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venerdì 14 febbraio 2025

Scritti, ritratti, fotografie e...

Ventimiglia (IM): una vista sul fiume Roia

Paolo Veziano ha affrontato giovedì 30 gennaio scorso a Ventimiglia in una conferenza pubblica per l'ennesima volta i temi inerenti la "Giornata della Memoria". L'ultima sua fatica letteraria - se non si erra - è stato il contributo al libro di Giorgio Caudano "Dietro le linee nemiche. La guerra delle spie al confine italo-francese 1944-1945" (Regione Liguria - Consiglio Regionale, IsrecIm, Fusta editore, 2024). Veziano con Caudano (e con Graziano Mamone) si era già cimentato in "Giustizia partigiana in La libera Repubblica di Pigna. Parentesi di democrazia. 29 agosto 1944 - 8 ottobre 1944" (Comune di Pigna, IsrecIm, Fusta Editore, 2020), ma di lui non si possono dimenticare "Ombre al confine. L’espatrio clandestino degli Ebrei dalla Riviera dei Fiori alla Costa Azzurra. 1938-1940" (Fusta, 2014), "Sanremo. Una nuova comunità ebraica nell'Italia fascista. 1937-1945" (Diabasis, 2007), "Ombre di confine: l'emigrazione clandestina degli ebrei stranieri dalla Riviera dei fiori verso la Costa azzurra, 1938-1940" (Alzani, 2001).

Marco Innocenti ha appena licenziato sotto l'egida di lepómene editore di Sanremo, che è la sua città, "La passeggiata avventurosa".
 
E Silvana Maccario ha già consegnato da tempo allo stesso Marco Innocenti suoi delicati disegni, realizzati con pennarelli dai vari colori, per un altro testo dell'infaticabile sanremese, ma sta per pubblicare "Francobolli. 36 poesie" anche lei per lepómene editore.

Giorgio Caudano sta facendo circolare tra gli amici le bozze del suo lavoro, dedicato a Giuseppe "Beppe" Porcheddu, definito "illustratore di sogni".

Franco Fiorucci, sospesa per il momento la stesura di altri suoi inusuali e coinvolgenti racconti, è alle prese con la trama di un'altra avventura del suo commissario Belpensiero.

Arturo Viale sta meditando per l'ennesima volta come armonizzare altri suoi ricordi ed altre sue esperienze personali con le cifre della vita altrui e della storia.
 
Gianfranco Raimondo è sempre intento a dispensare autentiche chicche, bozzetti mutuati dalla sua lunga conoscenza di avvenimenti locali, specie di Ventimiglia.
 
Gaspare Caramello, pur molto preso da Art Lab, non rinuncia al progetto di una nuova pertinente chat.
 
Un'altra opera di storia contemporanea di Graziano Mamone, che da Genova, dove insegna all'Università, a Vallecrosia ogni tanto fa ritorno, sarà, invece, edita a marzo.

Alfredo Moreschi viene spesso chiamato in causa da Marco Innocenti, che ne ha più volte riportato - e chiosato - frasi, soprattutto dettate dal nonsenso, in cui il prestigioso fotografo novantatreenne di Sanremo eccelle in modo particolare. Ci sono state anche delle collaborazioni dirette di Marco Innocenti con Alfredo Moreschi, il quale in queste occasioni si è celato - come da citati intendimenti programmatici - dietro il nome d'arte di Presenzio Astante. In ogni caso, Moreschi è appena stato, nel quadro delle celebrazioni per il 120° anniversario del Casinò della città dei fiori, valente oratore, che non solo ha illustrato in modo intrigante la proiezione di specifiche immagini del suo munitissimo archivio, ma ha voluto donare ai presenti anche diversi aneddoti molto brillanti, meritevoli, invero, di trattazione a parte.

Rita Della Giovanna, Arnaldo Scotto, 2025

Rita Della Giovanna, valente pittrice che si sposta volentieri con la famiglia tra la provincia di Bergamo e l'amata Bordighera, ha aggiunto alla sua galleria di ritratti di persone della zona intemelia quello di Arnaldo Scotto, ex bancario, volontario ospedaliero, amico di Nervia di Ventimiglia.

Adriano Maini

sabato 25 maggio 2024

Quando si passava la sabbia nel fiume

Ventimiglia (IM): il ponte della ferrovia sul fiume Roia a settembre 1955

Di tutti i personaggi che affollano i racconti che i suoi due anziani amici hanno fatto ad Arturo Viale di Ventimiglia (IM) in ViteParallele (ed. in pr., 2009), c’è n’è uno il cui funerale, avvenuto nella città di confine quando era ancora relativamente giovane, vale a dire nei primi anni Cinquanta, fu invero molto partecipato. Quell’uomo, insieme ad uno degli affabulatori di cui sopra - ideatore dell’azione che segue -, ed a un terzo amico, era arrivato da questa zona di confine sino a St. Raphael in un gozzo spinto dai tre a remi il 10 settembre 1944 per consegnarsi agli americani della flotta alla fonda da quelle parti per portare informazioni importanti sotto il profilo bellico: un rapporto della marina da guerra statunitense (U.S. Atlantic Fleet, Task Force 86 Operations and Action of the Support Force Eighth’ Fleet During Invasion Of Southern France) conferma l'episodio "Il 10 settembre tre patrioti italiani arrivarono dall'area di Ventimiglia a 0645A... Più tardi nostre navi spararono, con il supporto di aerei da ricognizione, su alcuni obiettivi indicati da questi patrioti italiani".

Lasciò un figlio, quell’ardito che era morto troppo presto, un figlio che abitava con la nonna paterna in Via Giudici a Ventimiglia, di fronte alla Piazzetta delle Erbe.

Un figlio che fu a sua volta un baldo giovanotto, che ammaliava il vicinato quando tornava in licenza dal servizio miltare con la sua bella divisa da marinaio. Una volta congedato, aveva cercato un lavoro, e non avendo trovato di meglio, si era messo come tanti a “passare” nel fiume Roia la sabbia. Con reti metalliche, in genere, di vecchi letti ormai in disuso, messe un po’ dritte, in posizione trasversale, con il sostegno di un qualche bastone, di modo che da una parte cadessero i sassi ed altre scorie, e, dall’altra, quella giusta, fine rena molto utile per un’edilizia già in crescita. E quanta fatica in quegli anni per quegli spalatori, che di sicuro erano costretti a lavorare in modo illegale!

In città, a monte e a valle dei due ponti (e della passerella) sul fiume, erano ancora le lavandaie, per conto terzi o per conto proprio, che utilizzavano quelle acque correnti: figure in genere pittoresche. A volte, in dimensione casalinga, si procedeva anche all’immersione della lana dei materassi…

Un giorno, però, l’ex marinaio di leva si procurò, agendo, come tutti quei “manovali”,  a piedi nudi, un profondo taglio ad un piede con un vetro rotto purtroppo sfuggito alla sua attenzione: gli toccò, allora, giacere abbastanza a lungo fermo con vistosa fasciatura nel lettino all’ingresso della modesta abitazione che condivideva con l’affannata ava.

Il nostro aveva, poi, come zio, fratello del defunto padre, chi si era trovato una bella scusa per scansare il premilitare fascista d’anteguerra: giovane pescatore, uno di quelli che aiutava gli ebrei stranieri, dannati dal regime con le leggi razziali, a fuggire in barca dall’Italia verso la Francia nella tormentata stagione 1938-’39 [in proposito, di Paolo Veziano, Ombre al confine. L’espatrio clandestino degli Ebrei dalla Riviera dei Fiori alla Costa Azzurra 1938-1940, ed. Fusta, 2014], in futuro valente floricoltore, che si presentava al premilitare fascista a piedi nudi, sostenendo che in casa non si avevano soldi per comprargli le scarpe: al che il capomanipolo o centurione, il brutto ceffo in camicia nera, insomma, che dirigeva la situazione, lo mandava via, con tacita soddisfazione del nostro personaggio, che di tutta evidenza aveva ottenuto, almeno una volta, il suo scopo.

Adriano Maini