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domenica 26 ottobre 2025

Ancora alla foce del Nervia, ma non solo

 

A pochi metri dalla foce del Nervia, tra Ventimiglia e Camporosso

Si narra che intorno al 1950 si potevano ammirare al campo d’aviazione in zona Braie di Camporosso, prima che venissero trasferiti a Savona, da dove vennero riportati via nave in America, diversi aeroplani da caccia statunitensi, ancora stazionanti dalla fine del secondo conflitto mondiale.

Gianfranco Raimondo (nato nel 1936) deve pur avere visto quello scenario dalla collina di Seborrino, sovrastante a ponente il torrente Nervia, località dove in allora abitava, ma nei suoi tanti intriganti racconti, di quello non risulta avere mai scritto.
Gianfranco invece, tramanda di pesca alle anguille praticata già appena finita la guerra più in giù verso la foce del Nervia ricorrendo agli esplosivi. Aggiunge di avere fatto anche lui - e di tutta evidenza era un bambino! - lo svuotatore delle mine anticarro - già disseminate dai tedeschi lungo il torrente - per ricavare gelatina e dinamite, le quali venivano usate anche per mero divertimento. Non mancarono incidenti, finanche mortali, non solo perdite di arti o della vista.

Tristi avvenimenti, che in quegli anni non riguardarono certamente solo la zona di confine di mare con la Francia, ma che sono rimasti impressi nella locale memoria popolare.

Del resto, anche da queste parti, soprattutto nella valle del fiume Roia, diverse persone, in genere giovani disoccupati, si diedero per sbarcare il lunario all'attività scarsamente remunerata, ma per loro essenziale, del recupero e messa in sicurezza di tanti ordigni bellici lasciati disseminati ovunque.

Tornando alle anguille del torrente Nervia, per non risalire troppo indietro nel tempo con "Islabonita" di Nico Orengo, non si può fare a meno di notare sul piano della letteratura che esse compaiono anche nel romanzo di esordio del dolceacquino Elio Lanteri "La Ballata della piccola piazza", ambientato, guarda caso, durante le ostilità.

Porterebbe ad esiti bizzarri dilungarsi in altre modalità di cattura delle anguille in varie parti di questo territorio, tra le quali non si può sottacere l'utilizzo, pericoloso come altri metodi già accennati, dell'uso con estro artigianale (fili di rame, batterie, ecc) della corrente elettrica.

Nei vari corsi d'acqua operavano ancora in quel periodo lavandaie per le loro famiglie o per conto terzi. Nei ricordi oggi emergono, tuttavia, talora con espressioni veramente poetiche anche per via degli aromi di fiori e piante circostanti, soprattutto i lavaggi della lana dei materassi. E chi cercava per sostentamento un lavoro purchessia si dedicava pure all'estrazione della sabbia, passandola per una ripulita da scorie incongrue attraverso reti di fortuna, per lo più quelle di vecchi e derelitti letti: talora sembrava di vedere in azione schiere di vere formiche operaie.

Adriano Maini

giovedì 16 ottobre 2025

A cavallo del confine ligure con la Francia nel 1939

Ventimiglia (IM): la stazione ferroviaria

A lungo nel 1939 un uomo, nella bella stagione vestito con un abito di lino chiaro, sostava sull'ingresso dell'albergo dove alloggiava, posto davanti alla stazione ferroviaria di Ventimiglia.
La tradizione orale lo ha identificato con una delle persone che organizzavano a pagamento in quel periodo - ma costui con maggiore energia, perché per lo più con una piccola flottiglia di barche a motore appositamente allestita - viaggi clandestini verso la Francia di ebrei stranieri, cacciati dall'Italia dalle leggi "razziali" del regime fascista, il quale spesso tollerava tali fughe: questi fatti sono stati puntualmente rievocati da Paolo Veziano sia in "Ombre di confine: l'emigrazione clandestina degli ebrei stranieri dalla Riviera dei fiori verso la Costa Azzurra. 1938-1940 (Alzani, 2001) che in "Ombre al confine. L’espatrio clandestino degli Ebrei dalla Riviera dei Fiori alla Costa Azzurra. 1938-1940" (Fusta, 2014).

Nei primi mesi del 1939 Rachele Zitomirski, di famiglia ebrea russa, ricevette l'abilitazione ad esercitare la professione di farmacista, come il padre, che da tempo la farmacia l'aveva aperta in Vallecrosia.

Zitomirski padre, lo scienziato Serge Voronoff da Grimaldi e il commerciante Ettore Bassi da Ventimiglia centro, tutti ebrei, erano molto attivi, sostenendole anche con contributi in danaro, con le organizzazioni di soccorso ai profughi ebrei Delasem (Delegazione assistenza emigranti) ed il precedente Comasebit, poi sciolto d'autorità.

Francesco Biamonti, ancora bambino, se non vide, in quell'anno, sentì parlare di ebrei fuggiaschi in transito dalla zona intemelia, ma ne fece con i fratelli esperienza diretta in collina sopra San Biagio della Cima, il loro paese, negli anni ancora più tremendi della seconda guerra mondiale: avrebbe poi scolpito nei suoi romanzi quelle tragiche vicende con parole memorabili.

Nel 1939 continuavano a passare la frontiera di Ventimiglia con la Francia, in una direzione e nell'altra, anche esuli politici o loro familiari, seppure in numero ridotto rispetto agli anni precedenti. Non sempre in regola con i documenti, anche tra di loro furono numerosi i fermi e gli arresti. A prescindere - va da sé - dai clandestini per necessità.

Viene festeggiata l'elezione a deputato di Virgile Barel: Victoire du Front Populaire: défilé du Parti Communiste, section Nice-Saint-Roch. Laugier Charles. Reporter-Photographe, 8 avenue Félix-Faure, Nice (1936). Archives Nice Côte d’Azur, 3 Fi 9

L'8 ottobre 1939 veniva arrestato a Nizza nella sua abitazione di Piazza Saluzzo, in conseguenza - con lo scoppio della seconda guerra mondiale - della messa fuori legge del suo partito, il deputato comunista Virgile Barel, già impegnato nell'assistenza ai fuggiaschi ebrei riusciti ad arrivare nel dipartimento con la sezione locale del Comitato denominato in acronimo CAR (sulla cui ampiezza in territorio nazionale si potrebbe leggere, in francese, di Vicki Caron "Les politiques de la frustration: le renouveau de l’effort juif de secours. 1936-1940)": si ha contezza di questo per uno dei paradossi della storia, in base al quale una lettera di questo sodalizio datata 5 dicembre 1939, pubblicata dal citato "Ombre di confine" di Paolo Veziano, annoverava ancora Barel nel Comitato d'Onore allorquando era già incarcerato. Si può annotare brevemente a margine che Barel fu maestro elementare - che seguiva una pedagogia innovativa e progressista - del futuro comandante partigiano imperiese Giuseppe Vittorio Guglielmo (Vittò), che non ne dimenticò mai gli insegnamenti morali; che fu alla fine degli anni Venti diffusore de "La Riscossa", periodico in lingua italiana, che i nostri emigrati comunisti non distribuivano più per non incappare, loro stranieri, nei controlli di polizia; che il figlio Max Barel, cui è intestata una piazza a Nizza, quella d'arrivo dalla Moyenne Corniche, cadde da partigiano nel centro della Francia; che Barel tornò nel dopoguerra alcune volte all'Assemblea Nazionale, tanto da esserne definito il decano; che Barel già nel 1971 chiedeva nel massimo consesso l'attivazione per l'estradizione del criminale nazista Klaus Barbie.

Nel 1939 cospiravano contro il regime fascista a Bordighera Guido Seborga, che era in contatto con altri antifascisti a Torino, Renato Brunati, destinato ad essere fucilato nella strage del Turchino a maggio 1944, Lina Meiffret, che riuscì a tornare viva dalla deportazione in Germania e Giuseppe Porcheddu, che nella città delle palme era appena arrivato forse per essere più vicino al fratello avvocato. Altri antifascisti della cittadina non si erano ancora messi in contatto con i primi.

Nel 1939 vennero raggiunti dai genitori, sempre a Bordighera, i fratelli Asiani, torchiati, finita la guerra, da agenti del servizio segreto statunitense, probabilmente per essere indotti a diventare spie al loro seguito, non tanto per malefatte compiute, come in altri casi,  ma per la comprovata conoscenza del territorio a cavallo del confine ligure con la Francia.

Secondo il figlio, che oggi ricerca informazioni e documenti in merito, il padre, Nathan Schmierer, nato a Schaje Podowzyka il 13 ottobre 1907, si trovava già a Sanremo nel 1939. Il mentovato e la moglie Anny Riendl risultavano ebrei stranieri il 24 aprile 1940 per il Ministero degli Interni come da comunicazione che mandava alla Prefettura di Imperia: sussistono ancora sue tracce di internamento a Padova per l'arco aprile-agosto 1943.

A dicembre 1939 Dora Kellner, partita da Sanremo, incontrava in una stazione ferroviaria di Parigi l'ex marito Walter Benjamin. I due grandi intellettuali ebrei - lei, ingiustamente, molto meno nota - non si rividero più; loro figlio Stefan era già in salvo a Londra; la pensione nella città dei fiori, Villa Verde, da cui erano passati tanti loro parenti, amici e conoscenti, ormai gestita - data la normativa antiebraica - in modo surrettizio dalla donna, che se ne era occupata in quei tristi momenti di persecuzioni per meri motivi di sostentamento economico, era ormai in procinto di subire un fallimento, dopo il quale anche Dora passò oltre Manica abbandonando per sempre, a differenza del figlio che visitò la vecchia casa nel 1958, la Riviera.

Adriano Maini

lunedì 6 ottobre 2025

Altre sfumature di azzurro

 


 

Data la prossimità della zona di Ventimiglia con il dipartimento francese delle Alpi Marittime è quasi inevitabile fare emergere di tanto in tanto altri - rispetto a precedenti note - pertinenti fatti curiosi.

Su tutto campeggiano - a saperli cercare - i racconti di Gianfranco Raimondo, imperniati non solo su zingarate compiute oltre frontiera da persone nostrane, ma anche risvolti significativi, come la lunga partecipazione al Festival del Cinema di Cannes come giornalista, decano, infine, di Angelo Maccario di Ventimiglia.
 

Gianfranco Raimondo, ad esempio, ha rammentato in almeno un'occasione che André Vanco, già partigiano, sindaco comunista di Beausoleil dal 1977 al 1986, impiegato di Radio Montecarlo (molto frequentata ai tempi da Gianfranco) aveva organizzato nella sua zona diverse conferenze di un valente fotografo, Gian Butturini, per la presentazione di un libro di fotografie di Fidel Castro.

L'incanto della Cappella della Pace a Vallauris, dipinta da Picasso, illumina questa cittadina di ceramisti autorizzati dall'artista in persona a riprodurre certe sue ispirazioni nei loro vasi ed altri casalinghi, la cui vendita in Italia non ebbe mai, tuttavia, grande fortuna.
E, tornando a Picasso, si può sottolineare che avesse donato alquanti suoi disegni, litografie ed acquarelli a sedi ed uffici popolari.

La marcia contro le miniere di uranio nella Valle delle Meraviglie nel 1979 fu un avvenimento molto articolato e partecipato, coronato anche da successo. Per alcuni partecipanti di Ventimiglia il ritorno avvenne, sempre in pullman ma scendendo prima su Nizza: uno stagionato figlio dei fiori, prossimo - a suo dire - a rientrare in India intonava con discreta voce, accompagnandosi con la chitarra acustica, anche una versione tradizionale della canzone "The House of the Rising Sun", nota al largo pubblico per il disco di "The Animals".


Il sindaco di Ventimiglia in quel 1994 appariva un po' stralunato all'inaugurazione in Nizza della sede di rappresentanza di un'associazione di categoria imperiese.


Un suo non subitaneo successore, dell'area di centro-destra, ebbe tempo dopo occasione di chiedere delucidazioni al già citato ufficio.


Un'altra associazione di categoria aveva molto premuto con istituzioni imperiesi per l'apertura dalle parti di Nice Etoile di un centro promozionale di piccole imprese della provincia, rivelatosi presto un fallimento.


Alla Fiera di Nizza - nei primi anni 2000 - fu in qualche modo presente in alcune occasioni anche l'Accademia della Comunicazione Verbale, condotta con caparbietà dal milanese Davide Oscar Andreoni, in quel periodo abitante di Vallecrosia, il quale scattò alcune immagini che sarebbero in seguito risultate alquanto significative, come quella concernente un futuro sindaco e ministro.
Del resto, Andreoni non si era neppure risparmiato di tenere lezioni specifiche del suo sodalizio anche presso un ente pubblico di Saint-Laurent-du-Var o di collaborare con associazioni culturali di Breil sur Roya.


P.S.

Nel titolo si gioca con l'aggettivo azzurro, azuréenne, molto usato in Costa Azzurra, a proposito, come per il Museo della Resistenza della Costa Azzurra, e, forse, talora, a sproposito.

Adriano Maini

mercoledì 1 ottobre 2025

L'orologiaio di Olivetta San Michele aveva un viso aguzzo

 





Uno spazio attrezzato come quello della Piazza Erio Tripodi in Vallecrosia avrebbe fatto comodo anni fa per lo svolgimento di una Festa de l'Unità, che, in effetti, ebbe luogo tante volte in quell'area, dove non era ancora stato eretto il Memoriale dedicato ai detenuti del campo di transito per ebrei e prigionieri politici, aperto dalle autorità fasciste della Repubblica di Salò per diversi mesi del 1944, e dove il bar in concessione pubblica era situato in una posizione più defilata.

L'argomento "Feste de l'Unità", oggi molto rare, a prescindere da altri rivoli di possibili racconti, può essere un appiglio - ma ce ne sono altri - per rivisitare aspetti minuti e in larga misura diversi della politica di un tempo.

Ad Airole. Fonte: Lorenzo Rossi

Ancora ad Airole. Fonte: Salvatore Alfano

Non sarà inusuale che un sindaco, presente o futuro, o un assessore o un semplice consigliere comunale partecipi direttamente ad eventi sportivi, anzi, forse appariva più strano decenni fa.

Fioccavano, nella zona tra Bordighera e Ventimiglia e relativo entroterra, i soprannomi: i sindaci "Pippo" e "Miliu", il referente comunista "quello del bue" e così via, in un'allegra confusione di parole e suoni dialettali.

Olivetta San Michele (IM)

L'orologiaio di Olivetta San Michele aveva un viso aguzzo con baffi sottili, quasi un sosia di Sergio Tofano, quest'ultimo creatore per il Corriere dei Piccoli delle avventure del Signor Bonaventura, attore, uomo di teatro, regista, scrittore, che qualcuno ricorderà, dotato di barba e capelli bianchi fluenti, intrigante interprete dell'abate Faria nella molto datata riduzione televisiva de "Il Conte di Montecristo".
L'artigiano in questione, già anziano, provvedeva in loco al tesseramento del Partito comunista, concernente ben poche persone, alla presenza alle riunioni tenute nel bar trattoria del paese eponimo ed ai comizi, a poco altro ancora: una situazione diffusa, prima dei successi elettorali comunisti del 1975 e del 1976, in tanti borghi di valle, di collina e di bassa montagna, della zona di frontiera - con la grande eccezione di Perinaldo -, per non aggiungere di tutto l'Imperiese.
Tornando direttamente al personaggio, viene da supporre, ad usare un eufemismo, che, pur essendo conosciuto e stimato, come si vide in occasione del suo funerale, non avesse, appiedato com'era e data la discreta estensione territoriale di quel comune, soverchie occasioni di fare attività nelle frazioni di Fanghetto e di San Michele in Val Roia né in quella e nelle case sparse di Val Bevera. E, con ogni probabilità, date le citate premesse, neppure tanti clienti.

A Dolceacqua (IM). Archivio Moreschi

A Dolceacqua (IM). Archivio Moreschi

In sostanza, una situazione tipica, allora, di tanti paesi, in quanto negli anni Settanta erano retti tutti, con l'esclusione già vista di Perinaldo e della vicina Soldano, dove il sindaco era socialdemocratico, da primi cittadini democristiani, ancorché eletti in liste civiche, indubitabili protagonisti di svariate cerimonie, come quelle fotografate intorno al 1969 da un gruppo di amici di Sanremo, ricercatori di realismo e conservate da Alfredo Moreschi.

In quel periodo un assessore democristiano di Ventimiglia, quando si recava a Roma per compiti istituzionali, non mancava di procurarsi un appuntamento con il suo vecchio compagno di scuola Angelo Oliva, all'epoca vice responsabile della Sezione Esteri del Partito comunista, il quale fece conoscere all'amico tutti i migliori ristoranti della Suburra e diversi risvolti, anche confidenziali, ma non troppo, della sua attività in giro per il mondo.

Adriano Maini