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Richiesta alla Corte di Assise Straordinaria di Imperia da parte del governatore alleato Garigue per un rinvio di presenza in processo della teste Lina Meiffret. Documento in Archivio di Stato di Genova. Ricerca di Paolo Bianchi di Sanremo (IM) |
Il giovane, inibito dall'Ovra rispetto
allo sfollamento di tutta la popolazione locale, al terzo giorno di
guerra riusciva ad eclissarsi su uno dei pochi treni in partenza da
Ventimiglia (IM) in direzione - logicamente! - levante.
Sopra Bolzano in quell'estate del 1940 passavano anche aerei italiani diretti a nord: a bombardare l'Inghilterra?
L'ex
coscritto della Regia Marina narrava da anziano di una deriva per mare
di giorni e giorni, prima che egli e lo sparuto gruppo di compagni
superstiti all'affondamento venissero tratti in salvo.
Nel
viaggio in treno, che lo riportava alla nave di ritorno dalla breve
licenza in Nervia di Ventimiglia, il furiere vedeva le fumanti rovine di
una Genova appena colpita da uno dei terribili bombardamenti di quel
conflitto. Forse doveva ancora assistere dalla plancia di comando della
corazzata alla prima battaglia navale della Sirte, che non fece, invero,
grandi danni.
Il futuro maresciallo
di polizia, scampato alla ritirata di Russia, prima di andare ancora una
volta in partenza, questa volta per cercare di unirsi agli Alleati in
Costa Azzurra, ebbe la casa distrutta da ordigni scagliati dall'alto.
Un
semplice fante, neppure ferito, dal nord Africa in Italia rientrò
misteriosamente in aereo poco prima che avvenisse la resa delle forze
dell'Asse su quel teatro.
Non si
commuoveva al ricordo della campagna di Russia, forse tenendo ben
presente la fotografia che lo ritraeva in quelle lontane lande atletico
ufficiale eretto superbamente a cavallo, ma nel rievocare il suo viaggio
a piedi, iniziato ad Alessandria al momento dell'armistizio, per
rientrare in famiglia in Irpinia, qualche luccicone agli occhi ad un
Luigi ormai anziano veniva sul serio.
Dalla
corazzata che prendeva il largo i marinai vedevano arrivare sulla
banchina del porto di Pola i primi mezzi tedeschi: non potevano
immaginare che di lì a breve gli stukas avrebbero tentato, senza
riuscirci, di colpirli. In una certa saga familiare si vociferava di un
ammutinamento di ufficiali affinché quella flotta dell'Adriatico andasse
sul serio a consegnarsi agli inglesi a Malta.
Dopo l'8 settembre 1943 l'addetto, nei recessi
dell'incrociatore Raimondo Montecuccoli, continuava imperterrito a sfornare pane,
adesso mentre la superba nave faceva trasporti per conto degli Alleati.
Anche in Magauda di Bordighera era stato realizzato un rifugio artigianale antiaereo.
La seta dei paracadute dei bengala era un provvidenziale dono del cielo per i civili che riuscivano ad impossessarsene.
Alcune
amanti dei gerarchetti nazisti di Sanremo in quel torno di tempo
abitavano a Bordighera: per questo via vai si produceva un grande
impegno di autisti, anche italiani, delle SS.
E
sempre da Sanremo una spia dell'Abwehr da privato riusciva anche ad
occuparsi della tentata vendita di un quadro del Tintoretto, attirando
su di sé e sui suoi complici l'attenzione delle autorità doganali,
ancora sussistenti, perché il dipinto in questione era transitato dal
Principato di Monaco attraverso la frontiera francese con l'Italia.
D.
del suo partigianato raccontava solo che una volta, dovendo raccogliere
con un compagno del materiale, si erano divertiti a scivolare sulla
neve sino a finire dentro ad un cumulo di letame, da loro erroneamente
scambiato per un covone ammantato di bianco.
Una
scena accaduta innumerevoli volte, ma era sempre della zona intemelia
la madre che stringeva la figlioletta al seno, dove aveva nascosto
documenti compromettenti, dinanzi a nazisti che cercavano il marito.
Padre e figli, proprietari di noto garage in Bordighera, collaboratori del capitano Gino,
accorrevano allarmati per verificare a poche decine di metri dal loro
luogo di lavoro come stessero le donne e la bambina dell'appartamento
colpito dal mare, non sapendo che erano già sfollate.
Lina Meiffret,
trattenuta da impegni di lavoro al governatorato alleato provinciale,
doveva più volte giustificare alla corte d'assise straordinaria di
Imperia i suoi impedimenti a poter testimoniare contro la persona, un
tempo amica, che aveva contribuito a scatenare l'inferno contro di lei e
contro il martire della Resistenza Renato Brunati.
La
similare istanza giudiziaria di Sanremo condannava a pena blanda, solo
per "furti" e non per partecipazione a rastrellamenti, un milite del
Distaccamento di Bordighera della XXXII^ Brigata
Nera Padoan, nato a Ventimiglia, ivi residente.
Il professore Mario Calvino, padre del più illustre Italo,
attestava, finito il secondo conflitto mondiale, che un dattilografo
della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana della R.S.I.) di Imperia,
costretto a tale mansione dagli eventi, in realtà aveva passato
clandestinamente svariate utili informazioni ai patrioti.
La
polizia partigiana di Ventimiglia doveva inoltre registrare molte
denunce di persone che intendevano riottenere certi loro beni affidati a
dei vicini o a dei conoscenti nelle occasioni delle loro precedenti
fughe, più o meno precipitose.
Adriano Maini