Ieri mattina incontro dopo anni in questa zona di Dolceacqua I., già mia collega. Questo paesino della Val Nervia meriterebbe molta più attenzione da parte mia. Solo che ci sono siti e blogger che lo fanno meglio di me. Intanto, mi torna in mente un aspetto, che ho sempre rinviato di trattare, quello della ospitalità, selezionata, ma infine calda, degli abitanti dei nostri paesi verso i foresti. Ma I. mi ha anche parlato di concreta solidarietà sua e della sua famiglia verso giovani di Addis Abeba. E forse per questa sua testimonianza mi sono dimenticato, prima di salutarci, di dirle come un certo vino Rossese, sempre della sua famiglia, fatto conoscere in una certa pregressa occasione professionale, facesse parlare di sé in toni elogiativi in ambienti ufficiali ancora tanto tempo dopo.
Fatti due passi, mi è, poi, capitato con un altro amico di vecchia data di fare saltare fuori il discorso di vecchie fotografie da riportare alla luce...
La mattina della scorsa Epifania mi era successo di partecipare, anzi, di organizzare, una sorta di rimpatriata, più larga di quella dell'anno scorso, sempre sul lungomare di Bordighera. Attesta una forte simpatia umana, scattata immediatamente anche tra chi si conosceva prima solo di vista e si é ritrovato nell'occasione solo per caso. Un tema che vorrei approfondire, insieme ad altri che i ricordi e le esperienze dei vari presenti inducono per possibili trattazioni, forse a fare principio da come mi ci sono ritrovato in mezzo io.
Un po' come mi accade per Nervia, quel rione di Ventimiglia cui faccio spesso riferimento. Nel mezzo di una lunga, impegnata discussione F., per fare un paragone, dice che in una certa zona ci si sente oggi "paese" come si era noi un tempo a Nervia. Dati il suo "monologo", che non intendevo interrompere, e l'espressione da lui scelta per definire una sensazione, confermata da altri, che mi porto dietro, non gli ho obiettato che forse a Nervia allora eravamo un unicum, forse riscontrabile in termini di solidarietà popolare, al netto delle "stravaganze" (qualche allegro episodio di goliardia, tutt'al più, come di recente mi é stato rammentato) indotte da esigenze sceniche, anche per sincronismo in alcune delle prime commedie all'italiana di un Monicelli: una cosa proprio che mi ero un po' ripromesso di dipanare, ma che, come altre, ho lasciato, per motivi di tempo, addietro.
All'epoca di Nervia avevo conosciuto Gianfranco. Pubblico qui a fianco un'immagine dell'ex-chiesa di S. Giovanni nel centro storico di Ventimiglia, perché in quella sede avevo assistito per la prima volta, bambino, accompagnato, per giunta, com mio fratello, da sua madre, alla sua presentazione di uno spettacolo dilettantesco. Negli anni ha fatto tante cose Gianfranco: fece, ad esempio, esordire, o quasi, nella nostra Riviera, cantanti divenuti di lì a poco famosi. A suoi ricordi significativi ho già attinto. In vacanza - oggi quasi terminata - nelle Filippine, con il portatile, che gli doveva dapprima solo servire per seguire via Web notizie dall'Italia e dal mondo, si é affacciato anche sul noto socialnetwork per lanciare intanto ad amici e conoscenti di questa zona l'idea di raccogliere al meglio memorie di carattere locale: sarà difficile competere con la mole delle sue conoscenze, ma di sicuro, come é già stato avvertito, in molti si cercherà di utilizzare le sue...