Quella vecchia presenza di Radio Squadra (o Radiosquadra) a Ventimiglia per le scuole elementari é un argomento che da più di un anno, per motivi che dirò alla fine, volevo affrontare, ma che ho tenuto a lungo sospeso per carenza di ulteriori riscontri. Solo che il tutto adesso mi sembra una vicenda particolare, che vado di seguito a raccontare.
Volendo partire da un punto certo, mi ritrovo, tuttavia, sempre con scarne note rinvenute sul Web, del tenore della seguente: " ... Radiosquadra, un gruppo di giornalisti e di tecnici che attraversava l’Italia a bordo di un pulmann attrezzato per le riprese dirette e le registrazioni, nel suo giro della Penisola ... realizza interviste, portando la radio in piccoli paesi sperduti.". Dove si accenna a Renato Tagliani, un tempo noto personaggio della RAI, cui tornerò tra breve. E a qualche forma di trasmissione in loco, presumo con altoparlanti per surrogare la carenza di apparecchi domestici o la mancanza di segnale. Qualche ulteriore informazione lascia intendere che l'iniziativa esisteva dal 1951, che agiva su vari temi e che vi hanno collaborato, tra gli altri, Enzo Tortora, Silvio Noto, Luciano Rispoli. Lodevole e pionieristica, aggiungerei.
Ho rinvenuto, però, nel sito del Circolo Didattico di Anagni una fotografia - in oggi (maggio 2013) non più fruibile - del 27 aprile 1961, che illustra abbastanza bene, credo, il nodo che vorrei sciogliere, perché in una piazza di quella città si vedono, ad esempio, un furgoncino di Radio Squadra e tanti scolari assiepati.
In linea di massima l'episodio cui intendo arrivare me lo sono sempre ricordato, anche perché qualche anno fa mia madre rinveniva tra le carte di famiglia un ritaglio stampa, della primavera del 1959, che per vari motivi non vado a riprodurre, corredato di uno scatto dove si può notare Renato Tagliani, per l'appunto, che intervista il sottoscritto, a sua volta affiancato da una compagna di scuola e da un altro bambino che frequentava le scuole del centro città. E' quest'ultimo particolare, di questo scolaretto, che va ad inficiare la didascalia di quell'articolo, che si riferisce a domande su storia locale rivolte ad alunni delle elementari di Nervia di Ventimiglia, all'epoca locate al piano terra dell'edificio - che già altre volte ho fatto notare - di cui alla prima immagine.
Secondo me, infatti, si trattava di una organizzazione di Radio Squadra più complessa, realizzata nel Palazzo Municipale, con tanto - per dire - di riproduzione all'esterno, sulla Piazza affollata, della trasmissione in corso: qualcosa sull'esempio di Anagni, insomma.
Ho chiesto delucidazioni a persone attente ad aspetti di vita locale, ma, nonostante il loro evidente interesse, non hanno scoperto nulla in merito che fosse stato trascritto o archiviato da qualche parte. Lo stesso vuoto di notizie ho dovuto notarlo in casa e con altri conoscenti. Il tempo passa e cancella molte cose, si sa. Pochi giorni fa ho chiesto se si rammentava qualcosa ad un mio amico d'infanzia, perché avevo appena visto uno scatto della sua classe delle elementari, sempre del 1959, a Camporosso con la sovrascritta Radio Squadra, ma la risposta anche in questo caso é stata negativa.
Eppure per quella lontana occasione non ero stato l'unico ad imparare una canzoncina in dialetto, che andava poi cantata in coro. Dalla memoria di questa mi é scattato l'interesse per la mia informale ricerca: circa un anno fa mi sono imbattuto sul blog Dialetticon nella Leggenda Ventimigliese, che é per l'appunto la piccola ballata in questione e che - sottolineo - proprio lì si può leggere. Ma che si può trovare, con una variante della parola Leggenda in vernacolo, anche qui (occorre andare in fondo alla pagina e trovare Lezendia Ventemigliusa) nel sito realizzato in buona misura dal vecchio amico di famiglia, che ho tanto assillato per sapere qualcosa di maggiormente ufficiale intorno a quella ormai remota iniziativa di Radio Squadra nella città di confine.
Prima o poi salterà fuori qualcosa, però!
E sull'evento una fotografia (che pubblico qui di seguito!) salta fuori solo adesso, 21 gennaio 2018, grazie all'amica Piera Lenzi! Per cui posso anche pubblicare la notizia di stampa, che, da sola, non avrebbe reso il senso della manifestazione, anzi, avrebbe contraddetto il senso del mio articolo.