Pagine

Visualizzazione post con etichetta Nizza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Nizza. Mostra tutti i post

venerdì 27 aprile 2012

Verso Nizza

Villefranche-sur-Mer, di cui qui ho fatto vedere un'antica stampa.
 Anzi, più precisamente, un segmento di Cap-Ferrat, che chiude a levante la baia di Villefranche.

Non che passando in auto sulla Moyenne Corniche si possa notare proprio così bene, ma di sicuro si scorge per intero la punta di Cap-Ferrat. Per chi andava di fretta a Nizza tanti anni fa - capitava spesso anche a me - prima del completamento dell'autostrada quello era il tragitto più abituale. E si cominciava a pensare di essere quasi arrivati.
 Lo stesso discorso vale per il centro abitato di Villefranche-sur-Mer.
La vecchia fortezza fatta erigere dai Duchi di Savoia, che i francesi chiamano Cittadella, occorre proprio avvicinarla. Anche sulla Basse Corniche (o Bord de la Mer), se non ci si ferma e se non si trova un buon - raro! - punto di osservazione, non risulta molto visibile.
Dopo poco si comincia a intravvedere Nizza.
Questa una parte della discesa di quel tragitto verso il capoluogo della Costa Azzurra.
Per noi di questa zona di ex-frontiera questa strada, anche negli altri tratti, é foriera di tanti ricordi, soprattutto curiosi. Ma non é su questo che mi viene ora da soffermarmi.

Gli ultimi due scorci sono stati fotografati sotto l'egida di un cartello che indica Belvedere. Il fatto é che ormai tutto é recintato. Trovare gli angoli visuali migliori comporta fare qualche acrobazia.

Anche in precedenza. Per non parlare poi dell'Italia, per lo meno della costa della provincia di Imperia, dove, tuttavia, viene risparmiata in genere la presa in giro di quell'accattivante promessa.
E gli abitanti di quelle case là sopra potranno pure godersi liberamente una bella vista - quella non concessa in quella zona ai tutisti - di Nizza, ma rumore e gas di scarico delle automobili ce li hanno garantiti ad oltranza!



sabato 3 marzo 2012

Altre tavole del Borgonio nel Theatrum Sabaudiae

Fonte: gravures-nice.org
La Turbie in una tavola del Theatrum Sabaudiae, edito nel 1682. Sorvolo su questa località e sul monumento voluto anche qui da Augusto per celebrare il soggiogamento a Roma dei popoli dell'arco alpino. E sulla nota terzina di Dante "Tra Lerice e Turbia...". Per chi sa guardare, il Trofeo, del resto affacciato sul Mare Tirreno e, oggi, sul Principato di Monaco, é di norma visibile dalla zona costiera e da certe alture dell'ultimo lembo di Ponente Ligure. Dove é nato anche il disegnatore di questa icona, e di quelle che qui seguono, Giovanni Tomaso Borgonio.

Fonte: gravures-nice.org
Villefranche-sur-Mer, la Villafranca del Ducato di Savoia, é, invece, celata alla vista diretta dalla nostra Riviera da Cap Ferrat.

Fonte: gravures-nice.org
Villars-sur-Var, nei dintorni di Nizza, oggi un paesino di 646 abitanti. 

La mia scelta di queste immagini create dal Borgonio non é, per motivi di reperibilità, del tutto casuale. Altre ne avevo già pubblicate in altre occasioni.

Il Borgonio nacque nel 1628 a Perinaldo (IM), borgo natio del grande astronomo Gian Domenico Cassini (1625-1712). Mi piace pensare che si siano conosciuti, ma non ho certo rinvenuto tracce documentali in proposito. 
Il Borgonio dalla carriera militare - del resto il padre fu capitano nel castello di Dolceacqua - passò al servizio diretto del Duca di Savoia Carlo Emanuele II. Calligrafo e miniaturista, nonché "blasonatore", ebbe intensa attività grafica e cartografica: le sue tavole nel Theatrum vanno, credo, a sottolineare tutte queste sue arti. Scrisse e disegnò molto, stese - e dovette fare alla bisogna molti viaggi faticosi - altre carte del Ducato, famose a lungo in tutta Europa. Ebbe molti onori, ma visse e morì in miseria.
E il Theatrum - solo in parte dovuto al Borgonio - é il monumento della complessiva politica celebrativa del Ducato di Savoia in età barocca. Un esemplare fu mandato a tutte le corti europee per coltivare il prestigio di uno stato minuscolo: 140 lastre di rame erano servite - anche se ancora oggi si intuisce qualcosa del vero stato geografico dei luoghi - per trasformare e abbellire siti e insediamenti, anche piccoli centri rurali, resi più grandi che nella realtà.



lunedì 23 gennaio 2012

Antiche viste di Nizza



Queste stampe, che riguardano Nizza, la prima con soggetto il porto, l'altra con una vista dalla collina di Magnan sita ad ovest dell'antico centro, entrambe con disegno di Albanis Beaumont e acquarello di Cornelis Apostool, sono del 1787. Ce ne sono diverse, invero, di altri scorci della zona, dello stesso anno. E successive.


Non so a quale anno risalga questa immagine di Nizza, ammirata per così dire da est, che pubblico per avviarmi a completare un tour virtuale d'epoca di un approssimativo perimetro della città.


Nizza vista da Cimiez (da nord, più o meno) é di Francesco Bensa (1811-1895), nizzardo. E corrisponde ad un olio su tela.

Altri artisti, locali e immigrati, eseguirono nel 1800, già sotto il Regno di Sardegna, significativi dipinti dedicati a Nizza e al territorio della sua vecchia Contea.


Non ho resistito alla tentazione di pubblicare questo acquarello, anche se lo scorcio ritratto é limitato. Si tratta della zona di Rauba-Capeù, dove oggi sorge il grandioso Monumento ai Caduti Francesi della Grande Guerra (e del secondo conflitto mondiale).


E di tornare ad una stampa del 1787. In questo modo termino a nord-est, circa, il preannunciato giro storico di Nizza.


mercoledì 11 gennaio 2012

Ventimiglia in altre antiche stampe


Questo lavoro, oltre che di composizione delicata, credo proprio non sia molto noto: di Albanis Beaumont, viene datato 1795. Come afferma quella scritta, si tratta di Ventimiglia.


Questa immagine, del 1838, é stata curata dal grande Ferdinand Perrot.


Del medesimo artista, sempre del 1838, anche quest'altra, dove si può notare lo Scoglio Alto, in dialetto Scögliu Autu.


Quel fragile agglomerato dalla storia antica - non proprio roccia, insomma - viene visto da un'altra angolazione in quest'opera di Emeric de Tamagnon, che risale al 1850.


Lo si può notare più da vicino in questo vecchio scatto. Lo Scoglio Alto, riprodotto in molte fotografie, anche ingrandite ed esposte in pubblici esercizi, é ancora molto caro al cuore della gente della città di confine, perché se ne tramanda anche a voce la memoria: si adagiò nel mare il 17 febbraio 1917.

Merita, invero, qualche cenno in più, che forse posso fare in altra occasione.

Torno, invece, rapidamente alla bellezza, e alla rarità - reputo di dover aggiungere -, delle stampe, che ho rinvenuto su gravures-nice.org, un sito, come ben si capirà dal nome, con sede nella vicina, francese Nizza. E questo porta al discorso - da me già altra volta accennato - che nel capoluogo del dipartimento transalpino delle Alpi Marittime sono conservate altre splendide icone di quella zona, specie quadri, realizzate ancora all'epoca del Regno di Sardegna: non stonerà, allora, una prossima, dato che molto é fruibile sul Web, visita virtuale a magnifici scorci oggi scomparsi!


giovedì 6 ottobre 2011

Caterina Segurana


Mi sono imbattuto in Caterina Segurana, eroina della resistenza di Nizza all'assedio del 1543, commissionato da Francesco I° Re di Francia, ma attuato dai Turchi guidati dal Barbarossa, anni fa nell'Enciclopedia Britannica, ancor prima di trovarne tracce nel capoluogo delle Alpi Marittime francesi.

  

Qui sopra, ripresa da Cultura-Barocca, la spedizione di quel famoso pirata, come da immagine conservata nell'Archivio Municipale di Nizza.


Da Wikipedia mutuo una fotografia che presenta un'altra icona della combattiva popolana, di cui talora si sostiene anche la genesi leggendaria. Invero, nei documenti di encomio rilasciati dal Savoia subito dopo la liberazione di Nizza non si fa menzione di Caterina. Il primo a parlarne é il sindaco Pastorelli agli inizi del secolo successivo.


Ad ogni modo, qui sopra si può notare quanto rimane oggi del Bastione Sincaire, teatro del mitico episodio.


La fotografia dell'antica mappa, sempre ripresa da Wikipedia, indica con quella freccia rossa l'ubicazione del Bastione.


Ancora da Wikipedia uno scatto riguardante una palla di cannone sparata dai pirati durante quell'assedio e conservata in un angolo della città vecchia.

Sono diverse le versioni, quasi tutte pittoresche, di come la Segurana, talora in nizzardo chiamata anche Maufaccia, il che non é proprio un complimento, desse ai difensori il segnale della riscossa. Qualsiasi fosse l'oggetto contundente (lascio indeterminato il battoir in cui mi sono imbattutto) con cui iniziò la pugna, si tramanda che stese con armi raccolte sul campo di battaglia diversi nemici già penetrati nella mura della Cittadella. E che dileggiasse i turchi ormai in fuga, mostrando loro "una parte carnosa della sua anatomia".

In diversi, a partire dal Seicento, con una particolare insistenza in epoca napoleonica e dopo il 1860, con Nizza francese, insomma, parlarono di Caterina. Anche in versi. E la città oggi la ricorda in diversi luoghi. Wikipedia aggiunge che ella é "l'espressione di un forte sentimento patriottico ed identitario".




venerdì 16 settembre 2011

Litografie delle Due Riviere


Quando cercavo notizie su Fra Marco da Nizza, mi sono imbattuto in un sito che presenta molte riproduzioni di antiche vedute delle Due Riviere.


La prima opera raffigura Mentone e, come per le altre che seguono, ne tento un confronto con lo stato attuale dei luoghi. Disegno di Félix Benoist, litografia di Eugène Cicéri. Del 1864.



La foce del Roia a Ventimiglia. Disegno e litografia di Ferdinand Perrot, dal titolo "Porto di Ventimiglia". Del 1838.




Il porto di Nizza. Disegno di Vicomte de Sennones, litografia di François-Joseph Dupressoir.


A Nizza nel 1845 quella piazza c'era già, ma - va da sè - non poteva ancora essere intitolata a Garibaldi. Disegno di Jean-Antoine Lucas, litografia di Suchet.



Roquebrune (Roquebrune Cap-Martin). Non ci sono altri dati.


 Breil sur Roya. Disegno di Félix Benoist, litografia di Eugène Cicéri. Del 1864.



venerdì 26 agosto 2011

Girovagando per Nizza


Ieri sono stato a Nizza, ma non ero del tutto convinto di volerci arrivare. Cercavo, invece, tra Grand e Moyenne Corniche di raffigurarmi com'erano le scorciatoie per arrivare al capoluogo delle Alpi Marittime francesi quando non c'era ancora un compiuto tragitto autostradale. E di vedere Eze, eventualmente. Per poi fare ritorno "par la bord de la mer" per rinvenire posti topici di tante storie curiose, come molte negli anni mi sono capitate in Costa Azzurra. Ma a fare inizio, intanto, da lì. Di raffigurare il paesaggio, data la grande foschia, neanche a parlarne: oltrettutto non sono granché come fotografo.


A La Turbie, dove già ero arrivato per le vie più lunghe, mi é sembrato di rivivere, come se fossero appena accaduti, gustosi aneddoti di gioventù. Dopo quell'incrocio, nella mia memoria teatro nel passato di gravi incidenti, il mio girovagare a casaccio ha accentuato le sue connotazioni. Non mi ricordavo che quel tratto di Moyenne, che prosegue in salita a destra, rimaneggiato più volte nel tempo sbancando le rocce, oggi ha più in su un raccordo verso l'autostrada, sulla quale, non avendo fatto caso alla segnaletica che ha colori inversi a quelli italiani, passato per un tunnel, sono involontariamente transitato: a quel punto a Nizza mi ci sono ritrovato, optando, tirando idealmente a sorte, per la prima uscita.


Pensavo a quel punto di salire a Cimiez. Distratto dalla possibilità di vedere una chiesa che non conoscevo, ma sbagliando strada, anche perché indicazioni non ce ne sono, ho iniziato a fare una serie di giri apparentemente a vuoto. Sorvolo sul fatto di essere andato a La Trinité - altre vecchie storie - senza fermarmi, perché a quel momento inseguivo un'abbazia, alla quale, logicamente fatte le premesse da cui sono partito, non sono arrivato. Ho fatto un giro per colline, su cui non ero mai stato ma simili a tante altre da quelle parti, specie a quelle dove conobbi tanti italiani emigrati. Di sicuro ho trovato punti panoramici notevoli: la visibilità, come preannunciato, era tuttavia quella che era. Da tornarci, certo, per vedere Nizza come su certe antiche carte!

 
 

Preso, da Piazza Garibaldi, per Nizza Vecchia, mi sono, rispetto ai propositi del momento, distratto una volta di più, ritrovandomi a risalire per il Castello, di cui non é rimasto praticamente niente, come cercherò di documentare altra volta. Così come mi sono ripromesso di rivisitarlo al più presto, per scoprire se mi funzionerà meglio il gioco della memoria, poiché ieri ad esempio non ho ritrovato l'esatta ubicazione di certe grandi feste popolari, quelle dove tra l'altro, imparai ad apprezzare il cous cous.


Potevo, infine, nell'anno del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia fare mancare un saluto ideale da Garibaldi?