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giovedì 7 agosto 2025

Ridondanze



Alla palestra ex G.I.L. di Ventimiglia su questo blog si è fatto alcune volte riferimento. Come per il giovanotto che si presentava scalzo al premilitare del passato regime fascista, perché sapeva che sarebbe stato rimandato a casa. O per la mensa popolare tenuta dal Sindacato nell'immediato secondo dopoguerra in quell'edificio. Inoltre, per l'area aperta, oggi adibita a parcheggio, per le selezioni interne in atletica leggera degli allievi degli Istituti Superiori in vista della partecipazione ai campionati provinciali studenteschi e per tante gare di pallavolo della medesima cifra.

Si compie questa premessa per sottolineare che su queste colonne si possono sempre verificare ripetizioni di temi e produrre ridondanze, non sempre necessarie, talora dovute a distrazione.

Si fornisce qui di seguito qualche esempio, si spera intonato al genere brillante.

A Ventimiglia (IM)

A Bordighera (IM)

Ancora a Bordighera

A Soldano (IM)

Ad Ospedaletti (IM)

Sui ciclisti amatoriali torna spesso l'attenzione, perché sembra un fenomeno in costante crescita.

A Vallecrosia (IM)

Ad Ospedaletti

Non tutti vanno pedalando su due ruote bardati con indumenti tecnici, ma sovente è così. E non c'è il rischio di intravedere magliette e pantaloncini che richiamino alla memoria le epoche di Binda, Bartali, Coppi, Bobet, Gimondi, Merckx.



Non tutte le panchine di questa zona hanno avuto qualche rilievo letterario, ma Lungomare Oberdan a Ventimiglia vedeva un tempo panchine costruite come pertinenze di un muretto di protezione adorno di bei disegni su piastrelle di ceramica, di cui rimane qualche eco a Marina San Giuseppe: in ogni caso quelle attuali sono abbastanza graziose.



A Bordighera ci sono anche nuove panchine tipo "chaise longue".

Vallecrosia

Le panchine con schienali - e sedili - a listelli tubolari sono abbastanza diffuse.

Ventimiglia, in zona Nervia

Un po' dappertutto panchine senza schienali.

Bordighera: Lungomare Argentina

Ma qualche panchina più tradizionale si trova ancora.

Il carro "Maja" del 1958

Il carro "Barone di Münchhausen" - Compagnia "A Mar Parà" - 1967

Per quanto concerne la Battaglia di Fiori di Ventimiglia si possono, invece, ancora rinvenire interessanti fotografie.

Adriano Maini


martedì 13 maggio 2025

Un mezzogiorno invernale su una panchina del lungomare

 

Bordighera (IM): Lungomare Argentina

"Un mezzogiorno invernale su una panchina del lungomare. Il sole è tiepido e languido come sa esserlo in Riviera nei mesi d'inverno". Questo l'inizio di un nuovo racconto breve di Franco Fiorucci, "Ballando con i ricordi", un piccolo gioiello di atmosfera che sta incontrando appassionata attenzione da parte dei lettori, seguito ideale del suo recente libro "Matti. Quasi matti. Sognatori. E fattucchiere. 21 mila parole per 7 racconti".
Si scambiavano riflessioni profonde, come forse si poteva fare solo un tempo e solo a quell'età, seduti su una panchina di Bordighera della passeggiata a mare due giovani amici. Entrambi destinati ad emigrare, chi per destinazione ignota, chi per Torino. Solo quest'ultimo, sentendone un grande vuoto, avrebbe fermato quei momenti in un libro di ricordi, riservato ad una ristretta cerchia di familiari e di amici: lo avrebbe scritto in età matura da uomo nativo della Bassa Mantovana (come diversi abitanti della città delle palme), cresciuto a Bordighera, dove torna sovente, ma impiantato saldamente nel capoluogo piemontese, dapprima per motivi professionali, per le logiche della vita in seguito al pensionamento.
Arturo Viale ci informa in "Oltrepassare. Storie di passaggi tra Ponente Ligure e Provenza" (Edizioni Zem, 2019) che a Bordighera "vicino alla chiesetta di Sant’Ampelio c’è un giardinetto un po' anonimo con tre panchine, qualche albero di Araucaria e un busto dello scrittore Giovanni Ruffini".
Si possono ricordare anche altre panchine, più o meno evocate da brani letterari sul ponente ligure.
La panchina di Costa d'Oneglia dove Elio Lanteri, schietto uomo di Dolceacqua, ormai pensionato e già scrittore, conversava con amici e conoscenti di questa frazione di Imperia. Gli incontri con gli amici di un professore in pensione, grande affabulatore, sulle panchine dei Giardini Pubblici di Ventimiglia, nel racconto "Ti dimenticherò per sempre...." di Gaspare Caramello.
Si può citare la famosa fotografia dove Italo Calvino ed Eugenio Scalfari compaiono su di una panchina di Corso Imperatrice a Sanremo con altri amici, compagni di classe, per sottolineare che con loro in quel Liceo Classico "G.D. Cassini" studiavano, tra altri futuri personaggi di rilievo, Giuseppina Demartini, che avrebbe insegnato nei primi anni Sessanta nelle Medie di Ventimiglia (questo prima di diventare oggetto di aulici sarcasmi da parte di Marco Innocenti), ed Elio Riello, ingegnere, esponente socialista, ma ancor prima patriota antifascista, arrestato e deportato a Mauthausen, mentre, tenendo i contatti con gli aderenti di Giovine Italia, tentava di contribuire alla ricostituzione del CLN di Ventimiglia. Porterebbe, invero, lontano, addentrarsi anche solo per poco nelle tematiche di due lavori di Calvino, il racconto "La Panchina" e la versione teatrale de "La Panchina", ancorché se ne potrebbero cogliere risvolti inediti di preparazione alla luce di vecchie confidenze di sodali dello scrittore, raccolte da Alfredo Moreschi.
Guido Seborga in suo articolo dal titolo "Donne in corriera" (Il Lavoro Nuovo - 11 Novembre 1946), con cui oltrettutto menzionava il paese da cui aveva preso il suo nome d'arte, chiosava: "giunge così [la corriera] sulla piazzetta del paese [Seborga], c'è una lapide che ricorda i caduti di molte guerre ed un grosso albero, un pino gigantesco dai mille rami che ha intorno una panchina, dove verso sera i vecchi del paese vengono a discutere e a dirsi cose molto sagge". E sempre Seborga in "Scogli come ossa di giganti" (1960) non si lasciava sfuggire l'occasione di rammentare panchine di Bordighera collocate dalle parti del Capo, da cui, invero, si può ammirare non solo la Chiesa di Sant'Ampelio, che ha colpito, come si è visto, l'attenzione di Arturo Viale, ma anche un lungo tratto di mare. Non mancava di scrivere di almeno una panchina in "Petite Fleur, estate che brucia" (Unione Culturale Democratica, Bordighera, novembre 2020) Paolo del Monte, guarda caso amico di Seborga e guarda caso poche parole dopo averlo citato nel richiamato libretto.

Adriano Maini