 Tunisi.












 Biserta, a nord-ovest di Tunisi.


 


 St. Raphael, Costa Azzurra.


Quel padiglione sul mare a Nizza non c'é più da lungo tempo, ma in tanti affermano di avere visto immagini simili a questa. Io stesso ne avevo già una, reperita dall'Archivio Moreschi di Sanremo.






Non so se l'avvenimento in questione, ormai tramontato, si svolgeva anche sulla Promenade, vale a dire sulla passeggiata a mare, ma la Battaglia dei Fiori di Nizza, credo ormai dimenticata, differente per la tipologia dei carri, me la vedo co-ispiratrice di quella successiva di Ventimiglia.





Il Principato di Monaco: sullo sfondo, dopo Cap Martin, la parte più occidentale della Riviera dei Fiori.

Per terminare un parziale giro fotografico di questa parte di Mediterraneo.








venerdì 21 settembre 2012

Carte geografiche italiane a cavallo del 1800



Ho rinvenuto questa carta del Regno di Sardegna del 1794, oggi dell'Istituto Geografico Militare, mentre facevo un'esplorazione su Internet, dovuta al fatto che, riguardando stampe di inizio 1800, presenti su questo sito nizzardo cui ho già attinto altre volte, ho notato meglio che talora vengono indicate opere o di geografi italiani o riguardanti altre parti del nostro paese, come la "Coreografia d'Italia" di Attilio Zuccagni-Orlandini. Difficile, tuttavia, trovare sul Web altre icone così pregevoli. Probabile che chi le colleziona se le tenga ben strette anche nella forma digitale.


Questa una mappa dal lavoro di Attilio Zuccagni-Orlandini.



Per associazione di idee mi é tornata in mente l'imponente opera di storia e di geografia del Conte Alberto La Marmora, uno dei quattro fratelli generali, realizzata quando era stato mandato in punizione in Sardegna. Qui sopra, ripresa da qui, una carta da lui realizzata.

In effetti, nella prima metà del 1800 in Italia non si pubblicavano solo libri su lontane nazioni, come ho già più volte accennato, ad esempio qui. Argomenti che ho ripreso da Cultura Barocca. Alla quale potrei sempre tornare per ulteriori spunti su come veniva studiata e presentata la geografia italiana in quel periodo: a questo link un piccolo saggio.