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sabato 1 marzo 2025

Genova (3)

 

Genova: Teatro Carlo Felice

Dalla Chiesa di Santo Stefano a Genova si può agevolmente scorgere il Ponte Monumentale di Via XX Settembre, sotto il quale il 26 aprile 1945 sfilarono le truppe tedesche che si erano arrese ai partigiani.

A qualche centinaia di metri a ponente c'è Piazza De Ferrari, teatro nel dopoguerra di innumerevoli momenti di mobilitazione popolare, politica e sindacale, tra i quali spiccano le lotte antifasciste e contro il governo Tambroni del luglio 1960 e i funerali imponenti di Guido Rossa.

Nella Piazza da qualche anno c'é anche il Palazzo della Regione, già noto come Palazzo della Navigazione Generale Italiana, mentre in precedenza tale sede risultava ubicata, dove tuttora permangono diversi connessi uffici, leggermente a sud-est a monte di una valletta al centro e da ambo i lati (quartiere Madre di Dio) un tempo fiorente centro storico medievale per il quale, semidistrutto dai bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale, si preferì procedere ad una completa cementificazione. La stessa operazione che la mano pubblica volle perpetrare per Piccapietra, come ricorda una dolente canzone in dialetto.

Sul lato nord di Piazza De Ferrari, invece, il restauro del Teatro Carlo Felice appare filologicamente più corretto.

Del resto, stretta com'è tra mare e monti, la Superba per adeguarsi alla modernità di scotti ne aveva già dovuti pagare molti, a cominciare dal pessimo impatto visivo della sopraelevata, di cui oggi talora si preconizza, in previsione di altre ipotizzate soluzioni, la demolizione.

Adriano Maini

lunedì 2 dicembre 2024

Genova (2)

Genova: uno scorcio della Loggia di Piazza Banchi

Si legge di un progetto di forte valorizzazione culturale della Loggia di Piazza Banchi a Genova, consistente in una sorta di innovativo museo diffuso: passerelle sospese all'interno dell'edificio per consentire la visione dei reperti scavati di recente, proiezione - visibile all'esterno - di stampe d'epoca medievale e rinascimentale sulle vetrate, altri effetti notte.
In effetti, decenni addietro la zona, compreso l'adiacente - a monte - Palazzo Senarega, era molto fatiscente: si cominciò con una invero bella ristrutturazione di quest'ultimo ed ora in qualche modo si prosegue.
Si deve solo confidare che i visitatori non rimangano troppo distratti da quanto presentano, ad esempio,  in termini di gastronomia i circostanti vicoli, Sottoripa, Piazza Caricamento, Porto Antico.
Del resto, ci sono diversi modi di amare la storia: dopo tante dimenticanze oggi nella città della Superba si intende forse passare da un'esagerazione all'altra.

Non si legge più nulla, invece, dello Stadio Carlini, sede storica di svariate displine, situato a levante del centro storico, coinvolto una dozzina d'anni fa in un disegno di forte cambiamento. Negli anni Sessanta poteva capitare che i giovani atleti partecipanti alle gare regionali di atletica leggera della categoria allievi prima di avviarsi dagli spogliatoi ai loro cimenti si avventurassero talora, facendo ticchettare i chiodini delle scarpette di gara, per errore o per fretta, sull'anello di cemento, architettato per essere una pista per il ciclismo, un'attività, quest'ultima, la quale, purtroppo, non dice più nulla al largo pubblico.

In Piazza De Ferrari a Genova si avviò la ribellione composta e civile, soprattutto di tanti giovani, contro il congresso del Msi previsto ai primi di luglio del 1960 nella città simbolo per antonomasia della Resistenza, un moto di protesta dilagato presto in tutta Italia, da cui derivò la caduta del governo Tambroni, che quell'assise aveva autorizzato e che sui voti dei neo-fascisti si reggeva, e da cui risultarono confermati in modo saldo i valori repubblicani dell'antifascismo: i cortei di Genova furono chiamati "dei ragazzi dalle magliette a strisce", indumento molto diffuso in quel frangente perché venduto a prezzo molto economico da un grande magazzino, e di quel novero fecero parte anche persone del ponente ligure o che in questo lembo di terra di lì a breve si trasferirono.

Adriano Maini

sabato 2 ottobre 2010

Costa Azzurra e ... dintorni

Roquebrune - Cap Martin, Cap Martin

Parto dai soliti platani? Ma no, é un argomento serio! I profumi di Grasse? A dire il vero, non riesco a ricordarli: ho più nella memoria, anzi, quasi nel naso, le fragranze delle vecchie distillerie di Bordighera e di Porto Maurizio.

La Turbie
Il cioccolato, allora. Quello nero, fondente, ottimo, dalla marca che non vado a declinare, anche se non c'é più. Si trovava solo nei negozi di là dalla frontiera. Fantastico per fare le castagnole, il dolce tipico di Ventimiglia. Almeno, lo usava la nostra vicina di casa di Nervia e castagnole così buone non ne ho più mangiate. Neanche adesso che la leccornia ha il marchio di origine comunale.Vatti a fidare dell'ufficialità! Certo che, a quei tempi, che tre tavolette o giù di lì facessero già contrabbando! Come le banane. Pure quelle piccole, del Senegal: mai più viste! Certo che riempirci poco alla volta la casa di cioccolato et similia, perché poi lo zio potesse portare il tutto con calma nella visita annuale ai parenti nel contado di Parma!

Beh, le colline da Far-West sopra Cap d'Ail e Monaco, no? Lo zoo di Montecarlo. Mont Agel e Grammondo ed altro, visti dal basso.

Gite scolastiche e non. La Valle Roja nella parte francese. Fuori mano? Va bene, ma ditelo ai francesi, che te la segnalano già da Cannes. La vecchia ferrovia Ventimiglia-Cuneo ancora in disarmo: ponti crollati, binari interrotti, malconcia segnaletica d'anteguerra. La Valle delle Meraviglie per salire a Monte Bego. Il primo laghetto, Pic-nic. Filmino, se c'é ancora. Non pervenuto se riversato in dvd. E, dall'altra parte, verso il mare, l'Acquario di Monaco: sì, però, l'ho guardato bene tanti anni dopo. E Monaco é Costa Azzurra? Sì, mi pare si dica di sì.


Il Trofeo d'Augusto a La Turbie.

Eze Village, il nido d'aquila de la Côte: giusto, ma che era tutto ricostruito l'ho capito già allora, anche se distratto da cose più bizzarre che rinvenivano i compagni più smaliziati, tipo un certo disegnino sullo jus primae noctis esercitato dal castellano.

Nizza - Promenade des Anglais

A Nizza...



Nizza Vecchia...


A Nizza, ancora, il monumento a Garibaldi. In quella piazza soprattutto la farinata. Socca, come la chiamano sul posto.

Nizza: Piazza Garibaldi
I sabati pomeriggio, al netto delle vacanze estive, '67 e '68, in auto con l'amico che metteva Jimi Hendrixx a manetta. Erano già diffusi i mangianastri? Sporadiche aggregazioni altrui. Ma allora la Costa tutta ed anche l'entroterra. Su certe stradine non ci sono più tornato, credo. Non c'era ancora l'autostrada. Bevuti con gli occhi tutti gli scorci panoramici possibili. Fermarsi fuori dalle città, tuttavia. E così, talora, nella zona a cavallo tra mare e Valle Roja. Sospelle. Bella! Come la sottostante parte alta della Val Bevera. Il Festival del Cinema a Cannes, l'anno della contestazione generale. Città vuota, cartelloni sì. Perché mi sovviene quello di "Grazie, zia"? Lisa Gastoni callipigia nature? Altri frammenti, da riservare, se del caso, a discorsi più seri.

Subito dopo, due vendemmie a Les Arcs. Dal treno, l'incanto delle rocce rosse sul mare. Al ... lavoro, in talune pause guidare, autorizzato, per divertimento il trattore solo usando la frizione: danni lievissimi alle vigne! Una domenica (nella banda c'erano una o due auto di ventimigliesi arrivati dopo e ripartiti prima) tutti o quasi a Saint-Tropez. La strada in collina non finiva mai. Vuoi vedere che era la collina dei Mori (Les Maures)? Quella che chiude l'orizzonte, nelle belle giornate, dall'Italia. Digressione. Intestardirsi a capire da vicino, di nuovo tanti anni dopo, dove sia di preciso quella che da lontano sembra una gobba di dromedario. Nella vulgata popolare, del cammello. Andare a Frejus e rompere le scatole al vicino di bordo per tutto il tragitto. Chiedere inutilmente a regatanti nostrani. Fatta l'ipotesi guardando le cartine, vedersela confermare dal velista rinsavito. Se ci pensavo quando viaggiavo di più ... Comunque a Saint-Tropez, facevo già l'impostato. Unica cosa interessante per me, già allora, una piccola torre ante Mille.

Il Carnevale di Nizza? Con quella mia testa di allora! L'ho apprezzato anni dopo in funzione della gioia dei bambini. All'epoca, bella compagnia, quella sì, confusione, e ... ma sì platani, nel ricordo platani. Devono averli tolti. Perché il centro di Nizza me lo sono girato e rigirato nel tempo. Ma lì platani, non più.

Saltare qualche intermezzo. Ancora due gite in pullman. Vence o Saint Paul de Vence? Sono vicine. Museo d'arte moderna. Tabula rasa. E non faccio ricerche su Internet o altrove. Sempre la mia testa nelle nuvole. Però, Grasse, sì. Ma per cosa? Per la fermata a a Nizza. Perché quel mercato dei fiori di "Caccia al ladro" c'era ancora. Dove Cary Grant finisce tra le ceste. E assaporare "54" dei Wu Ming che ricostruiscono quel parziale backstage (o come si dice). Il tutto rielaborato, certo, dopo.

La Turbie - una vista su Mont Agel

Mi fermo appena superati i miei vent'anni? Per forza. Non é il caso di farla tanto lunga. E dopo? Continuerò? Vedremo.

Intanto, metto una foto dalla vendemmia. Anno 1969, mi pare. A Les Arcs-sur-Argens, dipartimento del Var. Ma la definizione completa, comprensiva di "sur-Argens" l'ho trovata su Wikipedia. Nel mio ricordo quel paesone era solo Les Arcs. Come avevo già scritto qualche riga qui sopra.