Pagine

Visualizzazione post con etichetta fotografie. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta fotografie. Mostra tutti i post

lunedì 10 dicembre 2012

Tornando a parlare di Bordighera






















Per chi non é di Bordighera il nome di questa strada della città delle palme, comunque Via Vittorio Veneto, non ha di certo importanza. 
Solo che, questa immagine datata, donatami, al pari di quella analoga che segue, dall'amico Giulio Rigotti, mi consente di effettuare qualche cenno e qualche considerazione del tutto personali.

In questa fotografia d'antan si possono notare già in secondo piano la Chiesa Anglicana, oggi Centro Polivalente, e più ancora in fondo la torretta di Villa Etelinda, immortalata a suo tempo da Claude Monet. Una parte dei grandi alberghi della Via Romana, oggi tutti residences, che connotarono l'epoca d'oro del turismo di elite di Bordighera, non hanno, credo, necessità di specifiche indicazioni.























Questo scatto della scorsa estate, che riguarda in modo molto approssimativo la stessa strada, mi fornisce il destro per una piccola nota: in molti casi sarebbe opportuno, per fare comparazioni adeguate, salire su qualche edificio, cosa che, nonostante le mie conoscenze, non mi pare ancora il caso di fare.























Via V. Veneto ripresa a suo tempo dall'angolazione opposta. Nell'angolo a sinistra in alto, il campanile e la Chiesa di Terrasanta, progettata e finanziata da Charles Garnier, che non fece in tempo a vedere finita questa sua opera, dovuta al suo grande e testimoniato amore per Bordighera. Trascurando altri particolari, indico inoltre al centro gli storici campi da tennis e sulla destra, circondata da alberi, ancora la Chiesa Anglicana.























Questa fotografia, che confronta in maniera molto parziale lo stato attuale con quella precedente d'epoca, la metto quasi per provocazione, a significare che, per fare una sovrapposizione accurata, sarebbe necessario entrare nella stessa struttura - già Hotel progettato da Charles Garnier - da cui venne scattata quella in bianco e nero. Ho cercato l'inquadratura ottimale, girando in collina, ma non ci sono riuscito.
Intanto a sinistra si può notare, di colore bianco, il teatro, "Victoria Hall" - la cui destinazione d'uso, va da sé, è stata cambiata da tempo -, fatto costruire, al pari di altri significativi edifici, da ricchi turisti inglesi d'epoca.

In fondo a questa strada a sinistra sussiste - anche in questo caso non più tale - il primo albergo che a fine XIX secolo accolse i primi sudditi della Regina Vittoria, attirati in Riviera dalle romantiche vicende de "Il dottor Antonio" di Giovanni Ruffini.


domenica 23 settembre 2012

Scorci di Mediterraneo in cartoline d'epoca


Il porto di Malta in una cartolina di oltre un secolo fa' (in mio possesso, come quelle che seguono). I marinai delle navi militari italiane che colà si consegnarono agli alleati dopo l'8 settembre 1943 avranno visto i segni della guerra, invece. C'erano, tra gli altri, mio padre, mio zio, diverse persone che ho conosciuto.




Sfax in Tunisia. Tristemente nota oggi per tante tragedie dell'emigrazione. Più di cento anni fa' erano gli italiani a emigrare colà. I governi della Destra storica erano arrivati ad un pelo dal fare la guerra alla Francia per impiantare una colonia in Tunisia. 

Se non ricordo male, qualche anno addietro avvenne un tentativo di collaborazione economica tra la zona di Sfax e la provincia di Imperia, se non la Liguria. Non so che fine abbia fatto.

 Tunisi.












 Biserta, a nord-ovest di Tunisi.


 


 St. Raphael, Costa Azzurra.


Quel padiglione sul mare a Nizza non c'é più da lungo tempo, ma in tanti affermano di avere visto immagini simili a questa. Io stesso ne avevo già una, reperita dall'Archivio Moreschi di Sanremo.






Non so se l'avvenimento in questione, ormai tramontato, si svolgeva anche sulla Promenade, vale a dire sulla passeggiata a mare, ma la Battaglia dei Fiori di Nizza, credo ormai dimenticata, differente per la tipologia dei carri, me la vedo co-ispiratrice di quella successiva di Ventimiglia.





Il Principato di Monaco: sullo sfondo, dopo Cap Martin, la parte più occidentale della Riviera dei Fiori.

Per terminare un parziale giro fotografico di questa parte di Mediterraneo.








venerdì 31 agosto 2012

Collasgarba, ancora!


Non ho proprio resistito alla tentazione di pubblicare un'altra fotografia d'antan. Questa proviene, una volta di più, dal munito archivio di Andrea Niloni di Ventimiglia. Raffigura, con epicentro il cavalcavia sulla ferrovia all'epoca appena costruito, la zona di Nervia della città di confine a inizio anni '50. Ripresa da una delle prime curve della strada, che era ancora sterrata, della collina di Collasgarba, segnata dall'ultima guerra.


Tra le immagini da me scattate di recente, l'unica che ho trovato circa lo stato attuale del cavalcavia é questa che precede.


Quella collina, intanto, inquadrata qui sopra parzialmente dal basso, mostra - in modo lacunoso - quanti recenti insediamenti vi si siano realizzati: a lungo l'unica costruzione - fatti salvi i ruderi più in basso della casa del direttore della vecchia tenuta agricola, sede di gioco di tanti adolescenti, altresì affascinati dai frutti dell'adiacente carrubo, qualche altro sparso più in cima, nascosto tra gli alberi e gli edifici nella parte di raccordo con il cavalcavia - rimase la villa padronale, oggi ristrutturata, visibile sotto il pino in alto a destra.


E così, per un raffronto tra il passato e il presente della località, devo procedere con vedute parziali e non precisamente sovrapposte, non avendo previsto che prima o poi mi sarei imbattuto nell'angolatura da cui sono partito.


Eccone un'altra, sempre da metà Collasgarba.

Invero, mi stavo preparando a scrivere qualcos'altro, ma ero incerto tra qualche accenno di storia o, come altri blogger, all'estate che sta finendo, avendo oltrettutto di riserva qualche fotografia specifica, comprese alcune proprio delle spiagge o degli scavi romani di Nervia.

Il fatto é che mi succedono strane coincidenze. Non solo rinvenire per Collasgarba e Nervia una congrua immagine (di scorci molto limitati ne ho anch'io) datata. Siccome cito spesso altrove sul Web il nome di quella modesta altura, così ricca di storia, anche recente, e non solo di ricordi familiari o personali, mi capita di essere talora interpellato in proposito di persona. Fornisco chiarimenti. Mi vengono raccontati episodi. Infine, rimedio l'invito a tornare lassù da chi ci é andato ad abitare solo da pochi anni, ma ha già ritrovato altre cose d'epoca...



domenica 26 agosto 2012

Discorrendo di fotografie d'antan


So bene che la prima fotografia che qui pubblico lascia alquanto - ad usare un eufemismo! - a desiderare sotto il profilo del politicamente (o civilmente) corretto, ma, a prescindere dal fatto che nel corso della storia quello della caccia fu un diritto - certo, ormai datato - duramente conquistato dalle masse popolari, mi serve per l'esordio di un racconto di fatti curiosi, legati a immagini d'antan, dalle quali, in un modo o nell'altro, non riesco proprio a staccarmi. Per inciso, lo scatto si riferisce alla Sezione Cacciatori di Ventimiglia, ripresa a maggio 1933 in frazione Varase. Nel gruppo, c'é anche il padre del conoscente, che ieri mi ha gentilmente prestato questo ed altri cartoncini di carattere venatorio, forse per interrompere la petulanza delle mie domande, tese in tutt'altra direzione di recupero della sua memoria.


Passo ad una fotografia - di famiglia - relativa alla Nizza-Genova di ciclismo del 2 marzo 1958 - inquadratura del cavalcavia in zona Nervia di Ventimiglia -, per proseguire in queste note.
Sempre ieri, avendo incontrato Gianfranco, mi é venuto in mente di passare con lui per un semplice parere tecnico dall'amico fotografo, titolare dello storico studio della città di confine.
Con mio stupore, mi esibisce l'originale di una fotografia degli anni '30 del secolo scorso, da me già pubblicata su questo blog, a lui prestata nel frattempo da mio padre, che vi é ritratto a margine di una cerimonia dell'epoca, svoltasi nella frazione Buggio di Pigna (IM). Si da il caso che in archivio, pur essendo stata fatta a suo tempo dal nonno, quell'atelier non ce l'avesse. Ma il vero rammarico di quel fotografo é stato quello di non poterla mettere nell'appena conclusa Mostra sull'89° Reggimento Fanteria, di cui qui io qualcosa ho pur detto. In questo caso la dimenticanza - mi dico oggi - é stata mia.
Siccome un discorso tira l'altro, di scatti d'epoca se ne é parlato a lungo a quel punto. All'amico fotografo ho già mandato, tra le altre, quelle fotografie della mia premessa: guardandole bene, mi sono accorto che anche queste erano uscite da quello studio.


Aggiungo ancora un'immagine d'epoca, scelta anche in ragione di temi da me già sfiorati, sempre per non riprodurre fotografie o cartoline già mostrate, perché di queste ieri soprattutto si é parlato. Ma, a stringere, un punto dolente é emerso quando siamo usciti dall'atelier, perché Gianfranco mi ha spiegato meglio il fatto di quante fotografie abbia "perso", di quelle che lo ritraevano con cantanti che si erano esibiti in anni neanche troppo lontani qui in Riviera. Forse qualcuno in zona ha dei duplicati...
Ma se penso che solo l'annuncio di una mia immagine con Claudio Villa ha destato un minimo di attenzione qui sul blog, cosa si dovrebbe dire se si ritrovassero fotografie di Gianfranco in conversazione con Luigi Tenco, scattate il pomeriggio della morte di quel cantante?

martedì 10 luglio 2012

Una ricerca scolastica del 1927 sui funerali della Regina Margherita

 
Sorvolo qualsivoglia considerazione di ordine storico sulla figura, tutt'altro che un modello per spiriti progressisti, di Margherita di Savoia, morta a Bordighera (IM) nel gennaio del 1926, proprio perché - mi pare - è sufficiente sottolineare che la gentildonna in questione aveva ricevuto proprio nella sua villa di Bordighera, alla vigilia della cosiddetta Marcia su Roma, più precisamente il 18 ottobre 1922, alcuni dei quadrumviri (Balbo, De Bono e De Vecchi) dell'insorgente fascismo.



Ma ad una composizione scolastica, realizzata nella città in cui morì e dedicata ai complessi funerali di Stato di colei che fu la prima regina d'Italia, dedico volentieri alcune parole.


 
Non solo perché fu realizzata all'epoca dal padre dell'amico Giulio Rigotti, che mi ha concesso in visione quel vecchio quaderno, interamente destinato al tema.


Come si dovrebbe vedere qui sopra, una ricerca completata o presentata il 28 novembre 1927.



Ma perché, credo, sia fatto raro la conservazione in famiglia di un documento scolastico così datato.



Ed anche perché, nonostante i limiti di questa digitalizzazione, aspetto su cui poi torno, da quelle pagine pure emergono tratti storici di costume e di ambientazione, specie locali.

Come si sarà ben notato, ho proceduto a diverse forme di riproduzione, ritagliando talora dalla scannerizzazione del singolo foglio una semplice immagine con relativa didascalia.



La fragilità di quel quaderno mi ha consigliato, nonostante il parere contrario di Giulio, di procedere a fotopiarlo in modo parziale. Nell'operazione si staccano dalla cucitura centrale, purtroppo, le singole pagine. Ma anche questa é storia, direi. La selezione qui visibile, aggiungerei ancora, dovrebbe risultare sufficientemente significativa in ordine a quanto sopra ho accennato.

lunedì 30 aprile 2012

Tram, cavalli e ...

Sì a Ventimiglia (IM) c'era una volta il tram. Se ricordo bene sino all'immediato secondo dopoguerra. Il capolinea era a Bordighera.
Ma le immagini, in questa occasione fornitemi, già digitalizzate, da un vecchio amico di famiglia, possono suggerire diverse riflessioni e ricordi. Per dire, quest'ultima porta a pensare che ai tempi del Liceo, alla nostra epoca posizionato in un edificio tuttora esistente, ancorché ristrutturato, celato alla sinistra - per chi guarda - di quel mezzo pubblico, non me li immaginavo proprio quei binari là davanti!
Si sono già scorti dei cavalli. Eccone altri in Piazza della Stazione Ferroviaria (più formalmente, da tanti anni, Piazza Cesare Battisti).
 
 Cartoline e fotografie d'antan sono molto divulgate - qui mi ripeto - sui socialnetwork e sui blog.
Vado anche, credo, a reiterare il concetto che anche così si documenta la storia. E per il singolo é logico un maggiore interesse per i luoghi che conosce meglio. O gli evocano maggiori memorie.
Ad esempio, quando ero bambino quest'angolo di Ventimiglia era più o meno ancora come si vede nell'ultima immagine. Ho fatto in tempo a vederlo. Ho anche scatti di famiglia che lo attestano.
Tanti altri fattori in qualche modo qui evocati, tuttavia, conducono ad altre trame di racconti!


venerdì 9 marzo 2012

Guerra di secessione americana: fotografie


La guerra di secessione (guerra civile) negli Stati Uniti d'America iniziò, come noto, con i colpi di cannone sparati dai confederati (sudisti) contro Forte Sumter, vicino a Charleston, oggi South Carolina, nell'aprile del 1861. Gli unionisti (sudisti) vi rientrarono solo il 22 febbraio 1865.

Da bambino, come ho già accennato altra volta, vidi su un rotocalco una sorta di storia illustrata di questo conflitto, che fu grande banco di prova - non il primo: nel ritrarre gli effetti della ferocia umana rammento quanto già fatto prima durante la guerra di Crimea - per gli artisti della relativamente nuova arte fotografica.


La nave unionista Essex, trasformata e rinforzata, partecipò a molte azioni lungo il Mississippi.



La corazzata (spero che il termine sia giusto) unionista Monitor fu appositamente costruita e si battè contro la Virginia confederata (adattamento della Merrimack) nello scontro di Hampton Roads nel marzo 1862.



 La guerra si stava facendo sempre più moderna e spaventosa.


Nel 1861 in un accampamento nordista potevano esserci scene così.


 

L'utilizzo delle strade ferrate fu fondamentale: nettamente avvantaggiati erano i nordisti.


Un gruppo di schiavi fuggiaschi o appena liberati.


Anche soldati afro-americani tra i nordisti, come ben si sa.


Prigionieri sudisti.


Un accampamento confederato vicino a Petersburg, Virginia, ormai preso dagli unionisti.


Il campo di prigionia confederato di Andersonville in Georgia nell'agosto 1864: le fonti ufficiali affermano che vi morirono in brutali condizioni dai 13.000 ai 45.000 soldati nordisti. Ma anche l'Unione diede larga prova di spietatezza.

Ho selezionato, dunque, immagini relative a quello spaventoso conflitto, rinvenute su theatlantic.com. Ho tralasciato di sicuro quelle più crude.

Molto é stato scritto su quella guerra, che fu soprattutto un orribile bagno di sangue: 617.000 i morti ufficialmente censiti, 359.000 per il Nord, 258.00 per il Sud. Molto é stato scritto anche in Italia. E molte notizie in merito si trovano sul Web. Anche in termini di analisi, lo ripeto, dell'uso di nuovi strumenti bellici o dell'influenza esercitata dalla riflessione su pregressi conflitti europei, soprattutto dell'epoca di Napoleone. Lungi da me la tentazione di andare oltre i fugaci cenni che precedono, oltrettutto incompleti. Né di sfiorare argomenti, pur connessi, quali la distruzione del Sud degli Stati Uniti, le successive guerre di sterminio dei nativi, il Ku Klux Klan, il razzismo persistente, l'affermazione di un capitalismo su cui si versano ancora oggi fiumi di inchiostro.