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giovedì 19 aprile 2012

Hennepin

Fonte: Wikipedia
Negli Stati Uniti d'America, paese di storia recente, si intende spesso conservare la memoria di questo passato, com'é nel caso della fotografia che si può vedere qui sopra e che ritrae la statua di Frate Hennepin a Minneapolis, Minnesota.

A Hennepin viene attribuita la prima mappa a nome Louisiana, altresì ritenuta la prima carta geografica dei Grandi Laghi del Nord America. Ancora lungi da poter essere considerata un documento scientifico, invero. 

Louis de Hennepin, Carta Della Nuova Francia e Della Luigiana Nuovamente Scoperta, 1683 - Fonte: raremaps.com

Hennepin cercò anche di passare per l'inventore del termine Louisiana, che viene comunemente attribuito a La Salle.
Mappa dal lavoro di Hennepin del 1698 - Fonte: Wikipedia
Invero, Hennepin fu il primo europeo a descrivere le Cascate del Niagara.
Con La Salle compì dei viaggi di esplorazione. Essendo arrivato nel 1675 a Fort Frontenac (oggi Kingston, Ontario) ed essendo diventato nel 1678 cappellano di La Salle, nel 1679 partecipò alla prima spedizione in battello sui Grandi Laghi, al termine della quale venne costruito Fort Crèvecoeur, attuale Peoria, in Illinois.
Fonte: usa-decouverte.com
Subito dopo La Salle mandò Hennepin e altri due religiosi a esplorare il corso superiore del Mississippi. Scesi verso il grande fiume passando per le acque dell'Illinois e fatto in tempo a scoprire le Cascate di St. Anthony presso l'odierna Minneapolis, i tre uomini furono catturati dai Sioux, ma abbastanza presto furono riscattati da Sieur Duluth.

File:Bierstadt Albert The Falls of St. Anthony.jpg
Le cascate di St. Anthony in un dipinto di fine '800 di Albert Bierstadt (Fonte: Wikipedia)

Una volta liberato, Hennepin tornò in Francia, dove diede alle stampe la sua "Descrizione della Louisiana", di cui qui si possono notare immagini di alcune pagine della quasi contemporanea edizione olandese.
Louis Hennepin, nato nel 1640, morto probabilmente nel 1701, si autodefiniva fiammingo. Nel 1690 fu espulso per ignote ragioni dalla Francia per ordine di Luigi XIV. In un suo successivo libro si attribuì falsamente il merito di avere preceduto La Salle nell'esplorazione del Mississippi sino alla foce.

Fonte: Wikipedia
Ma in quest'ultimo suo lavoro (Londra, 1698) compaiono - disegnate per la prima volta - le Cascate del Niagara!



lunedì 16 aprile 2012

Alcuni seguiti


Qui sopra la Piazza (della Libertà) del Municipio di Ventimiglia in una cartolina decisamente datata, che ho rilevato dall'amico Edoardo Racco, che ha pure una fotografia della sua classe di Camporosso Mare con stampigliata la scritta Radio Squadra, ma che non ricorda più a quale proposito tale dicitura compaia. E che mi ha fornito diverse immagini d'epoca di cui mi sono già avvalso altre volte.

Ho fatto questa premessa per dire che alla fine almeno una persona che si ricordava di Radio Squadra a Ventimiglia (argomento da me affrontato in precedente occasione) l'ho trovata. Più grande di me passava da quelle parti e vide l'affollamento relativo. Mi ha anche aggiunto che in occasione di una trasmissione televisiva dedicata al compianto Renato Taliani, già nerbo di Radio Squadra, vide anche una fotografia che ritraeva quella piazza con quell'avvenimento. Non solo lui, ma altri, come nei commenti a quel mio post, mi hanno detto di fare ricerche nelle teche della RAI. Ma il punto curioso per me era vedere chi si ricordava in loco di quella puntata che coinvolse alunni delle elementari della città di confine.

E sull'evento "Radio Squadra" una fotografia (che posto qui di seguito!) salta fuori solo adesso, 21 gennaio 2018, grazie all'amica Piera Lenzi! Per cui posso anche pubblicare la notizia di stampa, che, da sola, non avrebbe reso il senso della manifestazione.




Con Valter Pettorossi si allarga la schiera degli amici, che mi allungano gentilmente fotografie.
Spero solo che Valter mi mandi direttamente al più presto un'immagine datata - da solo non riesco a rinvenirla! - con la quale potrei parlare di lontani episodi curiosi che, narrati a viva voce, da sempre suscitano attenzione.

venerdì 13 aprile 2012

Il Madagascar di B.F. Leguével de Lacombe

 


Quelle, che precedono, sono tavole dal viaggio in Madagascar di B.F. Leguével de Lacombe, riprese - come da digitalizzazione di Cultura Barocca - dal XVII volume della grande silloge ("Raccolta di viaggi dalla scoperta nel Nuovo Continente fino a' dì nostri"), realizzata dal geografo italiano Francesco Costantino Marmocchi per i tipi dell'editore Giachetti di Prato (1844).

Quasi per inciso faccio notare che Radama I divenne re del Madagascar nel 1810, estendendo all'intera isola il reame di Merina. Gli successe nel 1828 Ravanola I.

B.F. Leguével de Lacombe, francese, viaggiò per otto anni, dal 1823 al 1830, visitando la costa orientale dell'Africa, il Madagascar e alcune delle Isole Comore. Descrisse popolazione, economia e cultura del  Madagascar - cui andò a premettere un lungo saggio sulla storia e sulla geografia della grande isola, realizzato dall'antesignano etnografo, nonché linguista, francese Eugène de Froberville - in un'opera in due libri, tradotta, appunto, in italiano nel 1844.


Questa, come le immagini che seguono, é tratta da un sito, Biblioteca Digital Mundial, che offre un'incomparabile rassegna di libri e di illustrazioni - datati - di geografia, di viaggi, di storia. Si tratta, come si potrà notare, dell'originale della fatica di B.F. Leguével de Lacombe.


Dal sito medesimo mi sembra di avere inteso che quella lontana edizione, curata in Italia dal Marmocchi, rappresenti tuttora l'unica traduzione in lingua diversa dal francese, condotta sul testo base, testo base al quale probabilmente non é seguita alcuna riedizione.


E' pur vero che gli studiosi conducono ricerche anche in polverosi archivi. E che dalla loro produzione derivano informazioni su precedenti autori. Questo caso, quello di B.F. Leguével de Lacombe, mi sembra tuttavia emblematico del fatto che non solo in Italia, ma anche all'estero, si vada a mancare troppo spesso l'occasione di ristampare o di procedere a qualche sorta di antologia di libri pur ancora importanti sul piano della documentazione.


lunedì 9 aprile 2012

A Ventimiglia c'era un Reggimento


Prima della guerra era di stanza a Ventimiglia un Reggimento di Fanteria, l'89°. Del resto la città di confine era a quel tempo, come già nel passato, attorniata da varie fortificazioni e caserme.
Ma di quel Reggimento alcune persone cercano per motivi familiari di ricostruire la storia, anche per istituire in Ventimiglia una mostra permanente di relative immagini e documentazioni.

Mi sembra di avere capito che in questa fotografia sia rimasto fissato un attimo della partenza per il fronte russo.







 
L'immagine che precede é quasi sicuramente riferita all'Ucraina.
L'idea appassionata della ricerca in questione nasce proprio dal nipote di un tenente morto durante l'infausta campagna dell'Armir.
Il Reggimento, come tutto il Corpo di spedizione italiano, ebbe ingenti perdite. Il medico sanitario, dottor Castellano, fece in tempo a diventare figura di spicco della Resistenza ad Imperia: al suo operato in Russia é stato dedicato un libro.
Il Reggimento, a conflitto ancora in corso, non rientrò più in Ventimiglia. I suoi soldati, trattenuti in Piemonte, come tanti altri reduci della tragica ritirata dal fronte orientale in varie località, furono quasi tutti internati - aspetto generale ben noto - dopo l'8 settembre 1943 dai tedeschi: pochi riuscirono a sfuggire in tempo alla cattura.
Questa fotografia riporta alla città di confine. Nello sfondo si può notare uno scorcio panoramico caratteristico di Ventimiglia.
La caserma, quella che qui si vede, come già nei primi due scatti, caserma "Gallardi", era - é - più lontana da quella spiaggia: e rappresenta un ingarbugliato capitolo a parte di ordine sociale il suo uso a civile abitazione dal dopoguerra ad oggi. 
Ho compiuto qualche scarno accenno alla storia di quel Reggimento - storia, ripeto, che altri cercano di completare -, perché penso rappresenti ancora un significativo monito di pace.


martedì 3 aprile 2012

L'"intrepido", l'avventura continua ...


Qualche settimana fa N. vede che su questo blog avevo scritto di quel vecchio fumetto, "intrepido", e mi manda qualche immagine (qui sopra la copertina del numero 15 dell'11 aprile 1961) da copie di quel giornalino.
Insomma, rinverdisco, di fatto, anche a lui, sopite passioni dell'infanzia, di cui per la detta coincidenza parliamo solo ora (tra l'altro mi capita anche con altre persone). Mi corregge anche - nella email di accompagnamento - le date di sparizione dei mitici personaggi di quando eravamo bambini.


Mi aggiunge anche qualche pagina del n° 1 del lontano 1935, quando "intrepido" aveva protagonisti diversi da quelli che appassionarono la mia generazione.


Ecco qui la copertina di "intrepido" del 10 ottobre 1963. Ce l'avevo in casa da tempo, ma me ne sono ricordato da poco. Eppure avevo già dedicato almeno due puntate a quel fumetto.


Qui la puntata di "Buffalo Bill" di quell'ottobre 1963. E c'é ancora "Chiomadoro". Non rinvengo più "Liberty Kid" e "Roland Eagle". Sul termine anticipato delle avventure de "Il cavaliere ideale" sussiste tra i miei interlocutori, invece, pacifico consenso. Insomma, devo avere fatto - le altre volte in cui ne ho scritto - confusione di date sulle modalità di cambiamento di contenuti di "intrepido".


Sempre nel 1963 é già presente un nuovo protagonista, Junior. Di questo ho ricevuto mesi addietro direttamente per email un nostalgico ritratto compiuto da un lettore. Così come, sempre sul tema "intrepido", mi sono pervenuti nel frattempo altri commenti. Mi ero ripromesso di pubblicarli in un nuovo post...


mercoledì 28 marzo 2012

La Pérouse

Fonte: Wikipedia

Faccio inizio da questa battaglia navale, detta dei Santi, sviluppatasi nelle Antille dal 9 al 12 aprile 1782 durante la Guerra di Indipendenza degli Stati Uniti, per procedere a qualche accenno su La Pérouse. E, in parallelo, ad altri navigatori della seconda metà del Settecento. Perché tanti esploratori di quel periodo, francesi e britannici, si erano ritrovati su quei mari a combattere in quel conflitto, come già prima nella Guerra dei Sette Anni.
Di La Pérouse Jules Verne scrisse anche: "Durante l'ultima guerra egli era stato incaricato della delicatissima questione di distruggere gli stabilimenti della compagnia inglese nella baia di Hudson, ed egli si era disimpegnato dell'incarico da militare consumato, da abile marinaio, da uomo che sa conciliare i sentimenti dell'umanità con le esigenze del dovere professionale."

Fonte: Wikipedia

Nella riproduzionedel dipinto, di cui sopra, viene fissato il momento dell'incarico ufficiale conferito a questo navigatore da Luigi XVI per la sua ultima missione per i mari del mondo, particolarmente voluta come risposta alle grandi avventure di James Cook.
La Pérouse fece levare le ancore da Brest il 1° agosto 1785.

Fonte: Wikipedia

Come in tanti viaggi per oceani dell'epoca i rischi erano all'ordine del giorno. La precedente stampa attesta un sinistro occorso a un gruppo della spedizione sulla costa nord-americana - tra attuali Alaska e Canada - che si affaccia sul Pacifico. La Pérouse - scrisse ancora Verne - aveva eretto un monumento su cui si leggeva la seguente iscrizione, di evidente imitazione classica: "All'ingresso del porto sono periti ventun coraggiosi marinai. Chiunque voi siate, unite le vostre lagrime alle nostre."

Fonte: Wikipedia

A Mauna, nelle Isole Samoa, fu massacrata la piccola squadra sbarcata in cerca di rifornimenti alimentari e soprattutto di acqua, squadra condotta dal secondo di quella spedizione, il capitano Paul Fleuriot de Langle, che era anche uno scienziato. De Langle volle scendere a terra, nonostante il parere contrario di La Pérouse, il quale aveva acconsentito malvolentieri, e provocò gratuitamente la reazione esiziale degli indigeni. Allo stesso modo di quanto aveva fatto, nel determinare la propria uccisione, Cook, che almeno aveva l'alibi morale di un pessimo stato di salute.

Nell'ultima lettera, spedita da Botany Bay, Australia, a febbraio 1788, La Pérouse asseriva: "Risalirò alle Isole degli Amici e farò assolutamente tutto ciò che mi é ordinato dalle mie istruzioni relativamente alla parte meridionale della Nuova Caledonia, all'isola Santa Cruz di Mendana, alla costa del sud della terra degli Arsacidi di Surville e alla terra della Luisiade di Boungaville ...".

Jean François de Galaup, Conte de La Pérouse, nato presso Albi nel 1741, e le sue due navi del periplo intorno al mondo, l'Astrolabe e la Boussole, sembrarono di lì a poco svanite nel nulla. Ormai scoppiata in Francia la Rivoluzione, fu proprio l'Assemblea Nazionale nel febbraio 1791 a ingiungere al re di armare una spedizione di soccorso, che fallì lo scopo: durante la medesima perirono addirittura i due comandanti, Entrecasteaux e Kermadec. Solo trent'anni dopo si giunse alla conclusione, perché vi si trovarono effetti personali dei marinai, che La Pérouse e i suoi uomini fossero periti a Vanikoro, nelle Salomone.

Aggiungo che dell'itinerario noto di La Pérouse sussistono tracce documentarie sul Web, così come vi si ribadisce che fu di sensibilità illuministica. Sono rimaste copie dei suoi giornali di bordo, rimandati per tempo in Francia, molto interessanti. Li lesse Jules Verne, che ne trascrisse importanti notizie e affermazioni. Ne produco, in conclusione, almeno due: nella Kamciatka La Pérouse fece porre sulla tomba di Delisle de la Croyère, che era morto nel 1741 di ritorno da una spedizione condotta per conto dello zar, una lastra di rame incisa e rese il medesimo omaggio al capitano Clerke, il secondo di Cook, cui, alla morte, succedette nel comando.


venerdì 23 marzo 2012

Ventimiglia, la Margunaira


Ricevo qualche giorno fa da un vecchio amico di famiglia la seguente email, con acclusa la citata cartolina:
Ciao Adriano,
ti allego una cartolina della Margunaira “d’ina vota”. Confrontala con quanto vedi ora alla Marina San Giuseppe e fatti un’idea di come era bella allora e quanto brutta sia diventata oggi.
Mia nonna ..., alla Marina, c’è nata e vissuta per 96 anni, Mia madre, anche lei c’è vissuta per 85 anni, io ci sono nato e me ne sono andato, con rimpianto, quando ho messo su famiglia, però il mio cuore è sempre laggiù. Ho abitato per circa 20 anni vicinissimo alla Margunaira, su di lei ho imparato a tuffarmi  e vederla ora racchiusa tra scogli e sabbia, me vegne u magun!... 

Questa fotografia é datata di qualche mese, ma consente di immaginare a chi non conosce il luogo come già oggi una spiaggia di risulta abbia "interrato" la storica "prìa" o scoglio della Margunaira, portandolo in pratica in secca. Causa la costruzione del porto turistico di Ventimiglia, di cui - con miei giudizi - ho già detto tempo fa.



Queste altre cartoline, di circa cento anni fa, oltre a offrire uno scorcio ragguardevole della città di confine all'epoca (ad esempio si può notare la vecchia foce del fiume Roya, allora ben più spostata a levante) e, in particolare, della zona in questione, fissano nella memoria specifici geomorfologici ormai scomparsi. Dello Scoglio Alto, agglomerato di sassi ed arena solidificatosi in epoca quaternaria sotto forma di pilastro, ho già accennato in altra occasione. Nel 1932 una mareggiata distrusse, poi, in quel raggio la Pietra Naviglia, della stessa consistenza del primo, la cui forma ellittica rimandava figurativamente all'idea di una carena di nave.

Una zona caratteristica, non solo per via di quegli ammassi, che risulta adesso profondamente cambiata, ma non solo sotto l'azione della natura.