Genova: uno scorcio della Loggia di Piazza Banchi |
In effetti, decenni addietro la zona, compreso l'adiacente - a monte - Palazzo Senarega, era molto fatiscente: si cominciò con una invero bella ristrutturazione di quest'ultimo ed ora in qualche modo si prosegue.
Si deve solo confidare che i visitatori non rimangano troppo distratti da quanto presentano, ad esempio, in termini di gastronomia i circostanti vicoli, Sottoripa, Piazza Caricamento, Porto Antico.
Del resto, ci sono diversi modi di amare la storia: dopo tante dimenticanze oggi nella città della Superba si intende forse passare da un'esagerazione all'altra.
Non si legge più nulla, invece, dello Stadio Carlini, sede storica di svariate displine, situato a levante del centro storico, coinvolto una dozzina d'anni fa in un disegno di forte cambiamento. Negli anni Sessanta poteva capitare che i giovani atleti partecipanti alle gare regionali di atletica leggera della categoria allievi prima di avviarsi dagli spogliatoi ai loro cimenti si avventurassero talora, facendo ticchettare i chiodini delle scarpette di gara, per errore o per fretta, sull'anello di cemento, architettato per essere una pista per il ciclismo, un'attività, quest'ultima, la quale, purtroppo, non dice più nulla al largo pubblico.
In Piazza De Ferrari a Genova si avviò
la ribellione composta e civile, soprattutto di tanti giovani, contro il
congresso del Msi previsto ai primi di luglio del 1960 nella città
simbolo per antonomasia della Resistenza, un moto di protesta dilagato
presto in tutta Italia, da cui derivò la caduta del governo Tambroni,
che quell'assise aveva autorizzato e che sui voti dei neo-fascisti si
reggeva, e da cui risultarono confermati in modo saldo i valori
repubblicani dell'antifascismo: i cortei di Genova furono chiamati "dei
ragazzi dalle magliette a strisce", indumento molto diffuso in quel
frangente perché venduto a prezzo molto economico da un grande
magazzino, e di quel novero fecero parte anche persone del ponente
ligure o che in questo lembo di terra di lì a breve si trasferirono.
Adriano Maini