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sabato 17 novembre 2012

Una specie di giro del mondo in cartoline d'epoca

Londra in una cartolina d'epoca, che a suo tempo, come si noterà, era stata - al pari delle altre che seguono -  spedita ("viaggiata" si dice in gergo, come qualcuno mi ha sostenuto), tanto da poterne ricavare agevolmente la data, 1905.

Forse ci sono sin troppe cose da osservare su queste icone: spero di non esagerare.



Intanto, l'abitudine di scrivere sull'immagine, perché il retro era ufficialmente destinato all'indirizzo del destinatario, anche se non sempre ci si atteneva a questa specie di disposizione.

Non era di sicuro il caso del mittente di questo cartoncino pubblicitario, ma a me viene da pensare a tante tristi storie di emigrazione italiana, ancora diffuse in quegli anni; e a "Titanic" di Francesco De Gregori.

















Con New York, passaggio obbligato di tanti nostri connazionali, ci si sposta al 1908.

















Buenos Aires.




















Ancora la capitale argentina, in modo da appurare la data, 1905.
Ed io compio una divagazione su Borges che si lamentava che gli immigrati genovesi avessero snaturato il tango, rendendolo, come da mia arbitraria sintesi, una musica dolciastra, per cui non amava Carlos Gardel, a me, invece, molto caro, benché tardivamente scoperto.




La Grande Muraglia Cinese. Già dal francobollo si evince che esisteva ancora l'Impero. Non opero digressioni su questo grande paese. Del resto, avevo in merito già qui mutuato altre note di vita vissuta.








Singapore.
Aprendo un'altra parentesi di costume, aggiungo che non so se a questa data Somerset Maugham era già all'Hotel Raffles, orgoglio dell'imperialismo britannico, per apprezzarne cucina e bar di eccelsa qualità e trovare spunti per tante sue trame narrative. Di sicuro, non ancora Ernest Hemingway, troppo giovane.


Questa cartolina da Aden (il destinatario in tutti i casi é sempre la medesima persona, un veterinario, che cambia talora residenza; il mittente in questa occasione, di tutta evidenza, lo stesso di Singapore) non può non fare andare con la mente al razzismo tipico del colonialismo: ho altra documentazione in merito, ancora più tristemente significativa, che mi riprometto prima o poi di pubblicare.

Concludo, sottolineando che queste cartoline (tutte antecedenti la prima guerra mondiale, dunque) fanno parte di un'altra recente scoperta casalinga.













mercoledì 14 novembre 2012

Tra Ventimiglia e Oneglia

Fonte: collection-lingenauber.org
In questo dipinto del tedesco Albert August Zimmermann una veduta di Ventimiglia di ben prima della fine del 1800 (ho già, invero, pubblicato litografie e cartoline molto datate dello stesso scorcio di panorama). 
Quando ho notato questa immagine sul Web, mi é venuta subito l'idea di provare a reperire  riproduzioni digitalizzate di quadri d'epoca relativi almeno alla Riviera, intesa in senso largo, proprio per non concentrarmi come al solito sulla zona, la mia, più di ponente della Liguria. Ho capito, tuttavia, che non é per niente facile. Ho già scoperto, invero, con una certa difficoltà una fonte ufficiale (che ho appositamente, come per quelle che seguono, sottolineato) per questa icona, icona che tra l'altro risente di una certa intenzione, come era allora in voga (e non sono il solo a evidenziarlo), di abbellimento della realtà.


Intanto, almeno nel primo caso, un minimo di raffronto fra ieri e oggi.
Fonte: wikipaintings.org












Ho trovato - velocemente - un lavoro (1884) dedicato a Ventimiglia da parte di Claude Monet, che come é noto ha immortalato tanti angoli delle terre tra Italia e Francia, specie di Bordighera. E di quadri di Monet dipinti da queste parti su Wikipaintings si trovano tanti esempi.








Fonte: Wikipedia
Per rinvenire una traccia, invece, di altre località della provincia di Imperia, mi sono adattato - anche in questo, non agevolmente - a quelle che sono stampe: questa é una litografia (da "Statistique de l'ancien département de Montenotte" di Chabrol de Volvich) di C. Motte (1824), afferente Porto Maurizio, oggi parte occidentale di Imperia.
















Fonte: Wikipedia
Questa é Oneglia (ovvero, Imperia Est) in una stampa di Fleury dei primi del 1800.



















Ma non demordo.  Prima o poi troverò qualche cosa troverò!



domenica 11 novembre 2012

Alla riscoperta della mitologia


Sirene. 

Immagine ripresa, al pari di quelle che seguono, da questo sito tedesco.

Le incisioni sono di Bolognino Zaltieri per l'edizione veneziana del 1571 di "Imagini" ("Le imagini con la spositione de i dei de gli antichi" raccolte per Vincenzo Cartari, Venetia, F. Marcolini, 1556) di Vincenzo Cartari, dedicate a Luigi d'Este non ancora cardinale. 

Cartari, nato a Reggio Emilia intorno al 1531, legato per tutta la vita, come già la sua famiglia, agli Este con i quali svolse intensa attività diplomatica, scrisse altri significativi testi, tra cui la prima traduzione in lingua moderna (nel caso, italiano) de "I Fasti" di Ovidio.


Arpie e streghe, sempre dalla medesima opera.


Ancora, Nettuno e Afrodite.

Le icone di "Imagini", derivanti, al pari dei testi, in modo mediato da fonti antiche e medievali, furono per due secoli modelli per diversi artisti (ad esempio Carracci, Poussin, Rubens).
Alle "Imagini" si ispirarono anche molti coreografi dei masques inglesi e di cortei e feste mascherate del tardo Rinascimento.
Il successo di "Imagini" non venne offuscato nemmeno dalla pur fortunatissima Iconologia di Cesare Ripa (apparsa a Roma nel 1593), molto più coerente con i principi ed i gusti artistici della Controriforma.



mercoledì 31 ottobre 2012

Se le cartoline d'antan sono di Bordighera

Si nota bene Villa Garnier in questa datata cartolina delle regioni di levante di Bordighera, speditami, al pari delle altre che seguono, poco fa' dall'amico Giulio Rigotti.










Da più di cinquant'anni in quella zona, prospiciente Arziglia, spicca il porto turistico.
Il Paese Alto, centro storico di Bordighera.










Piccolo spostamento a ponente.

Sottolineo a questo punto le motivazioni che stanno sotto a questa mia premura di pubblicare una parziale selezione delle immagini di Giulio. La prima sta nel fatto che gli ho annullato, causa miei vari impegni, diverse volte la presa in consegna del materiale, che dovevo essere, invece, io a passare allo scanner. L'altra riposa sulla soddisfazione di notare la diffusa passione per scatti che ripercorrono in qualche modo la storia dei nostri luoghi.

Questa é un'inquadratura spostata ancora più verso la Francia, che si scorge sullo sfondo, dopo gli abitati di Vallecrosia, Camporosso (Mare), Ventimiglia.









Anche qui, un minimo di comparazione tra passato e presente.

E della città di confine, alla luce di quanto affermato sopra, mi viene naturale, allora, fare vedere il tripudio, ancorché in bianco e nero, dei fiori del mercato coperto di tanti anni fa'.












lunedì 29 ottobre 2012

Carte geografiche antiquarie




Le immagini, che precedono afferiscono un'opera del 1572, "L'isole più famose del mondo" (uscita a Venezia in tre volumi di 47 carte incise su rame da Gerolamo Porro, ampliato e riedito dopo quattro anni e ristampato più volte entro il 1686), di Tommaso Porcacchi, autore molto poliedrico (contribuì, tra l'altro, a editare gli ultimi cinque canti del "Furioso"): fanno parte - devo aggiungere - di una vera rarità bibliografica.

In questo caso credo sia da sottolineare l'attenzione posta anche in Italia alla geografia di luoghi lontani e esotici, non molto dopo l'avvio delle conquiste coloniali e dei viaggi di esplorazione europei.

Il Dominio di Terraferma della Repubblica di Genova e la città vista dal mare: lavoro di Johan Baptist Hormann (1664-1724).

Ho desunto informazioni e icone una volta di più da Cultura-Barocca.

Nell'occasione, volgo un riconoscente pensiero a quanti conservano, pur fra tanta incuria pubblica verso la cultura, libri e documenti preziosi, a quanti li consultano e studiano in ambienti in genere come minimo polverosi anche a fini divulgativi e non solo accademici, a quanti, soprattutto, digitalizzano, sempre in simile contesto, immagini, ritengo importanti perché antiquarie, come quelle che qui pubblico.



giovedì 25 ottobre 2012

Königssee, e non solo, in cartoline d'epoca

Romanshorn, in Svizzera Orientale, Cantone di Turgovia, sul lago di Costanza. Questa volta una data, su una mia cartolina d'epoca, c'é, inequivocabile: 1905. 
Credo confermi il periodo approssimativo con cui ho  contrassegnato quelle da me sinora pubblicate.




Königssee, scritto da noi anche Konigsee. Non ho capito bene se per tale si intenda "lago del re" o "re dei laghi". Ma questo é un mio limite personale. Il nome, in ogni caso, non dovrebbe avere a che vedere con la monarchia, quanto con i Kuno, antichi nobili della zona.






Situato ai piedi delle Alpi di Berchtesgaden nel comune di Schönau am Königssee, a sud di Berchtesgaden e della città di Salisburgo, il Königssee è il terzo lago più profondo della Germania. Baviera, insomma, in un angolo che si incunea nell'Austria.






Già,  Berchtesgaden, dove c'era il cosiddetto nido d'aquila di Hitler.
Non basta, purtroppo.  Anche in luoghi così incantevoli i nazisti fecero sfoggio della loro ferocia criminale. 
Ad esempio, nel 1944 un sottocampo del campo di concentramento di Dachau si trovava nelle vicinanze. E Heinrich Himmler aveva a Schönau una residenza costruita  per la sua amante Edvige Potthast.

Tornando al tema strettamente geografico, ecco - alla luce del precededente riferimento - una Salisburgo d'antan, ritratta in bianco e nero.








Mi sono, infine, detto che, a concludere questo piccolo tour, non stonava uno scatto antiquario di Vienna.













sabato 20 ottobre 2012

Quando io e Diego a Roma...

Rivedere, come mi capita in questi giorni, Diego e parlare di Roma é tutt'uno. Anche se poi la memoria difetta a entrambi, per cui, ad esempio, ricordiamo perfettamente di avere assistito circa vent'anni fa in un'afosa notte estiva all'aperto di un bar di Trastevere ad un colorito dialogo, quasi degno di Petrolini, tra tre simpatici emuli di Petrolini (o di Gigi Proietti: fate voi!), ma non sappiamo oggi riportarne nemmeno mezza battuta. Ne avevo pure già fatto piccolo riferimento in un commento ad un vivace post di Aldo @il monticiano.
E in affiatata e consapevole compagnia si apprezzano meglio le situazioni brillanti.

A Trastevere abitavano anche le gentili persone che, casualmente incontrate ad un convegno, ci invitarono ad una simpatica cena all'aperto dalle parti del Gianicolo, cui feci già cenno altra volta.










Ed allora l'altro giorno sono stato io a sottolineare meglio a Diego che in quelle occasioni avevamo avuto la ventura di parlare, con chi li aveva conosciuti o frequentati o ne era stretto parente, di due figure di grande statura civile. Angelo Oliva, che potrei definire di Vallecrosia e su cui ho già riportato sul blog parole di Giorgio Napolitano, più chiare di mille discorsi. Girolamo Li Causi, strenuo avversario di Cosa Nostra, che era solito passare le vacanze estive dalle mie parti, a Perinaldo e di cui mi spiace adesso non avere chiesto più notizie a suo tempo ai vecchi compagni del paese. Ma questo apre un capitolo a parte, che non so se sono capace e degno di affrontare.

Vorrei giungere ora ad aspetti più frivoli. Già sto pubblicando alquanto a casaccio fotografie di Roma, sia di famiglia che di amici. Quindi, non strettamente legate ai luoghi più precisi di cui ho parlato.
L'ultima, però, mi riporta sempre approssimativamente ad un'altra presenza comune con Diego nella Città Eterna. In quel caso era stato per una manifestazione, di cui avevamo anche qualche immagine di gruppo che - tanto per cambiare! - non sono riuscito a rintracciare. C'era anche Alfredo Moreschi, il cui solo pensiero mi indurrebbe ad aprire altre parentesi e, magari, in tema di cortei riprendere a parlare di Milano. Il fatto é che, tornando a quella giornata di ottobre del 1991 - credo! - da cui sono partito, siccome la nostra comitiva andò a mangiare in un posto più o meno a sinistra nell'ultimo scatto, qualche mio fugace commento sui monumenti mi fece guadagnare dal salace, appunto, Alfredo, per la prima volta - come negli anni successivi da parte di altri colleghi, ma, ahimé per loro, in tono serio e convinto! - l'epiteto di... esperto di storia e di arte romane. Ma, forse, se ci ripenso, anche Alfredo non scherzava. Con grande soddisfazione, comunque, di Diego, sempre sensibile alle botte di vita. Perché Diego, di cui mi riprometto di dire di più e di citare, soprattutto se pesco fotografie adeguate, altre similari esperienze condotte insieme, a margine di impegni ufficiali, anche in Costa Azzurra, é la simpatia fatta persona. E, dato che lui é fatto così, proprio con lui ho vissuto significativi momenti, che adesso ci siamo ripromessi non tanto di rinverdire, ma di rinnovare! Anche dispensatore di saggi consigli, che, peraltro, non sempre ho seguito. Gli devo, poi, perché, quando eravamo così presi dalle cose ufficiali, non é che avevamo agio di discettare proprio di tutto, come gli ho preannunciato, riferire con comodo altre cose - parte delle mie solite storie, insomma! - del presente stampo e, se possibile, presentargli altre persone, con le quali suonare sulle stesse corde del calore umano e di una certa nostra storia progressista. C'era un altro caro amico - come Diego, del Dianese: finalmente l'ho specificato! -, frequentato in provincia, meno propenso alle trasferte: per cui, ancora,  "Diego, vorrei che tu, Pierluigi, ed io..."