Milano - Santa Maria delle Grazie |
Dal canto mio, si tratta della constatazione dell'esistenza di angoli non molto conosciuti di quella grande città, meritevoli, al pari di tanti analoghi scorci diffusi ovunque, anche dietro l'angolo di casa propria, di una rivisitazione più attenta: all'insegna di una sana curiosità, sempre utile e dilettevole. E non intendendo affrontare di petto i grandi temi della storia, della cultura e della società.
Sul fronte di ciò che ho letto nei blog, ho notato, in ordine sparso, letture di sicuro più attente delle mie, anche perché derivanti in genere da chi a Milano ci vive o ci ha vissuto, a differenza del sottoscritto, ma riguardanti la bellezza particolare di certe strade e di certe case, di sicuro diverse da quelle che a me sono rimaste maggiormente impresse o a me ignote, perché certe scelte non possono che essere personali, l'incanto di certi dintorni immersi ancora nella natura, la nostalgia per pregressi costumi sociali, le piccole, grandi curiosità, come quelle circa l'attecchimento di piante e fiori tipici di climi più caldi.
Mi voglio fermare personalmente a pochi esempi. Chi lascia Santa Maria delle Grazie, dove è custodito il Cenacolo, svolta verso il centro lungo Corso Magenta, dove molti palazzi sono ornati da quell'adeguata, non intrusiva segnaletica, in oggi abbastanza diffusa nelle maggiori città, che riporta anche l'anno di costruzione: ad un certo punto lungo quell'arteria si rinviene un Museo, dal cui cortile é possibile ammirare un torre delle mura di difesa del IV° secolo, quando Milano era capitale dell'Impero d'Occidente. Da quelle parti, non molto lontano, se la memoria non m'inganna, c'è un interessante Museo della Scienza e della Tecnica. Sì, ancora un po' più in là c'è la Basilica di Sant'Ambrogio, ma questa dovrebbe essere abbastanza nota. Ho girato a lungo per trovare la targa che indica dove è stato assassinato - tragica ironia della sorte! - a poche ore dalla Liberazione Eugenio Curiel, giovane dirigente della Resistenza, per sostare in commosso pensiero rivolto a lui e a tanti altri generosi eroi caduti per la Libertà. Girare per le strade per scoprirne i nomi e da questi risalire a personaggi, avvenimenti, date: indubbiamente in una metropoli la scelta può essere ampia! Trovare ancora inseriti in nuovi rioni retaggi dell'agricoltura di un tempo.
Il ciclo dei miei contatti con Milano si è sviluppato lungo l'arco di circa sessant'anni. Trascurando i ricordi di Duomo, Castello Sforzesco, modellino dell'Andrea Doria che, salendo, spiccava a sinistra dei binari della Stazione Centrale e Zoo, posso sottolineare che circa ad otto anni venni accompagnato a vedere la Pietà Rondanini, tutto trepidante perché già informato che era l'opera lasciata incompiuta dal grande Michelangelo. E che, più o meno, in quel periodo ho visto, se non rammento male, non lo specifico Museo, ma una vera grande Mostra del Risorgimento. Il costruendo Pirelli e la costruenda Metropolitana. Rapporti di famiglia, in seguito lavoro, manifestazioni, nuovi rapporti di famiglia hanno accompagnato la mia relazione con Milano. A Milano da sempre, per me, il fascino del tram con il suo scampanellio particolare; in seguito, anche quello del metrò. A Milano o andando e venendo da Milano ho assistito a fatti curiosi; talora qualcosa di più che curiosi. Tante storie, insomma. Forse qualcuna da raccontare. Ma se la malia esercita da una grande città su di un bambino degli anni '50 può essere retrospettivamente, soprattutto se inquadrata nel processo di crescita della civiltà materiale, abbastanza compresa, trovare da adulto bello, superata la fase giovanile tipica di ogni generazione, ma indifferente a tanti particolari, l'insieme, come è capitato a me, di strade e di case qualunque ha veramente qualcosa di misterioso.
Per questi motivi, forse, non mi è venuto fuori a caso l'esempio di Milano per sostenere, come invero sostengo, che città, borghi, vie, case, pietre stesse parlano, se opportunamente interrogate. E dicono tante cose.